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SPERIMENTARE La scuola dell’autonomia

PONENDO AL CENTRO DELLA scuola gli obiettivi formativi

Umberto Tenuta

L’intervento della scuola è <<intenzionale e sistematico>>, cioè funzionale al perseguimento degli obiettivi formativi che costituiscono la ragione d’essere della scuola della scuola dell’autonomia.

L’intenzionalità formativa della scuola di base è stata finora largamente disattesa, in quanto l’attività educativa e didattica è stata quasi sempre finalizzata all’acquisizione di conoscenze disciplinari, più o meno sistematiche, anziché al perseguimento di obiettivi formativi in termini di atteggiamenti e di capacità.

I Programmi didattici sono stati predisposti in tempi diversi per ogni ordine di scuola, senza mai prevedere un loro raccordo, nella prospettiva di un quadro di comuni obiettivi formativi generali da perseguire a lungo termine.

Le indicazioni al riguardo sono state generalmente presentate in termini generici, di finalità generali, quali la formazione dell’uomo e del cittadino.

Peraltro, fatta qualche eccezione per i più recenti Programmi didattici, le indicazioni programmatiche sono state riferite quasi esclusivamente agli obiettivi disciplinari, soprattutto in termini di conoscenze.

Ora dovrebbe apparire scontato che, se si opera nella scuola per la formazione di base, gli obiettivi formativi debbono comprendere, non solo e non tanto le conoscenze, quanto e soprattutto le capacità e gli atteggiamenti. La scuola è formativa nella misura in cui si impegna a promuovere la formazione delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alle diverse dimensioni della personalità, considerata nella sua integralità (<<sistema integrato>>).

In effetti, anche da una lettura attenta del Documento sui Saperi essenziali e degli ancora vigenti Programmi didattici emerge chiaramente che, oltre alle conoscenze essenziali (strutture delle discipline, quadri concettuali, nuclei concettuali fondanti...), la scuola per la formazione di base deve impegnarsi soprattutto sul piano della formazione di atteggiamenti e di capacità (1).

A titolo meramente esemplificativo, si riportano le indicazioni relative alle Scienze dei Programmi del 1985:

atteggiamenti

a) lo sviluppo di atteggiamenti di base nei confronti del mondo, come

F la tendenza a porre proprie domande, o a coglierle nel discorso degli altri, come motivazione all'osservazione e alla scoperta;

F l'intraprendenza inventiva, soprattutto per quanto riguarda la formulazione di ipotesi e spiegazioni;

F l'abitudine a identificare entro situazioni complesse singoli elementi ed eventi e l'attenzione alle loro relazioni;

F l'esigenza di trovare criteri unitari per descrivere e interpretare fenomeni anche assai diversi;

F l'autonomia del giudizio, accompagnata da disponibilità a considerare le opinioni altrui ed a confrontare queste e le proprie con i fatti;

F il rispetto consapevole per l'ambiente...

capacità

b) l'acquisizione di abilità cognitive generali quali, per esempio:

F la capacità di analisi delle situazioni e dei loro elementi costitutivi,

F la capacità di collegare i dati dell'esperienza in sequenze e schemi che consentano di prospettare soluzioni ed interpretazioni e, in certi casi, di effettuare previsioni,

F la capacità di distinguere ciò che è certo da ciò che è probabile,

F la capacità di formulare semplici ragionamenti ipotetico-deduttivi;

c) la crescente padronanza di tecniche di indagine, da quelle di tipo osservativo, sino all'impiego in situazioni pratiche del procedimento sperimentale;

d) lo sviluppo di un rapporto sempre più stretto e articolato tra il "fare" ed il "pensare"...

CONOSCENZE

e) acquisizione di conoscenze riguardanti aspetti fondamentali sia del mondo fisico sia del mondo biologico, considerati nelle loro reciproche relazioni e nel loro rapporto con l'uomo…

Tuttavia, al riguardo, è opportuno precisare che, non solo le conoscenze, ma anche e soprattutto gli atteggiamenti e le capacità non possono limitarsi alla sola dimensione cognitiva, ma debbono comprendere tutte le dimensioni della personalità, considerata nella sua unitarietà (<<sistema integrato>>).

Il limite più rilevante e più pernicioso della scuola per la formazione di base è forse costituito dal suo riduzionismo cognitivistico, dalla sua scarsa o nulla attenzione alle altre dimensioni della personalità (motoria, affettiva, sociale, morale, estetica ecc.).

Non considerare l’uomo nella sua integralità significa dimidiarlo, ridurlo a frazione di umanità e quindi non coglierlo nella sua concreta complessità. Prestare attenzione solo alla mente significa dimenticare il corpo ed il cuore e quindi mettersi nella condizione di non promuovere nemmeno la formazione della mente, che con il corpo e con il cuore interagisce.

L’attenzione all’educazione psicomotoria e l’interesse per l’intelligenza affettiva, che oggi si vanno imponendo nel discorso psicopedagogico, costituiscono l’orientamento nuovo verso il quale la scuola deve sempre più muovere se non vuole rimanere estranea agli interessi dei giovani, configurandosi come esperienza lontana dai loro impegni di autorealizzazione umana, che evidentemente saranno rivolti altrove.

Pertanto, impegnarsi a individuare gli atteggiamenti, le capacità e le conoscenze essenziali che attengono alla formazione motoria, affettiva, sociale, morale, linguistica, cognitiva, estetica, matematica, scientifica, storica ecc. costituisce il compito più significativo dei docenti che vogliano veramente sperimentare la scuola dell’autonomia.

L’intenzionalità formativa è particolarmente sottolineata dal Regolamento sull’autonomia che pone al centro della nuova scuola gli obiettivi formativi.

In effetti, nella scuola dell’autonomia tutta l’organizzazione educativa e didattica, dall’edilizia ai trasporti, ai servizi di mensa, è funzionale al perseguimento degli obiettivi formativi.

Anche se in via sperimentale, già sin da oggi è possibile porsi nella prospettiva della scuola dell’autonomia, ponendo al centro del Piano dell’offerta formativa e della sua concreta realizzazione gli obiettivi formativi relativi alle diverse dimensioni della personalità degli alunni (obiettivi motori, affettivi, sociali, morali, linguistici, estetici, cognitivi, matematici, scientifici, storici ecc.).

Pertanto, l’impegno degli operatori scolastici dovrebbe essere rivolto ad individuare ed a precisare ¾ attraverso un’attenta analisi dei vigenti programmi, dai Programmi didattici del 1985 agli Orientamenti del 1991 ed ai Piani di studio Brocca¾ gli obiettivi formativi cui fare riferimento sia nella programmazione che nella realizzazione dell’azione educativa e didattica.

Innanzitutto, occorre precisare, per l’intero corso della scuola per la formazione di base, gli obiettivi formativi a lungo termine, desumendoli dalle premesse dei Programmi, dagli indicatori delle schede di valutazione e, magari, facendo riferimento alle finalità generali delle singole discipline indicate nei Programmi Brocca.

Una volta predisposta la mappa degli obiettivi formativi a lungo termine, occorre procedere alla loro scansione per i singoli segmenti della scuola per la formazione di base, in modo da avere il quadro complessivo degli obiettivi formativi a medio termine che saranno perseguiti nell’intero corso della scuola in cui si opera, secondo la loro scansione annuale, che di essi sarà puntualmente effettuata dai consigli di classe.

Tuttavia, anche se di fondamentale importanza, non basta la delineazione della mappa degli obiettivi formativi a lungo, a medio ed a breve termine, ma occorre anche e soprattutto impegnarsi a precisare sempre quali sono gli obiettivi formativi che si intendono perseguire attraverso le specifiche attività educative e didattiche di volta in volta programmate e realizzate.

Per ogni iniziativa educativa, dalle unità didattiche relative alle singole discipline alle visite didattiche ed ai cosiddetti Progetti educativi, dovrebbero essere preventivamente ben precisati gli obiettivi formativi che si intendono perseguire.

I principi dell’efficacia e dell’efficienza che stanno a fondamento della scuola dell’autonomia impediscono di procedere in modo episodico ed occasionale, senza avere ben chiari gli obiettivi formativi da perseguire in ogni attività educativa e didattica.

Non solo le visite di istruzione, la elaborazione di un giornalino scolastico o di un cd-rom, ma anche le singole unità didattiche relative agli argomenti delle singole discipline debbono essere sempre funzionali al perseguimento di obiettivi formativi preventivamente individuati e precisati.

Le attività educative e didattiche debbono essere sempre impostate in modo tale che esse promuovano negli alunni il perseguimento degli obiettivi formativi previsti nel Piano dell’offerta formativa.

Al riguardo, peraltro, è opportuno tenere presente che ogni iniziativa didattica, seppure finalizzata ad uno specifico obiettivo formativo, in effetti concorre anche al perseguimento di altri obiettivi formativi delle stessa o di altre discipline.

In tale prospettiva, occorre superare le impostazioni riduzionistiche delle singole unità didattiche che portano a tenere presenti solo gli obiettivi formativi specifici della disciplina che è oggetto delle singole unità didattiche. A titolo meramente esemplificativo, si può evidenziare come in una unità didattica relativa alla riscoperta della formula per il calcolo delle aree dei triangoli siano implicati atteggiamenti e capacità che attengono, non solo alla matematica, ma anche alla formazione linguistica (lessico, costruzioni sintattiche…), alla formazione sociale (lavoro di gruppo, discussioni…), alla formazione cognitiva (formulazione di ipotesi, attività di verifica…) ecc.

Peraltro, va tenuto presente che l’interdisciplinarità non si attua aggiungendo specifiche attività a quelle del curricolo disciplinare, ma individuando in ogni unità didattica gli obiettivi formativi comuni a più discipline. Ad esempio, il concetto di simbolizzazione che l’insegnante di matematica intende far perseguire nelle attività di riscoperta della scrittura posizionale dei numeri è comune anche all’apprendimento del leggere e dello scrivere che promuove l’insegnante di lingua italiana.

Impegnarsi a precisare gli obiettivi formativi a lungo, medio e breve termine ed a perseguirli in ogni iniziativa educativa e didattica rappresenta la condizione indispensabile per assicurare l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione educativa e didattica della scuola, che costituisce, non solo un impegno giuridico, ma anche un diritto degli alunni che frequentano la scuola.

Spazio Didattica offre la possibilità di mettere in rete le mappe degli atteggiamenti, delle capacità e delle conoscenze essenziali che le singole scuole avranno delineato attraverso un tale impegno.

C’è qualcuno disposto a comunicare la mappa degli atteggiamenti, delle capacità e delle conoscenze essenziali, seppure relativamente ad una sola disciplina?

Note

1 Per una trattazione più approfondita degli obiettivi formativi della scuola in termini di atteggiamenti, di capacità e di conoscenze, cfr.: UMBERTO TENUTA, I contenuti essenziali per la formazione di base –Homo patiens, habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 1998, n. 5, pp. 705-714.

 

(Già pubblicato in SPAZIO DIDATTICA, http://www.provveditorato.starnet.it/)


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