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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Chi può impedirmi di volare?

La scuola ha saputo trasformare le iniziali difficoltà in opportunità per tutti gli alunni, i docenti e le famiglie.

Tra le numerose iniziative attivate in tal senso, occupa un posto rilevante il Premio Nazionale di Letteratura per ragazzi “Città di Bella”, destinato ad opere edite per l’infanzia e l’adolescenza sui temi della multiculturalità, nel corso del quale si susseguono incontri con autori, anche stranieri, conferenze, dibattiti, laboratori e corsi di formazione con esperti di intercultura.

Da questi incontri, da queste esperienze di riflessione sulla diversità delle culture e sugli elementi comuni che rendono la convivenza occasione di scambio e di crescita,  è nato il libro “Chi può impedirmi di volare?”.

I ragazzi hanno frequentato il laboratorio di scrittura creativa dopo aver incontrato più volte il Prof. Livio Sossi, docente di letteratura per l’infanzia presso l’Università di Udine, la Prof.ssa  Maria Luisa Albano, docente di lingua e letteratura araba presso l’Università di Macerata, la Dott.ssa Graziella Cormio Cresci, presidente dell’Associazione Tolbà di Matera, raro esempio di editoria solidale e multiculturale in Italia.

L’esperienza ha entusiasmato molto i ragazzi, perché l’approccio alla scrittura è stato ludico e creativo. Da un’iniziale manipolazione delle parole, attraverso giochi linguistici, acquisizione di modelli e strutture narrative da testi di letteratura per ragazzi, si è passati all’ideazione di un lavoro più complesso: un racconto sul tema dell’integrazione e dell’amore.

L’idea è nata dall’esperienza quotidiana degli alunni delle classi terze, dove erano  inseriti ben 7 marocchini. Vivere a contatto con un’altra cultura li ha aiutati ad aprirsi a nuovi mondi, a confrontarsi e, talvolta, a scontrarsi con idee, abitudini e stili di vita differenti.

Gli alunni stranieri hanno raccontato la loro storia, fonte di dolore per l’abbandono degli affetti più cari e di paura per l’ignoto che li aspettava in terra straniera. Hanno espresso i loro timori nel trovarsi all’improvviso in un ambiente molto diverso dal loro e “troppo moderno”, ma hanno anche manifestato la gioia di amicizie nate e consolidate.

La creatività dei ragazzi ha dato vita ad un racconto realistico ed originale, tanto da suscitare emozioni forti e far riflettere sulle storie drammatiche che spesso sottendono l’esperienza migratoria degli stranieri.

Gli alunni non erano concordi sul finale da dare al loro racconto, per questo hanno deciso di ideare due finali diversi, anche per offrire al lettore l’opportunità di scegliere la conclusione più adatta alla sua sensibilità e al suo modo di pensare.

Il racconto è stato tradotto in arabo dai ragazzi marocchini per offrire a tutta la comunità maghrebina, oltre cento residenti a Bella, la possibilità di leggerlo agevolmente e di portare a tutti un messaggio di cooperazione e di amicizia.

Mario COVIELLO


Intervista alla professoressa Maria Luisa Albano, docente di lingua e letteratura araba nelle Università di Macerata e Enna

In qualità di docente di lingua e cultura araba di occupi da anni dei processi di integrazione del popolo mussulmano in Italia. Dal tuo punto di vista a che punto siamo ?

L'Italia, da paese di emigrati è divenuta terra di immigrazione. Ciò ha creato problematiche vere per quanto riguarda le politiche di integrazione. I fallimenti di grandi paesi come Francia e Inghilterra, per quanto riguarda i processi di integrazione, e la creazione di luoghi ghetto, come ad esempio Londonistan, impongono all'Italia uno sviluppo diverso delle politiche tese alla integrazione degli immigrati nel tessuto sociale. E' importante non cancellare l'identità islamica, le tradizioni e i retaggi culturali dei nostri immigrati pur favorendo una corretta conoscenza della cultura e delle tradizioni del paese che li ospita. E' essenziale agire sulle cosiddette 'seconde generazioni', vale a dire i figli di immigrati che sono nati e crescono nel nostro paese e che devono acquisire il difficile concetto della pluralità di appartenenza. Al momento ci sono varie iniziative al riguardo. Segnalo quella attivata dalla Università Kore di Enna, dove attualmente insegno Cultura Araba Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche, che ha di recente siglato un accordo con la Unione degli Scrittori Arabi per la pubblicazione, in versione italiana, di 100 opere della letteratura araba contemporanea. Queste opere troveranno la loro distribuzione in scuole e centri culturali perchè anche le seconde generazioni abbiano la possibilità, nel proprio percorso formativo, di 'approcciare' la letteratura del proprio paese di origine. In tal modo la letteratura diviene uno strumento per la positivizzazione dei diritti

La donna araba in Italia nel suo processo di integrazione quali difficoltà incontra e perchè ?

La donna araba proviene da un contesto islamico in cui viene purtroppo negato il suo ruolo sociale mentre è molto pronunciato il suo ruolo all'interno dell afamiglia, come moglie e come madre. Ciò, ovviamente, è in contrasto con il ruolo attribuito alla donna occidentale che deve occuparsi sì, della propria famiglia, ma che è anche tesa ad affermare la propria posizione sociale. Il ruolo della donna rispecchia la concezione islamica della società, una concezione ancorata al passato, in cui la dimensione religiosa, in arabo 'din', è strettamente connessa alla dimensione sociale. Ora il Corano, rivelato al profeta Muhammad nel 600 d.C., non è mai stato sottoposto ad un processo di ermeneutica, per cui non sono state mai attualizzate delle norme che, oggi, sembrano davvero anacronistiche ma che sono comunque alla base del vivere civile.

Hai raccontato nei tuoi libri " Il nuovo Iraq e il medio oriente " Cantagalli 2007 e " Jamil e Jamila " Sinnos 2005 il mondo arabo. Ce li vuoi presentare enucleandone le tematiche essenziali ?

I libri che ho curato, specialmente il saggio 'Il Nuovo Iraq' hanno avuto lo scopo di dimostrare quanto il mondo islamico sia pluralista e non monolitico. Basti pensare che il più grande paese islamico al mondo è l'Indonesia, dove vi è una forma di democrazia impensabile, ad esempio, in Arabia Saudita. Esiste anche un Islam d'Occidente, che è quello che costituisce il vero retaggio dei nostri immigrati, e che, a sua volta, è diverso da tutte le altre forme di Islam attuate nel mondo. E' importante questa riflessione, proprio per attuare le politiche di integrazione a cui accennavamo prima.

Per avvicinare le giovani generazioni al mondo mussulmano durante i tuoi incontri nelle scuole utilizzi spesso le fiabe perchè ?

Prediligo, da sempre, il canale della fiaba poichè la fiaba è narrazione per eccellenza e contiene il vero spirito di un popolo. La fiaba, più di ogni altra narrazione, si presta ad attuare il dialogo interculturale, vale a dire la costruzione del tratto comune, 'inter', tra le varie culture. Il dialogo interculturale parte, appunto, dalle similitudini culturali, più che dalle differenze (come sancite nel celeberrimo schema di Vladimir Propp) ed evita i rischi del monoculturalismo, ossia dell'affermazione assoluta di una cultura su un'altra come accade, ad esempio, quando si parla della globalizzazione. La fiaba è utile specialmente se correlata a personaggi ponte, quali Cenerentola o Giufà, che sono presenti in più culture e che rappresentano, appunto, un ponte tra le diversità

Hai favorito con i tuoi preziosi suggerimenti la nascita del racconto " Chi può impedirmi di volare? "Perchè consigli la lettura di questo libro ?

'Chi può impedirmi di volare' è un testo che consiglio poichè, a mio parere, centra in pieno ciò che noi definiamo una buona pratica 'interculturale'. E' un libro scritto a più mani, che contiene più lingue, più linguaggi, più voci, e più punti di vista ed ha avuto il merito di rendere protagonisti proprio i ragazzi delle seconde generazioni, i figli di immigrati che saranno, a tutti gli effetti, i nuovi cittadini di un'Italia che è sempre più multietnica.

 


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