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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Di nuovo Dio

di Antonio Stanca

 A Settembre di quest’anno presso Rizzoli, nella serie “Piccoli Saggi”, è comparso il breve volume di Giancarlo Bosetti “Il fallimento dei laici furiosi”. Bosetti insegna Giornalismo politico a Roma presso l’Università “La Sapienza”, collabora con “la Repubblica”, ha fondato la rivista “Reset” ed è stato vicedirettore de “l’Unità”. Ha scritto altri libri-saggio ed in questo si propone di dimostrare fallita quella corrente di pensiero comparsa da tempo anche in Italia e mirata ad annullare il valore, la funzione della religione nella società moderna, a negare l’esistenza di Dio e perseguire una condizione di vita laica, atea. Piergiorgio Odifreddi in Italia, Michel Onfray, Daniel Dennett, John Allen Paulos, Richard Dawkins all’estero sono tra i maggiori sostenitori di tale tendenza, per loro le conquiste della scienza, della tecnica, il progresso dovrebbero garantire all’uomo moderno la soddisfazione di ogni bisogno, la sicurezza di ogni programma e fargli disperdere il ricorso a quegli aspetti, elementi della vita che non rientrano nella sfera della realtà, che non sono immanenti, concreti. Una vita senza religione, senza Dio, è quella teorizzata dagli studiosi che non valutano, secondo il Bosetti, come insieme alla religione si perde anche quanto essa comporta, i doveri, cioè, i rapporti, gli scambi che richiede. Difficile sarebbe, quindi, perseguire una vita simile in un momento come l’attuale quando sempre più necessari sono divenuti i contatti tra persone diverse, lontane. L’immigrazione è una delle cause principali di questo fenomeno, l’Occidente oggi sta accogliendo un numero sempre crescente di stranieri provenienti da aree della terra sottosviluppate e interpreti di lingue, culture, religioni diverse. Con queste, dice lo studioso nel libro, le lingue, le culture, le religioni occidentali devono confrontarsi, dialogare, collaborare, devono convivere, combinarsi, trovare il modo per stare, procedere insieme. E’ tempo di incontri quello attuale, di comunicazione pur a distanza, si parla di globalizzazione e intanto precarie sono tante situazioni internazionali, permanenti sono tanti stati di tensione, di violenza, di guerra: è una grave contraddizione quella che si vive e per risolverla importante potrà risultare il contributo della religione, il suo insegnamento a credere, sperare e per questo a cercarsi, ritrovarsi. Non ateo ma religioso dovrà imparare ad essere l’uomo del futuro, non isolata ma unita la vita dei prossimi anni e per ottenerla servirà quella disposizione dello spirito, dell’anima che la religione, qualunque essa sia, ha sempre promosso. Più di quello antico, dichiara il Bosetti, l’uomo nuovo avrà bisogno di Dio poiché di fronte a pericoli più gravi di quelli passati egli si troverà. La scienza che avrebbe dovuto garantirgli ogni sicurezza lo renderà insicuro: povertà, disgrazie, contagi, malattie, problemi alimentari, sanitari, ecologici, nucleari, famigliari, sociali, politici avrà egli di fronte ai tempi della scienza e la religione glieli farà pensare come possibili di soluzione. A Dio tornerà l’uomo, a quel Dio che il progresso gli voleva far credere inesistente, inutile. E con Dio scoprirà gli altri, ai propri aggiungerà i loro bisogni, al plurale si svolgerà la nuova vita, senza confini sarà la nuova storia.

Questo vuol provare Bosetti nel saggio e lo fa con ricchezza di particolari, lo esprime con tale chiarezza da rendere facile la lettura e convincente la sua tesi. Ne escono sconfitte quella corrente di pensiero laico, quella tendenza all’ateismo che da anni percorrono la cultura mondiale e che erano convinte di essere pervenute a risultati sicuri. In effetti questi s’erano lasciati intravedere, avevano fatto parlare della moderna come dell’età della secolarizzazione ma nel periodo post-moderno, nella storia contemporanea, sono entrati in crisi. E’ successo appunto da quando l’uomo, divenuto insicuro del proprio e dell’altrui destino, ha riscoperto il valore della fede religiosa e l’importanza degli altri.


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