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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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UDIR

UNITà DIDATTICHE IN RETE
(a cura di Umberto Tenuta)

 

Nasce la UDIR - UNITA' DIDATTICHE IN RETE, una rete di reti di docenti delle singole discipline, impegnati ad approfondire le problematiche relative alla didattica, con specifico riferimento alla elaborazione di moduli didattici ed unità didattiche.

UDIR si propone di mettere a disposizione dei docenti tutti alcune ipotesi di moduli e di unità didattiche relative a specifici obiettivi formativi delle singole discipline delle scuole di ogni ordine e grado.

Le unità didattiche possono essere elaborate liberamente dai docenti ed inviate alla redazione (umbertotenuta@edscuola.com) che procede al loro coordinamento ed alla loro eventuale integrazione ai fini della pubblicazione, nella quale saranno citati i nominativi di tutti i docenti che hanno contribuito alla elaborazione delle unità didattiche pubblicate.

Al fine di rendere quanto più possibile organico il lavoro, la Redazione potrà proporre la elaborazione di unità didattiche relative a specifici obiettivi formativi.

L’aspetto più significativo del lavoro è costituito dalla ricerca e dalla descrizione dei percorsi di apprendimento con la puntuale indicazione delle attività che gli alunni dovranno svolgere e con l’indicazione delle tecnologie educative, anche multimediali, di cui gli alunni potranno servirsi.

In effetti, si intendono proporre, non lezioni frontali, ma percorsi di apprendimento fondati sull’attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione (problem solving), auspicabilmente nella forma del lavoro di gruppo (cooperative learning).

In questa prospettiva, l’elaborazione delle unità didattiche potrà essere effettuata agevolmente se ci si mette nella condizione del docente che non fa lezione, non spiega, non presenta, non illustra, ma organizza contesti apprenditivi nei quali gli alunni, utilizzando opportuni strumenti didattici, possano da soli pervenire alla scoperta/costruzione dei concetti, seppure con la guida dei docenti.

Le unità didattiche possono essere integrate o interamente costituite da appositi software che consentano agli alunni la scoperta dei concetti.

È appena il caso di evidenziare che la pubblicazione delle unità didattiche non dà diritto ad alcun compenso e che le unità didattiche pubblicate possono essere utilizzate liberamente da chiunque.

Si rinvia a tutti gli articoli pubblicati su DIDATTICA@EDSCUOLA.COM 

L’invio delle UNITÀ DIDATTICHE dovrà essere accompagnato dalla seguente scheda:

SCHEDA DI ADESIONE ALLA RETE

UDIR

da inviare a
umbertotenuta@edscuola.com

 

COGNOME:

NOME:

DOCENTE di scuola

materna

elementare

media

secondaria

DISCIPLINA:

Scuola DI TITOLARITA':

COLLEGATO IN RETE CON:

 
 

TITOLO DI STUDIO:

PUBBLICAZIONI:

 
 
 
 

ESPERIENZE REALIZZATE:

 
 
 
 
 

E-MAIL: @


UDIR - UNITA' DIDATTICHE IN RETE

Le sigle sono sempre riduttive. Non riescono mai ad esprimere appieno la complessità dei contenuti cui si riferiscono.

È così anche per UDIR che sta per  UNITà DIDATTICHE IN RETE, ma che vorrebbe significare allo stesso tempo la pluralità degli apporti che alla formazione integrale della personalità provengono dalle diverse discipline.

In effetti, l’intento è quello di costituire una rete di esperti delle didattiche disciplinari impegnati a promuovere la formazione integrale della personalità, secondo il dettato costituzionale che fa obbligo alla Repubblica di garantire a tutti i cittadini il <<pieno sviluppo della persona umana>> [1] .

La piena formazione, intesa come formazione di tutte le dimensioni della persona umana, nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali, costituisce il fondamentale impegno della scuola dell’obbligo, che più significativamente negli anni ’50-‘60 veniva indicata come scuola per la formazione di base,

Innanzitutto, una scuola formativa, una scuola che non si limita a prendere atto delle capacità e degli atteggiamenti di cui sono portatrici le singole persone, ma si impegna a promuoverne la formazione, nell’intento di assicurare a tutti i cittadini il massimo sviluppo delle loro possibilità formative, di fare in modo che tutti i cittadini possano sviluppare al massimo le loro potenzialità umane, intese però non come frutto esclusivo delle dotazioni genetiche, ma come risultato del processo di formazione che si attua attraverso l’interazione delle dotazioni genetiche con le stimolazioni socioculturali.

Oggi sembra si sia generalmente d’accordo che la personalità non è predeterminata geneticamente ma si costruisce attraverso le interazioni socioculturali che ogni individuo vive sin dalla nascita, soprattutto nei primissimi anni di vita.

Se la personalità non è predeterminata geneticamente, grandissima è la responsabilità di tutte le agenzie formative, a cominciare dalla famiglia e dal contesto socioculturale.

In particolare, la scuola ha la responsabilità di assicurare, attraverso i suoi interventi intenzionali e sistematici, le migliori condizioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, offrendo a tutti gli alunni l’opportunità di vivere esperienze formative ricche ed efficaci.

Occorre che la scuola promuova il massimo sviluppo delle possibilità formative, rivolgendo però la sua attenzione a tutte le dimensioni della personalità, da quella motoria a quella emotivo-affettiva, sociale, morale, religiosa, estetica, linguistica, cognitiva ecc.

Occorre che la scuola promuova la formazione al massimo livello di tutte le dimensioni della personalità.

La formazione è piena anche e soprattutto quando nessuna delle dimensioni costitutive della personalità viene trascurata, perché la personalità si configura come integrazione delle sue diverse dimensioni, le quali interagiscono l’una con l’altra e lo sviluppo o l’atrofia di una di esse coinvolge anche le altre.

Purtroppo, nel passato la scuola ha privilegiato la dimensione cognitiva, sacrificando, tra le altre, la dimensione motoria, la dimensione emotivo-affettiva, la dimensione sociale, la dimensione musicale.

Occorre recuperare il significato integrale dell’educazione, che <<piena>> non è se non raggiunge i più alti livelli, ma <<piena>> non è se non riguarda tutte le dimensioni costitutive della persona umana.

In tale prospettiva, la scuola si impegna, a promuovere l’acquisizione non solo delle conoscenze, ma anche e soprattutto delle capacità e degli atteggiamenti motori, emotivo-affettivi, sociali, morali, religiosi, linguistici, cognitivi ecc.

 

LA VALENZA FORMATIVA DEGLI APPRENDIMENTI DISCIPLINARI

Gli strumenti che la scuola utilizza per promuovere la formazione sono soprattutto le discipline di studio. Attraverso le discipline la scuola promuove, non solo l’istruzione, ma anche l’educazione, la formazione di atteggiamenti e di capacità.

Non si tratta di aggiungere nuove discipline e nuove attività quanto di utilizzare le discipline di studio in una prospettiva che risulti eminentemente formativa, in quanto intesa a far maturare soprattutto capacità ed atteggiamenti.

In tale prospettiva, si impone forte l’esigenza di individuare gli obiettivi formativi relativi alle singole dimensioni della personalità che possono essere perseguiti attraverso gli apprendimenti disciplinari.

La domanda che i docenti delle singole discipline debbono porsi non è solo “quali conoscenze gli alunni debbono apprendere”, ma è anche e soprattutto “quali atteggiamenti e quali capacità gli alunni possono maturare attraverso lo studio della Matematica, della Storia, della Geografia, della Lingua ecc.”?

Il primo impegno dei docenti è quello di definire il quadro organico degli obiettivi formativi (atteggiamenti, capacità e conoscenze essenziali) [2] che attengono alla formazione integrale della personalità dei singoli alunni.

Le mete formative non possono rimanere vaghe, frammentarie, disorganiche, come spesso si riscontra nei documenti programmatori. In effetti è molto scarsa nella scuola la consapevolezza chiara e approfondita delle precise finalità formative da perseguire. Ogni docente è impegnato a far acquisire soprattutto le conoscenze della sua disciplina, ma anche quando si impegna a promuovere l’acquisizione di atteggiamenti e di capacità, egli opera indipendentemente dagli altri docenti, come se la formazione motoria o la formazione matematica ecc. ecc. non incidesse profondamente sulla formazione di tutte le altre dimensioni della personalità. L’isolamento operativo dei docenti delle singole scuole è l’espressione più evidente dell’assenza di un quadro organico, integrato, quanto più possibile completo degli obiettivi formativi che i docenti delle singole discipline debbono perseguire interagendo l’uno con l’altro, nella piena consapevolezza che la personalità è un sistema integrato [3] e che ogni disciplina ha una valenza formativa che va al di là degli angusti confini in cui solitamente la si rinchiude.

Solo la delineazione di un quadro organico, sistematico, completo degli obiettivi formativi a lungo termine, da perseguire nell’intero corso della scuola dell’obbligo, può consentire ai singoli docenti di individuare l’apporto che la sua disciplina può assicurare al perseguimento dei singoli obiettivi formativi.

 

I PERCORSI FORMATIVI

Ma, seppure essenziale, non basta individuare e delineare il quadro organico degli obiettivi formativi da perseguire. Quello che maggiormente si richiede è la messa a punto dei percorsi formativi attraverso i quali gli obiettivi formativi possano essere efficacemente perseguiti da tutti gli alunni.

La nuova scuola, la scuola dell’autonomia, è la scuola del successo formativo, è la scuola della piena formazione da assicurare a tutti gli alunni, in quanto è la scuola dell’efficacia e dell’efficienza.

La scuola dell’autonomia non può non organizzarsi in modo che gli alunni, tutti gli alunni, perseguano e conseguano gli obiettivi formativi che attengono alla loro piena, integrale ed originale formazione di uomini, di cittadini e di lavoratori.

Occorre che in tutti gli operatori scolastici si accresca la consapevolezza che il diritto all'educazione ed all'istruzione non è il diritto alla frequenza della scuola, ma è il diritto ad apprendere ed a formarsi.

La scuola deve creare le condizioni perché tutti gli alunni riescano ad apprendere ed a formarsi.

In tale prospettiva si impone <<l’esigenza di migliorare il processo di insegnamento e di apprendimento>> (Art. 1, D.P.R. 275/1999).

Da molto tempo l’attenzione degli operatori scolastici è prevalentemente, se non esclusivamente, rivolta alle problematiche di carattere organizzativo e non si indirizza invece agli aspetti metodologico-didattici.

Se è importante delineare le mete formative, è altrettanto urgente delineare i percorsi formativi, gli itinerari di apprendimento, le metodologie educative e didattiche [4] .

In tale prospettiva, si impone l’esigenza che i docenti delle singole scuole, ma anche i docenti delle diverse scuole opportunamente collegati in rete, si impegnino a ricercare, individuare, progettare e sperimentare i percorsi formativi più efficaci.

Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che non esistono leggi e principi definiti e definitivi, assoluti, validi per sempre e in tutte le situazioni.

Ciò non significa che i percorsi di apprendimento non vadano sempre messi a punto tenendo presenti alcuni essenziali criteri orientativi.

L’attività didattica non può essere predeterminata meccanicisticamente secondo le pretese di una didattica prescrittiva, ma non può essere nemmeno spontaneistica, abbandonata al caso, affidata all’improvvisazione.

Esistono criteri socio-psico-pedagogici e metodologico-didattici che possono aiutare a delineare più che a definire precisi percorsi apprenditivi e formativi.

Ai docenti incombe l’onere di ricercare, individuare e tracciare tali percorsi, nelle loro linee essenziali.

In tale prospettiva, si pone la costituzione di una rete di docenti che si impegnano a mettere a punto ipotesi di itinerari di apprendimento fondati sui processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione (problem solving) [5] , auspicabilmente attraverso il lavoro di gruppo (cooperative learning) [6] .

L’impegno precipuo di UDIR è quello di delineare i percorsi apprenditivi (Unità didattiche, anche coordinate in Moduli didattici) nelle loro linee essenziali, con specifico riferimento agli obiettivi formativi, alle attività ed alle tecnologie educative, ai criteri ed agli strumenti di verifica.

 

Nei Percorsi apprenditivi (unità didattiche) assume particolare rilevanza la chiara delineazione:

a)        degli obiettivi formativi in termini di atteggiamenti, capacità e conoscenze essenziali;

b)       degli itinerari di apprendimento, costituiti dalle attività che gli alunni debbono svolgere a livello concreto, iconico o simbolico, perché possano pervenire al conseguimento degli obiettivi formativi;

c)        delle tecnologie educative che gli alunni più che i docenti debbono utilizzare per perseguire gli obiettivi formativi;

d)       dell’azione di guida che i docenti debbono svolgere a sostegno degli alunni impegnati a perseguire gli obiettivi formativi, auspicabilmente lavorando in piccoli gruppi;

e)        dei criteri e degli strumenti di verifica da utilizzare.

 

In estrema sintesi UDIR è costituita da gruppi di docenti collegati in rete che mettono a punto i percorsi apprenditivi relativi alle discipline che insegnano lavorando in gruppo nell’ambito delle singole scuole o in rete.

 

Si possono costituire anche diversi gruppi disciplinari, collegati in rete, su tutto il territorio nazionale.

 

Ci si propone di coordinare i vari gruppi nelle forme che saranno ritenute le più opportune e di pubblicare gli itinerari di apprendimento messi a punto su Metodologia&Didattica (Http://www.edscuola.com/dida.html ).

 

Tutte le attività previste hanno carattere gratuito, compresa la pubblicazione delle risultanze dei lavori della rete.

 

BIBLIOGRAFIA

Si rinvia, in particolare, agli articoli specifici pubblicati in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM


[1] <<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>(Art. 3 Cost.).

[2] In merito cfr.: TENUTA U., I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI, RIMINI, 1998, N. 5; TENUTA U., Atteggiamenti Capacità Conoscenze ; Conoscenze Capacità Atteggiamenti , in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[3] <<Grande importanza va attribuita all’interazione fra i linguaggi della mente e i linguaggi del corpo, che abbatte la tradizionale barriera fra processi cognitivi e emozioni, facendo emergere un’idea di persona come sistema integrato, alla cui formazione e al cui equilibrio dinamico concorrono la componente percettivo-motoria, quella logico-razionale e quella affettivo-sociale. Ne consegue un’impostazione del-la didattica volta a favorire l’integrazione tra le diverse matrici di cui si compone l’esperienza quotidiana, riconoscendo pari dignità al segno di scrittura, all’immagine, al suono, al colore, all’animazione>> (Documento dei saggi sui saperi essenziali).

[4] Il metodo méthodos ¾dal greco meta (lungo) e hodós (strada) = <<la strada che si percor­re>>¾ è il cammino da percorrere per raggiungere una meta. Scrive il Vergnano che il metodo <<è l'insieme di principi, regole, operazioni, pratiche che si adottano e seguono consapevolmente in vista del consegui­mento di un fine>> (VERGNANO I., Il problema della società educativa, Paravia, 1975, 92.1.).

[5] In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D'URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra, Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNCKER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988. Pe la problematica dell’ermeneutica, cfr: GENNARI M., Interpretare l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola, Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

[6] In merito cfr.:.Johnson, D.W. et al., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni Erickson, Trento, 1997; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO  C. (a cura), La condividione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura), I contesti sociali dell’apprendimento.Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995; Rinaldo Rizzi (a cura), Formazione come pratica cooperativa, Coopedit MCE, Ronchi L., 1997.


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