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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Ancora Gordimer

di Antonio Stanca

E’ nata nel 1923 a Spring, Tansvaal, da genitori ebrei immigrati, è vissuta in Sudafrica, ha studiato a Johannesburg dove risiede, ha pubblicato la prima raccolta di racconti, “Faccia a faccia”, nel 1949 ed altri ha scritto ancora prima a partire da quindici anni, del 1953 è il suo primo romanzo, “I giorni della menzogna”, nel 1991 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura che si è aggiunto ai tanti altri riconoscimenti ricevuti in patria e all’estero, ad Aprile di quest’anno sarà a Pordenone quale protagonista del Festival Dedica 2008, nel quale verrà presentato l’ultimo suo lavoro, una raccolta di racconti intitolata “Beethoven era per un sedicesimo nero”, edita da Feltrinelli come molte altre sue opere pubblicate in Italia. E’ Nadine Gordimer, la ottantacinquenne scrittrice sudafricana in lingua inglese che da quei primi inizi non ha mai smesso di scrivere, di essere presente sulla scena intellettuale del mondo con racconti e romanzi e altri scritti più direttamente impegnati nel sociale, nella lotta per l’emancipazione della sua terra d’origine, contro l’apartheid ed ogni forma di razzismo.

Gordimer è l’artista che non rinuncia all’impegno nella vita, non vive solo delle sue creazioni letterarie ma per queste trae alimento dall’esterno, dalla realtà, dalla storia. Dalla storia di un’intera popolazione che ella ha fatto sua e che è costituita dall’emarginazione, dalla segregazione, dall’apartheid, da tutte le forme d’isolamento, sfruttamento, schiavitù, da tutti i soprusi ai quali per secoli i negri dell’Africa meridionale sono stati esposti ad opera di minoranze bianche. Per liberare gli africani da questa condizione Gordimer si è impegnata nella vita e nell’opera, è stata donna ed artista. I suoi innumerevoli personaggi dei tanti racconti e romanzi vivono sempre una situazione di diversità, di differenza, soffrono sempre di una distanza e chiare sono le intenzioni della scrittrice. E’ la distanza che è esistita ed esiste tra persone diverse, tra la moltitudine di negri d’Africa e le minoranze di bianchi immigrati e sono le aspirazioni della Gordimer a ridurla, superarla, eliminarla insieme al dolore, alle sofferenze che comporta. Ma se nella prima fase della  produzione acceso, convinto era stato il suo entusiasmo, sicuro di riuscire nell’impegno, in seguito, col tempo, è subentrato uno stato di sfiducia, di rassegnazione che ha fermato l’autrice a metà del percorso e l’ha avviata verso altre direzioni. La sua scrittura ha accolto altre vite, altre storie, si è soffermata di più sull’interiorità dei personaggi, sulla particolarità delle loro vicende. Di quel che accade nel pensiero, nel sentimento, nella fantasia, nell’immaginazione, ha scritto la Gordimer e così nei tredici racconti della suddetta ultima raccolta. Essi riflettono questa più complessa condizione spirituale della scrittrice. Ai vecchi temi del complicato rapporto tra bianchi e negri in Sudafrica si sono aggiunti altri e primo tra tutti quello della difficoltà di giungere ad una chiara, definitiva identificazione dell’uomo d’oggi dati gli innumerevoli aspetti che egli può assumere, le infinite maniere nelle quali può comportarsi soprattutto da quando finiscono l’innocenza, l’illusione proprie della gioventù ed entra nella vita concreta, reale, si trova di fronte alle sue richieste. Allora può diventare capace di vivere situazioni completamente diverse, opposte, di amare e tradire, mostrarsi legato e cercare la libertà, aderire al presente e non rinunciare al passato. E’ l’uomo capace di ogni pensiero ed azione quello rappresentato dall’ultima Gordimer e da questi racconti e quello della rappresentazione è l’unico scopo perseguito da una scrittrice che non intende correggere sì complessa maniera di vivere, a nessuna idealità vuole richiamarla. Vuole solo mostrare quanto avviene nella vita quasi lo stesse scoprendo allora.

Sicuro, rapido è ancora una volta il suo stile, brevi i suoi periodi, capaci di sorprendere, meravigliare chi legge e, naturalmente, estendere a lui il senso di scoperta.


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