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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

 

Il Cnca ricorda i 25 anni della 180. Il Cnca: ''Non è mai stata applicata nella sua interezza

 

Venticinque anni fa veniva varata la legge 180, nel ricordare questo momento il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza torna a sottolineare il proprio impegno contro l’istituzionalizzazione. “Da qualche tempo – afferma Lucio Babolin, presidente del Cnca – assistiamo a proposte che, facendo leva sui punti critici di attuazione della legge 180 – propongono un ritorno all’istituzionalizzazione. Si tratta di una tendenza che sembra farsi largo in più ambiti, come quello degli anziani, che abbiano o meno problemi psichiatrici. Il Cnca, che con alcuni dei suoi gruppi ha contribuito in modo rilevante a questa stagione di deistituzionalizzazione, mette in guardia da questi tentativi avallati da diverse forze politiche ed è pronto a fare la propria parte per difendere lo spirito della legge Basaglia.”
L’organizzazione ha espresso recentemente la propria posizione sul tema anche attraverso la pubblicazione del volume “Matti da levare. Se tornano i manicomi”, uno dei “Libri Neri” promossi in collaborazione con la casa editrice La Meridiana. Nel testo, scritto dalla giornalista Annachiara Valle, si ricorda la filosofia della legge Basaglia: “aprire i manicomi, assicurare servizi specifici sul territorio, sostenere le famiglie, creare percorsi di recupero perché ciascuno – anche il più malato, anche il più irrecuperabile – possa vivere al meglio la propria esistenza. Una prova di responsabilità per tutta la società, perché sicuramente fa meno fatica lavare un malato con una pompa in gabbia che insegnargli ad aprire il rubinetto”.


Secondo il Cnca “la legge non è mai stata applicata nella sua interezza e adesso, proprio facendo leva sulla mancata attuazione, nuove forze spingono per tornare indietro: al disagio scaricato sulle strutture, alla reclusione mascherata, alla tutela della sicurezza dei normali”. Il libro contiene un’analisi del fenomeno, le risposte esistenti – a partire dal “modello Trieste” – le proposte di modifica nella legislazione e nelle politiche avanzate da una varietà di soggetti (maggioranza di Governo, Dsm di Trieste, Società Italiana di Psichiatria, Diapsigra e Unasam, le associazioni di familiari, Arap, Consulta Nazionale per la Salute Mentale, di cui fa parte anche il Cnca).


“Il Cnca – continua Babolin – continua ad appoggiare le proposte avanzate dalla Consulta Nazionale per la Salute Mentale: inopportunità di modificare la legge 180; integrazione sociale e sanitaria centrata sulla persona oltre che sulla malattia, offrendo anche opportunità di casa e di lavoro; realizzazione e sviluppo capillare di una rete di servizi pubblici di salute mentale di comunità; rifiuto del Trattamento Sanitario Obbligatorio Prolungato, che porta inevitabilmente a nuove strutture manicomiali; attuazione delle Conferenze Regionali sulla Salute Mentale quale luogo di progettualità condivisa con ricadute operative e di integrazione tra gli aspetti sanitari e sociali; individuazione dell’Osservatorio sulla Tutela della Salute Mentale quale sede più qualificata per la definizione dei progetti per la tutela e la promozione della salute mentale, con rappresentanza equilibrata di tutte le componenti del mondo scientifico, sociale e delle famiglie; attuazione a livello nazionale di un coordinamento interministeriale e con le altre istituzioni interessate per l’elaborazione, il monitoraggio e l’attuazione degli impegni riguardanti la salute mentale; adozione, da parte della Conferenza Stato-Regioni, di strumenti sanzionatori nei confronti delle inadempienze ai vari livelli di attuazione del Progetto Obiettivo (PO); realizzazione, da parte delle Regioni, di propri PO che rispondano alle esigenze del loro territorio; effettiva destinazione, da parte delle Regioni, del 5% dei fondi sanitari per la salute mentale. Ci auguriamo – conclude Babolin – che il venticinquesimo della Legge Basaglia sia di stimolo al dibattito e porti a decisioni concrete.”

 

Tutela della salute mentale - Riforma della psichiatria

E’ questa la storica legge che dispone la chiusura dei manicomi.  La sua completa attuazione è stata data dalla legge Finanziaria del 1996, che dettava i termini della chiusura delle strutture di igiene mentale. La base teorica della legge risiede nella convinzione secondo cui un effettivo recupero del malato di mente non può prescindere dal suo reinserimento nella società.

 

testo completo

 

 

25° anniversario della legge 180. Campagna di sensibilizzazione del Comune di Roma

 

In occasione del 25° anniversario della Legge 180, il Comune di Roma ha presentato oggi la campagna di sensibilizzazione sul disagio psichico. Aperti dallo slogan “Malattia mentale. La differenza la facciamo noi. Il tuo sostegno aiuta a guarire, l’indifferenza no”, sono stati distribuiti 10mila depliant informativi sui percorsi di cura, finalizzati anche a combattere i pregiudizi su questo tipo di patologie. Realizzata dalla Società Pan Advertising in collaborazione con la Consulta Cittadina per la Salute Mentale (che raduna le associazioni dei familiari dei pazienti) e i Dipartimenti di Salute Mentale delle 5 Asl cittadine, l’iniziativa di sensibilizzazione è stata illustrata presso la Sala Rosi del Dipartimento politiche sociali e prevede l'affissione di manifesti, retrobus, sottotetti (all'interno degli autobus) e la distribuzione di brochure. Il messaggio vuole comunicare che la malattia mentale ha bisogno dell'aiuto di tutti, non dell'indifferenza, e analogamente alle altre malattie può essere curata.


Nel corso degli anni il Comune ha sviluppato una complessa rete in collaborazione con le Asl, competenti sugli aspetti sanitari, che coinvolge quasi 4.000 persone con malattia mentale, di cui 650 - in prevalenza gravi, con un'età compresa tra i 20 e i 45 anni - accolte quotidianamente in 24 centri diurni. In ogni centro, aperto circa 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì, è prevista sia la presenza di un équipe multidisciplinare della Azienda Sanitaria Locale responsabile del progetto terapeutico-riabilitativo e della realizzazione delle attività di carattere sanitario, sia di operatori inseriti in cooperative sociali che gestiscono le attività espressive (artistiche, teatrali, musicali, ecc.), di formazione professionale (laboratori di giardinaggio, falegnameria, vetreria, tessitura, restauro mobili, tipografia, grafica, informatica, ecc.) e ricreative risocializzanti (gite, visite ai musei, partecipazione a feste e spettacoli, attività sportive, ecc.).


Un centinaio i pazienti inseriti in 18 residenze socio-assistenziali, (strutture a gestione di tipo familiare, che possono ospitare al massimo 6 persone e prevedono la presenza di personale convenzionato e/o volontari con il compito di garantire lo svolgimento delle attività di sostegno alla vita quotidiana) e in 19 “appartamenti personalizzati”, dove vivono 1 o 2 pazienti – preferibilmente in grado di avere un’occupazione lavorativa – e all’interno dei quali non è prevista alcuna forma di assistenza continuativa. Negli ultimi due anni sono state finanziate 6 nuove residenze; Entro la fine del 2003 è prevista la realizzazione di altre 10. Non mancano gli inserimenti in alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) per i cittadini con disagio mentale: nell’ultimo biennio ne sono stati assegnati 12, che ospitao 22 persone; entro la fine del 2003 si prevede l’assegnazione di altre 33 case. Per quanto riguarda i soggiorni estivi di vacanza, nel 2002 vi hanno partecipato circa 2.713 cittadini con disagio mentale, con un aumento rispetto all’anno precedente di 780 persone.

 

 

Personale e altro personale* dei
Dipartimenti di Salute Mentale a livello nazionale 
Anno 2001

 

 

 

Personale

v.a.

% su tutto il personale**

Medici

5.561

18,1%

Psicologi

1.850

6,0%

Sociologi

120

0,4%

Terapisti della riabilitazione psichiatrica

171

0,6%

Educatori

2.095

6,8%

Assistenti sociali

1.551

5,1%

Infermieri

14.760 

48,1%

Operatori tecnici dell’assistenza (OTA)

2.698 

8,8%

Ausiliari

1.300 

4,2%

Amministrativi

605 

2,0%

Totale

30.711

 

Altro personale

v.a.

% su tutto il personale**

Infermieri generici e psichiatrici, categoria di operatori ad esaurimento

1.496 

40,1%

Assistenti sanitari

85 

2,3%

Operatori tecnici 

99 

2,7%

Operatori di cooperative sociali

846

22,7%

Animatori e maestri d’arte

125

 3,3%

Atre figure 

1.084

29%

Totale

3.735

 


* Il personale operante nei DSM è stato suddiviso in due categorie: 
la prima comprende tutte le figure professionali previste dal progetto obiettivo “Tutela salute mentale” 1998-2000; la seconda, invece, si riferisce ad un insieme vario di altre figure professionali, che pure agiscono nell’ambito dei DSM. 
Il totale è di 34.446 operatori, di cui 30.711 appartenenti al primo gruppo e 3.735 al gruppo "altro". E' da rilevare un aumento di 4.000 unità per tutte le figure professionali, poiché nel 1998 gli operatori risultavano essere 30.442.

** A livello regionale le percentuali variano.

Fonte: Censimento 2001 Ministero della Salute

Dipartimenti di Salute Mentale 
Strutture e Personale

 

Numeri assoluti 2001 e 1998 - Dati nazionali

 

2001

1998

Variaz.

Centri di salute mentale

707

695

+12

Centri diurni

612

481

+13

Posti letto ospedalieri pubblici

5.295

5.026

+169

Posti letto residenziali

17.101

11.066

+6.035

Personale di ruolo e convenzionato (Tutti gli operatori: figure PO 1998-2000 + altre)

34.446

30.442

+4.004

 

 

 

 

Tassi 2001 e 1998 - Dati nazionali

 

2001

1998

Variaz.

Centri salute mentale
(tasso standard: una struttura ogni 150.000 ab.)

1,83

1,81

+0,02

Centri diurni
(tasso standard: una struttura ogni 150.000 ab.)

1,59

1,26

+0.33

Posti letto ospedalieri pubblici
(tasso standard: 1 p.l. ogni 10.000 ab.)

0,92

0,88

+0,05

Posti letto residenziali
(tasso standard:  2 p.l. ogni 10.000 ab.)

2,96

1,93

+1,03

Personale di ruolo convenzionato (solo figure PO 1998-2000)
(tasso standard: 1 operatore ogni 1.500 ab.)

0,80

0,75

+0,05



Fonte:  Censimento 2001 Ministero della Salute

 

 

I Servizi per la Salute Mentale 
Riepilogo nazionale - Anno 2001

Reg. e Prov. Auton

A

B

C

D

E

F

G

H

I

L

M

 

n.

n.

n.

n.

n.

p.l.*
semir.

n.

p.l.*
semir.

n.

p.l.*

n.

p.l.*
res.

n.

p.l.*

n.

p.l.*

 

Piemonte

24

68

67

56

16

52

6

11

23

282

210

1903

 

 

8

689

4,287,465

Valle D'Aosta

1

1

8

 

 

 

1

8

1

15

1

8

 

 

 

 

120,343

Lombardia

28

96

113

68

 

 

28

57

52

763

176

1794

2

46

1

50

9,242,807

Prov. A. Bolzano

4

4

8

1

1

10

3

12

4

59

19

180

 

 

 

 

462,542

Prov. A. Trento

1

10

5

6

5

15

 

 

4

64

15

129

 

 

 

 

473,714

Veneto

21

53

81

74

30

258

23

54

36

474

142

1186

 

 

5

392

4,511,714

Friuli V.G.

6

23

24

33

17

92

5

28

5

68

51

320

1

12

 

 

1,185,172

Liguria

5

20

17

18

1

6

2

4

9

176

48

775

1

42

1

20

1,625,870

Emilia R.

13

48

92

39

11

65

3

12

15

240

102

1117

1

14

4

119

3,981,146

Toscana

12

51

217

75

4

13

9

17

31

216

155

1168

1

8

2

135

3,536,392

Umbria

4

14

12

12

1

2

 

 

2

31

46

432

 

 

 

 

835,488

Marche

13

15

41

19

1

3

1

2

12

144

43

536

 

 

1

20

1,460,989

Lazio

12

72

35

50

 

 

9

23

21

256

93

788

 

 

12

973

5,264,077

Abruzzo

6

13

32

8

4

22

7

27

6

88

45

980

 

 

1

40

1,279,016

Molise

3

1

6

1

 

 

 

 

3

39

14

206

 

 

 

 

327,987

Campania

13

61

47

56

39

127

7

13

19

230

78

1092

 

 

8

901

5,780,958

Puglia

12

49

72

38

11

38

5

7

16

193

126

1437

2

40

2

40

4,085,239

Basilicata

5

5

20

2

1

2

3

8

5

43

28

343

 

 

 

 

606,183

Calabria

11

32

25

12

6

29

5

13

13

123

34

640

 

 

5

489

2,050,478

Sicilia

9

48

133

38

6

44

28

57

38

399

89

1585

 

 

5

87

5,087,794

Sardegna

8

23

52

6

1

2

2

3

6

94

37

478

 

 

5

489

1,651,888

ITALIA

211

707

1107

612

155

780

147

356

321

321

1552

17101

162

162

60

4444

57,857,262

A=Dipartimenti
B=Centri di Salute Mentale
C=Ambulatori periferici
D=Centri diurni
E=Day hospital territoriali
F=Day hospital ospedalieri
G=Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura
H=Strutture residenziali
I=Cliniche Universitarie 
L=Case di cura private
M=Bacino di utenza


*
p.l.= posti letto (semiresidenziali, residenziali)

Fonte:  Censimento 2001 Ministero della Salute

Comune di Roma, aumentati del 27% i fondi in favore delle persone con disagio mentale

In 2 anni i fondi in bilancio comunale stanziati per interventi in favore delle persone con disagio mentale sono aumentati del 27%, passando dai 3.250.000 euro del 2001 ai 4.130.000 euro quest’anno. Lo ha ricordato oggi l'assessore alle politiche sociali del Comune capitolino, Raffaela Milano, aprendo oggi presso la sede del Dipartimento V la presentazione della campagna cittadina di sensibilizzazione sul disagio psichico. Infatti all’impegno finanziario in questo ambito il Campidoglio ha voluto “affiancare una campagna di comunicazione, ideata assieme alle Asl e ai familiari dei pazienti per comunicare ai cittadini che dalla malattia mentale è possibile guarire, e che tutti possono contribuire combattendo il pregiudizio e l'indifferenza”. Lo scorso anno nel Lazio 45.282 cittadini hanno avuto almeno un contatto con un Centro di Salute Mentale, a Roma circa 28.000 (lo 0,9% della popolazione): il 40% con diagnosi di nevrosi, il 60% di psicosi.

Tra le attività promosse dal Campidoglio per le persone con malattia mentale, quelle imprenditoriali, sostenute da 12 cooperative sociali integrate, che annoverano fra i loro soci 111 pazienti. Altre iniziative sono scaturite dall’accordo di partecipazione tra Comune di Roma e “Anima” (Associazione no profit dell’Unione Industriali di Roma) nell’ambito dell’attuazione del Piano Regolatore Sociale. L’accordo - il primo in Italia siglato il 22 ottobre dello scorso anno - ha consentito di creare un tavolo per lo sviluppo della responsabilità sociale da parte delle imprese e del settore produttivo cittadino e la realizzazione di iniziative finalizzate a qualificare il mondo dell’imprenditoria romana su obiettivi sociali ed etici. Il primo progetto avviato – “Animatamente” – ha l’obiettivo di attivare il rapporto tra aziende e cooperative sociali integrate (finanziate dall’Amministrazione Comunale e convenzionate con i Dsm delle Asl romane per la gestione dei centri diurni cittadini per pazienti psichiatrici), realizzando attività di formazione e di tutoring finalizzate a sviluppare nuove opportunità di affidamento di commesse di lavoro. Nell’ambito del progetto è stato ultimato un catalogo multimediale su Cd Rom dei prodotti realizzati dalle Cooperative Sociali Integrate, distribuito dall’Unione degli Industriali a tutte le aziende associate per gli acquisti dei doni natalizi.

Alcuni progetti prevedono l’inserimento lavorativo di cittadini con disagio mentale: dal recupero e la riqualificazione di aree verdi degradate (Parco di Primavalle, Parco archeologico di Via Rubelia, Parco di Villa Lais) alla Terrazza di Via Montesanto; e ancora, la pizzeria “Il Giardino dei Ciliegi”, il servizio catering Via di Donna Olimpia, la produzione e vendita di oggetti di design a Via Assisi, il progetto “Tepis” (Telematica per l’impresa sociale) realizzazione e gestione di un sito che fornisce notizie e documenti sul tema. In questi ultimi due anni sono stati affidati lavori (manutenzione aree verdi Case di Riposo e di alcuni piani della sede del Dipartimento V, stampa di manifesti –inviti - opuscoli informativi, organizzazione convegni, distribuzione inviti-opuscoli ecc.) alle Cooperative sociali integrate, per un importo complessivo che ammonta a circa 505mila euro.

A questi interventi - promossi e finanziati dall’Assessorato alle Politiche Sociali - occorre aggiungere una serie di commesse affidate a Cooperative sociali integrate da altri Assessorati, tra cui quello ai Lavori Pubblici e quello all’Ambiente. Entro la fine dell’anno in corso saranno finanziati ulteriori progetti per un importo di 250mila euro.

Psichiatria, Centri di Salute Mentale delle Asl di Roma

· Municipio I
Centro di Salute Mentale
Via dei Riari, 48 - Tel 0668806103
· Municipio II
Centro di Salute Mentale
Via Sabrata, 12 - Tel 0685232406
· Municipio III
Centro di Salute Mentale
Via Boemondo, 21- Tel 0644238372
· Municipio IV
Centro di Salute Mentale
Via Monte Tomatico, 9 - Tel 0686800373
· Municipio V
Centro di Salute Mentale
Via Bardanzellu, 8 - Tel 0641434992
· Municipio VII
Centro di Salute Mentale
Via G. Morandi, 1 b/c - Tel 062286107
· Municipio VIII
Centro di Salute Mentale
Via di Torre Spaccata, 157 - Tel 062382588
· Municipio X
Centro di Salute Mentale
Piazza Cinecittà, 11 - Tel 067477441
· Municipio VI
Centro di Salute Mentale
Via Casilina, 395 - Tel 062428322
· Municipio IX
Centro di Salute Mentale
Via Monza, 2 - Tel 0651006511
· Municipio XI
Centro di Salute Mentale
Via Odescalchi, 67 - Tel 0651004299
· Municipio XII
Centro di Salute Mentale
Via Orio Vergani, 1 - Tel 065014162
· Municipio XIII
Centro di Salute Mentale
Via delle Sirene, snc - Tel 0656483700
Municipio XV
Centro di Salute Mentale
Via F. Rosazza, 26 - Tel 0658331067
· Municipio XVI
Centro di Salute Mentale
Via del Casaletto, 400 - Tel 0665742177
· Municipio XVII
Centro di Salute Mentale
Via Plinio, 31 - Tel 0668354008
· Municipio XVIII
Centro di Salute Mentale
Via Innocenzo IV, 16 - Tel 066147507
. Municipio XIX
Centro di Salute Mentale
Via P. Gasparri, 21 - Tel 0668354252
· Municipio XX
Centro di Salute Mentale
Via S. Godenzo, 204 - Tel 0668354319

Dalle 14 del sabato alle 08.00 di lunedì i centri delle Asl sono chiusi. Il cittadino deve per emergenze rivolgersi al 118.

Cozza (Consulta nazionale salute mentale): ''Malattia mentale non è sinonimo di pericolosità sociale''

Malattia mentale non è sinonimo di pericolosità sociale: “Solo 782 persone si trovano negli Ospedali psichiatrici giudiziari, su circa 700mila con gli stessi disturbi. I dati confermano che il sano è pericoloso quanto chi soffre di disturbi psichici gravi”. Lo sostiene Massimo Cozza, coordinatore della Consulta nazionale per la salute mentale, intervenuto oggi alla presentazione della campagna di sensibilizzazione sulla malattia mentale promossa dal Comune capitolino in occasione del 25° anniversario della Legge 180.

In Italia, dove la chiusura degli ospedali psichiatrici è stata totale, “non risulta un aumento della criminalità statisticamente collegata ai ‘matti che girano liberi per strada’ – ha argomentato Cozza -. In Ospedale psichiatrico giudiziario vi sono 1.278 persone (1.192 uomini e 86 donne), di cui il 37,3% è affetto da disturbi schizofrenici e il 23,9% da disturbi caratterizzati da delirio, spesso da alterazioni del pensiero e della percezione”. Quindi circa una persona su 1.000 con patologie schizofreniche si trova in un Opg; senza dimenticare che le violenze commesse da persone con queste patologiesono da attribuire anche ad altre variabili, ad esempio l’essere maschio, giovane, di classe sociale medio-bassa, e l’avere il porto d’armi”. In generale, quindi, Cozza è convinto che la pericolosità non sia da attribuire alla follia, “ma ad altri fattori umani, relazionali e sociali, senza disconoscere che anche il ‘matto’ commette reati e omicidi, ma nella stessa percentuale del ‘sano’”. In realtà, quando un delitto viene compiuto da un malato mentale “c’è una distorsione cognitiva per la quale l’impatto emotivo, alimentato dalle cronache, viene scambiato per una maggiore frequenza”. Quindi l’aspetto culturale è determinante “per non creare un clima infondato di allarmismo intorno a chi soffre e deve essere curato non solo attraverso appropriati interventi psicofarmacologici, ma soprattutto con interventi psicologici e sociali dove la relazione con il contesto di vita è prioritaria”. Ben vengano, dunque, campagne di informazione e sensibilizzazione come quella promossa dal Comune capitolino, ha auspicato il presidente della Consulta nazionale per la salute mentale, osservando che la Finanziaria 2001 aveva stanziato 4 miliardi di vecchie lire per una campagna contro lo stigma nei confronti dei malati mentali: “Una cifra ancora non spesa”.

In ogni caso, le ricerche attestano che la percentuale di malati mentali che commettono reati è minima “e non generalizzabile a tutti i pazienti. Un’errata informazione in questo senso genera paura immotivata nel territorio e nella gente che conosce chi vive il disagio psichico – ha concluso Cozza -, provocando danni a livello relazionale e sociale e incentivando meccanismi di esclusione: non c’è ancora una cultura rispetto al pregiudizio”. “Non vogliamo più sentire il binomio tra malato di mente e delinquente, malfattore e demonio, riecheggiato ieri sera nella trasmissione ‘Porta a porta – ha denunciato Daniela Pezzi, presidente della Consulta cittadina romana di salute mentale -. Il malato di mente è una persona da accogliere come gli altri malati con altre patologie. Giornalisti, educatori e medici di medicina generale dovrebbero comunicare che per questo tipo di malattia esistono percorsi di cura e occasioni per rimettere in moto qualcosa che si è fermato”. La legge 180, ha concluso Pezzi, “ha reinventato il modo di prendersi cura, richiamando alle proprie responsabilità non solo i tecnici o ‘gli addetti ai lavori’, ma le persone della comunità civile. Infatti il problema della salute mentale è un problema di tutti”.


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