LA PRIMA COSA SERIA DELLA SCUOLA

Umberto Tenuta

Nel Corriere della sera del 10 settembre 2001, Angelo Panebianco ha indicato le tre cose serie della scuola, ponendo al primo posto la competenza, quella che in un nostro intervento su DIDATTICA@EDSCUOLA.COM abbiamo definito Qualità dell’insegnamento (1).

Che cosa è la Qualità dell’insegnamento?

Si potrebbe subito rispondere che la Qualità dell’insegnamento esiste quando si ottengono risultati ottimali.

Questa affermazione però non basta perché occorre sapere in che cosa consistono i "risultati ottimali".

Dal Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R. 275/1998 è possibile dedurre che i risultati sono ottimali quando l’insegnamento garantisce il successo formativo a tutti gli alunni. Garantire il successo formativo e garantirlo a tutti gli alunni è l’impegno fondamentale, caratterizzante, qualificante della scuola dell’autonomia.

Da una parte, occorre garantire il successo formativo, il <<pieno sviluppo della persona umana>> previsto dall’art. 3 della Costituzione ed inteso come piena formazione della personalità.

Dall’altra, è necessario che il successo formativo sia garantito a tutti gli alunni.

IL SUCCESSO FORMATIVO

Sancisce l’art. 3 della Costituzione che <è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.

Garantire il successo formativo significa che tutti gli alunni debbono essere messi nella condizione di realizzare la piena formazione della loro personalità.

Al riguardo, è opportuno precisare subito che la Costituzione non parla di istruzione, e quindi di acquisizione di conoscenze, ma di "sviluppo", e quindi di educazione, di formazione. Non si tratta di fare acquisire delle conoscenze, di fornire informazioni, nozioni, saperi, ma occorre impegnarsi a promuovere la formazione delle capacità e degli atteggiamenti (2) che costituiscono le facoltà umane di muoversi, di parlare, di pensare, di immaginare ecc.

Già Kant affermava che l’uomo diventa tale solo attraverso l’educazione (3).

È l’educazione che toglie l’uomo dalla condizione di essere biologico e lo eleva alla vita culturale, lo fa diventare un essere culturale, un uomo. L’uomo ha creato la cultura che lo ha fatto uomo: l’uomo si è umanizzato acquisendo tutte le caratteristiche che sono proprie dell’uomo, attraverso la costruzione della cultura.

Ogni nuovo nato deve ripercorrere questo cammino, deve farsi uomo.

Non si nasce, ma si diventa uomo: non si nasce ma si diventa intelligenti; non si nasce ma si diventa parlanti; non si nasce ma si diventa socievoli; non si nasce ma si diventa poeti ecc.

Il processo dell’umanizzazione, dell’educazione, della formazione dell’uomo si attua nella società educante, la cui prima istituzione educativa è la famiglia. Poi vengono le altre istituzioni sociali e quindi anche la scuola come istituzione educativa artificiale (4).

La scuola è chiamata a dare il suo contributo qualificato, decisivo ¾ in quanto intenzionale e sistematico¾ ai fini della piena formazione della personalità.

IL DIRITTO DI TUTTI GLI ALUNNI AL SUCCESSO FORMATIVO

Nel momento in cui si prende atto che uomini si diventa solo attraverso l’educazione, si riconosce che l’educazione è un diritto di tutti, che tutti hanno diritto alla loro umanizzazione, a divenire uomini.

Il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana, deve essere garantito a tutti.

Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che è ormai è maturata la consapevolezza che l’educazione non può essere concepita come sviluppo, come mero "venir fuori", come esplicarsi delle capacità, degli atteggiamenti e delle conoscenze.

Le conoscenze non sono innate, ma è necessario acquisirle. In tanto si possiedono le conoscenze, in quanto le si è apprese.

Non solo le conoscenze, ma anche le capacità e gli atteggiamenti non sono innati. Non si nasce capaci di camminare, di muoversi, di parlare, di ragionare (5).., ma si impara a camminare, a prendere gli oggetti, a parlare, a ragione ecc. solo attraverso l’educazione.

Tuttavia, l’educazione non può essere concepita come azione antropoplastica, come modellamento, come formazione. Sono ormai superate le concezioni ambientalistiche, comportamentische, skinneriane (6) che concepivano la formazione come risultato esclusivo dei condizionamenti socioculturali.

Oggi si è propensi a ritenere che l’educazione è la risultante dell’interazione dei fattori genetici con i fattori ambientali, i quali però svolgono un ruolo essenziale, decisivo, estremamente significativo.

Gli spazi di intervento sui processi di formazione della personalità sono ampi, tali da consentire a tutti di formarsi molto al di sopra di quanto comunemente avviene, se migliorano i processi di insegnamento.

Occorre migliorare sempre più i processi di insegnamento per creare condizioni più favorevoli ad una formazione di qualità.

MIGLIORAMENTO DEI PROCESSI DI INSEGNAMENTO E DI APPRENDIMENTO

Nel momento in cui il Regolamento dell’autonomia scolastica pone l’esigenza di garantire il successo formativo a tutti gli alunni, fa emergere in tutta la sua urgenza il problema del miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento (.<<esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

È quello che Angelo Panebianco ha indicato come qualità dell’istruzione.

Occorre impegnarsi, anche nella scuola, sul piano operativo, sul piano della concreta attività educativa e didattica che quotidianamente si svolge nelle aule, a migliorare i processi di insegnamento/apprendimento.

Ai discorsi, ai dibattiti, alle discettazioni sulla programmazione, sull’organizzazione, sulla valutazione, sui curricoli, sui cicli ecc. ecc. occorre sostituire un concreto impegno volto a programmare, organizzare, valutare i processi di insegnamento e di apprendimento che ogni giorno si svolgono dentro le aule e che vedono impegnati i singoli alunni.

Il Regolamento dell’autonomia scolastica pone l’esigenza del riconoscimento e della valorizzazione delle diversità.

In tale prospettiva una delle caratteristiche più salienti della scuola dell’autonomia è la flessibilità, che va intesa come personalizzazione educativa.

Nella scuola dell’autonomia assumono preminente importanza i singoli alunni, più che il contesto scolastico ed il contesto socioculturale.

Ciò che importa è la qualità dei processi di apprendimento di Marco, Michele, Angela, Maria, Stefania…

Il successo formativo si garantisce se si mettono i singoli alunni nella condizione di apprendere e di formarsi.

In tal senso, il miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento nasce dal riconoscimento della centralità dei singoli alunni e del loro diritto a realizzare l’ottimale, integrale e originale formazione della loro personalità.

Assicurare la qualità dell’insegnamento significa migliorare i processi di apprendimento e di formazione che ogni giorno i singoli alunni vivono dentro le aule,perché ciascun alunno possa andare incontro al successo formativo, al <<pieno sviluppo >>.

Come afferma il rapporto faure, <<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>> (7).

La cosa più importante della scuola dell’autonomia è di assicurare a ciascun alunno il successo formativo, inteso come piena, integrale, originale, ottimale formazione della sua personalità.

La qualità dell’insegnamento si misura solo dal successo formativo dei singoli alunni delle singole classi.

Di questo occorre discutere e per questo soprattutto occorre impegnarsi, sin da oggi.


Note

1 Umberto Tenuta, Le tre cose serie della scuola, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

2 TENUTA U., I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI, RIMINI, 1998, N. 5.

3 <<La bestia è già resa perfetta dall'istinto... L'uomo invece... non possiede un istinto e deve quindi formulare da sé il piano del proprio modo di agire... La specie umana deve esprimere con le sue forze e da se stessa le doti proprie dell'umanità. Una generazione educa l'altra... L'uomo può diventare tale solo con l'educazione>> (KANT E., Pedagogia, O.D.C.U., Rimini, 1953, pp.25-27).

4 Come scrive il Bruner, <<la scuola è l'ingresso nella vita della ragione. È, certamente, vita essa stessa, e non mera preparazione alla vita; tuttavia è uno speciale tipo di vita, accuratamente programmato al fine di sfruttare al massimo quegli anni ricchi di possibilità formative che caratterizzano lo sviluppo dell'homo sapiens e che distinguono la specie umana dalle altre>>. (BRUNER J. S., Dopo Dewey, Armando, Roma, 1964, p. 17).

5 Piaget afferma che anche i poteri logici non sono innati, ma si sviluppano attraverso il loro esercizio: <<...la logica non è innata nel bambino. Se la logica stessa si costruisce invece di essere innata, ne consegue che il primo compito dell'educazione è di formare la ragione>> (PIAGET J., Dove va l'educazione, Armando, Roma, 1974, p. 51).

6 Particolarmente significativa è la tesi sostenuta in SKINNER B.F., Walden Due. Utopia per una nuova società, La Nuova Italia, Scandicci (FI), 1995.

7 FAURE E. (a cura di), Rapporto sulle strategie dell'educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, P. 249.


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