Dell’inesperienza dell’esperto

di Pino Santoro

Ricevo frequenti attestazioni di stima, da parte di coloro che seguono le mie rubriche. La cosa non può che farmi piacere, come penso che farà piacere a Dario Cillo, guru del gruppo, artifex di questa avventura incredibile che si chiama Educazione&Scuola (costruire e gestire senza il becco di un quattrino una delle riviste telematiche più lette ed apprezzate sul Web non è né semplice, né facile: essere riusciti in questa impresa testimonia di una capacità assolutamente fuori del comune di "leggere" la realtà della scuola italiana, comprendendone i bisogni).

Attestazioni di stima mi giungono anche da parte di coloro che mal tollerano il mio debordare, a volte, il mio desiderio di passare il segno, di smettere i panni del tecnico puro e duro per vestire quelli del commentatore, del moralista, del fustigatore implacabile dei vizi di un’amministrazione scolastica costantemente sull’orlo di una "crisi di nervi" (che fa venire sempre più spesso in verità a coloro che hanno la sventura di intrattenere rapporti, seppur brevi e per altro assolutamente non incestuosi, con il suo elefantiaco apparato amministrativo).

Ebbene: ho già chiesto pubblicamente scusa per queste "licenze" (niente affatto poetiche) che mi concedo (a proposito, e per essere chiari una volta per sempre: circola una leggenda metropolitana che mi dipinge come fiero nemico della scuola privata e di coloro che in queste istituzioni lavorano. Lo dico adesso, perché non ho nessuna intenzione di tacere per sempre: aspetto con ansia la legge di parità, che considero un fatto di civiltà. Che lo Stato debba avere il monopolio dell’istruzione nel nostro paese è una cosa, per usare un linguaggio caro alla nostra destra politica e sociale, che considero assolutamente "illiberale". Questo penso e questo affermo, con assoluta tranquillità. Altre erano le preoccupazioni che esprimevo, in ordine a questioni che nulla hanno a che vedere con il finanziamento alle scuole private e con la polemica, spesso strumentale, che circola attorno a questa questione).

Ma non era dell’affetto e della stima dei lettori però che volevo parlarvi, né del finanziamento alle scuole private, ma di una questione forse più importante e seria: E&S scopre infatti in questi giorni, con rammarico e sorpresa, ed il sottoscritto con lei, che l’esperto espertissimo e competentissimo dà evidenti segni di cedimento.

Cade un mito, finisce un sogno, si esaurisce un’epoca?

Forse sì.

Questo in breve l’episodio che ha fatto gridare allo scandalo non solo alcuni arcigni benpensanti. Pino Santoro scrive ed afferma, rispondendo a numerose FAQ, che anche coloro che hanno maturato tutto il servizio in un ordine scolastico possono partecipare al corso-concorso riservato per conseguire l’abilitazione in classe di concorso o posto appartenente ad altro ordine scolastico. Non è così, naturalmente. L’esperto (ché tale lo considerano) non ha compreso il concetto di "cumulo", a cui l’ordinanza ministeriale fa riferimento. Un errore madornale, e per altro anche banale.

Chi ridendo castigat mores esce da questa avventura deriso e bastonato, per una sorta di benefica e salutare legge del contrappasso.

Morale della favola (un consiglio da "esperto" lo accettate?): diffidare sempre degli esperti.



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