Il Piccolo Principe

di Antoine de Saint-Exupéry

 

Riduzione teatrale a cura della prof.ssa Simonetta Ravera

 

LABORATORIO MULTIMEDIALE

Progetto Educazione e Sport

esperienze di adolescenti

Tutti i grandi sono stati bambini:

RAPPRESENTAZIONE TEATRALE LIBERAMENTE TRATTA DA

IL PICCOLO PRINCIPE DI ANTOINE DE SAINT-EXUPRY

 

Introduzione

Vivere la scuola significa anche fare, all'interno di essa, delle esperienze che aiutino a confrontarsi con il mondo.

Abbiamo voluto provare a realizzare un sogno giocando con i valori dentro e fuori di noi, con l'intenzione di crescere divertendoci.

L'intento è stato quello di abolire i confini tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti; la speranza è stata quella di poter costruire un mondo dove ognuno potesse essere se stesso e dove le singole differenze potessero essere stimolo per migliorarsi.

"TUTTI I GRANDI SONO STATI BAMBINI UNA VOLTA (ma pochi di essi se ne ricordano)"

Questa è la dedica di Antoine De Saint-Exupéry che abbiamo deciso di fare nostra e di utilizzare come filo conduttore di questo lavoro.

"Il Piccolo Principe" è uno dei classici della letteratura per l'infanzia che può accompagnare giovani e adulti nel loro percorso di vita, stimolandoli a reinventarla.

Abbiamo perciò deciso, seguendo l'entusiasmo delle nostre alunne, di proporre la realizzazione teatrale, liberamente tratta, del testo di Antoine De Saint-Exupéry.

Obiettivi

-ricerca e analisi dei testi;

-scelte e rielaborazione di brani;

-utilizzo di tecniche espressive verbali e non verbali;

-ricerca di modalità espressive e comunicative di linguaggi anche non scolastici;

-acquisizione di un metodo personale e/o collettivo di analisi della realtà.

-miglioramento del senso di autocontrollo;

-sviluppo della capacità di comprendere sentimenti, emozioni e stati d'animo propri e altrui.

-comprendere l'importanza della puntualità;

-sviluppare il senso di responsabilità;

-sviluppare la capacità di collaborare sia con il proprio gruppo di lavoro che con altri coinvolti in lavori diversi ma volti allo stesso fine.

Metodologia

Si è proceduto innanzitutto alla lettura integrale del testo de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry con le alunne interessate al Progetto; a ciò ha fatto seguito la comprensione analitica dei significati dell'opera e la distribuzione dei compiti: alcuni alunni si sono cimentati come attori, altri si sono occupati della progettazione e realizzazione dell'intera scenografia ed altri ancora della scelta delle sequenze musicali. Tutto quanto è avvenuto con la guida dei docenti.

Modalità di attuazione

Si sono utilizzate prevalentemente le ore curricolari limitando al solo pomeriggio del sabato, a partire dal mese di aprile e fino alla fine di maggio, le occasioni di incontro con gli alunni (dalle 14.00 alle 16.00) in collaborazione con i docenti che aderiscono al Progetto che si sono fatti carico della vigilanza sugli alunni per tutto il tempo della loro permanenza all'interno dell'Istituto.

I lavori si sono conclusi con la rappresentazione teatrale del Piccolo Principe.

 


Personaggi:

Voce narrante

Piccolo principe

Aviatore

Fiore

Re

Vanitoso

Ubriacone

Uomo d'affari

Lampionaio

Geografo

Piccolo fiore

Serpente

Giardino fiorito

Eco

Volpe


 

Atto Primo

Atto Secondo

 


 

Atto Primo

Buio in sala si odono solo delle voci gioiose di bambini che pian piamo sfumano.

Voce Narrante ... Ho trascorso la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara.

Su uno schermo si proietta l'ombra dell'Aviatore intento a riparare il suo aeroplano. Tutto è buio ed una musica accompagna la scena. Sfuma la musica, luci di diversi colori illuminano il palcoscenico. In primo piano c'è l'Aviatore addormentato e tutto intorno sono sparsi particolari del paesaggio desertico (rocce, dune, cactus) e i resti di un aeroplano. Sullo sfondo il deserto (un grande sole ed un paesaggio arido). Lentamente il Piccolo Principe si avvicina all'Aviatore.

Costumi:

Piccolo Principe Mi disegni, per favore, una pecora?

Aviatore Cosa?

Piccolo Principe Disegnami una pecora.

L'Aviatore balza in piedi e, strofinandosi gli occhi più volte, si guarda attentamente intorno fissando con stupore l'improvvisa apparizione.

Aviatore Ma che cosa fai qui?

Piccolo Principe Per piacere, disegnami una pecora...

L'Aviatore prende dei fogli di carta ed una penna stilografica ma all'improvviso si ferma, pensa e dice:

Aviatore Ma io non so disegnare!

Piccolo Principe Non importa. Disegnami una pecora...

No! Questa pecora è malaticcia. Fammene un'altra...

Lo puoi vedere da te che questa non è una pecora. E' un ariete. Ha le corna... Questa è troppo vecchia. Voglio una pecora che possa vivere a lungo.

Aviatore Questa è soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro.

Piccolo Principe Questo è proprio quello che volevo. Pensi che questa pecora dovrà avere una gran quantità d'erba?

Aviatore Perché?

Piccolo Principe Perchè dove vivo io, tutto è molto piccolo...

Aviatore Ci sarà certamente abbastanza erba per lei, è molto piccola la pecora che ti ho data.

Piccolo Principe Non così piccola che - oh, guarda! - si è messa a dormire...

Il Piccolo Principe si guarda intorno e scopre per la prima volta l'aeroplano.

Piccolo Principe Che cos'è questa cosa?

Aviatore Non è una cosa - vola. E' un aeroplano. E' il mio aeroplano.

Piccolo Principe Come? Sei caduto dal cielo!

Aviatore Sì.

Piccolo Principe Ah! Questa è buffa...Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?

Aviatore Tu vieni dunque da un altro pianeta?

Piccolo Principe Certo che su quello non puoi venire da molto lontano...

Aviatore Da dove vieni, ometto? Dov'è la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?

Piccolo Principe Quello che c'è di buono, è che la cassetta che mi hai dato, le servirà da casa per la notte.

Aviatore Certo. E se sei buono ti darò pure una corda per legare la pecora durante il giorno. E un paletto.

Piccolo Principe Legarla? Che buffa idea!

Aviatore Ma se non la leghi andrà in giro e si perderà...

Piccolo Principe Ma dove vuoi che vada!

Aviatore Dappertutto. Dritto davanti a sé...

Piccolo Principe Non importa, è talmente piccolo da me!... Dritto davanti a sé non si può andare molto lontano...

Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto...

Aviatore Ma bisogna aspettare...

Piccolo Principe Aspettare che?

Aviatore Che il sole tramonti...

Piccolo Principe Mi credo sempre a casa mia! Sul mio piccolo pianeta mi bastava spostare la sedia di qualche passo e guardavo il crepuscolo tutte le volte che lo volevo... Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatré volte!... Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti...

Aviatore Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?

Il Piccolo Principe non risponde e si immerge nel malinconico ricordo del suo pianete. L'Aviatore si riavvicina all'aeroplano con l'intento di ripararlo e il Piccolo Principe lo segue.

Piccolo Principe Una pecora se mangia gli arbusti, mangia anche i fiori?

Aviatore Una pecora mangia tutto quello che trova.

Piccolo Principe Anche i fiori che hanno le spine?

Aviatore Sì. Anche i fiori che hanno le spine.

Piccolo Principe Ma allora le spine a che cosa servono?... Le spine a che cosa servono?

Aviatore Le spine non servono a niente, è pura cattiveria da parte dei fiori.

Piccolo Principe Oh!... Non ti credo! I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine...

Aviatore Se questo bullone resiste ancora, lo farò saltare con un colpo di martello.

Piccolo Principe E tu credi, tu, che i fiori...

Aviatore Ma no! Ma no! Non credo niente! Ho risposto una cosa qualsiasi. Mi occupo di cose serie, io!

Piccolo Principe Di cose serie!... Parli come i grandi!... Tu confondi tutto... tu mescoli tutto!... Io conosco un pianeta su cui c'è un signor Chermisi. Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te. "Io sono un uomo serio! Io sono un uomo serio!" e si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo, è un fungo!

Aviatore Che cosa?

Piccolo Principe Un fungo!... Da migliaia di anni i fiori fabbricano le spine. Da migliaia di anni le pecore mangiano tuttavia i fiori. E non è una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente? Non è importante la guerra fra le pecore e i fiori? Non è più serio ed importante delle addizioni di un grosso signore rosso? E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora può distruggere di colpo, così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non è importante questo!... Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. E lui si dice: "Il mio fiore è là in qualche luogo."... Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui tutto un tratto, tutte le stelle si spegnessero! E non è importante questo!

Il Piccolo Principe scoppia bruscamente in singhiozzi. Una musica sottolinea questo momento di intensa tenerezza e mentre l'Aviatore, abbandonato l'aeroplano, si avvicina al Piccolo Principe per consolarlo, la Voce Narrante racconta quanto accade sulla scena.

Voce Narrante Avevo abbandonato i miei utensili. Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte. Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c'era un piccolo principe da consolare! Lo abbracciai. Lo cullai. Gli dicevo: "Il fiore che tu ami non è in pericolo... Disegnerò una museruola per la tua pecora... e una corazza per il tuo fiore... Io..." Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo... Il paese delle lacrime è così misterioso.

Sfuma la luce mentre la musica prosegue. Sullo sfondo il grande sole. I particolari del paesaggio desertico e i resti dell'aeroplano scompaiono.

La Voce Narrante, al buio, racconta.

Voce Narrante Imparai ben presto a conoscere meglio questo fiore. C'erano sempre stati sul pianeta del Piccolo Principe dei fiori molto semplici, ornati di una sola raggiera di petali, che non tenevano posto e non disturbavano nessuno. Apparivano un mattino nell'erba e si spegnevano la sera. Ma questo era spuntato un giorno, da un seme venuto chissà da dove, e il Piccolo Principe aveva sorvegliato da vicino questo ramoscello che non assomigliava a nessun altro ramoscello. Ma l'arbusto cessò presto di crescere e cominciò a preparare un fiore... E poi, ecco che un mattino, proprio all'ora del levar del sole, si era mostrato.

Le luci colorate si accendono sul Piccolo Principe e sul Fiore che hanno preso posto sul palcoscenico.

Si odono dei suoni pastorali (cinguettio di uccelli, vento tra le foglie, ecc...) che ricordano l'aurora.

Il Piccolo Principe, che era addormentato to, si sveglia e scopre che un Fiore era nato.

Particolare scenici:

Un innaffiatoio, un paravento e una "campana di vetro".

Costume: (del Fiore)

Fiore Ah! mi sveglio ora. Ti chiedo scusa... sono ancora tutto spettinato...

Piccolo Principe Come sei bello!

Fiore Vero... e sono nato insieme al sole...

Bhe... credo che sia l'ora del caffè e latte... vorresti pensare a me?...

Il Piccolo Principe, tutto confuso, va a cercare un innaffiatoio di acqua fresca e serve al Fiore la sua colazione.

Piccolo Principe A cosa ti servono le tue spine?

Fiore Possono venire le tigri, con i loro artigli!

Piccolo Principe Non ci sono tigri sul mio pianeta, e poi le tigri non mangiano l'erba.

Fiore Io non sono un'erba.

Piccolo Principe Scusami...

Fiore Non ho paura delle tigri, ma ho orrore delle correnti d'aria... Non avresti per caso un paravento?

Piccolo Principe Orrore delle correnti d'aria? E' un po' grave per una pianta... (e rivolto verso il pubblico) E' molto complicato questo fiore...

Fiore Alla sera mi metterai al riparo sotto una campana di vetro. Fa molto freddo qui da te... Non è una sistemazione che mi soddisfi. Da dove vengo io...

Piccolo Principe Ma... come fai a sapere da dove vieni e a conoscere gli altri mondi se sei venuto qui sotto forma di seme

Il Fiore tossisce perché umiliato d'essere stato sorpreso a dire una bugia, mentre il Piccolo Principe va a cercare il paravento.

Piccolo Principe (rivolto verso il pubblico) E' ben strano questo fiore.

Fiore E questo paravento?...

Piccolo Principe Andavo a cercarlo, ma tu mi parlavi!

Il Piccolo Principe avanza verso il pubblico per il suo monologo, tutto intorno è buio, luce solo su di lui. Sul palcoscenico si fa buio; un fascio di luce illumina solo il Piccolo Principe che, avanzando, si rivolge al pubblico.

Piccolo Principe Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare. E fu così che decisi di partire.

Una musica sottolinea la fine del monologo e accompagna il Piccolo Principe che ritorna dal suo Fiore.

Piccolo Principe Addio... Addio!

Fiore Sono stato uno sciocco, scusami, e cerca di essere felice...

Ma sì... ti voglio bene, e tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo, però, ormai non ha importanza e tu sei stato sciocco quanto me.... E lascia questa campana di vetro, non la voglio più.

Piccolo Principe Ma il vento...

Fiore Non sono così raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà bene. Sono un fiore.

Piccolo Principe Ma le bestie...

Fiore Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura... ho i miei artigli!

Non indugiare così, è irritante. Hai deciso di partire e allora vattene.

Mentre una musica fa da sottofondo, il Fiore saluta il Piccolo Principe che allontanandosi esce di scena. Le luci sfumano, è buio, lo sfondo del deserto scompare dietro dei grandi tendoni blu tappezzati di stelle che, chiudendosi, faranno da paesaggio notturno.

Particolari scenici si alterneranno con le vicende narrate.

Si odono dei suoni spaziali.

Voce narrante Io credo che egli approfittò per venirsene via, di una migrazione di uccelli selvatici ed ora si trovava nelle regioni degli asteroidi 325, 326, 327, 328, 329 e 330. Cominciò a visitarli per cercare un'occupazione e per istruirsi.

Il primo asteroide era abitato da un re.

Particolari scenici:

Un trono leggermente sollevato dal piano.

Costume:

Un mantello con strascico di "ermellino", una corona ed uno scettro.

Re Ah! ecco un suddito.

Piccolo Principe Come può riconoscermi se non mi ha mai visto?

Re Avvicinati che ti veda meglio

Il Piccolo Principe cerca con gli occhi dove potersi sedere ma è costretto a rimanere in piedi visto che l'intero pianeta è occupato dal manto di ermellino del Re.

E' stanco e sbadiglia.

Re E' contro l'etichetta sbadigliare alla presenza di un Re, te lo proibisco.

Piccolo Principe Non posso farne a meno, ho fatto un lungo viaggio e non ho dormito...

Re Allora, ti ordino di sbadigliare. Sono anni che non vedo qualcuno che sbadiglia, e gli sbadigli sono una curiosità per me. Avanti! Sbadiglia ancora. E' un ordine.

Piccolo Principe Mi avete intimidito... non posso più.

Re Hum! hum! Allora io... io ti ordino di sbadigliare un po' e un po'...

Piccolo Principe Posso sedermi?

Re Ti ordino di sederti.

Piccolo Principe Sire, scusatemi se vi interrogo...

Re Ti ordino di interrogarmi.

Piccolo Principe Sire, su che cosa regnate?

Re Su tutto.

Piccolo Principe Su tutto?

Re Su tutto questo.

Piccolo Principe Su tutto questo?... E le stelle vi ubbidiscono?

Re Certamente. Mi ubbidiscono immediatamente. Non tollero l'indisciplina.

Piccolo Principe (rivolto verso il pubblico) Vorrei tanto vedere un tramonto...

Fatemi questo piacere... Ordinate al sole di tramontare...

Re Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all'altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l'ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?

Piccolo Principe L'avreste voi.

Re Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare. L'autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andarsi a gettare a mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l'ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli.

Piccolo Principe E allora il mio tramonto?

Re L'avrai il tuo tramonto, lo esigerò, ma, nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli.

Piccolo Principe E quando saranno?

Re Hem! hem! (e sfogliando un grande calendario) sarà verso, verso, sarà questa sera verso le sette e quaranta! E vedrai come sarò ubbidito a puntino.

Piccolo Principe Non ho più niente da fare qui, me ne vado.

Re Non partire... non partire... Ti farò ministro!

Piccolo Principe Ministro di che?

Re Di... della giustizia.

Piccolo Principe Ma se non c'è nessuno da giudicare?

Re Non si sa mai. Non ho ancora fatto il giro del mio regno. Sono molto vecchio, non c'è posto per una carrozza e mi stanco a camminare.

Piccolo Principe Oh! ma ho già visto io, neppure laggiù c'è qualcuno.

Re Giudicherai te stesso. E' la cosa più difficile. E' molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene è segno che sei un saggio.

Piccolo Principe Io posso giudicarmi ovunque. Non ho bisogno di abitare qui.

Re Hem! hem! Credo che da qualche parte sul mio pianeta ci sia un vecchio topo. Lo condannerai a morte di tanto in tanto. Così la sua vita dipenderà dalla tua giustizia. Ma lo grazierai ogni volta per economizzarlo. Non ce n'è che uno.

Piccolo Principe Non mi piace condannare a morte, preferisco andarmene.

Re Non andartene, è un ordine!

Piccolo Principe Se Vostra Maestà desidera essere ubbidito puntualmente, può darmi un ordine ragionevole. Potrebbe ordinarmi, per esempio, di partire prima che sia passato un minuto. Mi pare che le condizioni siano favorevoli...

(ma poiché il Re non risponde, sospirando se ne va e, rivolto verso il pubblico)

Sono ben strani i grandi.

Re (gridandogli dietro) Ti nomino mio ambasciatore.

Si odono dei suoni spaziali.

Voce narrante Il secondo pianete era abitato da un Vanitoso.

Particolari scenici:

Una pedana sulla quale reciterà il Vanitoso.

Costume:

Un grande cappello a cilindro, un gilet di broccato nero, un pantalone di raso di colore verde acceso, una camicia bianca con un grande collo ed uno specchio che l'attore terrà in mano.

Vanitoso Ah! ah! ecco la visita di un ammiratore.

Piccolo Principe Buon giorno, che buffo cappello avete!

Vanitoso E' per salutare. E' per salutare quando mi acclamano, ma sfortunatamente non passa mai nessuno da queste parti.

Piccolo Principe Ah sì?

Vanitoso Batti le mani l'una contro l'altra. (e mentre il Piccolo Principe lo applaude, saluta con modestia sollevando il cappello).

Piccolo Principe (rivolto verso il pubblico) E' più divertente che la visita al Re. (e ricomincia a battere le mani e il Vanitoso a salutare).

E che cosa bisogna fare perché il cappello caschi?

Vanitoso Mi ammiri molto, non è vero?

Piccolo Principe Che cosa vuol dire ammirare?

Vanitoso Ammirare vuol dire riconoscere che io sono l'uno più bello, più elegante, più ricco e più intelligente di tutto il pianeta.

Piccolo Principe Ma tu sei solo sul tuo pianeta!

Vanitoso Fammi questo piacere. Ammirami lo stesso!

Piccolo Principe Ti ammiro, ma tu che te ne fai? (e non ricevendo risposta va via).

Decisamente i grandi sono ben bizzarri.

Si odono dei suoni spaziali.

Voce narrante Il pianeta appresso era abitato da un Ubriacone. Questa visita fu molto breve, ma immerse il Piccolo Principe in una grande malinconia.

Particolari scenici:

Un tavolaccio d'osteria, una sedia impagliata, dei fiaschi di vino e dei bicchieri.

Costume:

Vestito logoro e cappello smesso, trucco molto accentuato sul naso e sulle guance.

Piccolo Principe Che cosa fai?

Ubriacone Bevo.

Piccolo Principe Perché bevi?

Ubriacone Per dimenticare.

Piccolo Principe Per dimenticare che cosa?

Ubriacone Per dimenticare che ho vergogna.

Piccolo Principe Vergogna di che?

Ubriacone Vergogna di bere!

Piccolo Principe (andandosene e rivolto verso il pubblico) I grandi, decisamente, sono molto, molto bizzarri.

Si odono dei suoni spaziali.

Voce narrante Il quarto pianeta era abitato da un Uomo d'affari. Quest'uomo era così occupato che non alzò neppure la testa all'arrivo del Piccolo Principe.

Particolari scenici:

Scrivania, valigetta ventiquattr'ore, calcolatrice con rotolo di carta (in parte srotolato).

Costume:

Un doppio petto blu, camicia bianca, cravatta e un sigaro che l'Uomo d'affari terrà tra le dita o sul margine superiore di un orecchio.

Piccolo Principe Buon giorno. Il vostro sigaro è spento.

Uomo d'affari Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici. Dodici più tre: quindici. Buon giorno. Quindici più sette fa ventidue. Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla. Ventisei più cinque trentuno. Ouf! dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno.

Piccolo Principe Cinquecento e un milione di che?

Uomo d'affari Hem! Sei sempre lì? Cinquecento e un milione di... non lo so più. Ho talmente da fare! Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole! Due più cinque: sette...

Piccolo Principe Cinquecento e un milioni di che?

Uomo d'affari Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta non sono stato disturbato che tre volte. La prima volta è stato ventidue anni fa, da una melolonta che era caduta chissà da dove. Faceva un rumore spaventoso e ha fatto quattro errori in un'addizione. La seconda volta è stato undici anni fa per una crisi di reumatismi. Non mi muovo mai, non ho il tempo di girandolare. Sono un uomo serio, io. La terza volta... eccolo! Dicevo dunque cinquecento e un milione.

Piccolo Principe Milioni di che?

Uomo d'affari Milioni di quelle piccole cose che si vedono qualche volta nel cielo.

Piccolo Principe Di mosche?

Uomo d'affari Ma no, di piccole cose che brillano.

Piccolo Principe Di api?

Uomo d'affari Ma no. Di quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni. Ma sono un uomo serio, io! Non ho tempo di fantasticare.

Piccolo Principe Ah! di stelle?

Uomo d'affari Eccoci. Di stelle.

Piccolo Principe E che ne fai di cinquecento milioni di stelle?

Uomo d'affari Cinquecento e un milione seicentoventiduemilasettecentotrentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso.

Piccolo Principe E che te ne fai di queste stelle?

Uomo d'affari Che cosa me ne faccio?

Piccolo Principe Sì.

Uomo d'affari Niente. Le possiedo.

Piccolo Principe Tu possiedi le stelle?

Uomo d'affari Sì.

Piccolo Principe Ma ho già veduto un re...

Uomo d'affari I re non possiedono. Ci regnano sopra. E' molto diverso.

Piccolo Principe E a che ti serve possedere le stelle?

Uomo d'affari Mi serve ad essere ricco.

Piccolo Principe E a che ti serve essere ricco?

Uomo d'affari A comprare delle altre stelle, se qualcuno le trova.

Piccolo Principe Come si può possedere le stelle?

Uomo d'affari Di chi sono?

Piccolo Principe Non lo so, di nessuno.

Uomo d'affari Allora sono mie che vi ho pensato per il primo.

Piccolo Principe E questo basta?

Uomo d'affari Certo. Quando trovi un diamante che non è di nessuno, è tuo. Quando trovi un'isola che non è di nessuno, è tua. Quando tu hai un'idea per primo, la fai brevettare, ed è tua. E io possiedo le stelle, perché nessuno prima di me si è sognato di possederle.

Piccolo Principe Questo è vero. Ma che te ne fai?

Uomo d'affari Le amministro. Le conto e le riconto. E' una cosa difficile, ma io sono un uomo serio!

Piccolo Principe Io se possiedo un fazzoletto di seta, posso metterlo intorno al collo e portarmelo via. Se possiedo un fiore, posso cogliere il mio fiore e portarlo con me. Ma tu non puoi cogliere le stelle.

Uomo d'affari No, ma posso depositarle alla banca.

Piccolo Principe Che cosa vuol dire?

Uomo d'affari Vuol dire che scrivo su un pezzetto di carta il numero delle mie stelle e poi chiudo a chiave questo pezzetto di carta in un cassetto.

Piccolo Principe Tutto qui?

Uomo d'affari E' sufficiente.

Piccolo Principe E' divertente, e abbastanza poetico. Ma non è molto serio. Io possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni. Possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. Perché spazzo il camino anche di quello spento. Non si sa mai. E' utile ai miei vulcani, ed è utile al mio fiore che io li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle... (e rivolto verso il pubblico) Decisamente i grandi sono proprio straordinari!

Si odono dei suoni spaziali.

Voce narrante Il quinto pianeta era molto strano. Vi era appena il posto per sistemare un lampione e l'uomo che l'accendeva. Il Piccolo Principe non riusciva a spiegarsi a che potessero servire, sparsi nel cielo, su un pianeta senza case, senza abitanti, un lampione e un Lampionaio.

Particolari scenici:

Un lampione leggermente sollevato dal piano con una luce che può accendersi e spegnersi.

Costume: Una tuta intera di colore nera ed una "coppola".

Piccolo Principe (rivolto verso il pubblico) Forse quest'uomo è veramente assurdo. Però è meno assurdo del Re, del Vanitoso, dell'Uomo d'affari e dell'Ubriacone. Almeno il suo lavoro ha un senso. Quando accende il suo lampione, è come se facesse nascere una stella in più, o un fiore. Quando lo spegne addormenta il fiore o la stella. E' una bellissima occupazione, ed è veramente utile, perché è bella.

Lampionaio (mentre spegne il suo lampione) Buon giorno. (E accendendolo) Buona notte.

Piccolo Principe Buon giorno. Perché spegni il tuo lampione?

Lampionaio E' la consegna. Buon giorno.

Piccolo Principe Che cos'è la consegna?

Lampionaio E' di spegnere il mio lampione. Buona sera.

Piccolo Principe E adesso perché lo riaccendi?

Lampionaio E' la consegna.

Piccolo Principe Non capisco.

Lampionaio Non c'è nulla da capire, la consegna è la consegna. Buon giorno.

(e asciugandosi la fronte con un fazzoletto a quadri rossi). Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionevole. Accendevo al mattino e spegnevo alla sera, e avevo il resto del giorno per riposarmi e il resto della notte per dormire...

Piccolo Principe E dopo di allora è cambiata la consegna?

Lampionaio La consegna non è cambiata, è proprio questo il dramma. Il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata!

Piccolo Principe Ebbene?

Lampionaio Ebbene, ora che fa un giro al minuto, non ho più un secondo di riposo. Accendo e spengo una volta al minuto!

Piccolo Principe E' divertente! I giorni da te durano un minuto!

Lampionaio Non è per nulla divertente. Lo sai che stiamo parlando da un mese?

Piccolo Principe Da un mese?

Lampionaio Sì. Trenta minuti: trenta giorni! Buona sera.

Piccolo Principe Sai... conosco un modo per riposarti quando vorrai.

Lampionaio Lo vorrei sempre!

Piccolo Principe Il tuo pianeta è così piccolo che in tre passi ne puoi fare il giro. Non hai che da camminare abbastanza lentamente per rimanere sempre al sole. Quando vorrai riposarti camminerai e il giorno durerà finché tu vorrai.

Lampionaio Non mi serve a molto. Ciò che desidero soprattutto nella vita è di dormire.

Piccolo Principe Non hai fortuna.

Lampionaio Non ho fortuna. Buon giorno (e spegne il suo lampione).

Piccolo Principe (rivolto verso il pubblico) Questo è il solo di cui avrei potuto farmi un amico. Ma il suo pianeta é veramente troppo piccolo e non c'è posto per due. Quello che rimpiangerò, soprattutto, saranno i suoi millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore!

Si odono dei rumori spaziali.

Voce narrante Il sesto pianete era dieci volte più grande. Era abitato da un vecchio signore che scriveva degli enormi libri.

Particolari scenici:

Una scrivania, un mappamondo, una lente d'ingrandimento e una cartina geografica.

Costume:

Una tunica di raso lunga, una papalina ed una lunga barba bianca.

Geografo Ecco un esploratore. Da dove vieni?

Piccolo Principe Che cos'è questo grosso libro? E che cosa fate qui?

Geografo Sono un geografo.

Piccolo Principe Che cos'è un geografo?

Geografo E' un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e di deserti.

Piccolo Principe E' molto interessante, questo finalmente è un vero mestiere! (e dando un'occhiata in giro) E' molto bello il vostro pianete. Ci sono degli oceani?

Geografo Non lo posso sapere.

Piccolo Principe Ah! E delle montagne?

Geografo Non lo posso sapere.

Piccolo Principe E delle città e dei fiumi e dei deserti?

Geografo Neppure lo posso sapere.

Piccolo Principe Ma siete un geografo!

Geografo Esatto, ma non sono un esploratore. Manco completamente di esploratori. Non è il geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi, delle montagne, dei mari, degli oceani e dei deserti. Il geografo è troppo importante per andare in giro. Non lascia mai il suo ufficio, ma riceve gli esploratori, li interroga e prende degli appunti sui loro ricordi. E se i ricordi di uno di loro gli sembrano interessanti, il geografo fa fare un inchiesta sulla moralità dell'esploratore.

Piccolo Principe Perché?

Geografo Perché se l'esploratore mentisse porterebbe una catastrofe nei libri di geografia. Ed anche un esploratore che bevesse troppo.

Piccolo Principe Perché?

Geografo Perché gli ubriachi vedono doppio e allora il geografo annoterebbe due montagne là dove ce n'è una sola.

Piccolo Principe Io conosco qualcuno che sarebbe un cattivo esploratore.

Geografo E' possibile. Dunque, ti dicevo. Quando la moralità dell'esploratore sembra buona, si fa un'inchiesta sulla sua scoperta.

Piccolo Principe Si va a vedere?

Geografo No, è troppo complicato. Ma si esige che l'esploratore fornisca le prove. Per esempio, se si tratta di una grossa montagna, si esige che riporti delle grosse pietre... Ma tu, tu vieni da lontano! Tu sei un esploratore! Mi devi descrivere il tuo pianeta!

... Allora?

Piccolo Principe Oh! da me non è molto interessante, è talmente piccolo. Ho tre vulcani, due in attività e uno spento. Ma non si sa mai.

Geografo Non si sa mai.

Piccolo Principe Ho anche un fiore.

Geografo Noi non annotiamo i fiori.

Piccolo Principe Perché? Sono la cosa più bella.

Geografo Perché i fiori sono effimeri.

Piccolo Principe Che cosa vuol dire "effimero"?

Geografo Le geografie sono i libri più preziosi tra tutti i libri. Non passano mai di moda. E' molto raro che una montagna cambi di posto. E' molto raro che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose eterne.

Piccolo Principe Ma i vulcani spenti si possono risvegliare... Che cosa vuol dire "effimero"?

Geografo Che i vulcani siano spenti o in azione, è lo stesso per noi. Quello che conta per noi è il monte, lui non cambia.

Piccolo Principe Ma che cosa vuol dire "effimero"?

Geografo Vuol dire "che è minacciato di scomparire in un tempo breve".

Piccolo Principe Il mio fiore è destinato a scomparire presto?

Geografo Certamente.

Piccolo Principe (pensando ad alta voce) Il mio fiore è effimero, e non ha che quattro spine per difendersi dal mondo! E io l'ho lasciato solo.

(poi sospirando e facendosi coraggio) Che cosa mi consigliate di andare a visitare?

Geografo Il pianeta Terra. Ha una buona reputazione...


 

Atto secondo

E' buio. Ritorna il paesaggio desertico e tra i particolari scenici si aggiungono un albero di melo, una montagna, una siepe fiorita .

La Voce narrante racconta, e in sottofondo si odono dei suoni che ricordano il caos cittadino (clacson di auto, traffico, voci sovrapposte, ecc...)

Voce narrante Il settimo pianeta fu dunque la Terra.

La Terra non è un pianeta qualsiasi! Ci si contano cento e undici re, settemila geografi, novecentomila uomini d'affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti.

Per darvi un'idea delle dimensioni della Terra, vi dirò che prima dell'invenzione dell'elettricità bisognava mantenere, sull'insieme dei sei continenti, una vera armata di quattrocentosessantaduemila e cinquecento undici lampionai per accendere i lampioni. Visto un po' da lontano faceva uno splendido effetto. I movimenti di questa armata erano regolati come quelli di un balletto d'opera.

Era grandioso!

I rumori sfumano e, nel silenzio, la Voce narrante racconta l'arrivo del Piccolo Principe sulla Terra.

Costume (del serpente):

Una tuta di tessuto lucido ed elastico e un " serpente" attorcigliato sul corpo.

Voce narrante Il Piccolo Principe, arrivato sulla Terra, fu molto sorpreso di non vedere nessuno. Aveva già paura di essersi sbagliato di pianeta, quando all'improvviso qualcuno parlò.

Serpente Buona notte.

Piccolo Principe Buona notte. Su quale pianeta sono sceso?

Serpente Sulla Terra, in Africa.

Piccolo Principe Ah!... Ma non c'è nessuno sulla Terra?

Serpente Qui è il deserto. Non c'è nessuno nei deserti. La Terra è grande.

Piccolo Principe (sedendosi vicino al serpente e guardando in alto) Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua. Guarda il mio pianeta, è proprio sopra di noi... Ma come è lontano!

Serpente E' bello. Ma che cosa sei venuto a fare qui?

Piccolo Principe Ho avuto delle difficoltà con un fiore.

Serpente Ah!

Piccolo Principe Dove sono gli uomini? Si è un po' soli nel deserto...

Serpente Si è soli anche con gli uomini.

Piccolo Principe Sei un buffo animale, sottile come un dito!...

Serpente Ma sono più potente del dito di un re.

Piccolo Principe Non mi sembri molto potente... non hai neppure delle zampe... e non puoi neppure camminare...

Serpente Posso trasportarti più lontano che un bastimento. Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto. Ma tu sei puro e vieni da una stella... Mi fai pena, tu così debole, su questa Terra di granito...

Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso...

Piccolo Principe Oh! Ho capito benissimo, ma perché parli sempre per enigmi?

Serpente Li risolvo tutti.

Voce narrante Il Piccolo Principe traversò il deserto e non incontrò che un fiore. Un fiore a tre petali, un Piccolo fiore da niente.

Costume (del Piccolo fiore):

Piccolo Principe Buon giorno.

Piccolo fiore Buon giorno.

Piccolo Principe Dove sono gli uomini?

Piccolo fiore Gli uomini? Ne esistono, credo, sei o sette. Li ho visti molti anni fa. Ma non si sa mai dove trovarli. Il vento li spinge qua e là. Non hanno radici, e questo li imbarazza molto.

Piccolo Principe Addio.

Piccolo fiore Addio.

Il piccolo Principe, dopo aver salutato il Piccolo fiore, scorge una montagna e decide di scalarla per lanciare il suo appello al mondo.

Piccolo principe Da una montagna alta come questa, vedrò d'un colpo tutto il pianeta, e tutti gli uomini...

Buon giorno.

Eco Buon giorno... buon giorno... buon giorno...

Piccolo Principe Chi siete?

Eco Chi siete?... chi siete?... chi siete?

Piccolo Principe Siate miei amici, io sono solo.

Eco Io sono solo... io sono solo... io sono solo...

Piccolo Principe (dopo aver ridisceso la montagna) Che buffo pianeta, è tutto secco, pieno di punte e tutto salato. E gli uomini mancano di immaginazione. Ripetono ciò che loro si dice... Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo...

Il Piccolo principe, continuando il suo viaggio nel deserto, si imbatte in un Giardino fiorito. Musica di sottofondo.(*)

Costumi (dei fiori):

Piccolo Principe Buon giorno.

Giardino fiorito Buon giorno.

Piccolo Principe Chi siete?

Giardino fiorito Siamo delle rose.

Piccolo Principe Ah!

Il Piccolo Principe, avendo scoperto che in un solo giardino ci sono cinquemila fiori simili al suo, è molto infelice.

Si allontana dal giardino fiorito e seduto nell'erba si immerge in una profonda tristezza.

Piccolo Principe Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qualsiasi rosa. Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia, e di cui l'uno, forse, è spento per sempre, non fanno di me un Principe molto importante...

Una musica accompagna il pianto del Piccolo Principe. In quel momento, nascosta dietro il melo, la Volpe gli parla. I due sono separati da una siepe fiorita.

Costume: Un tipico costume da volpe.

Volpe Buon giorno.

Piccolo Principe (asciugandosi gli occhi e voltandosi incuriosito verso l'albero) Buon giorno.

Ma dove sei?

Volpe Sono qui, sotto il melo...

Piccolo Principe Chi sei? Sei molto carino...

Volpe Sono una Volpe.

Piccolo Principe Vieni a giocare con me, sono così triste...

Volpe Non posso giocare con te, non sono addomesticata.

Piccolo Principe Ah! scusa. Ma che cosa vuol dire "addomesticare"?

Volpe Non sei di queste parti, tu, che cosa cerchi?

Piccolo Principe Cerco gli uomini. Che cosa vuol dire "addomesticare"?

Volpe Gli uomini! Hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?

Piccolo Principe No. Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?

Volpe E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"...

Piccolo Principe Creare dei legami?

Volpe Cero: Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E no ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.

Piccolo Principe Comincio a capire. C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato...

Volpe E' possibile. Capita di tutto sulla Terra...

Piccolo Principe Oh! non è sulla Terra.

Volpe Su un altro pianeta?

Piccolo Principe Sì.

Volpe Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?

Piccolo Principe No.

Volpe Questo mi interessa! E delle galline?

Piccolo Principe No.

Volpe Non c'è niente di perfetto.

La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. e poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano... Per favore... addomesticami.

Piccolo Principe Volentieri, ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire molti amici, e da conoscere molte cose.

Volpe Non si conoscono che le cose che si addomesticano. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti d'amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!

Piccolo Principe Che bisogna fare?

Volpe Bisogna essere molto pazienti.

In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino... Sarebbe meglio ritornare alla stessa ora. Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, io comincerò ad agitarmi ed ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti.

Piccolo Principe Che cos'è un rito?

Volpe Anche questa è una cosa da tempo dimenticata. E' quello che fa un giorno diverso da tutti gli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza.

Voce narrante E fu così che il Piccolo Principe addomesticò la Volpe

Il Piccolo Principe tenta un approccio. La volpe, che inizialmente è ancora diffidente e tende ad allontanarsi, infine si lascia accarezzare. Tra i due si stabilisce una tenera intesa e attraverso un rito fatto di giochi imitativi e balli, si stringe un legame d'amicizia e devozione. Tutto è accompagnato da una dolce musica di sottofondo.

Volpe Sai... alla tua partenza piangerò.

Piccolo Principe La colpa è tua, io non ti volevo fare del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...

Volpe E' vero.

Piccolo Principe Ma piangerai!

Volpe E' certo.

Piccolo Principe Ma allora che ci guadagni?

Volpe Ci guadagno il colore del grano.

Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.

Il Piccolo Principe ritorna nel giardino fiorito. Musica di sottofondo. (*)

Piccolo Principe Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia Volpe. Non era che una Volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo.

Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.

Il Piccolo Principe ritorna dalla sua Volpe.

Piccolo Principe Addio.

Volpe Addio. Ecco il mio segreto. E' molto semplice: Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.

Piccolo Principe "... L'essenziale è invisibile agli occhi..."

Volpe E' il tempo che tu hai perduto con la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.

Piccolo Principe "... E' il tempo che ho perduto con la mia rosa..."

Volpe Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...

Piccolo Principe "... Io sono responsabile della mia rosa..."

Una musica accompagna il commiato tra il Piccolo Principe e la Volpe mentre, lentamente, sfumano le luci. Torna il paesaggio notturno.

L'albero e la montagna lasciano il posto ai particolari del paesaggio desertico, ai resti dell'aeroplano e ad un pozzo.

Sulla scena ci sono, seduti sulla sabbia, il Piccolo Principe e l'Aviatore.

Voce narrante Eravamo all'ottavo giorno della mia panne nel deserto, e avevo ascoltato le storie del viaggio del Piccolo Principe.

Aviatore Ah! sono molti graziosi i tuoi ricordi, ma io non ho ancora riparato il mio aeroplano, non ho più niente da bere, e sarei felice se potessi camminare adagio adagio verso una fontana!

Piccolo Principe Il mio amico la Volpe, mi disse...

Aviatore Caro il mio ometto, non si tratta più della Volpe!

Piccolo Principe Perché?

Aviatore Perché moriremo di sete...

Piccolo Principe Fa bene l'aver avuto un amico, anche se poi si muore. Io, io sono molto contento di aver avuto un amico Volpe. Un po' d'acqua, però , può far bene anche al cuore... Come le stelle che sono belle per un Fiore che non si vede...

Aviatore Già.

Piccolo Principe Anche il deserto è bello. Ciò che lo abbellisce è che nasconde un pozzo in qualche luogo.

Aviatore Quando ero piccolo abitavo in una casa antica, e la leggenda raccontava che c'era un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto scoprirlo, ne' forse l'ha mai cercato. Eppure incantava tutta la casa. La mia casa nascondeva un segreto nel fondo del suo cuore... Sì, che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile.

Piccolo Principe Sono contento che tu sia d'accordo con la mia Volpe.

Il Piccolo Principe si stende tra le braccia dell'Aviatore. L'Aviatore prende ad accarezzarlo sui capelli.

Una musica sottolinea il monologo della Voce narrante.

Voce narrante Incominciava ad addormentarsi ed io lo presi tra le braccia. Ero commosso... Mi sembrava un fragile tesoro. Ciò che mi commuoveva di più di quel Piccolo Principe addormentato era la sua fedeltà a un fiore, era l'immagine di una rosa che risplendeva in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dormiva... E lo pensavo ancora più fragile. Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le può spegnere.

Piccolo Principe (dopo essersi svegliato) E' proprio arrivato il momento di cercare la fontana che tu volevi.

I due si mettono in cammino e all'improvviso scoprono un pozzo.

Aviatore E' strano, è tutto pronto: la carrucola, il secchio e la corda...

Piccolo Principe (avvicina a se' il secchio e la carrucola cigola) Senti, noi svegliamo questo pozzo e lui canta...

Aviatore Lasciami fare è troppo pesante per te. (e così tira su il secchio e glielo porge ).

Piccolo Principe (dopo essersi dissetato) Da te, gli uomini coltivano cinquemila rose nello stesso giardino... e non trovano quello che cercano...

Aviatore Non lo trovano.

Piccolo Principe E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po' d'acqua...

Aviatore Certo.

Piccolo Principe Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore.

Aviatore E già.

Piccolo Principe Ricordi, devi mantenere la tua promessa.

Aviatore Quale promessa?

Piccolo Principe Sai... una museruola per la mia pecora... sono responsabile di quel fiore.

Aviatore (dopo aver disegnato la museruola) Hai dei progetti che ignoro...

Piccolo Principe Sai, la mia caduta sulla Terra... sarà domani l'anniversario... Ero caduto qui vicino...

Aviatore Allora, non è per caso, che il mattino in cui ti ho conosciuto, tu passeggiavi tutto solo a mille miglia da qualsiasi regione abitata! Ritornavi verso il punto della tua caduta?... Per l'anniversario, forse?... Ah! ho paura.

Piccolo Principe (in tono grave) Ora devi lavorare. Devi riandare dal tuo motore. Ritorna, ti aspetterò qui.

L'Aviatore e il Piccolo Principe si allontano in senso opposto fino ad uscire di scena. Le luci sfumano ed una musica li accompagna.

Ai particolari scenici si aggiunge un muro in rovina.

La musica svanisce. Si ode un suono grave quando una luce si accende sul Piccolo Principe che, seduto vicino ad un muro in rovina, è intento a dialogare. Intorno tutto è buio.

Piccolo Principe Non te ne ricordi più? Non è proprio qui!

Sì, sì! è proprio questo il giorno, ma non è qui il luogo.

L'Aviatore rientra in scena da dove era uscito e le luci colorate si riaccendono.

Piccolo Principe ... Sicuro. Verrai dove incominciano le mie tracce nella sabbia. Non hai che da attendermi là. Ci sarò questa notte.

L'Aviatore cammina prima lentamente, poi, quando scorge il Piccolo Principe che parla, si affretta fino ad arrestarsi con il cuore stretto quando intuisce che un pericolo lo minaccia.

Piccolo Principe Hai del buon veleno? Sei sicuro di non farmi soffrire troppo tempo?

Ora vattene! voglio rimanere da solo.

L'Aviatore alla vista del Serpente fruga nella tasca per prendere il revolver e si mette a correre mettendo in fuga il serpente. Arrivato davanti al muro prende tra le braccia il Piccolo Principe.

Aviatore Che cos'è questa storia! Adesso parli coi serpenti?

Il Piccolo Principe stringe le braccia al collo dell'Aviatore.

Piccolo Principe Sono contento che tu abbia trovato quello che mancava al tuo motore. Puoi ritornare a casa tua...

Aviatore Come lo sai? Stavo appunto per dirtelo.

Piccolo Principe Anch'io, oggi, torno a casa... E' molto più lontano... è molto più difficile...

Ho la tua pecora. E ho la cassetta per la pecora. E ho la museruola...

Aviatore Ometto caro, hai avuto paura...

Piccolo Principe Avrò ben più paura questa sera...

Aviatore Ometto voglio ancora sentirti ridere...

Piccolo Principe Sarà un anno questa notte. La mia stella sarà proprio sopra il luogo dove sono caduto l'anno scorso...

Aviatore Ometto, non è vero che è un brutto sogno quella storia del serpente, dell'appuntamento e della stella?...

Piccolo Principe Quello che è importante, non lo si vede...

Aviatore Certo...

Piccolo Principe E' come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite.

Aviatore Certo...

Piccolo Principe E' come per l'acqua. Quella che tu mi hai dato da bere era come una musica, c'era la carrucola e c'era la corda... ti ricordi... era buona.

Aviatore Certo...

Piccolo Principe Guarderai le stelle, la notte. E' troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. E' meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, tutte le stelle, ti piacerà guardarle... Tutte, saranno tue amiche. (ride)... E poi ti voglio fare un regalo...

Aviatore Ah! ometto, ometto mio, mi piace sentire questo riso!

Piccolo Principe E sarà proprio questo il mio regalo...

Aviatore Che cosa vuoi dire?

Piccolo Principe Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d'affari erano dell'oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha...

Aviatore Che cosa vuoi dire?

Piccolo Principe Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere (e ride di cuore). E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: "Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!" e ti crederanno pazzo.

T'avrò fatto un brutto scherzo... (ride di nuovo). Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere... (ride ancora).

Si ode il suono dei sonagli.

Piccolo Principe (dopo essersi fatto improvvisamente serio) Questa notte... sai, non venire.

Aviatore Non ti lascerò.

Piccolo Principe Sembrerà che io mi senta male... sembrerà un po' che io muoia. E' così. Non venire a vedere, non vale la pena...

Aviatore Non ti lascerò.

Piccolo Principe Ti dico questo anche per il serpente. Non bisogna che ti morda... I serpenti sono cattivi. Ti può mordere per il piacere di...

Aviatore Non ti lascerò.

Piccolo Principe Ma sembrerò morto e non sarà vero... Non posso portare appresso il mio corpo. E' troppo pesante. Sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze...

Sarà bello, sai. Anch'io guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le stelle mi verseranno da bere... Sarà talmente divertente! Tu avrai cinquecento milioni di sonagli, io avrò cinquecento milioni di fontane...

Il Piccolo Principe si siede perché ha paura, tace e piange; l'Aviatore, in silenzio, si siede al suo fianco.

Piccolo Principe E' là. Lasciami fare un passo da solo. Sai... il mio fiore... ne sono responsabile! Ed è talmente debole e talmente ingenuo. Ha quattro spine da niente per difendersi dal mondo...

Ecco... è tutto qui...

Il Piccolo Principe si rialza e si allontana dall'Aviatore che, seduto ai suoi piedi, cerca invano di fermarlo stringendogli le gambe. Si ode soltanto un suono grave ed il Piccolo Principe senza gridare e senza alcun rumore, cade dolcemente in terra esanime. Una musica segue la scena finale, l'Aviatore è ancora seduto col braccio proteso verso il Piccolo Principe; la luce è concentrata su di loro mentre intorno è buio.

Voce narrante Ed ora, certo, sono già passati sei anni. Mi sono un po' consolato. Cioè... non del tutto. Ma so che è ritornato nel suo pianeta, perché al levar del giorno, non ho più ritrovato il suo corpo. Non era un corpo molto pesante... E mi piace la notte ascoltare le stelle. Sono come cinquecento milioni di sonagli...

Ma ecco che accade una cosa straordinaria.

Alla museruola disegnata per il Piccolo Principe, ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio! Non avrà mai potuto mettere la museruola alla pecora. Allora mi domando: "Che cosa sarà successo sul suo pianeta? Forse la pecora avrà mangiato il fiore..." Tal altra mi dico: "Certamente no! Il Piccolo Principe mette il suo fiore tutte le notti sotto la sua campana di vetro, e sorveglia bene la sua pecora..." Allora sono felice. E tutte le stelle ridono dolcemente.

E' un grande mistero!

Per voi che pure volete bene al Piccolo Principe, come me, tutto cambia nell'universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa. Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia...

Buio in sala. Il volume della musica, che ha fatto da sottofondo al monologo della Voce narrante, si alza.

All'improvviso tutto tace e si ode solo una voce che dice:

... Se un giorno farete un viaggio in Africa, nel deserto, e se vi capita di passare di là,

vi supplico, non vi affrettate, fermatevi un momento sotto le stelle!

E se allora un bambino vi viene incontro,

se ride, se ha i capelli d'oro,

se non risponde quando lo si interroga,

voi indovinerete certo chi è.

Ebbene, siate gentili!

Non lasciatemi così triste: scrivetemi subito che è ritornato...

 


 

Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, oltre ad essere uno dei capolavori della letteratura per l'infanzia, ha rappresentato, per tutti noi, impegnati nella sua realizzazione teatrale, la più bella e ricca esperienza di introspezione e riflessione sul significato della vita.

Attraverso il confronto continuo con il testo ed i suoi significati più profondi, ciascuno si è trovato nelle condizioni di meditare sui propri valori e sull'importanza che ognuno, individualmente, attribuiva all'Amore, all'Amicizia e al Sacrificio in funzione di un ideale.

Ci siamo subito accorti quanto fosse difficile amalgamare tanti punti di vista e tutte le diverse sensazioni che scaturivano dall'approfondimento del testo, ciascuna autentica e giusta, ma tutte estremamente soggettive.

E' facile alla nostra età pensare in termini di "Assoluto".

Noi non conosciamo compromessi e riteniamo che non ci sia modo migliore per dimostrare di esserci se non difendendo sopra ogni cosa i nostri ideali, le nostre convinzioni e i nostri sentimenti, senza capire che, a volte, l'egocentrismo, la superficialità nel giudicare "l'altro", può indurci a commettere errori nel valutare la loro importanza per noi e, persino provocare conseguenze dolorose, come la solitudine, l'abbandono e l'altrui indifferenza, alle quali non sempre siamo preparati.

Il Piccolo Principe, questo magico personaggio del quale tutti ci siamo innamorati, rappresenta un po' il difficile travaglio che ciascuno vive per diventare grande, nel misurarsi con il mondo degli adulti al quale, se da una parte tendiamo, dall'altra ci opponiamo anche con feroce determinazione.

Tutti i grandi sono stati bambini

Questa la dedica che Antoine de Saint-Exupéry rivolge al suo amico Leone Werth nell'introduzione dell'opera, e che ci ha fatto pensare a voi, cari adulti, alla vostra ambiziosa speranza di farci, un giorno, diventare delle persone grandi responsabili e, per quanto è possibile, adeguate agli impegni che, come voi oggi, dovremo dimostrare di saper prendere.

Forse voi non lo sapete, ma il nostro più grande desiderio è di non deludervi e nei nostri disperati tentativi di rassomigliarvi si racchiude il segreto desiderio di soddisfare ogni vostra ambizione nei nostri confronti.

Non sempre ne siamo capaci e non ci spieghiamo come mai per voi sia tanto difficile capire i nostri fallimenti, e allora ci sembrate ancora più grandi.

Desideriamo solo di piacervi, ma non sempre siamo in grado di dirvelo e quando tentiamo, in altri modi, di richiamarvi a noi, spesso ci scontriamo con le distanze che ci separano, con quelli che voi definite "salti generazionali".

Ma non vi accorgete che non siamo poi così distanti, non siamo così diversi!

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)".

E' la confusione che deriva dal non avere una chiara percezione di noi che ci costringe, il più delle volte, ad atteggiamenti contrari alla nostra natura, e il bisogno d'essere amati si mescola con l'aggressività o la falsa indifferenza che sono causa di peggiori conseguenze.

A quanti di noi sarà successo di piangere pensando a ciò che si è perso e che non potrà più tornare, di lacerarsi nel rimpianto di chi avremmo potuto amare e che invece un giorno abbiamo respinto.

Il Piccolo Principe, che con la sua delicata purezza non capiva il suo Fiore e soffriva per le sue astuzie e le sue bugie, reagisce come ciascuno di noi farebbe per non soffrire: lo abbandona.

Solo quando conosce l'imperfetto, i limiti dell'umana vanità, di chi affoga nell'alcool il proprio dolore, di chi ritiene che solo nell'autorità risieda la saggezza o di chi pensa di possedere il mondo perché possiede le stelle; solo quando, per cercare una consolazione alla solitudine, decide di addomesticare il suo amico Volpe e questo gli svela il segreto dell'Amore autentico, solo allora comprende quanto sia importante per lui la sua rosa e quanta responsabilità si cela in ogni gesto e in ogni parola quando si ama qualcuno.

Il desiderio di prendersi cura di lei diventa troppo forte per potervi resistere.

Decide, perciò, di ritornare sulla sua stella perché il momento è arrivato e si fa mordere dal Serpente . Non si dà la morte, ma si offre semplicemente a lei.

Anche noi, da qualche parte, abbiamo una Rosa nascosta che ci guarda e ci illumina. Ci aspetta e desidera solo d'essere amata. Non lasciamola sola e soprattutto non nascondiamoci da lei.

Così ha parlato il nostro amico Volpe svelando anche a noi un segreto che oggi vogliamo porgere a voi come fragile dono, frutto di un esperienza indimenticabile.

"... Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi. E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."

Dedichiamo, perciò, questo lavoro a quanti di noi hanno paura di crescere e a tutti i grandi, forse troppo cresciuti, col desiderio di risvegliare il bambino che dorme in loro.