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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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GIANNI RODARI

Maria Luisa Bigiaretti, insegnante di Roma

Gianni Rodari l'ho incontrato diverse volte durante i convegni annuali del movimento di "cooperazione educativa", ma ci scambiavamo soltanto dei semplici saluti; l'ho conosciuto meglio quando un giorno lui è venuto nella mia classe. Io insegnavo alla scuola Collodi, alla borgata del Trullo di Roma, e non posso dimenticare Rodari appoggiato alla porta col suo sorrisetto arguto, divertito perché io rimasi stupita nel vederlo proprio lì in classe mia. Lui era venuto perché stava cercando una scuola elementare da far frequentare alla figlia Paola.

Abbiamo subito cominciato a parlare e io l'ho presentato ai bambini, anche loro stupiti di vedere un vero scrittore. Loro conoscevano le filastrocche di Rodari (era già uscito il libro "Filastrocche in cielo e in terra") e io gli avevo letto "Le avventure di Cipollino", forse il suo libro più bello.
I bambini presero subito confidenza ed iniziarono a fargli vedere i loro lavori; Rodari s'interessava di tutto, sfogliava i loro quaderni, leggeva, faceva domande e se gli chiedevano qualcosa lui non rispondeva direttamente ma metteva in condizione i bambini di rispondere, questa era un'arte!

Il bello era che i bambini si devertivano moltissimo, ogni sua risposta era o una barzelletta o una filastrocca inventata lì per lì. In realtà non si trattava di un dialogo ma di un vero e proprio gioco linguistico.
Quando se ne andò mi chiese il permesso di tornare per venire a "provare" le sue storie perché diceva che uno scrittore non era in grado di sapere se funzionavano o meno. Tornò prestissimo dicendo che voleva inventare una storia insieme ai bambini ambientata proprio alla borgata, una storia un po' fantastica che doveva parlare di uno scienziato che voleva fabbricare una bomba per distruggere la terra ma sbagliando la formula riusciva sol a fare una torta. I due protagonisti hanno proprio il nome di due bambini della classe (Paolo e Rita) e poi altri personaggi della borgata e quando iniziò a leggere io capii come si dovevano leggere le storie ai bambini,
lui non leggeva ma recitava.

Era un attore bravissimo: cambiava la voce ai personaggi, faceva i rumori d'atmosfera e poi le pause …. lasciava i bambini letteralmente in tensione. Alla fine di ogni capitolo lui chiedeva il parere ai bambini e di quello teneva conto, cercando di entrare in sintonia con loro. Ricordo benissimo il momento di descrizione della torta perché lui disse "Che ci mettiamo sopra questa torta" e i bambini non finivano più di dire gli ingredienti e tutti sono stati scritti nel libro. Un giorno Rodari arrivò a scuola nostra euforico dicendo che l'editore (Einaudi) gli aveva proposto di pubblicare la storia illustrata dai disegni dei bambini. Purtroppo poi non fu così e il libro fu illustrato da Munari.

E questa è la storia di questo libro e del fantastico incontro con Rodari, un maestro che riusciva a provocare le capacità creative dei bambini, io lo chiamavo "effetto rodari". Rodari diceva che si poteva insegnare tutto ai bambini ma facendoli ridere … e non certo raccontandogli le barzellette ma organizzando l'intero processo di apprendimento.

Tutto quello che è Rodari si può leggere nella "Grammatica delle idee" che forse è l'unico libro scritto non per i bambini ma per gli adulti. Lui aveva qualcosa dentro di fanciullesco coltivando con la lettura questa sua straordinaria capacità.

Ricordo un altro episodio legato a Rodari e fu quando arrivò una troupe della Rai che doveva riprenderlo mentre leggeva una storia ai bambini; l'idea era quella che lui dovesse leggere la storia e il finale lo inventassero i bambini. Le riprese ci furono nel pomeriggio e ricordo che Rodari intrattenne i bambini per circa otto ore.

La creatività si può trovare in ogni materia: c'è anche in matematica, nelle scienze…; non so chi ha detto che se non ci fossero stati i creativi staremmo ancora nelle caverne. La creatività investe tutti gli aspetti della conoscenza, delle scoperte. E questo che Rodari intendeva quando diceva la creatività si può imparare, si può insegnare. E' il messaggio che deve essere trasmesso dagli insegnanti, che vale sia per la lingua, che per la matematica per le scienze.

Rodari era veramente un educatore, provocava le capacità inventive, l'originalità, le invenzioni dei vocaboli dei bambini, è un mondo enorme. Quando un bambino gli faceva una domanda lui cercava di metterlo nella condizione di darsi la risposta da solo e questa è la cosa che ho sempre cercato di imparare. Il bambino deve essere educato a pensare. Deve saper studiare. Ricordo che per far imparare le formule delle figure io davo in mano ai bambini le forme di cartone e poi gli dicevo trovate un modo per trovare l'area del trapezio: rigirate, tagliate, incollate. Era un lavoro alla Rodari.
Mi ricordo una bambina, che poi è diventata insegnante di matematica alla scuola media, trovò proprio una formula che andava bene per tutti i trapezi, ma complicatissima. Però lei a forza di tagliare, incollare, e così via, trovò la sua strada con una gratificazione enorme. Un conto è dire "questa è la formula e applicatela in un problema", ma che gusto c'è; un bambino intelligente si annoia. Invece trovarla da soli è importante. Non ci si può limitare al nozionismo. Rodari era una persona unica, quando è morto Calvino scrisse "Rodari è morto e il mondo si è impoverito".

Era proprio un maestro nato, come Mario Lodi e Don Milani. Se il maestro sa "contagiare", i bambini sanno essere buoni lettori e non è vero che non leggono più perché c'è la televisione.

Lui era un provocatore e quasi tutte le cose creative io le ho imparate da lui.
Tante volte mi chiedono ma tu come fai a fare le rime, perché io faccio le rime così, con facilità. Mi è piaciuto molto come faceva lui e ho cercato di farlo anche io e alla fine uno diventa talmente esperto che parla ai bambini in rima. Io parlavo ai bambini in rima e li facevo divertire da morire. Ci sono delle insegnanti che dicono che la scuola una cosa seria e non va confusa con lo studio. Mentre Rodari diceva che i bambini imparano giocando, ridendo, divertendosi. Lui aveva scritto "12 modi per far odiare la lettura ai bambini", io ho fatto lo stesso scrivendo "12 modi per far odiare la matematica ai bambini".

Ricordo un giorno ero andata in una scuola e quando sono andata via mentre un bambino mi disse "beata Maria Luisa che te ne vai a casa", "ma come - gli dissi - stai in una scuola così bella", "no - mi rispose - questa scuola è troppo sofisticata, perché viene la mastra delle scienze e dice tirate fuori il quadernone di scienze, poi quella di religione e tirate fuori il quadernone di religione". E' vero, hanno 100.000 quadernoni, fotocopie, le schede di scienze dove devono mettere le crocette. Aveva ragione quel bambino, è una cosa monotona, terribile, un monte di compiti.

PER CONOSCERE RODARI

Dal sito La torta in rete


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