NOTE PRELIMINARI SULLE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE (TIC)

di Salvatore Bini
binisa@tiscalinet.it

 

L'introduzione delle tecnologie multimediali e l'uso del computer nella didattica non possono essere ridotti a puro tecnicismo o a semplice alfabetizzazione informatica, staccata dagli aspetti formativi. Va recuperata, invece, la dimensione qualitativa, che vuol dire:

·       attenzione alle logiche;

·       possesso dei “linguaggi“;

·       riflessione sugli aspetti cognitivi e relazionali;

·       valenza formativa;

·       padronanza delle tecniche ed “uso qualitativo“.

Una breve rassegna antologica, serve ad evidenziare problemi e concetti-base:

1.           Antonio Calvani:  « È ingenuo credere che basti introdurre i computer e la multimedialità nella scuola per ottenere un miglioramento della qualità dell'educazione. Senza un'adeguata preparazione specifica degli insegnanti, si rischia di fare un uso banale e didatticamente irrilevante di tecnologie estremamente sofisticate».

2. Roberto Maragliano :    *   Auspica che: « … lo shock che inevitabilmente comporta l'introduzione delle macchine e dei loro linguaggi favorisca un ripensamento generale dei contenuti e dei modi della formazione».
                                       
** Descrive due approcci: 
    UNO :    il modello strumentale :  il computer come supporto alla didattica;
    DUE  :    il modello filosofico : la multimedialità che ci fa ripensare il mondo ( o i
                  mondi  ?)
, ce lo fa ricostruire e ce lo fa rivivere, secondo modalità diverse
                  rispetto al passato.

3. Andrea Varani :  Riferendosi agli obiettivi del sistema TIC ( … cultura della tecnologia… azione didattica non solo con i media e neppure sui media, bensì dentro i media…)  considera: « Il p.c. non inteso, finalmente, come strumento didattico e nemmeno come oggetto d'insegnamento, ma come ambiente dentro il quale far confluire diversi apporti culturali funzionali ad una comune azione formativa». 
In un tale ambiente:       *     si valorizza il lavoro collaborativo e cooperativo sia tra i  
                                             docenti, sia tra gli alunni e sia tra docenti e alunni;
                                       * *  si realizzano  la “didattica laboratoriale“ ed il tutoring.

4. Jerome Bruner : « L'apprendimento è, tra l'altro, un processo interattivo in cui le persone imparano l'una dall'altra, e non solo attraverso il narrare e il mostrare; è nella natura delle culture umane formare  comunità in cui l'apprendimento è frutto di uno scambio reciproco».

5. Giuseppe Marucci: « Nell'educazione scientifico-tecnologica, il “laboratorio“ non è semplicemente un ambiente attrezzato in cui svolgere un certo numero di esperimenti e dimostrazioni;  ma è invece, l'insieme di tutte le opportunità, interne ed esterne alla scuola, utili per dare un contesto pratico all'osservazione, la sperimentazione, il progetto e la valutazione della rilevanza sociale della scienza e della tecnologia».

6. Jürgen Habermas : «Il paradigma della conoscenza di oggetti deve essere sostituito dal paradigma  dell'intesa comunicativa tra soggetti capaci di parlare e di agire».

 L' “agire comunicativo“ per H. rappresenta la condizione originaria del soggetto che si pone in relazione con se stesso, con gli altri e con il mondo esterno,  attraverso il linguaggio che funge da medium. La comunicazione, oltre che agire sul piano della conoscenza, interviene sull'agire dell'uomo e, quindi,  sul piano  “etico“, toccando i “tre mondi“:

·                     la realtà ( avvenimenti e fatti);

·                     la socialità (gli altri);

·                     l'intersoggettività (se stesso e gli altri).

Questi tre mondi costituiscono i “mondi della vita“,  abitati da valori, quotidianità, affetti…

Alla funzionalità o strumentalità della comunicazione e dei suoi mezzi, si sostituiscono la razionalità, la logica, la dialettica, che regolano, attraverso il linguaggio, i rapporti e le azioni degli uomini.

Un quadro di sintesi potrà essere così strutturato:

A.  IPOTESI DI LAVORO UNO:

Ricercare la razionalità della multimedialità, piuttosto che la funzionalità e la strumentalità.

A. 1.  PRIMO COROLLARIO PEDAGOGICO-DIDATTICO:
L'acquisizione dei linguaggi multimediali serve per poter “mediare“ un diverso rapporto con se stessi, la realtà esterna e gli altri e per poter meglio agire nel “mondo della vita“.

B.  IPOTESI DI LAVORO DUE:

Nell'utilizzazione in campo didattico della razionalità e della strumentalità della multimedialità, occorre considerare quest'ultima come un contesto linguistico, narrativo ed operativo,  che arricchisca e renda agevole nel soggetto la comprensione, la relazionalità e il rapporto interpersonale.

B.1.  SECONDO COROLLARIO PEDAGOGICO-DIDATTICO:
Più che accontentarsi di una generica e preliminare didattica multimediale,  si dovrà pensare ad esplorare la multimedialità nei suoi contenuti formativi e a connetterla:

o        ad una didattica sperimentale, razionalmente impiantata

o        all'apprendimento significativo ed autodiretto da parte dell'allievo.

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Bibliografia minima

J. Bruner, La cultura dell'educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano 1997.

A.  Calvani - M. ROTTA, Comunicazione e apprendimento in Internet, Erick­son, Trento 1999.

J. Habermas, Teoria dell'agire comunicativo, Il Mulino, Bologna 1986.

R.  Maragliano, Tre ipertesti su multi­medialità e formazione, Laterza, Ba­ri 1998.

A.  Varani, Emozioni, apprendimento e ipermedialità, in Psicologia e scuola n. 98, febbraio-marzo 2000, Giunti.

                  Un benevolo TIC , in  Informatica e Scuola  n° 3, settembre 2000, Hugoni Editore.

M. Varisco - V. Grion, Apprendimen­to e tecnologie nella scuola di base, UTET, Torino, 2000.