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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Quando si “esce di scena”

di Antonio Stanca

E’ comparso, ora, presso Einaudi uno dei più recenti romanzi del settantacinquenne noto e più volte premiato scrittore statunitense Philip Roth, s’intitola “Il fantasma esce di scena” ed è la seconda opera di una serie avviata dal Roth anni fa con la pubblicazione de “Lo scrittore fantasma”. Tra i due lavori alcuni personaggi sono comuni, certe situazioni si ripetono non senza tener conto del tempo trascorso: se nel primo E. I. Lonoff era uno scrittore affermato che coltivava soltanto i suoi interessi lontano dal mondo, nel secondo è morto e dimenticato e per recuperarlo un giovane esordiente crede sia sufficiente farne la biografia e svelare alcuni particolari rimasti sempre sconosciuti poiché sconcertanti; se l’amica e compagna di Lonoff, Amy Bellette, allora era raggiante di bellezza ora è una vecchia distrutta dalla malattia; e il protagonista, Nathan Zuckerman, comparso allora quale giovane aspirante scrittore all’ombra del Lonoff, ora è un autore di successo vissuto per undici anni fuori dal chiasso, dalle incombenze della metropoli, in una casa di campagna, lontana da New York, dai suoi ritmi, eventi, giornali ed altri mezzi di comunicazione. Non ha voluto sapere d’altro se non della propria scrittura ma, superati i settant’anni, ha avuto bisogno di cure ed è rientrato in città anche se per pochi giorni. Qui scopre che solo una vecchia conoscenza, Amy Bellette, è rimasta come nei suoi ricordi nonostante la grave malattia che la sta consumando. Per il resto con chiunque s’incontri, tratti, ha modo di scoprire come sono cambiati i modi di pensare, di fare, di parlare nel giro di soli undici anni. In ogni aspetto della vita sono avvenute modifiche tali da sorprenderlo, inquietarlo in continuazione e fargli pensare, pure in continuazione, di tornare nella sua casa solitaria. Lo trattiene in città quel remoto desiderio che lo aveva spinto a venire, che gli aveva fatto pensare come possibile il reinserimento nella vita attuale, la frequenza dei suoi ambienti. Anche sessualmente aveva creduto di rifarsi di quanto lasciato e la conoscenza di una giovane e bella donna lo infiammerà oltre ogni previsione. Dovrà, però, riconoscere di non avere le energie di prima, quelle necessarie per stare in società o con una donna e dovrà rinunciare, dovrà accettare di rimanere solo.

E’ un confronto quello tracciato dal Roth di questo romanzo, un confronto tra vecchia e nuova vita, vecchi e nuovi costumi. Tramite lo scrittore Zuckerman, che dall’individuale rientra nel sociale, Roth mostra quanto è cambiato in poco tempo, la crisi di valori che si è verificata. Il progresso, l’evoluzione, la diffusione della tecnologia non hanno ridotto l’importanza, la presenza solo di ciò che Zuckerman rappresenta, cioè la letteratura, l’arte, ma anche di ciò che ad esse era collegato, della vita morale, spirituale che promuovevano e per la quale valevano. Non c’è più riparo al decadimento al quale Zuckerman assiste, non s’intravede possibilità di salvezza per i valori autentici dell’uomo, quelli interiori, dal momento che vale ora quel che succede all’esterno, intorno all’uomo, al suo corpo, l’attrazione, il richiamo di una società che soprattutto consuma, è soprattutto materia.

Se anni prima, nel precedente romanzo di questa serie, Roth aveva pensato che essere scrittore, artista, significava essere “fantasma”, cioè rimanere lontano e quasi invisibile, ora, in questa seconda opera, mostra come “il fantasma sia uscito di scena”, come l’artista sia scomparso dalla vita, non faccia niente che la interessi e debba rinunciare ad essa, come anche l’arte, la letteratura siano cambiate.

Geniale è riuscito il Roth de “Il fantasma esce di scena” poiché i contenuti, molti e diversi, risultano sapientemente costruiti e collegati e lo stile riesce quanto mai abile e sicuro nel rendere particolari pur minimi. Inoltre lo scrittore qui ha esteso il messaggio generalmente perseguito nelle sue opere e impegnato nella rappresentazione del difficile rapporto tra ebrei d’America e cittadini americani, tra tradizione e innovazione, qui la storia, la vita sono giunte al punto tale da muoverlo a loro difesa prima che risultino sommerse da un’altra storia, da un’altra vita.


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