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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Modularità

In questi ultimi anni sono sempre più  ricorrenti vocaboli  quali autonomia , flessibilità, alternanza ,  tutti termini  indispensabili per gestire una realtà sociale, culturale, economica mutevole e complessa. Se la realtà è condizionata dalla complessità e mutevolezza , come può la scuola  gestire e  conciliare i cambiamenti repentini della collettività con   il rispetto dei bisogni individuali ?

Una soluzione  può essere suggerita dalla didattica modulare , cioè la   strutturazione modulare dei contenuti disciplinari    a cui si può associare  un ‘ organizzazione modulare che preveda la formazione di gruppi di alunni che progrediscono nel corso di studi seguendo una  successione di moduli didattici  . Questa  ipotesi potrebbe fornire una  risposta a bisogni eterogenei  che  a volte sembrano anche inconciliabili  a causa dei diversi  livelli culturali di partenza  dei ragazzi.

La modularità costituisce uno degli  elementi di novità più significativi introdotti dalla legge sull’autonomia scolastica (DPR 275/ 99) per modificare l’impianto didattico –organizzativo della scuola italiana. L’articolo 4 prevede infatti che le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune …

La metodologia modulare può  costituire un ‘ occasione per realizzare  la personalizzazione, in quanto prevede che alunni di classi diverse possano essere impegnati nei vari moduli in base a interessi, bisogni e competenze possedute . Allo stesso tempo il team dei docenti si può aggregare  sulla base  dei diversi moduli, in funzione delle discipline di volta in volta interessate.  I moduli si costruiscono  in base al monte ore annuale di ogni disciplina e in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere a fine corso di studio.

La flessibilità risponde dunque ad una doppia esigenza di oggi: la necessità di  far acquisire competenze cognitive , metacognitive, relazionali e affettive che  aiutino le persone a fronteggiare in maniera autonoma ambienti mutevoli , contradditori , difficili .Queste competenze si acquisiscono a scuola attraverso scelte e responsabilità individuali. Nello stesso tempo è necessaria la costruzione di una  identità e di una personalità forte e fiduciosa delle proprie capacità, capace di formulare progetti ed esprimere desideri ( condizione spesso ostacolata da esperienze scolastiche frustranti)

 

Caratteristiche dell’organizzazione modulare

Il modulo è un "pacchetto", tematico o disciplinare, che rappresenta una parte significativa di un percorso formativo. Si caratterizza come autonomo in quanto possiede obiettivi specifici  e deve garantire i risultati per cui esso è stato progettato. La struttura modulare si può metaforicamente raffigurare come un mobile componibile in cui ciascun pezzo e’ indipendente ma funzionale al tutto. Ogni singola unità è originale ma risponde ad un progetto compiuto e definito. La modularità è il sistema più efficace per la realizzazione di un curricolo flessibile che può  essere strutturato in "moduli di base  obbligatori ", "moduli di aree opzionali", "moduli di aree facoltative".

Il modulo:

  • è composto da contenuti che producono  un "sapere" e un "saper fare" (competenze) ;
  • è programmato per un tempo ben definito, monitorato nel suo percorso e nei risultati che devono essere valutati, documentati e certificati
  •  è diretto ad un gruppo omogeneo per abilità, interessi, bisogni

Il modulo può essere gestito da un singolo docente (modulo disciplinare) o da più di un docente (modulo di area o interdisciplinare) e alla sua conclusione deve rilasciare una certificazione di credito o di debito.

Proposte per l’organizzazione modulare

1.Suddividere gli studenti in gruppi in  base a esigenze formative in modo da limitare situazioni di frustrazione, intese sia come percezione di inadeguatezza (da parte dei più deboli), sia come percezione di noia e perdita di tempo (da parte dei più capaci).
2. Ridurre il numero di materie nell'arco della mattinata.
3. Prevedere momenti di recupero/approfondimento per ogni modulo e  attivati sia per aree disciplinari, che per singole discipline.
4. Migliorare l'efficacia dell'intervento didattico utilizzando le compresenze fra docenti di materie affini.
5. Lavorare il più possibile per  aree disciplinari perseguendo obiettivi trasversali che determinino l'acquisizione di consolidate abilità di base, sia in ambito linguistico che scientifico-tecnico-matematico.

     6. Impostare un lavoro fortemente collaborativo, sia in fase di programmazione che in fase di    attuazione;

        7.Effettuare l'analisi disciplinare  individuando i nodi concettuali irrinunciabili della disciplina ed eliminando, eventualmente, contenuti che non hanno ricadute essenziali nei saperi a posteriori;

 

La didattica modulare può conciliare il lavoro di gruppo e  un’offerta formativa il più possibile individualizzata  poiché  ogni alunno, sulla base delle proprie capacità, che possono risultare diverse per ambiti disciplinari , può  frequentare il corso normale o il corso avanzato per le discipline che gli sono più congeniali. La progressione da un modulo all’altro avviene non per passaggio di classe ma in base alle competenze acquisite ; risulta subito chiaro che questo permetterebbe eventualmente  di recuperare  le carenze solo per quei moduli  in cui l’alunno non  ha raggiunto le competenze indispensabili  per  accedere  al modulo successivo e non sarebbe necessario ripetere sempre tutti i contenuti disciplinari. Un punto da sottolineare  e’ quello di adottare una  diversa durata dei moduli, graduata in base al gruppo classe di riferimento. Tenendo di conto dell’età degli alunni e delle difficoltà iniziali legate all’ambientamento e al nuovo approccio didattico, sembrerebbe preferibile adottare moduli interdisciplinari molto estesi  nei primi anni della scuola primaria e contemporaneamente attivare un modulo di accoglienza all’inizio di ogni anno. Infine qualora si progetti per uno stesso modulo, un gruppo normale ed uno avanzato, va  lasciata aperta la possibilità di scambio tra i due gruppi  in modo che, al termine dei vari moduli, si possa decidere il passaggio di un alunno da un gruppo all’altro, in particolare dal gruppo normale al gruppo avanzato

 

PUNTI DI FORZA:
- ogni alunno potrebbe recuperare o potenziare le proprie abilità in modo più efficace
- l’intervento didattico risulterebbe più efficace vista l’omogeneità di abilità all’interno del gruppo di lavoro
- ogni alunno, inserito in condizioni didattiche adatte alle proprie capacità, non vivrebbe situazioni di frustrazione, intese sia come percezione di inadeguatezza, sia come percezione di noia riguardo alle attività proposte

 

PUNTI DI DEBOLEZZA:
- il gruppo normale rischierebbe una composizione "critica" potendo risultare costituito da alunni scarsamente motivati
- alunni con abilità di base scarse in alcuni ambiti disciplinari si vedrebbero penalizzati dall’appartenere a un gruppo  fisso
- si potrebbe creare in molti alunni un  disorientamento per mancanza di un team dei docenti stabile di riferimento

 

Conclusioni

La modularità  legata all’organizzazione scolastica determina la rottura dell’unità del gruppo-classe e la formazione di un sistema di gruppi flessibili in cui gli alunni avranno compagni che cambiano a seconda della tipologia del modulo scelto. La rottura del gruppo classe può implicare la perdita di un punto di riferimento essenziale per lo sviluppo della personalità degli allievi nella loro globalità, ma al tempo stesso garantisce rispetto dei tempi e dei bisogni individuali , il recupero di segmenti disciplinari che sono risultati carenti, la possibilità di approfondire le discipline che sono più congeniali, formando un piano di studi fortemente individualizzato, che orienti e riorienti  in base  a nuovi bisogni , potenzialità e attitudini .
Una conseguenza inevitabile della dissoluzione del gruppo classe è il venire meno della centralità del suo organo correlato, il Consiglio di classe, ma anche  il Collegio dei docenti potrebbe richiedere una  diversa strutturazione in gruppi di lavoro disciplinari

Altri aspetti riguardano il prevedere procedure specifiche  di verifica,  valutazione  e certificazione  alla fine del modulo

Tutti questi aspetti possono essere oggetto di studio e di riflessione e proposte dopo una prima fase di sperimentazione   volontaria ,  riconosciuta  e incentivata dal punto di vista professionale ed economico.

Gennaio 2007

Marisa Bracaloni

Bibliografia

  • Modularità  di Luca Castrignanò (Bologna)

  • Personalizzazione dei percorsi di apprendimento e di insegnamento, a cura di Claudia Montedoro

  • Conoscere e sperimentare  l’autonomia a cura di Giancarlo Cerini, Tecnodid


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