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Didattica@edscuola.com
a cura di Umberto Tenuta


 

FAQ/1
Domande e Risposte su Metodologia e Didattica


 

Criteri per la formazione dell'elenco dei beneficiari del trattamento accessorio

Quali potranno essere i criteri per la formazione dell'elenco dei beneficiari del trattamento accessorio, attesa l'esigenza di assicurare "pari opportunità" ai docenti partecipanti di tutti i settori scolastici di una determinata area territoriale?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

Penso che ci saranno delle modifiche sostanziali.
Aspettiamo!

BIBLIOGRAFIE CONCORSI E CONCORSONE

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

In Metodologia&Didattica sono state date indicazioni bibliografiche in ordine ai vari concorsi ed al concorsone.
Nella rubrica Recensioni e Antologia vengono presentati libri di grande utilità ai fini della preparazione professionale dei docenti.
Altre indicazioni possono essere assunte consultando i cataloghi delle varie case editrici.
Vi sono poi le guide specifiche, più o meno valide sul piano scientifico, ma rappresentano l’ultima sponda.
Utili comunque possono risultare gli articoli pubblicati su Metodologia&Didattica (http://www.edscuola.com/dida.html) e su Spazio Didattica (www.provveditorato.starnet.it).
Utili contributi possono essere trovati in altri siti, in particolare in quelle delle varie associazioni professionali e scientifiche.
Una buona preparazione si fa anche con pochi testi di alto valore scientifico.
Ci affrettiamo a presentarne altri nei prossimi giorni.
Non si può non esprimere l’apprezzamento per questo impegno di aggiornamento che pure, assieme alle proposte, si esprime attraverso Educazione&Scuola.
Comunque, non mancheremo di dare risposte a richieste specifiche, sempre nell’ambito delle nostre competenze.

POF e PEI

In un recente intervento dell'ispettore Tenuta sulla rivista "Il dirigente scolastico" viene affermato che la Carta dei Servizi non è stata abrogata e che quindi mantiene tutta la sua validità. 
Il POF va a sostituire, pertanto, il PEI.
In alcune note della CGIL pubblicate in rete sul sito www.cgilscuola.it è affermato che il POF va a sostituire interamente la Carta dei Servizi.
Gradirei un commento in merito.

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

La scuola dell'autonomia rifugge da ogni formalismo.
Ciò che conta è la sostanza delle cose.
Se nel POF si include anche la Carta dei servizi, che costituisce un impegno ineludibile delle scuole, allora va bene.
Ciò che importa è che i principi affermati nella Carta dei servizi restano fermi.
Lo stesso può dirsi della Programmazione educativa: può essere inclusa nel POF o può costituire un documento a sé stante; ciò che importa è che ci sia, da qualche parte, e che quindi tutta l'attività programmatoria non si riduca in generiche affermazioni di principio.
In fondo, la scuola dell'autonomia comporta un solo fondamentale impegno: assicurare a tutti i singoli alunni il successo formativo, inteso come piena formazione della loro personalità, nel rispetto delle loro identità personali, sociali, culturali, professionali.
Se questo impegno si assolve, la scuola ha raggiunto le sue finalità.
Ma, attenzione! Deve essere una "piena formazione" che non accampa limiti nelle presunte "potenzialità" dei singoli alunni che nessuno può predeterminare e che forse possono avere un metro di misura solo nelle aspettative delle madri, educatrici nate, come riconosceva il loro cantore; Enrico Pestalozzi.

Matematica e multimedialità

Caro amico, come vedi navigando mi sono imbattuta nel tuo sito e ti scrivo con la speranza di ricevere le informazioni che dall'inizio dell'anno scolastico vado cercando.
Sono un'insegnante di Scienze Matematiche per la Scuola Media e anche se ho alle spalle 24 anni d'insegnamento sono sempre alla ricerca di cose nuove.
Vorrei utilizzare una didattica dove possa trovare spazio anche la multimedialità, ma sinceramente non mi riesce di farlo. Ho paura di perdermi. L'unica cosa che realizzo è la ricerca sulle enciclopedie tipo L'Encarta. Da poco ho fatto il collegamento ad Internet e quindi riesco in qualche modo a muovermi un po' meglio. Vorrei che tu mi consigliassi qualche pubblicazione che mi aiuti a risolvere i miei problemi per poter realizzare piccoli ipertesti con i miei alunni particolarmente motivati soprattutto quelli di seconda media e pagine Web. Inoltre come posso svolgere al meglio la mia funzione obiettivo per l'area 2?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

Innanzitutto complimenti per essere sempre alla ricerca di cose nuove. Solo così si può essere docenti, uomini di cultura, filosofi, Solo così si può contagiare agli alunni l'amore della Matematica, quello che il Documento dei Saggi chiama il piacere di matematizzare.
Ora, veniamo alle Tecnologie multimediali, di cui io sono un maniaco, ma anche un fautore critico, come testimoniano i miei articoli su Scuola Italiana Moderna dell'editrice La Scuola di Brescia, sulla Rivista dell'istruzione di Maggioli, Rimini, su Dirigente scolastico del CIRMES_SNALS di Roma, su SPAZIO DIDATTICA (www.provveditorato.starnet.it), su Didattica@edscuola.com.
Condivido la sua delusione, perché anche Umberto Eco, nel Documento dei saggi, ha scritto che in Italia e nel mondo c'è poco di didatticamente valido.
Io sostengo che occorra rimboccarsi le maniche, cominciando dall'utilizzo del LOGO, ora anche in versione Windows (cfr. Micromondi della Garamond).
Ma, come ho scritto in  Didattica@edscuola.com occorre rimboccarsi le maniche e cominciare a far lavorare gli alunni in situazioni problematiche.
Gli ipertesti non si pongono in tale prospettiva.
Io sto cercando di costituire un gruppo che lavori con TOOL BOOK, in modo interattivo: ad esempio, costruendo e facendo utilizzare una leva virtuale, una bilancia matematica...
Ma si può cominciare a far costruire le figure col LOGO o con un programma di grafica quale Corel Draw...
La Matematica è soluzione di problemi.
Se non ci sono problemi non c'è matematica.
Ma i problemi debbono essere realmente avvertiti come tali dagli alunni: i problemi degli altri non sono i nostri problemi.
Per la funzione obiettivo, vedi su Didattica@edscuola.com.

Moduli didattici finalizzati all'integrazione scolastica

Sono un'insegnante di sostegno di scuola elementare del 1° Circolo di Sarno.
Per mia scelta e desiderosa di fare una nuova esperienza ho accettato l'incarico di Docenza al corso Sessione riservata e sono stata incaricata dal coordinatore di trattare le "Tematiche oggetto di approfondimento".
Avrei bisogno di chiarimenti circa la tematica dei "Moduli didattici finalizzati all'integrazione scolastica".

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

I "Moduli didattici finalizzati all'integrazione scolastica" comprendono l’organizzazione educativa e didattica della scuola in vista dell’integrazione degli alunni portatori di handicap.
I riferimenti sono l’art. 2 della Legge 517/1977 e l’art. 13 della Legge 104 /1992, ma soprattutto il Regolamento dell’autonomia scolastica che finalmente specifica che l’integrazione degli alunni portatori di handicap si attua nell’ambito di una scuola che sia a misura di tutti gli alunni (organizzazione educativa e didattica flessibile).
Non si tratta di interventi aggiuntivi alla scuola "normale", ma di una organizzazione educativa e didattica che sia individualizzata per tutti gli alunni e quindi anche per gli alunni portatori di handicap.
Si pongono in tale prospettiva i miei contributi sul POF, in particolare sulla flessibilità, pubblicati su Spazio Didattica (http://www.provveditorato.starnet.it) e il mio volume UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità dell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998 (cfr in particolare: percorsi didattici articolati, percorsi didattici differenziati e percorsi didattici integrativi).
Il tema da affrontare è perciò quello della individualizzazione dell’insegnamento.
Al riguardo, veda la bibliografia nel volume citato.
Le riporto comunque un mio saggio di qualche anno fa (Handicap e svantaggio socioculturale) e, perciò, datato, che va aggiornato alla luce della più recente normativa sull’integrazione degli alunni portatori di handicap (cfr. Decreto 141 riportato in fondo al medesimo saggio).

Laboratorio Multimediale

Sono una maestra elementare di Casalino. Il comune mi ha incaricata di redigere un progetto per la realizzazione di un laboratorio multimediale da utilizzare in collaborazione tra scuola e territorio.
Mi piacerebbe sapere se esistono altre esperienze del genere ed avere informazioni, didattiche, ma anche tecniche, sul modo migliore di realizzarlo.
Mi servirebbe anche conoscere i programmi per le elementari e le materne più adatti ad un primo incontro con il computer e le attrezzature da acquistare.

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

Un'esperienza del genere è stata realizzata a Cava dei Tirreni (SA) dal Centro Intermedia, diretto dal Dott. Michele Baldi al quale potrà rivolgersi anche a nome mio.
In provincia di Salerno, stiamo avviando una serie di iniziative per l'utilizzazione didattica delle tecnologie multimediali. Potrò farle saper qualcosa di più preciso a fine mese.
Personalmente ho scritto alcuni articoli su Riviste didattiche: Rivista dell'istruzione, Rimini; Scuola Italiana Moderna, La Scuola, Brescia; Il dirigente scolastico, Roma.
Potrà tiovare anche miei contributi su SPAZIO DIDATTICA nel sito del Provveditorato agli studi di Salerno: www.provveditorat.starnet.it

Educazioni

Sono un'insegnante elementare di Roma e ho bisogno di un'informazione. Mi rivolgo a lei perché, a quanto ho potuto vedere dal suo sito, la ritengo una "autorità" nel campo.
Arrivo al dunque.
Collaboro da qualche tempo con la cattedra di "Sociologia della comunicazione" del prof. Morcellini, della facoltà di Scienze della Comunicazione. Per elaborare un progetto con questa cattedra ho bisogno di sapere qualcosa in più sul concetto di "educazioni".
Mi spiego meglio.
In facoltà mi hanno riferito che in una circolare, non meglio specificata ,risulta che il Ministero della P.I. ha previsto che le educazioni di cui si deve occupare la scuola sono le seguenti: "educazione alla salute, all'ambiente, stradale, alla legalità e alimentare, etc...".
Cosa significa questo "etc."???
Quali altre educazioni possono essere comprese in questa accezione?
Di quali altre educazioni si può occupare la scuola (di ogni ordine e grado)?
Esistono dei documenti in cui si parla specificatamente di questo?
Sono consapevole che l'argomento sia davvero particolare e che siamo nel pieno delle feste natalizie, ma le sarei ugualmente grata se mi potesse dare qualsiasi tipo di indicazione a riguardo!
In ogni caso la ringrazio, anche solo per il disturbo di aver letto questa lunga e-mail un po’ affannata, e colgo l'occasione per inviarle i miei complimenti per il lavoro che sta facendo on-line.

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

Sin dagli anni '60, sotto forma di attività integrative, si sono andate diffondendo, prima nella scuola elementare e poi anche nella scuola media unificata, sempre più numerose attività educative, che poi sono state istituzionalizzate nella Legge 820 del 1971 sul tempo pieno, nella Legge 517 del 1977 e nella Legge 270 del 1982.
In effetti, si trattava di attività educative che venivano ritenute di grande importanza, ma che, pur riconducibili alle normali discipline di studio, nella prassi scolastica non venivano abbastanza curate.
Sul finire degli anni ’80, si è avvertita, in particolare, l’esigenza di accentuare la dimensione educativa, non solo nella scuola di base, ma anche nella scuola secondaria. Sono stati promossi così numerosi progetti educativi ministeriali (le "educazioni"): educazione alla legalità, alla pace, alla salute, alla lettura, alla musica…
In effetti, l’"educativo", che veniva di fatto rifiutato nei Programmi ufficiali, ricompariva attraverso i Progetti educativi ministeriali.
In un mio libro ed in numerosi articoli ho rivendicato il compito educativo della scuola. La scuola non può limitarsi ad istruire, ma deve anche educare.
Educare o formare sul piano cognitivo, ma anche sul piano affettivo, sociale, morale, estetico, religioso…
Non è facile che questo assunto venga universalmente condiviso, anche quando si parla di "educazioni".
Tuttavia, ad un risultato oggi si è pervenuti, con il D.M. 179/1999 e con la C.M. 184/1999: le "educazioni" non sono aggiunte, integrazioni, ma fanno parte integrante del progetto educativo della scuola, del POF.
Ma una cosa è dire e una cosa è realizzare questo: anche quest’anno i POF si presentano spesso come un collage di Progetti educativi ("educazioni").
Mi fermo qui, perché diversamente scrivo un libro!
Le allego un mio articolo sull’integrazione delle "educazioni".
Potrà cercare altre notizie in Internet (Ministero della Pubblica Istruzione, Educazione&Scuola…) sotto le voci: "Progetti educativi", "Progetto Giovani", "Educazione alla salute", "Educazione stradale… alla pace… interculturale…
Alcuni riferimenti normativi all’educazione alla salute

  • DPR 309 del 9.10.90 (artt. 104, 105, 106 e 127)
  • CM 45 dell’8.2.95
  • CM 325 dell’11.10.95
  • Dir. 133 del 3.4.1996
  • CM 492 del 7.8.96
  • Dir 600 del 23.9.96
  • CM 653 del 16.10.96

Innovazioni del POF rispetto al PEI

Posso avere una risposta al quesito: "Innovazioni del POF rispetto al PEI"?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

1a) <<1.Le istituzioni scolastiche, singolarmente, collegate in rete o tra loro consorziate, realizzano ampliamenti dell’offerta formativa che tengano conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali. I predetti ampliamenti consistono in ogni iniziativa coerente con le proprie finalità, in favore dei propri alunni e, coordinandosi con eventuali iniziative promosse dagli enti locali, in favore della popolazione giovanile e degli adulti. 2. I curricoli determinati a norma dell’articolo 8 possono essere arricchiti con discipline e attività facoltative, che per la realizzazione di percorsi formativi integrati le istituzioni scolastiche programmano sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali>> (Regolamento Autonomia, art. 9, 1, 2).
<<In base a quanto previsto dalla Direttiva n. 180/99, il piano dell'offerta formativa si presenta dunque non tanto come un ennesimo progetto, ma come "il progetto" nel quale si sostanzia il complessivo processo educativo promosso dalla scuola>>.(L.C. 194/1999).
<<L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>> (Regolamento dell’autonomia scolastica Art. 1.2).
<<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>(art. 3 Cost.).
<<Il programma nazionale di sperimentazione d…. è, finalizzato a migliorare gli esiti del processo di insegnamento - apprendimento, concerne prioritariamente la ricerca e l'introduzione di metodologie didattiche che, anche con il ricorso alle nuove tecnologie, favoriscano la crescita culturale e formativa degli alunni, ne riconoscano e valorizzino le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno>> (art. 1, D.M. 179/1999).
<<L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>> (Regolamento dell’autonomia scolastica Art. 1.2). <<Il programma nazionale di sperimentazione…, finalizzato a migliorare gli esiti del processo di insegnamento - apprendimento, concerne prioritariamente la ricerca e l'introduzione di metodologie didattiche che, anche con il ricorso alle nuove tecnologie, favoriscano la crescita culturale e formativa degli alunni, ne riconoscano e valorizzino le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno>> (art. 1, D.M. 179/1999).
Il Piano dell’offerta formativa è funzionale, non solo alla istruzione (acquisizione di conoscenze), ma anche alla formazione degli atteggiamenti e delle capacità che caratterizzano la persona umana.
<<Grande importanza va attribuita all’interazione fra i linguaggi della mente e i linguaggi del corpo, che abbatte la tradizionale barriera fra processi cognitivi e emozioni, facendo emergere un’idea di persona come sistema integrato, alla cui formazione e al cui equilibrio dinamico concorrono la componente percettivo-motoria, quella logico-razionale e quella affettivo-sociale>>(Contenuti essenziali per la formazione di base).
<<riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa… La determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento, delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli enti locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio. Agli studenti e alle famiglie possono essere offerte possibilità di opzione>>(Regolamento sull’autonomia scolastica, artt. 3.2, 8.4)
<<Ferma restando la vigenza dei presenti ordinamenti degli studi, le istituzioni scolastiche sono autorizzate a sperimentare:
22850. la riorganizzazione dei percorsi didattici, nell'ambito degli attuali programmi, secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze;
22851. la realizzazione di compensazioni tra le discipline e attività previste dagli attuali programmi nell'ambito delle risorse di personale e finanziarie di istituto. Il decremento orario di ciascuna disciplina e attività è previsto entro il 15 per cento del relativo monte ore annuale>> (D.M. 179/1999, Art. 1 bis).
<<1.Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell’articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. 2.Nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l’altro: a) l’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l’unità oraria della lezione e l’utilizzazione, nell’ambito del curricolo obbligatorio di cui all’articolo 8, degli spazi orari residui; c) l’attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104; d) l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari. 3. Nell’ambito dell’autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali. 4.Nell’esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell’articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 5. La scelta, l’adozione e l’utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell’offerta formativa di cui all’articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l’introduzione e l’utilizzazione di tecnologie innovative>> (Regolamento sull’autonomia scolastica, art. 4)
<<L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>> (Regolamento dell’autonomia scolastica, art, 1.2).
<<L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>> (Regolamento sull’autonomia scolastica, art.1). <<1. Le istituzioni scolastiche… concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.  2. Nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l’altro: a) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l’unità oraria della lezione e l’utilizzazione, nell’ambito del curricolo obbligatorio di cui all’articolo 8, degli spazi orari residui; c) l’attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni nella lasse e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104; d) l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.¾ 3. Nell’ambito dell’autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali. 4. Nell’esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell’articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112>> (Regolamento sull’autonomia scolastica, art.4).
Le istituzioni scolastiche <<Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati.  6. I criteri per il riconoscimento dei crediti e per il recupero dei debiti scolastici riferiti ai percorsi dei singoli alunni sono individuati dalle istituzioni scolastiche avuto riguardo agli obiettivi specifici di apprendimento di cui all’articolo 8 e tenuto conto della necessità di facilitare i passaggi tra diversi tipi e indirizzi di studio, di favorire l’integrazione tra sistemi formativi, di agevolare le uscite e i rientri tra scuola, formazione professionale e mondo del lavoro. Sono altresì individuati i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi relativi alle attività realizzate nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa o liberamente effettuate dagli alunni e debitamente accertate o certificate>>(Regolamento sull’autonomia scolastica, art. 4).

Unità didattiche per matematica e fisica

Vorrei ricevere del materiale o esempi di unita' didattiche per matematica e fisica, se possibile con la scansione degli obiettivi e delle finalita'.

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

Sono ispettore della scuola elementare e Le posso dare delle indicazioni di carattere metodologico che poi Lei potrà utilizzare per i contenuti di Sua competenza.
Potrà trovare esaurienti e chiare esemplificazioni di unità didattiche nei miei volumi:

  • UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256.
  • UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244.
  • UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344.

Nei tre volumi sono presentati i contenuti disciplinari ed i criteri metodologici del nuovo programma di Matematica della scuola elementare.
Inoltre sono descritti significativi percorsi didattici operativi, ai fini della programmazione e della concreta azione didattica relativa ai singoli obiettivi dei cinque temi.

  • UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illustrato a colori, 1994.

Nel volumetto sono illustrate le possibili utilizzazioni dei numeri in colori e dei materiali multilink, anche attraverso creative simulazioni ludiche.

  • UMBERTO TENUTA, L’ambito matematico-scientifico, in: FIORIN I. (a cura di), L’innovazione nella scuola elementare, La Scuola, Brescia, 1994.

Nel saggio sono presi in esame i collegamenti dell’Educazione matematica con le altre discipline dei Programmi del 1985.

Che fare?

>Sono un'insegnante di scuola elementare in servizio nel viterbese.Lavoro da quattro anni in una scuola soggetta a continui trasferimenti d'insegnanti ; i miei alunni che frequentano la terza classe hanno cambiato qualcosa come quindici insegnanti. Ho provato a far presente il problema alla direttrice con relazioni scritte ma senza nessun esito.Dal mio punto di vista trovo che la continuità nella scuola primaria sia obiettivo da cui partire sia per i bambini che per gli insegnanti Da qualche giorno mi trovo a fare i conti con un problema: i bambini mi hanno riferito che il mio collega,nuovo di zecca, avrebbe detto loro che non insegno a leggere e scrivere, che perdo tempo a far fare inutili disegni e maschere con stracci,che la biblioteca di classe non serve a far leggere veramente......Di fronte a questa situazione ,emersa casualmente dallo spostamento di una scatola contenente ritagli di stoffe,mi sono chiesta se sia lecito plagiare i bambini insinuando loro dubbi o paure e se un'azione del genere possa essere valutata oggettivamente e punita.Da quando lavoro in questa scuola ho imparato che cos'è il potere del dirigente scolastico, solo per aver chiesto un permesso per motivi di studio e essermi rivolta al sindacato sono stata umiliata offesa nella dignità e costretta ad isolamento professionale non senza ulteriori conseguenze.Il comportamento che osservo  nell'ambiente in cui lavoro è quello del silenzio coatto (infelice espressione del 95%del collegio dei docenti).Mi chiedo allora che fare in questa situazione?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

>Parlare!
Chieda al collega che cosa ha detto agli alunni e gli spieghi come usa la bibliotechina scolastica, come e perché impegna gli alunni nelle attività espressive e drammatiche...(lo faccia sapere anche a me!).
Parli sempre, quando è necessario, ma non si faccia carico di problemi che non sono di sua competenza e che nemmeno il dirigente scolastico può risolvere, come quello dei trasferimenti degli insegnanti.
Il silenzio può essere rotto, sempre, da chi parla con rispetto degli altri.
Avanti, coraggio!

ATTIVITA' INTEGRATIVE

>Ho letto l'articolo " Obiettivi: come districarsi ? " e pongo la seguente domanda :un percorso formativo che ha come scopo la conoscenza approfondita del territorio in cui la scuola opera, può considerarsi attività curricolare integrativa?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

>Occorre distinguere tra obiettivi generali o standard (obbligatori e comuni a tutti gli alunni dello stesso ordine di scuola sul territorio nazionale) ed obiettivi integrativi che le singole scuole dovranno attivare per una quota prevista del 15%, molto probabilmente in una rosa di attività indicata a livello nazionale.
A questi obiettivi se ne potranno aggiungere altri (obiettivi aggiuntivi), scelti liberamente dalle scuole, anche d’intesa con gli enti locali, in aggiunta agli obiettivi generali o standard e/o agli obiettivi integrativi.
La "conoscenza approfondita del territorio in cui la scuola opera" potrebbe rientrare negli obiettivi integrativi, e come tale far parte del curricolo ordinario e, quindi, del normale orario.
Ma questo deve essere previsto nell’ambito del POF, e non può essere deciso dal singolo docente.

MAPPA DISCIPLINARE E PROCESSI COGNITIVI CONNESSI

>Sono un insegnante di Scienze Matematiche, FO  area 1. Il preside  mi ha dato l'incarico di formare un gruppo di lavoro per individuare le " mappe dei processi cognitivi ed i nuclei fondanti delle discipline". Potrebbe  fornirmi delle spiegazioni  riguardanti questo argomento?

RISPONDE: SALVATORE BINI

Vanno considerati i due riferimenti essenziali della comunicazione didattica:
I = attività d'insegnamento (strutturazione della disciplina di studio o di parte di essa);
A= attività di apprendimento (processi cognitivi, cui vanno aggiunti indicatori di prestazione e risultati conseguiti dagli allievi).
Dall'impianto I-A vanno ricavati i "pacchetti di lavoro", secondo la logica della "didattica modulare":
ad I vanno aggiunti: metodologie, tecnologie, tempi, modalità operative, verifiche…
ad A vanno aggiunti: aspetti metacognitivi (clima di apprendimento, motivazione, interesse, relazionalità …), indicatori di prestazione da parte di ciascun allievo, apprendimenti integrativi, alternativi o personalizzati…

IMPIANTO DISCIPLINARE: MATEMATICA (SCUOLA ELEMENTARE)
(tratto dal POF del CIRCOLO DIDATTICO DI CONTURSI TERME - dircontursi@tiscalinet.it)

I

i problemi:

analisi

rappresentazione

soluzione

costruzione

il numero:

ordinalita’

cardinalita’

scrittura e valore posizionale

il calcolo:

* concetti

* tecniche

* automatismi

lo spazio:

orientamento

topologia

enti geometrici e relazioni

trasformazioni

misure arbitrarie e convenzionali

altri linguaggi:

logici

probabilistici

statistici

informatici

 

A

A1

A2

A3

A4

Interpretazione e risoluzione di situazioni problematiche nell’ambito di esperienze reali e/o immaginarie

° Interiorizzazione, concettualizzazione e utilizzo del numero nei vari aspetti

° Padronanza orale e scritta degli algoritmi di calcolo

Organizzazione, rappresentazione e misurazione dello spazio

* Potenziamento delle capacità logiche

* Conoscenza di strumenti di rappresentazione e interpretazione della realtà

Dalle tabelle e dalle loro espansioni vanno elaborate le MAPPE, che sono delle rappresentazioni di conoscenze, informazioni, concetti… presentati contestualmente, connessi tra di loro e resi in forma schematica ed essenziale.
Nel caso specifico, le mappe che sono necessarie per un adeguato e funzionale rapporto tra I/A, sono le seguenti:
a) le MAPPE CONCETTUALI relative all'organizzazione della disciplina o dello specifico argomento di studio;
b) le MATRICI COGNITIVE relative ai concetti e/o conoscenze che gli allievi già possiedono a riguardo, nonché ai processi che ne hanno sostenuto l'interiorizzazione;
c) le RETI CONCETTUALI, che, ricavate dal confronto tra mappe e matrici, indicano gli effettivi itinerari di lavoro per allievi e docenti (blocchi o pacchetti).

Per leggere: 
- P. Romei, Guarire dal mal di scuola, La Nuova Italia, Firenze.
- G. Domenici, Manuale dell'orientamento e della didattica modulare, Laterza, Bari.
- E. Damiano, Insegnare con i concetti, SEI, Torino

Anno di Formazione

>Sono un'insegnante di scuola materna assunta in ruolo nell'anno in corso 99/00, vorrei chiedere alcuni consigli sulla "relazione finale " e avere un po' di bibliografia riguardo alla metodologia della ricerca:
-posso impostare la tesi sul lavoro che svolgo in sezione e quindi indicare le varie tappe del percorso integrandola con riferimenti teorici e formativi relativi alla metodologia della ricerca?
-deve essere una tesi in cui e' maggiore e piu' dominante la parte teorica oppure la parte che si riferisce alla didattica e agli elaborati dei bambini?
La ringrazio se potra' tranquillizzarmi!

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

>Certamente è preferibile dare spazio alla didattica ed ai lavori dei bambini.
Sulla ricerca:
Per l’approfondimento teorico:
- E. BECCHI, B. VERTECCHI (a cura di), Manuale critico della sperimentazione e della ricerca educativa, F. Angeli, Milano, £ 30.000
- D. ANTISERI, Teoria e pratica della ricerca nella scuola di base, Editrice La Scuola, Brescia, £ 30.000

Lettoscrittura

>Cerco qualche esempio di unità didattiche/percorsi di lingua italiana per prima elementare (primo ciclo) e sui metodi di insegnamento della lettoscrittura,in particolare sul metodo fonematico. Ringrazio anticipatamente chi volesse aiutare questa mia ricerca.

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

>Sul metodo fonematico c’è il classico volume di G. Germano, Apprendimento della lettura e della scrittura secondo un metodo fonematica, Editrice La Scuola, Brescia.
Altri testi essenziali:
- Ferreiro, Teberosky, La costruzione della lingua scritta nel bambino, Ed. Giunti, Firenze.
- Mialaret G., L’apprendimento della lettura, Armando, Roma.
- Deva F., I processi di apprendimento della lettura e della scrittura, La Nuova Italia, Firenze

Libri di testo

>In un recente incontro, è stato sostenuto che, in regime di autonomia,  si innescherà un processo che potrebbe portare a un forte ridimensionamento dell'uso dei libri di testo in favore della produzione di dispense modulari, più "mirate" ai POF dei singoli istituti.
La prospettiva "quadra" dal punto di vista normativo?
Si conoscono esperienze del genere già attuate?

RISPONDE: UMBERTO TENUTA

>La vigente normativa consente l’uso di materiale alternativo ai libri di testo.
Leggere la nuova circolare su Educazione&Scuola.
Comunque, la problematica è in pieno fermento.
Fra cinque anni avremo l’e-book (PC formato pagina capace di leggere ipermedia).
Una tematica affascinante.
Ma il libro di carta non morirà.

 


 

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