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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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INTERVISTA ALLO SCRITTORE CLAUDIO CAVALLI

 di Mario Coviello

E’ stato, con le oltre 500 puntate dell’Albero Azzurro uno degli autori più significativi della televisione per i ragazzi. Bucava il video mentre raccontava a tutti i bambini d’Italia incollati davanti alla televisione le sue storie. Ed ora è qui, davanti a me con il suo sorriso aperto, gli occhi chiari, le mani che raccontano il gusto di creare.

A bruciapelo la prima domanda. “Chi è Claudio Cavalli?“, e dopo un attimo d’esitazione incomincia a raccontare.

Parla dei suoi studi di filosofia del suo primo e unico anno d’insegnamento, della sua ricerca di innovazione educativa. “ Per molti anni ho lavorato a Milano  e nella sua provincia; ho girato con la mia compagnia di teatro per i ragazzi, inventavo storie, scenografie, sempre alla ricerca di avventure di conoscenza.

Per caso ho cominciato a lavorare per la televisione e per alcuni anni l’Albero Azzurro è stato parte della mia vita. Ho lavorato nel cinema, anche con il Piccolo Teatro e non ho mai smesso di raccontare storie. Mi piaceva osservare la vita dei bambini e su di loro, con loro protagonisti, raccontare, con brevi filmati. Sono stato un antesignano dei corti che oggi vanno tanto di moda, raccontavo la loro voglia di conoscere il mondo.

Oggi cerco di avvicinare bambini e ragazzi ai capolavori della pittura. Con mia moglie, l’attrice Lucietta Godi, esperta di poesia, dopo aver collaborato con musei in Italia e all’estero  e con  la pinacoteca di Brera, allestendo mostre e percorsi di conoscenza per piccoli e grandi utenti,dopo essermi divertito e aver incantato con  le mie scatole magiche, sto per aprire a Cesena un parco tematico per avvicinare i bambini al mondo dell’arte.

E’ una grande impresa perché il parco occupa grandi stalle, una chiesa sconsacrata e un’intera collina. Voglio far scoprire ai giovani con le mie costruzioni i gustosi segreti delle opere d’arte, come la luce cambia il significato delle opere d’arte. E’ un’opera unica nel suo genere, nella quale l’arte del gioco diventa avventura di conoscenza dell’arte di grandi maestri. Movimenti e generi, idee, segreti e passioni sono i temi dei percorsi finalizzati ad avvicinare bambini e ragazzi , insegnanti,operatori e famiglie ai capolavori della pittura dal 1200 ad oggi.”

Dalla passione che sento vibrare nelle sue parole nasce la seconda domanda. “Cavalli, chi sono i giovani d’oggi?“

“Mi apprezzano i “curiosi “-risponde Claudio -, quelli che sanno cogliere le occasioni di scoprirsi e di inventarsi, quelli che hanno un modo particolare di guardare, quelli che hanno lo sguardo sul mondo; quelli che in un  panorama sanno scorgere il passero che cinguetta e  sono capaci di godere la straordinarietà del quotidiano. I giovani  hanno dentro una domanda implicita di scoperta, di meraviglia,di piccoli pezzi di un mondo che è eccezionale. I giovani che amano gli intrighi, che vogliono scoprire manipolando. I giovani nel loro profondo sono insoddisfatti del mercato che tende ad essere autoreferenziale e crede di avere le risposte a tutte le domande. Non è così e dalle mancate risposte nascono nei giovani vuoti, incubi, marasmi. Il mercato delle immagini crede di  saturare con la sua offerta: per esempio con  la televisione  che oggi quando non è banale è  una schifezza. Perché quando raccontavamo storie avevamo ascolto in televisione. Oggi tutto è mercificato.

Quando incontro i giovani io racconto anche storie forti, esploro i loro vuoti, li aiuto a riflettere sul presente”

E subito la terza domanda. “Qual è il segreto del tuo successo?"

“Io faccio sempre i conti con me stesso. Mi interrogo sulla vita e la morte, sul bello e sul brutto. Di tutte le mie passioni sono permeate le mie storie. La narrazione è il narratore. La passione mi mette in comunicazione con gli altri. Mi nutro di una molteplicità di  mondi e culture, di poesia e amicizia, di dramma e di riso.

I miei incontri diventano le mie passioni. Le mie passioni sono le mie storie. Mi piace la poesia contenuta,sobria. Basta una piccola frase per raccontare un mondo.

Quando racconto ho sempre in testa Italo Calvino e la sua prima“Lezione Americana”, quella che raccomanda la leggerezza.

Le mie storie vogliono coltivare dentro i giovani la libertà. Ho sempre cercato di coltivare dentro di me la libertà. Ho imparato a fare questo nei miei lunghi anni in collegio, quando subivo i divieti e riuscivo a rimanere libero dentro.

Mi  capita di incontrare dei papà che mi hanno fermato per strada, dicendomi che non avevano dimenticato le storie che io avevo loro raccontato quando erano adolescenti.

Mi hanno detto: “Io quelle storie non le ho dimenticate. Oggi le racconto alle mie bambine”.

L’ultima domanda è sulle sue prime impressioni sulla Basilicata.

“Non la conosco. Qualche anno fa, da Bari, ho visitato i sassi di Matera. Ieri sera, a Barile, sono rimasto colpito dalla partecipazione e dalla curiosità dei ragazzi. Mi è piaciuta la loro capacità di cogliere, gustare l’occasione.   


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