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Perché il passato
(Un problema difficile)

di Antonio Stanca

Molto passato, di storia, letteratura, arte, occupa ormai gli spazi culturali di giornali anche di grossa tiratura, di riviste specializzate e di altri mezzi di comunicazione. A volte si tratta del passato più remoto, cinese, egizio, mesopotamico, greco, romano, altre più prossimo ma generalmente l’attuale atmosfera culturale è caratterizzata da  tale tendenza che si traduce in saggi, recensioni, opere intere sulla letteratura, pittura, scultura dei secoli scorsi, in vere e proprie rivelazioni circa vicende, episodi anticamente avvenuti e dei quali non si era ancora al corrente, in scoperte di archeologia, numismatica ed altro. E questo nonostante siano tanti, ai nostri giorni, gli autori e le opere che circolano, tanta la produzione letteraria contemporanea. Se di altro si preferisce dire e leggere significa che non si è sicuri di essa, che il pubblico dei lettori non ne è attirato anche perché da tempo si assiste a lavori privi di quella ragione, di quel messaggio che serve a distinguerli, a fare di ognuno di essi un “caso” degno di nota. Fino al secolo scorso o almeno fino ai suoi anni ’50 per autore s’intendeva la sua opera nella particolarità dei temi e dello stile, in tutto ciò che la differenziava dalle altre pur dello stesso periodo storico o genere letterario. In seguito si è andati verso un sempre maggiore livellamento, una sempre più diffusa omologazione finché è divenuto difficile distinguere tra i contenuti e le forme degli autori più recenti. In opere pur di diverso autore si possono ritrovare, oggi, le stesse situazioni, gli stessi personaggi dal momento che, in genere, esse riflettono quanto diffusamente accade nella nostra vita. Una vita nella quale progresso ha significato solo sviluppo economico, tecnologico e non evoluzione anche morale, ha riguardato i mezzi e non l’uomo. La modernità non ha fatto acquisire allo spirito altri, nuovi valori ma ha disperso, annullato quelli che esistevano, li ha sacrificati alle esigenze della materia che ormai sono dilaganti. Anche la letteratura ha risentito del fenomeno e al punto da rinunciare a quanto d’ideale, spirituale le era per secoli appartenuto e seguire le nuove regole, adattarsi alla nuova situazione. E’ divenuta, quindi, un prodotto come tanti altri, come tanti altri riflette il suo tempo, viene fatta in serie e reclamizzata. C’è ora tanta letteratura, ci sono tanti autori essendo diventati tanti i gusti, le preferenze che i tempi chiedono di soddisfare. Confusa è, perciò, la situazione e grave lo stato d’incertezza presso il pubblico dei lettori.

In tale contesto il passato culturale è riemerso dalle sue ceneri, è stato recuperato nei suoi elementi ed aspetti poiché è sembrato l’unica certezza tra tanta precarietà. E’ successo questo anche in altre epoche della storia letteraria quando si è attraversato un periodo di crisi dei valori costituiti, di smarrimento. Non deve sorprendere, quindi, quanto oggi sta avvenendo anche se tra questa e le volte precedenti notevoli sono le differenze. La situazione attuale potrebbe durare a lungo o rimanere per sempre tale mentre prima si è trattato solo di un periodo limitato, di una fase che è stata superata dalla maturazione e definizione di altri tempi ed ambienti.

Da anni si attende un simile avanzamento ma ancora non è avvenuto né si lascia prevedere!


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