Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Le tracce ai tempi della destra. Capitolo 2

 

Avevo scritto un testo con lo stesso titolo lo scorso anno, con un buon giro sul web e ci eravamo tutti divertiti un po’. Quest’anno non c’è ironia che tenga: solo profonda irritazione.

Possibile che gli esperti ministeriali - chi sono? vogliamo i nomi - siano giunti a tale limite di piaggeria da compiacere linee di indirizzo di bassissimo livello? Sembrano fatte da Gasparri, le tracce, dice una collega.

 

Vediamo in dettaglio:

 

La tipologia A – analisi del testo, è la tradizionale traccia di letteratura, in cui gli studenti più bravi riescono meglio, perché hanno studiato, perché hanno lavorato criticamente sui testi.

E’ presentato un testo di Primo Levi che parla delle esperienze di lettura dell’autore, con il compito per gli studenti di rispondere a qualche domandicchia e di fare “osservazioni con un commento personale di sufficiente ampiezza”: potremo mai liberarci del burocratichese almeno nelle tracce per gli esami?

Orbene,  questa traccia può essere svolta da chiunque abbia una minima competenza di lettura e si eserciti così  a naso su quello che dice Levi a proposito della  propria storia di lettore.

Si chiede anche agli studenti di parlare delle proprie letture o di parlare di altri testi dell’autore.

La classica traccia buonista, insomma, in cui gli studenti possono parlare di ciò che vogliono, senza mettere in mostra i contenuti, quanto ciascuno abbia criticamente studiato del vasto programma di letteratura che tanti bravi insegnanti ancora si ostinano a svolgere con analisi puntuali e critiche. Perché mai non viene mai data  un’analisi puntuale di un passo sostanzioso e sostanziale, per esempio sulle “magnifiche sorti e progressive” della “Ginestra” di Leopardi, con tutti i riferimenti storici e filosofici annessi? Hic sunt leones:  e vi sarebbero di certo tanti  altri passi di cui chiedere analiticamente senso e riferimenti, per saggiare lo spessore della conoscenza di uno studente.

I commentini buonisti non servono a nessuno, tantomeno a una valutazione che saggi davvero il valore della preparazione di ciascuno studente.

 

La tipologia  B presenta in ambito artistico e letterario un passo da “il Piacere” di D’Annunzio accostato al “Piacer figlio d’affanno” di Leopardi fino a Ungaretti e Brecht e Mantegazza, e, ad abundantiam, inserisce tre immagini da Botticelli, Picasso, Matisse.

Non vi è alcuna indicazione per gli studenti, tranne il titolo Piacere e Piaceri.

Anche qui tutto decontestualizzato, astorico, qualsiasi bla bla va bene. I testi senza contesto.

E noi, pochi, che continuiamo a spigolare sui testi di Leopardi sulle varie accezioni del piacere e della noia, e anche su D’Annunzio.  A che serve?

Anche questo compito si può svolgere senza aver studiato.

 

L’ambito socioeconomico presenta  l’argomento: la ricerca della felicità.

Qual è il primo testo che troviamo in capo ai testi proposti? L’art. 3 della Costituzione. Come sono buoni i nostri, direbbe Villaggio-Fracchia.

Possibile che l’art. 3 della Costituzione, che tanti di noi hanno chiosato e richiosato, spiegando il rapporto tra libertà e uguaglianza, con i rimandi alle costituzioni liberali e ai tentativi di costituzioni sociali, ai sacri  principi dell’’89  e alle costituzioni di taglio più marcatamente sociale (quella del ‘93 non andò mai in vigore per la morte di Robespierre),  venga ridotto alla cifra della ricerca della felicità?

Storia, chiose, approfondimenti, temi di giustizia e libertà, tutto avevo pensato, tranne che l’art. 3 potesse andar bene per tutte le salse, compresa la felicità. Faccio ammenda.

Eppure l’art.3 poteva dar adito a riflessioni ben più ampie del piacere: c’è qualcuno oggi che si preoccupa di  rimuovere gli ostacoli per i lavoratori che perdono il lavoro e per i giovani che non lo trovano?

 

L’ambito storico politico propone in primis il discorso di Mussolini del ‘25 in cui il fascismo viene considerata “una passione superba della migliore gioventù italiana” (che poi morì in Russia e in Albania, in Grecia e in tutto lo scacchiere di guerra). Era necessario Mussolini? Non è apologia del fascismo?

Non serve poi gattopardescamente aggiungere Togliatti, Moro e Giovanni Paolo II.

La questione è che la cifra non è la storia ma la considerazione sui  leader, come richiede la traccia. Non importa quello che  ciascuno sia stato. Vogliamo il leader. Questo devono sottolineare i giovani.

 

Nell’ambito tecnico scientifico i nostri estensori di tracce chiedono ai poveri studenti di discutere sugli UFO. E’ ormai la scienza Mediasetizzata, manco Pieroangelizzata che è almeno cosa un po’ più seria. Cosa da TV commerciale, altro che riflessioni.

 

Ormai sono allo stremo della rabbia.

 

Mi placa un po’ la traccia di ordine generale sulla musica in cui gli studenti qualcosa di più autentico potranno scrivere. Sempre senza alcuna preparazione, sempre senza che la traccia analizzi conoscenze e competenze.

 

E finalmente, come offa alla destra e a Gasparri (come afferma la mia collega ricordando che anche il Compagno Fini, in tempi non sospetti lo appellava pubblicamente con un epiteto che riguardava il livello d’ intelligenza dell’allora camerata), ecco le Foibe e la complessa vicenda dei confini orientali dal 1915 al trattato di Osimo del  ‘75, nel tema di argomento storico.

Operazione difficilissima per gli studenti, a meno che non se ne parli solo ideologicamente, che tocca non solo i trattati finali della I guerra mondiale ma anche la politica fascista nei territori istriani e dalmati, i silenzi internazionali del dopoguerra nel rapporto con Tito e altre questioni di grande complessità..

Bene,  avevo dato nel tototema  una buona quotazione alle Foibe, silenziosamente, sperando che non fosse così, perché la storia è ben altro che una legge sul ricordo o sulla memoria e non c’è niente di peggio che l’appropriazione indebita da parte di qualsiasi formazione politica di pezzi del nostro passato, avulsi dal contesto, privi del necessario livello di distanza e approfondimento critico che un insegnamento serio richiede.

 

Beatrice Mezzina


La pagina
- Educazione&Scuola©