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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Tra letteratura e storia

di Antonio Stanca

«Eppure non sono le sole capitali che  costituiscono
le nazioni…e non è vero nemmeno che i soli grandi
fatti costituiscono la storia».

Sigismondo Castromediano, Memorie (1895)

 

Molto impegnato si mostra Emilio Filieri nella sua recente pubblicazione Letteratura e Unità d’Italia Dalla regione alla nazione comparsa presso la casa editrice Progedit di Bari a Maggio del 2011. Filieri è docente di Letteratura italiana nelle Università di Bari e del Salento, Coordinatore dell’Associazione degli Italianisti- Sezione Didattica di Lecce e Brindisi e Componente di Collegi di Dottorato e di Comitati scientifici. Nel libro continua nel lavoro già iniziato in precedenti saggi: scoprire, recuperare, chiarire autori ed opere verificatisi in culture periferiche con particolare riguardo per quella del Sud d’Italia e del Salento durante i secoli del passato più prossimo, rivalutarli, mostrarli degni di meriti letterari ed artistici, collegarli con gli altri più noti delle altre parti d’Italia ed inserirli nel generale processo culturale vissuto dalla nazione. “Dalla regione” il Filieri si muove “verso la nazione”, dalla periferia al centro, sempre sicuro dei suoi programmi e sempre capace di risultati apprezzabili. Stavolta è riuscito più chiaro anche un altro aspetto del suo pensiero, è stata provata anche la sua convinzione che la letteratura, l’arte non vanno disgiunte dalla storia, che l’artista è anche uomo e come tale risente del suo tempo e ne riporta nella sua opera. È una delle direzioni seguite dalla critica letteraria, quella detta storicistica, e Filieri si dichiara un fedele interprete. Importante è per lui mostrare quanto la vita, il tempo di un autore abbiano influenzato la sua attività, come in questa sia possibile rinvenire la loro presenza, la loro azione. L’opera letteraria, artistica è una voce della sua epoca, è un aspetto, una parte di essa, si alimenta, vive, agisce in essa e per essa soprattutto se è un’epoca particolare della storia come quella del Risorgimento italiano. Fu un periodo di animazione, di accensione generale, fu il popolo a muoversi infiammato dal pensiero di liberarsi dallo straniero. E a tenere viva la fiamma bastava  il gesto, il nome di un eroe oppure la parola, il verso che di lui diceva. Non si distingueva tra storia e letteratura e Filieri indica nelle gesta di Garibaldi e nei versi di Carducci ad esse dedicati uno dei maggiori esempi di tale fenomeno. Lo fa nel primo capitolo della sua recente opera quasi volesse fornire una prova indiscutibile e di alto respiro alla lunga serie di casi contenuta dagli altri due. In questi lo studioso rientra tra gli interessi suoi specifici, l’esame, cioè, della produzione letteraria, artistica che si è verificata nel Meridione pugliese e specialmente in quello salentino durante il Risorgimento e la necessità di liberarla dall’isolamento, dal silenzio ai quali sembrava destinata e inserirla nel più esteso panorama della letteratura nazionale ed europea. È una continua, interminabile rivelazione di autori ed opere quella compiuta dal Filieri in questa parte del suo lavoro. Un’analisi particolareggiata è la sua, uno studio dettagliato al quale non sfugge nessun particolare del contenuto e della forma delle opere trattate, della vita e del tempo dei loro autori. Tanta attenzione, tanta vigilanza unite ai moltissimi collegamenti e riferimenti fanno del libro un momento essenziale nel percorso intrapreso dall’autore e nell’attività che al riguardo è stata svolta negli anni precedenti da altri studiosi. Quest’ultima del Filieri è un’acquisizione dalla quale non si può prescindere nell’ambito di tali studi, è una tappa fondamentale. Ad accrescere l’importanza contribuisce l’impegno dell’autore a cogliere rapporti, richiami tra le espressioni letterarie, artistiche salentine e quelle dell’altra Italia, a farle apparire vicine. “Dalla regione alla nazione” è il titolo del saggio ed intende indicare l’operazione in esso compiuta dal Filieri al fine di mostrare che la produzione poetica, narrativa, teatrale, epistolare avvenuta in Terra d’Otranto durante il diciannovesimo secolo ha i suoi valori, è degna di essere riconosciuta,che anch’essa esprime lo spirito del tempo, che per questo va compresa nel più ampio e noto contesto della produzione nazionale, che come questa ha risentito dei fenomeni storici, politici, sociali che allora si stavano verificando. Pure su questi si sofferma a lungo l’autore nel libro volendo mostrare come si siano combinati con quelli culturali, come entrambi abbiano agito per la positiva conclusione delle complicate vicende risorgimentali. La letteratura del Filieri fa parte della storia, è storia e il suo studio prova che come la maggiore anche la minore è letteratura perché anche la minore è storia.


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