Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Per una vita più estesa
(Dal Giappone una scrittrice)

di Antonio Stanca

Figlia del noto poeta e critico Takaaki Yoshimoto, la trentasettenne scrittrice giapponese Banana Yoshimoto ha rappresentato, nel Giappone del dopoguerra, un caso letterario.Nei suoi romanzi e racconti, alcuni scritti in età molto giovane, ha saputo assorbire influenze e lezioni diverse e pervenire ad una scrittura talmente originale e suggestiva da superare in breve tempo i confini del proprio Paese e farsi apprezzare anche da un pubblico straniero. Per gli ambienti ed i personaggi delle sue opere tratti dalla quotidianità, per lo stile semplice, immediato, spontaneo la Yoshimoto è stata inserita da alcuni critici nella corrente del minimalismo,sorta negli Stati Uniti intorno agli anni ’80 e diffusasi poi in altri Paesi. Per gli autori minimalisti centrali sono i luoghi lontani dai centri metropolitani, i "non – luoghi" ( M. Augè), i problemi, le situazioni, i linguaggi comuni perché contrastano con la risonanza e platealità della letteratura "alta" che essi intendono combattere. Non si può negare che la Yoshimoto rientri in questa tendenza ma neanche si può pensare di esaurirla in essa dal momento che costante è la sua ispirazione a rappresentare motivi particolarmente emozionanti, situazioni audaci, a svolgere temi impegnati quali la solitudine, l’incomunicabilità, l’amore, la morte. Di semplice, in lei, rimane la forma mentre i contenuti, procedendo, si caricano di sempre maggiori significati fino a divenire complessi, articolati. Una quotidianità pervasa di sorprese, una semplicità che si complica: è la nota distintiva della scrittrice, quella che si può cogliere anche nell’ultima opera, "H/H", in Italia recentemente pubblicata da Feltrinelli nella serie "I Canguri". Si tratta di due racconti lunghi, di due storie d’amore e morte, vissute da due donne che si presentano come persone comuni e si scoprono, soprattutto la prima, dall’interiorità complicata e difficile da chiarire giacchè molti, diversi, contrastanti sono i pensieri, i sentimenti, gli umori che la costituiscono e che creano in lei una condizione spirituale indefinita, sospesa nella quale stenta ad orientarsi e perfino a riconoscersi. Sono queste le situazioni ricorrenti nella Yoshimoto, le meglio riuscite. Stavolta è la protagonista del primo racconto ad interpretare tale stato d’animo. Dopo una lunga passeggiata in campagna la donna, esausta, s’imbatte in un santuario e poi giunge in paese dove cena in una locanda ed infine si reca in albergo per dormire. Sarà la notte trascorsa nell’albergo di un paese giapponese l’unico tempo del racconto, quello che tra ricordi, sogni, visioni, apparizioni, misteriose coincidenze, presagi, tra coscienza ed incoscienza, farà emergere nella mente della donna il suo passato, le sue esperienze più inquietanti, le farà incontrare persone estinte senza che le creda tali, la farà cadere in uno stato in cui non riuscirà a distinguere tra realtà e immaginazione. E la situazione si oscurerà ancora di più quando ricorderà che quello era stato il giorno della morte di Chizuru, sua vecchia amica ed amante.

Meno tenebrosa, meno misteriosa, più logica, più controllata l’atmosfera del secondo racconto. Qui si narra degli ultimi giorni di vita, in ospedale, di una giovane donna, della sua agonia che avviene sotto lo sguardo della sorella e del fratello del suo vecchio fidanzato, che l’aveva abbandonata appena saputo delle sue gravi condizioni. Nei pensieri, nelle azioni, nei sentimenti, nei discorsi dei due la morte, alla quale si stanno preparando ad assistere, diviene un evento altamente drammatico ma acquista pure la sua dimensione di fenomeno connaturato con l’esistenza dell’uomo. Dopo il decesso l’amore finirà per unire le due persone che la situazione aveva fatto divenire compagni e poi amici. Dalla fine di una vita all’inizio di una relazione: questo il percorso e il significato del racconto nel quale le strane coincidenze tra tempi, luoghi, circostanze, oggetti non incidono, come nell’altro, al punto da divenire determinanti nella vicenda rappresentata.

In tono maggiore o minore, quindi, tali elementi possono essere considerati costitutivi della narrativa della Yoshimoto e il fenomeno mostra come ella abbia risentito di un’altra lezione. Quella delle favole, delle leggende a lieto o triste fine, che sono popolate di simili misteri e che rientrano nella più antica tradizione letteraria non solo del Giappone ma di ogni Paese del mondo.

Moderno e solo personale, tuttavia, è lo spirito col quale la scrittrice vive tali aspetti delle sue opere giacchè in queste essi diventano parte integrante dei temi rappresentati, delle trame spesso assurde contenute, rientrano nella concezione dalla quale muove tutta la scrittura della Yoshimoto, quella di una vita non ridotta alla semplice evidenza ma popolata di altre arcane, inspiegabili, incontrollabili presenze interne ed esterne all’uomo, collegate con la mente e col corpo, ideali e reali, spirituali e materiali, astratte e concrete. Per la scrittrice non si è mai soli ma altro esiste insieme, intorno a noi in qualunque situazione ci si trovi. Non si può, però, sapere o prevedere come, quando accadranno i contatti, i collegamenti con queste altre vite: è un universo invisibile che si muove accanto a quello visibile e nel quale, a volte, trovano spiegazione e giustificazione le assurdità, i paradossi della vita. Dalla Yoshimoto il concetto di esistenza viene esteso oltre ogni limite compreso quello della morte giacchè infinite sono le possibilità di collegarsi con luoghi, tempi, persone, pensieri, sentimenti,eventi lontani e vicini, passati e presenti.

Da molte parti, tradizione letteraria, minimalismo, shojo manga o fumetti rosa per ragazze diffusi nel Giappone moderno e dai contenuti grotteschi, da tendenze, umori, orientamenti della moderna cultura e letteratura occidentale, la Yoshimoto ha appreso e tutto ha ridotto a sè, ha trasformato nella sua voce che, pur provenendo da tante direzioni, è maturata al punto da riuscire nuova ed unica. A renderla tale è stata l’idea di una vita più estesa, di un’esistenza multipla che la scrittrice intende rappresentare e che costituisce il principale motivo ispiratore della sua produzione. Con lei la letteratura giapponese ha iniziato un nuovo corso poiché s’è vista rinnovata nei propri modelli e preparata per nuovi sviluppi.


La pagina
- Educazione&Scuola©