LE FOTOGRAFIE A COLORI DEI NOSTRI ALUNNI

Umberto Tenuta

 

Con l'autonomia muore la scuola degli adempimenti.

Vengono meno i D.M., le O.M., le C.M. e le conseguenti richieste di assicurazione di adempimento.

Una volta eseguite le indicazioni ministeriali e le eventuali aggiunte provveditoriali e direttoriali, tutto era a posto, si poteva stare tranquilli.

Nessuno, proprio nessuno, si preoccupava più dei risultati conseguiti attraverso gli scrupolosi adempimenti burocratici.

La garanzia dei diritti degli alunni era assicurata.

Con l'autonomia muore la burocrazia scolastica, ma nascono i diritti degli utenti.

Gli operatori scolastici non debbono più rispondere all’Amministrazione scolastica, ma direttamente agli utenti.

Una nuova responsabilità, sancita dalla Carta dei servizi, dal Regolamento dell'autonomia scolastica, dallo Statuto degli studenti, ma soprattutto dall'etica professionale dei docenti.

Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che non si possono soddisfare le esigenze degli utenti se gli utenti non sono messi nella condizione di esprimerle. In tal senso, il Regolamento dell’autonomia scolastica fa riferimento alla <<domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti>>.

Agli utenti, perciò, occorre dare voce.

Occorre raccogliere dagli alunni, dalle famiglie, dagli esperti le informazioni utili a mettere a punto le fotografie a colori dei singoli alunni, dalle quali emergano le loro esigenze formative, le loro potenzialità, le loro caratteristiche personali.

Una fotografia a colori di ciascun alunno!

Se non si corresse il rischio della retorica dei sentimenti, si potrebbe dire "le fotografie a colori che le madri tengono sempre davanti a sé", ma forse, con tocco più professionale, si potrebbe anche parlare delle PET che i medici utilizzano per formulare le loro diagnosi e le loro terapie e che i docenti dovrebbero utilizzare come Documenti di valutazione per elaborare la loro programmazione.

Ciò che importa è che i docenti abbiano ben presenti le esigenze formative dei singoli alunni e le loro caratteristiche personali (livelli, ritmi e stili di apprendimento), per poter programmare e realizzare i loro interventi educativi e didattici.

Senza questa conoscenza, puntuale, analitica, aggiornata, ogni discorso di autonomia, di Piano dell'offerta formativa, di flessibilità è mera retorica: è retorica che colloca fuori della logica dell'autonomia.

La scuola dell’autonomia è la scuola che si impegna ad assicurare il successo formativo, inteso come pieno sviluppo della persona umana, nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni.

Ora, è ben evidente che il rispetto delle identità si può realizzare solo se queste sono conosciute. Ed è pure evidente che il successo formativo ed il rispetto delle identità si possono realizzare solo attraverso l’adeguamento dell’azione educativa e didattica alle caratteristiche personali dei singoli alunni che pertanto occorre conoscere. La scuola dell’autonomia impone la conoscenza puntuale del contesto socioculturale e delle caratteristiche personali dei singoli alunni (fotografie a colori).

Un impegno serio di sperimentazione dell'autonomia passa attraverso le fotografie a colori dei singoli alunni e la mappatura del contesto socioculturale.

Innanzitutto, le fotografie a colori.

Dalle fotografie a colori vengono fuori le esigenze formative dei singoli alunni che consentono di progettare:

1) gli obiettivi formativi generali (atteggiamenti, capacità e conoscenze), che tutti gli alunni debbono perseguire, perché funzionali alla formazione dell’uomo e del cittadino;

2) gli obiettivi formativi integrativi, scelti per i singoli alunni in riferimento alle loro personali esigenze formative, nella prospettiva della personalizzazione educativa;

3) gli eventuali obiettivi formativi aggiuntivi, che vanno ad arricchire, sia gli obiettivi standard o generali, sia gli obiettivi integrativi.

Inoltre, dalle fotografie a colori vengono fuori le caratteristiche personali dei singoli alunni che consentono di progettare:

1) percorsi didattici articolati che rispondano ai livelli, agli stili ed ai ritmi di apprendimento dei singoli alunni, ai fini del perseguimento, seppure a diversi livelli, degli obiettivi standard o generali;

2) percorsi didattici differenziati:

per il perseguimento degli obiettivi standard da parte degli alunni portatori di handicap (interventi di sostegno)

per il perseguimento degli obiettivi standard da parte degli alunni svantaggiati (interventi compensativi)

per l’ampliamento degli obiettivi standard da parte degli altri alunni (interventi di arricchimento);

3) i percorsi didattici integrativi per il perseguimento degli obiettivi formativi integrativi, attraverso itinerari di apprendimento diversificati negli obiettivi e nei percorsi didattici, in modo da assicurare la personalizzazione educativa, ai fini del rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni.

L'esigenza di assicurare a tutti gli alunni, attraverso la personalizzazione dei percorsi didattici, il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana, nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali, impegna gli operatori scolastici a ricercare ed a mettere a punto le strategie educative e didattiche che la ricerca sociopsicopedagogica più avanzata propone e pertanto richiede un impegno di aggiornamento su tutti i piani, ma soprattutto sul piano disciplinare e metodologico-didattico.

Opportunamente, in tale prospettiva, nel Progetto SET si evidenzia la particolare esigenza di aumentare la competenza sociopsicopedagogica e metodologicodidattica dei docenti.

Anche la direttiva 210/1999 sull’aggiornamento si pone in tale prospettiva.

La scuola dell'autonomia è la scuola della qualità, e la qualità si fonda sulla professionalità dei docenti che, avvertendo la pressante esigenza di assicurare il successo formativo di ciascuno degli alunni della propria scolaresca, si impegnano in un'attività di aggiornamento che riguardi primariamente l’approfondimento delle loro competenze disciplinari e delle loro competenze metodologico-didattiche.

Le fotografie a colori ci guardano e ci chiedono di dare risposte soddisfacenti, le migliori, alle esigenze di formazione dei nostri alunni, ai loro bisogni formativi, ai loro bisogni di autorealizzazione umana, da cui dipende il loro destino e il destino della società tutta, che sarà quello che noi tutti contribuiremo a costruire, per ciascuno di loro e per ciascuno dei nostri figli.

Forse è, questa, una consapevolezza nuova, la consapevolezza che nel villaggio globale ciascuno è responsabile del suo destino nel momento in cui si fa responsabile del destino degli altri, perché c’è un solo destino, il destino comune dell’umanità, nostro e altrui.

E, perciò, assieme ai nostri bisogni, dobbiamo impegnarci a conoscere i bisogni degli altri, a cominciare da quelli dei nostri alunni.

È questo il primo impegno degli uomini di scuola, un impegno che non si assolve con le schede, con le valutazioni quadrimestrali, con tutti i formalismi della documentazione burocratica.

Un impegno che comporta una professionalità nuova, attenta non più agli adempimenti, ma alle esigenze delle persone, dei bambini tutti, dei bambini che ci stanno davanti, ciascuno con le sue domande di autorealizzazione, ciascuno con il suo bisogno di crescere, di formarsi, di realizzarsi nella sua umanità.

La fotografia a colori di ciascuno dei nostri alunni.

Una fotografia a colori che dobbiamo impegnarci a costruire ed a leggere, per cercare di intuire le nascenti identità, ma anche le timide domande di aiuto.

Innanzitutto, le domande di aiuto, che ogni alunno ci pone e che noi dobbiamo disporci a leggere con attenzione, se non vogliamo che le loro attese vadano deluse.

Ma anche le nascenti identità personali, sociali, culturali e professionali, che dobbiamo imparare a conoscere e a rispettare.

Nelle fotografie a colori forse è difficile intravedere l’uomo di domani, il Principe o il Povero, anche perché la formazione dell’uomo di domani dipende pure dall’aiuto e dal rispetto che noi oggi sapremo assicurare.



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