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Dall’erotismo alla vita totale
(Uno scrittore danese)

di Antonio Stanca

Da Neri Pozza è stato, di recente, ristampato il romanzo "Degli esseri si incontrano e una dolce musica si leva dai loro cuori" dello scrittore danese Jens August Schade (1903-1978). Pubblicato nel 1944, quando in Europa infuriava la seconda guerra mondiale, era stato preceduto da raccolte di versi, "Il violino vivente" (1926) e "Sjov in Danimarca" (1928), dove Schade aveva perseguito atmosfere tenebrose, funeree e visioni pessimistiche. In seguito si era dedicato a narrazioni fantastiche di genere prevalentemente erotico, tra le quali rientra questo romanzo.

A muovere Schade in tale direzione immaginativa era stata l’influenza su di lui esercitata dal movimento culturale-artistico detto del Surrealismo e sorto in Francia negli anni ’20 ad opera di autori quali A. Breton, L. Aragon, P. Eluard e Ph. Soupault. Il suo programma, impegnato nella rappresentazione di una realtà diversa dalla quotidiana perché lontana dalla ragione e determinata da processi inconsci quali le profondità dell’io, il sogno, l’ipnosi, la follia, l’automatismo psichico, era giunto ad interessare ogni attività artistica (pittura, letteratura, teatro, cinema), ad attirare l’attenzione di autori di diverse nazionalità e far formulare, negli anni ’30, il "Terzo Manifesto". In questo periodo chiari segni del Surrealismo sono rilevabili nelle opere di autori anglosassoni, D. Gascoyne e R. Roughton, tramite i quali le istanze del movimento sarebbero pervenute fino in Danimarca. Qui sarebbero state accolte in particolare dallo Schade dei romanzi, tra i quali il suddetto sarebbe divenuto "opera di culto".

Il tempo della sua pubblicazione, anni ’40, è quello della seconda guerra mondiale ed in esso sono inseriti i personaggi, i luoghi, gli eventi dell’opera. Essi esistono, agiscono, avvengono ma, già dall’inizio, tendono ad astrarsi dalla realtà, a superarla in nome di quanto succede nell’idea e che non riguarda solo le persone ma anche le cose quasi si verificassero continui fenomeni di trasmissione, corrispondenza, richiamo tra le due parti. Un’atmosfera di diffusa, estesa spiritualità, continuamente alimentata da pensieri, sentimenti, ricordi, sogni, previsioni, giungerà a dominare nella narrazione. Tutto in essa sembrerà tradursi nella presenza visibile di una realtà invisibile, vissuta solo nell’idea, una surrealtà. In tale dimensione cadono le differenze tra presente e passato, vita e morte, le distanze tra luoghi e si assiste ad un continuo, interminabile avvicendarsi di persone, ambienti, azioni, situazioni vicine e lontane e a volte inesistenti. E’ la realtà della mente quella rappresentata da Schade ed in essa e di essa vivono i suoi personaggi fino a riuscire difficile, per il lettore, sapere se questi si trovano a Copenaghen o a New York, se sono persone o simboli dei loro pensieri, se la loro è una storia o l’idea di essa, se ha letto o sognato.

Abilissimo si mostra lo scrittore nel rendere questo interminabile stato di sospensione tra verità e fantasia, azione e pensiero, coscienza e incoscienza, nel far scorrere e rendere coinvolgente, tramite particolari effetti di stile, suggestive e poetiche immagini di luce, colore, suono, una narrazione quanto mai complicata perché perennemente mobile nei suoi obiettivi.

Ad avviare e tenere sempre in moto un processo simile è l’amore delle donne-protagoniste, da esse vissuto come erotismo, sessualità, liberato da ogni componente sentimentale o morale. Saranno amanti di tanti uomini da non distinguerli più perché non a loro ma soltanto all’atto con loro compiuto o da compiere saranno interessate. Questo le farà accedere ad una condizione estatica, le renderà partecipi di una vita più ampia, estesa ad ogni elemento compreso quello animale e vegetale. Ad una dimensione panica perviene lo scrittore nella narrazione, alla totalità, universalità dell’essere. Le sue donne metteranno in comunicazione l’universo, i luoghi della loro mente sostituiranno quelli del mondo, li popoleranno di persone e vicende fino ad ottenere un unico, esteso, infinito ambiente nel quale l’iniziale sessualità avrà perso ogni aspetto osceno per divenire un messaggio plurimo.

L’originalità del tema e la qualità del mezzo espressivo fanno di questo romanzo un’opera riuscita. Rispetto al particolare momento storico nel quale fu scritto ed alla tradizione letteraria non solo danese, esso ha rappresentato una sorpresa tale da farlo considerare "opera di culto". Col tempo il giudizio è risultato ridotto anche se distinto il lavoro rimane nel panorama artistico del primo Novecento europeo.


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