Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

IL NUOVO SERVIZIO CIVILE CONTINUA A CRESCERE:

NUMERI E PROSPETTIVE

da un seminario di ricerca  organizzato dalla Fondazione Zancan,
in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

 

Attualmente in servizio soprattutto giovani universitari, provenienti dalla città:

la proposta dei “crediti di lavoro”.

Mons. Pasini: «È necessario rendere effettivo l’accesso al nuovo servizio civile per tutti i giovani».

 

Padova, 22 giugno 2005 - Si è concluso oggi mercoledì 22 giugno 2005 un seminario di ricerca di quattro giorni organizzato dalla Fondazione «E. Zancan» in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, a Malosco (Tn) sul tema: “Promozione e formazione del nuovo servizio civile nazionale. Apporto delle Regioni e degli enti gestori”.

 

Il vice direttore dell’Ufficio Nazionale, dott. Roberto Marino, ha presentato la situazione attuale del servizio civile nazionale e ha fornito alcuni numeri che mostrano come il servizio civile nazionale continui velocemente a crescere.

- 63.000 volontari fino ad ora avviati al servizio, con la prospettiva di superare i 100.000 entro l’anno.

- La domanda dei giovani è più che doppia rispetto ai posti disponibili (36.428 domande su 14.284 posti del bando di settembre 2004).

- Il Governo ha riconosciuto nella finanziaria 2005 uno stanziamento quasi doppio rispetto all’anno precedente (224 milioni di euro contro 119).

- Hanno chiesto l’accreditamento, alla fine del 2004, 2.560 enti, che salgono ad oltre 8.000 se si considerano quelli legati da vincoli associativi o da accordi di partenariato.

- L’Ufficio ha valutato, nel 2004, 29.812 curricula.

- L’ultimo bando è il più numeroso che sia stato mai emanato (36.203 posti).

- Al 30 settembre 2004 sono stati presentati circa 4.400 progetti per oltre 52.000 posizioni di servizio civile; di questi ne sono stati mandati in valutazione 3.657, e ne sono stati approvati 3.094, per complessivi 36.203 posti. Circa 750 progetti sono stati esclusi, in maggior parte perché presentati da enti non accreditati; dei progetti valutati, 563 non sono stati approvati. La motivazione della mancata approvazione è da ricondursi nella maggior parte dei casi al mancato accreditamento delle sedi o di singole figure professionali, ovvero ad errori e omissioni nella compilazione della scheda progetto.

 

I partecipanti al seminario, che portavano l’esperienza di alcune Regioni e dei principali enti gestori, hanno formulato e presentato alcune proposte:

- di estendere l’informazione sul servizio civile nazionale anche agli ambiti territoriali marginali e isolati e a tutte le classi sociali, perché oggi i giovani che fanno il servizio civile provengono prevalentemente dalla città e dal mondo giovanile universitario;

- di rendere più esplicito il carattere di difesa della Patria nel servizio civile, assieme all’esercizio della solidarietà, come prevede la legge n. 64/2001;

- di dare maggiore spazio alla formazione generale (passando da 30 a 50 ore) e sviluppare maggiormente la conoscenza della Costituzione con applicazioni concrete alla realtà sociale che i giovani vivono.

Inoltre, è stato chiesto all’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile di prevedere, con la collaborazione delle associazioni imprenditoriali, dei “crediti di lavoro”, analoghi ai “crediti formativi” universitari e possibilmente aspettative per chi è al lavoro. «È necessario rendere effettivo l’accesso al nuovo servizio civile per tutti i giovani - ha sottolineato mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan e coordinatore del seminario -. Finora nella grande maggioranza dei casi vivono l’esperienza del nuovo servizio civile giovani universitari o laureati, ma scarsa è la presenza del mondo operaio, e quasi nulla quella del mondo contadino. Questo perché l’impostazione del nuovo servizio civile, con incoraggiamenti come i crediti formativi per gli universitari, è tale da facilitare alcune categorie rispetto ad altre. Ecco allora la proposta di dare incentivi anche a chi lavora, perché si possa prendere una pausa dal lavoro, non retribuita, senza perdere il posto».


La pagina
- Educazione&Scuola©