OBIETTIVI FORMATIVI DA RAGGIUNGERE

Umberto Tenuta

 

È nata la scuola dell’autonomia!

Sono caduti i vincoli burocratici, si sono aperti gli spazi dell'autonomia: non si deve più camminare sui binari obbligati e obbliganti delle leggi, dei decreti e delle circolari ministeriali.

Ogni scuola elabora il suo Piano dell’offerta formativa , nel quale si dà la sua organizzazione ed i criteri dell'attività educativa e didattica.

Fioriscono le iniziative più diverse, i modelli organizzativi più variegati, le attività educative più fantasiose.

Pochi restano fermi, ma quelli che si muovono sono la grande maggioranza.

Se qualcuno dubitava dello spirito innovativo che anima gli uomini di scuola, si sbagliava.

L'immaginazione impera.

Ci sarebbe da essere soddisfatti.

Eppure non mancano le perplessità.

Assieme a coloro che esprimono soddisfazione per tanto e così diffuso processo innovativo, alcuni si domandano dove sta andando la scuola italiana.

Divelti i binari normativi, alcuni temono che si vada allo sbando.

E, in effetti, non si può escludere che questo rischio esista.

Esiste indubbiamente il rischio che ciascuna istituzione scolastica si muova, non secondo i principi dell’autonomia, ma arbitrariamente, ignorando anche i pochi vincoli posti dal Regolamento dell'autonomia (RAS).

I vincoli essenziali sono due:

a) gli obiettivi formativi;

b) la verifica.

Il che comporta che vengano puntualmente precisati:

a) gli obiettivi formativi da perseguire, in termini di competenze (<<riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>.) (RAS, art. 13. comma 1): occorre delineare nel POF e nella Programmazione didattica le specifiche competenze relative alla formazione di tutti gli aspetti della personalità (formazione motoria, formazione sociale, formazione emotivo-affettiva, formazione linguistica, formazione cognitiva: matematica, scientifica, storica...);

b) i criteri e gli strumenti per verificare che i singoli alunni abbiano raggiunto le competenze generali attinenti alla formazione dell’uomo, del cittadino e del lavoratore (obiettivi formativi standard) e le competenze relative alla valorizzazione delle loro identità personali, sociali e culturali (obiettivi formativi integrativi ed obiettivi formativi aggiuntivi).

gli Obiettivi formativi da perseguire

La ragion d'essere della scuola dell’autonomia è il successo formativo, da garantire a tutti gli alunni (<<al fine di garantire loro il successo formativo>>)(RAS, art.1, comma 2).

È, questo, il vincolo ineludibile della scuola dell’autonomia.

Se non ci si impegna ad assicurare a tutti gli alunni il successo formativo, inteso come <<pieno sviluppo della persona umana>>, si è fuori della logica dell'autonomia: non si attua la scuola dell’autonomia.

Si connotano come scuole dell'autonomia solo le scuole che mettono tutti gli alunni nelle condizioni, non tanto di perseguire, quanto di conseguire il successo formativo, inteso come piena formazione della personalità nel rispetto delle identità personali, sociali e culturali.

Il rischio incombente è che, venute meno le certezze in ordine alle indicazioni programmatiche relative ai contenuti delle singole discipline, costituiti soprattutto dall'acquisizione di conoscenze, in una prospettiva meramente nozionistaica, non siano precisate le competenze da perseguire, in termini di atteggiamenti e capacità, oltre che di conoscenze essenziali.

Precisa il RAS che le istituzioni scolastiche riorganizzano <<i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>.

Il D.M. 234/2000 specifica che, in attesa dei syllabus nazionali, gli obiettivi formativi e le competenze vanno desunti dagli attuali Programmi didattici (1).

Pertanto, impegno prioritario ed ineludibile di ogni istituzione scolastica dovrebbe essere quello di leggere gli attuali Programmi didattici in termini non contenutistici, ma di competenze, individuando quali siano precisamente le competenze che attengono alla formazione motoria, alla formazione sociale, alla formazione emotivo-affettiva...

A tal fine, si ritiene che i docenti di ogni ordine e grado di scuola possano utilmente fare riferimento alle finalità generali indicate nei Piani di studio della Commissione Brocca (2).

E' appena il caso di evidenziare che le competenze vanno indicate in termini di capacità e di atteggiamenti, oltre che di conoscenze essenziali (3).

Occorre preoccuparsi, non tanto di fare acquisire conoscenze, che oggi possono essere più agevolmente acquisite attraverso i canali telematici, quanto di far maturare competenze (capacità ed atteggiamenti).

In una civiltà caratterizzata dalla rapidità delle trasformazioni e dalla conseguente obsolescenza delle conoscenze in ogni settore, risulterebbe patetico che la scuola occupasse il suo tempo a far acquisire conoscenze che diventano obsolete prima che possano essere utilizzate.

La scuola deve impegnarsi ¾ e lo si dice da un secolo! ¾ soprattutto a far acquisire capacità, a cominciare dalla capacità di imparare, dalla capacità critica, dalla capacità di convivere democraticamente, dalla capacità di mantenere il proprio equilibrio socio-emotivo, ma non trascurando le capacità cognitive e le capacità espressivo-comunicative offerte dai linguaggi verbali e dai linguaggi non verbali.

Tuttavia, si deve finalmente riconoscere che nel contesto socioculturale nel quale viviamo non bastano nemmeno le capacità, ma occorre privilegiare anche la formazione degli atteggiamenti (nel Documento dei saggi si fa espresso riferimento al piacere di leggere (4) ed al piacere del matematizzare (5)), anche perché le capacità non si attivano se mancano le motivazioni.

La scuola deve porre come suo obiettivo prioritario, essenziale, fondamentale, la promozione della gioia di imparare e di fare, la gioia di autorealizzarsi, la gioia di vivere (6).

Nel POF e, ancor più, nei Piani educativi personalizzati, che vanno a costituire la Programmazione didattica annuale e la Programmazione didattica periodica (unità didattiche), vanno precisate le competenze (atteggiamenti, capacità e conoscenze essenziali) che i singoli alunni debbono perseguire.

Evidentemente, le <<competenze>> attengono sia alla formazione dell’uomo, del cittadino e del lavoratore (obiettivi formativi standard), sia alla valorizzazione delle identità personali, sociali, culturali e professionali (obiettivi formativi integrativi ed obiettivi formativi aggiuntivi).

Per ogni alunno occorre precisare sia gli obiettivi formativi standard che gli obiettivi formativi integrativi e gli obiettivi formativi aggiuntivi.

Non bastano le indicazioni generiche, vaghe, indeterminate. Come precisa la Carta dei servizi, è necessario che ogni alunno conosca <<gli obiettivi didattici ed educativi del suo curricolo>>. Si tratta di un’esigenza dettata, non solo dal principio della trasparenza, ma anche dalla natura dei percorsi apprenditivi e formativi, che richiedono la piena consapevolezza degli obiettivi formativi e dei percorsi didattici non solo da parte dei docenti, ma anche da parte degli alunni.

Finora, questa esigenza è stata avvertita, anche parzialmente, solo per gli alunni portatori di handicap.

Nel momento in cui si riconosce il diritto al successo formativo da parte di tutti gli alunni, deve maturare la consapevolezza che ogni alunno ha diritto a conoscere, non solo gli <<obiettivi didattici ed educativi del suo curricolo>>, ma anche <<il percorso per raggiungerli>> e <<le fasi del suo curricolo>> e che il docente deve <<esprimere la propria offerta formativa, motivare il proprio intervento didattico, esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione>>.

LA VERIFICA DEL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI FORMATIVI

È essenziale, pregiudiziale, ineludibile l'esigenza che nel POF e nella Programmazione didattica annuale e periodica sia precisato il quadro organico di <<obiettivi formativi e competenze>> da perseguire.

Ed essenziale è anche l’impegno a perseguire gli obiettivi formativi e le competenze predisponendo un'organizzazione educativa e didattica flessibile, che metta tutti gli alunni nella condizione di poter muovere dai loro livelli di sviluppo e di apprendimento e di poter procedere secondo i loro ritmi ed i loro stili di apprendimento, condizione indispensabile per perseguire il successo formativo, secondo le più avanzate metodologie educative e didattiche, quali il mastery learning (7) ed il cooperative learning (8).

Tuttavia, altrettanto essenziale, fondamentale, ineludibile è l’esigenza di predisporre ed utilizzare gli strumenti ed i criteri che consentano di verificare se gli obiettivi formativi e le competenze siano stati raggiunti da tutti gli alunni .

Occorre accertare che il successo formativo venga effettivamente conseguito da tutti gli alunni.

Lo prevede la Legge 59/1997 (9), lo prevede il RAS (10), lo impone la Carta costituzionale (<<È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>).

Il rischio che la scuola dell’autonomia si traduca in un fallimento può essere scongiurato attivando un sistema di verifica puntuale ed organico, che dia alle singole istituzioni scolastiche la possibilità di accertare che ogni alunno abbia conseguito gli obiettivi formativi e le competenze che sono stati indicati nel suo Piano educativo personalizzato come traguardi da perseguire ai fini della piena formazione della sua personalità, nel rispetto della sua identità personale, sociale e culturale.

Al riguardo, appare opportuno evidenziare l'esigenza che il sistema di verifica sia opportunamente articolato, in modo che assicuri l'accertamento, non solo dei risultati formativi complessivi delle istituzioni scolastiche, ma anche dei risultati formativi dei singoli alunni.

La scuola dell’autonomia si impegna a garantire il successo formativo a tutti gli alunni.

È questo l'aspetto distintivo e qualificante della riforma della scuola italiana del 2000: una scuola che, non solo riconosce, ma finalmente si impegna ad assicurare a tutti i giovani la loro piena autorealizzazione umana, la loro umanizzazione, la loro educazione, facendo proprio il motto assunto ad emblema del Rapporto Faure: <<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>> (11).

È questa la ragion d’essere della scuola dell’autonomia.

Se non verrà assicurato a tutti gli alunni il <<pieno sviluppo>> della loro personalità, nel rispetto delle loro identità personali, sociali, culturali e professionali, la scuola dell’autonomia non sarà stata attuata.

Gli obiettivi formativi vanno accuratamente programmati e sistematicamente perseguiti, ma vanno certamente conseguiti!


Note

1 <<A decorrere dal 1° settembre 2000, e sino a quando non sarà data concreta attuazione alla legge 10 febbraio 2000, n.30, gli ordinamenti e relative sperimentazioni funzionanti nell'anno scolastico 1999/2000, sia per quanto riguarda i programmi di insegnamento che l'orario di funzionamento delle scuole di ogni ordine e grado, ivi compresa la scuola materna, costituiscono, in prima applicazione dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, i curricoli delle istituzioni scolastiche alle quali è stata riconosciuta autonomia a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59>>.

2 Piani di studio della scuola superiore e programmi dei primi due anni –Le proposte della Commissione Brocca, STUDI E DOCUMENTO DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, N. 56, Le Monnier, Firenze, 1991; Piani di studio della scuola superiore e programmi dei trienni –Le proposte della Commissione Brocca, STUDI E DOCUMENTO DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, N. 59-60, 61, Le Monnier, Firenze, 1992. 

3 In merito cfr. UMBERTO TENUTA, I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI, RIMINI, 1998, N. 5.

4 <<Ma la lettura va intesa e sollecitata anche come emozione immediata e bisogno-piacere inesauribile, come scoperta di un libro che stimola la ricerca di altri libri>>.

5 <<il piacere del matematizzare>>.

6 In merito cfr. UMBERTO TENUTA, La gioia di imparare / La gioia di insegnare; Le Fotografie a colori dei nostri alunni, Il Bisogno di Autorealizzazione, in Metodologia&Didattica: http://www.edscuola.com/dida.html.

7 BLOCK J.H.(a cura di), Mastery learning - Procedimenti scientifici di educazione individualizzata, Loescher, Torino, 1972).

8 COMOGLIO M., CARDOSO M.A., Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative Learning, LAS, Roma, 1996; COMOGLIO M. (a cura di), Il Cooperative learning. Strategie di sperimentazione, Quaderni di animazione e formazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1999; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura), I contesti sociali dell’apprendimento.Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995.

9 <<obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi>>.

10 <<Per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e degli standard di qualità del servizio il Ministero della pubblica istruzione fissa metodi e scadenze per rilevazioni periodiche. Fino all'istituzione di un apposito organismo autonomo le verifiche sono effettuate dal Centro europeo dell'educazione, riformato a norma dell'articolo 21, comma 10 della legge 15 marzo 1997, n. 59>>.

11 FAURE E. (a cura di), Rapporto sulle strategie dell'educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, P. 249.