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Tra idea e realtà
(Una tradizione che si rinnova)

 

Nelle Edizioni del Grifo di Lecce è stato ultimamente pubblicato il romanzo "Nella magia delle Torri" (231 pagine, 25mila lire) di Maurizio Mazzotta, psicologo e psicoterapeuta che vive e lavora a Lecce.

L’opera si presenta divisa in tre parti che corrispondono alle fasi della vita del protagonista Giovanni Guerriero. Questi, di famiglia borghese, vive tra il Salento, sua terra d’origine, e Roma e si mostra interiormente combattuto tra i due luoghi poiché identificazione il primo dell’infanzia e adolescenza, il secondo della maturità e attività di docente e preside, l’uno del periodo delle idee, delle aspirazioni, dei sogni, l’altro di quello della realtà e delle delusioni. E’, quindi, una narrazione che può rientrare nel genere del "romanzo di formazione" o bildungsroman verificatosi in Germania alla fine del ‘700 e poi diffusosi in tutta Europa e continuatosi fino al ‘900.

Nella formazione del Guerriero determinante risulta il rapporto col nonno paterno avvenuto, quando era bambino e ragazzo, nella masseria salentina Le Torri dove i due trascorrevano moltissimo tempo insieme. Il vecchio gli raccontava della sua vita passata, di quando, tra fine ‘800 e primo ‘900, era vissuto nella capitale. Era stato pittore e avvocato ma soprattutto uno spirito libero da convenzioni e luoghi comuni, un passionale, un istintivo, aveva preso parte, a Roma, ad avvenimenti determinanti per la storia politica, sociale, culturale, artistica del nostro paese e conosciuto da vicino personaggi di rilievo. Era vissuto in una dimensione eroica prima di rientrare nel Salento ed ora la presentava al nipote muovendolo verso ideali di grandezza e nobiltà d’animo, libertà e spontaneità di pensieri e sentimenti, estesa magnanimità. Alla formazione di tali aspirazioni in Giovanni contribuiva anche il suggestivo e fascinoso ambiente della masseria dove ascoltava tali racconti. Da adulto, tuttavia, non gli sarebbe riuscito di realizzare i suoi ideali poichè la realtà avrebbe costituito un ostacolo molto difficile da superare. Sarebbe, pertanto, giunto a ritenersi fallito nei progetti prima di uomo poi di insegnante e preside. Si sarebbe convinto di essere un incapace ed avrebbe cercato piaceri puramente materiali come quelli del sesso in numerose esperienze.

Ma quando, ormai cinquantenne, incontrerà Rosamaria e intratterrà con lei un rapporto diverso dagli altri precedenti, avverrà pure che i suoi vecchi propositi riemergano. Il fervore, l’entusiasmo della donna gli faranno recuperare le aspirazioni di una volta e finalmente gli sarà possibile attuare quanto aveva sempre e inutilmente perseguito. L’ambiente della masseria Le Torri , dove i due soggiorneranno per qualche tempo, rafforzerà il loro rapporto e permetterà a Giovanni di rivivere quelle passioni che lì, insieme a lui, erano nate e cresciute e che ormai gli sembravano per sempre assopite.

Alla fine l’idea aveva vinto sulla realtà, aveva liberato Giovanni dalla condizione di sconfitto e lo aveva restituito ai suoi pensieri più autentici.

Sembra di assistere al compimento di una favola, al suo lieto fine dopo tante traversìe, al rinnovamento di un motivo tradizionale grazie agli ambienti presentati ed allo stile usato dal Mazzotta. Questo si mostra libero da regole grammaticali e sintattiche e procede come per una serie d’ immagini riuscendo continuamente mosso ed animato. Si crea, così, nel lettore uno stato di coinvolgimento tale da fargli superare gli indugi comportati dall’esame psicologico delle varie situazioni e da proiettarlo in avanti alla ricerca d’altro.

Un esempio nuovo di un genere tradizionale sia quello del "romanzo di formazione" sia l’altro, più antico, della favola: è questo il risultato conseguito dal Mazzotta nella sua narrazione ed è anche questo il segno di una vera opera letteraria.

Antonio Stanca

Roma – 16 Aprile 2000


 

Dal Salento un esempio di letteratura europea

(Il valore dello stile)

 

E’ stato recentemente pubblicato, nelle Edizioni del Grifo di Lecce, il romanzo "Nella magia delle Torri " (231 pagine, 25mila lire) dell’esordiente Maurizio Mazzotta, che a Lecce vive ed opera. Il lavoro s’inserisce in un genere letterario che ha radici molto lontane, quelle del " romanzo di formazione" o Bildungsroman comparso in Germania alla fine del ‘700, variamente intrecciato col romanzo lirico, introspettivo nonché epistolare francese degli stessi anni e, in modi diversi, continuatosi durante l’ ‘800 europeo fino al ‘900. La storia della maturazione di un giovane, dei suoi pensieri e sentimenti, del confronto con quanto lo circonda è, quindi, un motivo divenuto tipico nella produzione letteraria europea moderna e contemporanea. Uno degli ultimi esempi di tale tendenza va considerato "Nella magia delle Torri" che tratta del processo di formazione fisica, morale, spirituale attraversato dal giovane Giovanni Guerriero, di origine salentina e di famiglia borghese. Come la storia del protagonista anche il libro si mostra diviso in tre parti. All’inizio il Guerriero vive, da bambino fino a giovane, le esperienze della famiglia, della scuola, dell’Università, degli amici, dei parenti e soprattutto quella della compagnia del nonno paterno che avviene durante l’estate, nel Salento, presso la masseria Le Torri poco distante dal paese di residenza. Ai famigliari ed all’ambiente di casa Giovanni preferisce il nonno Vincenzo ed i luoghi dell’estesa masseria che percorre insieme a lui in lunghe passeggiate anche notturne, durante le quali il vecchio gli narra la sua vita di "amante appassionato", pittore ed avvocato. Egli era stato uno spirito libero: era vissuto tra il Salento e Roma dalla fine dell’ ‘800 al primo ‘900, aveva preso parte ad avvenimenti determinanti per la storia d’Italia e conosciuto da vicino i loro protagonisti oltre che personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo, dell’arte, aveva lottato contro i pregiudizi le convenzioni e creduto nella forza dell’idea, nell’immediatezza dei rapporti compresi quelli con gli elementi naturali, aveva ritenuto inesauribili le potenzialità dell’essere ed ora affascinava il nipote con il racconto di tutto ciò e gli faceva vivere una dimensione leggendaria, eroica.

Questa avrebbe costituito l’ideale di vita sempre perseguito da Giovanni sia nella posizione di docente che nelle altre di preside e attivista politico vissute in seguito a Roma. Mai, tuttavia sarebbe riuscito a realizzarlo fino a convincersi di essere incapace, a ritenersi fallito nelle aspirazioni e ad abbandonarsi ad una vita di piaceri concreti come quelli del sesso. Ma quando, ormai cinquantenne, pensava di essere finito la comparsa improvvisa di una donna e l’avvio, tra loro di un rapporto diverso dai soliti, gli faranno recuperare la fiducia e gli entusiasmi perduti, gli mostreranno possibile la realizzazione dei vecchi sogni. L’evento dell’amore, nel suo eterno e magico significato d’incontro e scambio tra due anime e due corpi, sarà favorito anche dall’ambiente di quella masseria salentina che l’aveva visto vicino al nonno e dove trascorrerà alcuni giorni con la donna. La particolarità del luogo, la sua atmosfera se prima lo avevano fatto sognare ora gli faranno vivere quel sogno quasi si trattasse di un incantesimo solo momentaneamente interrotto.

Si conclude così la narrazione durante la quale alla storia privata del protagonista ha fatto da sfondo continuo quella pubblica, politica, sociale, di costume, italiana e straniera insieme ai suoi maggiori rappresentanti ed avvenimenti. Tutto è presentato in maniera così immediata da suscitare in chi legge una condizione di naturale coinvolgimento frenata, però, dai frequenti indugi nell’esame psicologico delle varie situazioni che l’autore compie. Tale atteggiamento del Mazzotta avrebbe fatto del romanzo un’opera solo di pensiero e ridotto al minimo l’azione se lo stile non si fosse mostrato continuamente animato, capace di procedere libero dalle tradizionali regole ortografiche, sintattiche e a volte morfologiche. Esso si snoda rapido come un torrente impetuoso che supera quanto gli si frappone e trova sempre la sua strada. Si potrebbe dire che nell’opera la vera azione sia quella svolta dalla scrittura così mossa da superare ogni disagio e da conferire ad essa gli elementi necessari a distinguerla, a farne l’esempio nuovo di una tradizione antica, a sollevarla dall’ovvietà di certi contenuti ed a renderla singolare.

 

Antonio Stanca

 

Quotidiano di Lecce – 7 Gennaio 2000


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