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Patrick Viveret
Ripensare la ricchezza
Dalla tirannia del PIL alle nuove forme di economia solidale
Traduzione italiana, introduzione e postfazione: Paolo Coluccia
TERREdiMezzo/Altreconomia, Milano 2005, pp. 196

Che cos’è la richezza e come si misura? Nell’agosto del 2000, il governo francese affida al filosofo Patrick Viveret una “missione impossibile”: ripensare quel che nella vita umana rappresenta un valore e proporre, sulla base di questi criteri, un nuovo sistema di contabilità nazionale. Un modo per sottrarsi alla monocultura del PIL, il Prodotto Interno Lordo, considerato ormai da molti un termometro malato.

Il Prodotto Interno Lordo, per esempio, contabilizza come ricchezza le spese per la ricostruzione dopo una catastrofe. L’associazionismo, il volontariato, i rapporti di reciprocità risultano invece “consumatori di ricchezza economica”. Si tratta di ritrovare un legame tra ciò che consideriano un bene e gli indicatori che lo contabilizzano.

Il lavoro di Viveret, suddiviso in due rapporti successivi, getta le basi, e detta persino una possibile agenda, per coinvolgere una rete internazionale di ricercatori, con il sostegno dei governi e dell’opinione pubblica. Una sfida che ci riguarda tutti come consumatori e come cittadini.

Indice del libro:

Introduzione (di P. Coluccia)

Rapporto di tappa della missione “Nuovi fattori di ricchezza”

  1. Termometri che fanno ammalare
  2. Un progetto, degli attori, degli obiettivi, un metodo

Rapporto di sintesi della missione “Nuovi fattori di ricchezza”

  1. Da New York a Tolosa. È tempo di cambiare il nostro sguardo sulla ricchezza
  2. Al cuore del dibattito
  3. Per uno Stato ecologicamente e socialmente responsabile
  4. Uscire positivamente dalla società di mercato?

Postfazione – Il diritto di non contare “tutto” e di “contare” altrimenti, di P. Coluccia

Patrick Viveret, filosofo, dal 1990 è consigliere referente alla Corte dei conti francese e animatore del Centro internazionale Pierre Mendès France. Già direttore di Tribune Socialiste tra il 1972 e il 1974 e docente di filosofia, collabora alle riviste Transverales Science-Culture (che ha diretto dal 1992 al 1996) e Le Monde Diplomatique. Ha scritto, tra l’altro, Pourquoi ça ne va pas plus mal?  (2005), Démocratie, passions, frontières (1992), Evaluer les politiques et les actions publique (1990), Pour une nouvelle culture politique (1978), Attention Illich (1976).

Paolo Coluccia (http://digilander.libero.it/paolocoluccia), pedagogista e ricercatore sociale indipendente, ha pubblicato La Banca del tempo (Bollati Boringhieri, 2001), La cultura della reciprocità (Arianna ed., 2002), Il tempo… non è denaro! (BFS, 2003).


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