Addio Mario, un giornalista che sapeva parlare ai bambini

 

MARIO Tortello era un uomo che sapeva ridere. Anche di se stesso: una qualità rara, in un mondo dove troppi tendono a prendersi troppo sul serio. La sua era una risata strana, a cascata, che riempiva la redazione all’improvviso. Una risata contagiosa, che comunicava un entusiasmo che resisteva alle delusioni.

Mario Tortello era un uomo che sapeva essere serio. Anche con se stesso, quando i temi che affrontava si conquistavano il suo impegno.

Scriveva libri difficili, parlava di bambini che avrebbero meritato una vita più felice, scriveva di handicap, di adozioni, di famiglie tormentate. Lo faceva con una competenza che gli aveva guadagnato la direzione di riviste specializzate, la cura di collane editoriali, persino una cattedra universitaria, ma con una fermezza che non ammetteva deroghe. Con qualche scrupolo in meno, avrebbe conquistato qualche vantaggio in più. Ma il suo rispetto per i minori era assoluto, senza concessioni neppure per il più clamoroso degli scoop. Mario è morto ieri
pomeriggio, colpito da un malore che lo ha ucciso nel parcheggio del suo giornale. Tra le auto dei colleghi che avrebbero passato la giornata a piangere e a ricordare la sua capacità di dare e di darsi.

 

Non aveva ancora 52 anni: troppo pochi per andarsene così, abbastanza per conquistare meriti che sapeva tenere per sé, con una modestia piemontese che ha finito per limitarne la dimensione professionale.

Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, due ministri della Pubblica Istruzione cui non aveva risparmiato le critiche più dure, lo avevano definito «il più grande esperto di scuola presente nei giornali italiani». Un’incoronazione sul campo che lui aveva confidato a pochi, così come a pochi aveva raccontato dell’incarico di giudice onorario al Tribunale dei Minori, o dell’impegno con i comitati di volontariato, o del corso di Pedagogia che da due anni teneva alla facoltà di Medicina di Aosta. Un impegno duro e costante, che talvolta lo portava a raggiungere il giornale all’ultimo minuto, trafelato, con le tesi dei suoi studenti sotto il braccio.

Quasi nessuno sapeva che l’anno prossimo avrebbe ottenuto dall’ Università di Torino una materia che sentiva molto più «sua» delle altre: «Didattiche speciali». Avrebbe «insegnato a insegnare» ai bambini disabili.

Con i quali - dicono ora i suoi colleghi professori - «aveva una capacità di comunicare fuori dal comune». «Dentro», Mario restava un giornalista. Lo era da oltre trent’anni: una strada che lo aveva portato dal «Nostro Tempo» alla «Gazzetta del Popolo», di cui aveva vissuto i giorni duri della chiusura con un generoso impegno nel comitato di redazione. E poi da «Stampa Sera» alla «Stampa»: il suo ultimo articolo, giovedì scorso, raccontava delle difficoltà che attendono i docenti precari. Il prossimo sarebbe stato la recensione di un saggio di Maurizio Ferraris che lo aveva colpito fin dal titolo: «Una Ikea di Università». Nei giorni scorsi pensava all’esame di maturità, che ogni anno lo appassionava come educatore e lo tormentava come cronista, condannato a comprimere in poco spazio le migliaia di informazioni che avrebbe voluto dare. Sognava uno spazio su Internet, e probabilmente lo avrebbe avuto. Uno spazio che ci mancherà, come ci mancheranno le sue battute, le sue interminabili telefonate, le minuziose descrizioni deipranzi che cucinava ogni domenica. Ci mancheranno i suoi racconti di famiglia, accanto a una moglie ch e condivideva i suoi interessi e a una figlia di cui non riusciva a parlare senza illuminarsi negli occhi.

 

Guido Tiberga
da : La Stampa
Mercoledì 13 Giugno 2001

 

Eravamo amici e ci sentivamo spesso.

Non ho parole. In questi ultimi tempi non stava bene.
Conserverò i suoi messaggi gelosamente...eravamo amici e ci vedevamo spesso.

Ciao Mario, oggi mi hai fatto piangere.
da Rolando Alberto Borzetti



Caro Rolando,
conoscevo Mario Tortello per motivi di lavoro e lo stimavo molto. Trovo molto bello che tu abbia voluto ricordarlo agli amici di Gargonza.
Mi viene da fare un paragone con la vicenda di Domenico Carpanini (il vice-sindaco di Torino): persone che si spendono per gli altri senza risparmio e che se ne vanno troppo presto.
Cordialmente,

Flavio Brugnoli

 

Non lo conoscevo personalmente (purtroppo) ma ogni suo scritto è per me prezioso. mi ha fatto dono di una mail che resta nella mia memoria come stimolo che non cesserà.
Chiara Carabelli

 

Anch'io conserverò gelosamente i messaggi scambiati con Mario Tortello: per una coincidenza hanno tutti per oggetto la parola Grazie!

Anche se non lo ho mai conosciuto di persona ho avuto modo di comprendere dai suoi libri e dai suoi messaggi che persona insostituibile fosse.

Mi scrisse la prima volta perchè non gli riusciva di scaricare il documento che tu avevi appena messo nei materiali del didaweb sulla scuola materna e io ingenuamente non conoscendolo gli scrissi tutte le procedure per scaricarlo. Senza puntualizzare mi ringraziò di averglielo mandato in allegato, anzi mi scrisse parole di gratitudine per avergli risolto il problema aggiungendo di essere a mia disposizione se avessi avuto bisogno di qualcosa.

Mi capitò in quei giorni tra le mani un depliant di una sua pubblicazione e ricordando quel nome mi resi conto che non era un semplice listarolo.

Acquistai alcuni libri e mi affascinò il suo modo di scrivere.

A parte un paio di messaggi formali con gli auguri per le feste non ho mai avuto il coraggio di complimentarmi con lui per il suo operato e tantomeno di approfittare della sua disponibilità dichiarata né come insegnante nè come genitore.

Più di recente quando uscì il tuo messaggio LETTERE risposi pubblicamente che ero grata per i vostri articoli apparsi sul sito Edscuola dicendo che c'è veramente bisogno di persone come voi. Ebbene, ancora una volta, con un umiltà che mi rimarrà impressa per sempre, invece di postare il messaggio alla mailing-list mi scrisse ancora una volta un grazie semplicissimo in privato.

Leggendo il tuo messaggio di oggi ho provato un nodo in gola pensando al vuoto che lascerà come professionista ma soprattutto come persona.

"Ciao Mario resterai nel mio pensiero, sempre presente nelle battaglie di insegnante e soprattutto di genitore che collabora responsabilmente e con umiltà per quella qualità dell'integrazione che tu hai contribuito ad innalzare"

Elena Duccillo

 

La notizia della morte di Mario mi ha sconvolto ......pensare che proprio ieri mattina gli ho inviato una mail.

La conoscenza con Mario è nata grazie alla lista ( didaweb)..... avevo (ed ho) un problema con la piccola Rosa...problema scolastico (tuttora irrisolto) creato dalle nostre amministrazioni.

Mario è intervenuto...insieme abbiamo scritto lettere di protesta......una disponibilità unica......un uomo che nonostante i suoi  grandi impegni di lavoro trovava il tempo per combattere ed aiutare gli altri; la sua personalità rispecchiava la frase di Rolando (persona di pari disponibilità):

"Il valore di un essere umano non si riconosce dal suo stato sociale, culturale, razziale ma da quanto si prodiga per gli altri" (Gandhi)."


Credo in un'altra vita e credo che Mario mi stia leggendo:

grazie per tutto quello che hai fatto per noi ed un abbraccio da Rosa........
Grazie..........
Sergio

 

Ho letto l'  annuncio, e sono addolorata......mi vergogno quasi a dire in pubblico il dolore che sento per una Persona mai vista, ma di cui ho letto e ho sentito......perchè sento rabbia dentro.........perchè penso forse, che un'altra Persona  che ha avuto a cuore e che ha difeso legittimamente e con razionalità le sorti di ragazzi poco fortunati è andato via?

Quand'ero piccola sentivo in casa a volte che il Signore si prende via i migliori di noi........sarà pure così, non lo so,so soltanto che credo fermamente in un altra vita e che magari Lui di lassù dovunque sia starà sorridendo o soffrendo vedendo noi piangere per Lui.....e più di noi, Sua moglie e Sua figlia.

Mi dispiace profondamente

fgier@hotmail.com

 

 

 

Ciao Mario,

il giorno prima di lasciarci ci hai inviato una comunicazione nella quale ci chiedevi di essere giustificato per il giorno dopo poichè non avresti potuto essere presente alla riunione prevista per oggi 14 giugno a Firenze (Cfr. "gruppo handicap"). Parafrasando la tua richiesta di giustificazione per quello che ti sarebbe accaduto (la tua morte) oggi si sente il desiderio di assurgerla ad emblema della tua nobiltà, distintivo che accomuna tutti coloro i quali  hanno continuato a costituire dall'al di là per i viventi nel corso degli anni a venire riferimento e guida di valori.
Avevi un appuntamento con quelli che ti hanno preceduto, a cominciare da Sergio Neri, ma io penso che in quel mondo (che io penso popolato da santi, eroi, persone comuni... e anche da burattini) hai potuto ritrovare il tuo amico più caro, Pinocchio

Leonardantonio Russo

Florence


Non ricordo quando ho conosciuto Mario, mi sembra di conoscerlo da sempre, non riesco a ricordare qualcosa che non lo coinvolga, in un modo o nell'altro, nelle cose di questi anni. I convegni sulla Qualità dell'integrazione, i libri curati assieme, gli incontri di aggiornamento, discussioni in aeroporto e sul trenino verso Viale Trastevere, alle riunioni dell'Osservatorio sull'integrazione.
Mario era gentile, preciso e profondo; tra i nostri redattori era proverbiale la sua capacità di cogliere i dettagli e trasformarli in una sintesi culturale e pedagogica ampia.
Mario si emozionava e si «prendeva a cuore» i diritti delle persone deboli: quante volte ci siamo indignati per qualcosa che non andava e nelle riunioni la sua voce si era alzata per difendere, sostenere, affermare i diritti che rischiavano di essere negati.

Mario coltivava rapporti, collaborazioni, proponeva temi e persone, trovava esperienze da valorizzare, diffondere, far conoscere: ogni volta che ci sentivamo c'era sempre una novità preziosa.
Mario non si è mai tirato indietro, anche quando c'era da faticare con scarse probabilità di riuscita, non l'ho mai visto essere attento al suo tornaconto, e in molti l'abbiamo pregato di risparmiarsi.
Mario amava molto insegnare e amava gli studenti: continuava a raccontarmi le cose che faceva a lezione, gli esempi, perfino i lucidi.

Mario prendeva molto sul serio tutte le cose, le viveva dentro con una partecipazione emotiva che forse ha lasciato il segno mortale.

Rivedo il suo passo, le sue mani che scrivono appunti sulle bozze della sua rivista, e sento il suo «ciao» al telefono, anzi ne sento due: quello normale, e un «ciao» diverso, più rotondo, più «torinese», che riservava (questa è la teoria che avevo elaborato) per i giorni di buonumore o quando il nostro colloquio era stato fruttuoso.

Ora non ci resta che stringerci in un abbraccio attorno a Marisa e alla loro figlia Letizia e raccogliere il suo testimone, cercando di far vivere ciò che Mario aveva iniziato, non so come, ma sento che il suo spirito lo vuole. E chi ha a cuore l'integrazione delle persone deboli, e i loro diritti, si sente oggi, a poca distanza dalla perdita di Sergio Neri, doppiamente smarrito e con un gran vuoto.
Ciao Mario.

Dario Ianes

 

RICORDO DI MARIO TORTELLO

E’ grande lo sconforto in tutti coloro che da anni difendono e sostengono l’integrazione scolastica nel nostro Paese per la scomparsa di uno dei suoi paladini.

Mario Tortello e’ scomparso colpito da un infarto improvviso martedi’ 12 giugno all’età di cinquantuno anni mentre si recava alla redazione del quotidiano La Stampa dove da anni si occupava di scuola.

E’ stato uno strenuo difensore dei diritti dei più deboli in ogni sede. Infatti oltre all’attività di giornalista era membro del comitato tecnico dell’Osservatorio Permanente sull’handicap presso il Ministero della Pubblica Istruzione e docente a contratto di Pedagogia generale presso l’Università di Torino e dal prossimo anno accademico avrebbe ottenuto la cattedra di "Didattiche speciali".

Mi piace ricordarlo per le sue analisi meticolose e severe che pubblicava su libri e riviste ed in particolare "Handicap & scuola" del Comitato per l’integrazione scolastica degli handicappati di Torino da dove ho tratto alcuni significativi passaggi dall’ultimo articolo che ha scritto dal titolo L’integrazione scolastica ha compiuto trent’anni quattro parole chiave per fare "qualità".

"La trentennale esperienza di inserimento scolastico maturata nel nostro Paese dall’ormai lontana legge n. 118/71 richiama molto opportunamente, "radici" e "antenne". Di fronte ai cambiamenti imposti dalle riforme scolastiche ed istituzionali in atto, non possiamo considerare che l’integrazione di allieve e allievi in situazione di handicap torni all’ "anno zero". La scuola delle autonomie, della flessibilità e dell’individualizzazione degli interventi non puo’ esimersi dal dovere etico di meglio accompagnare la crescita di tutti e di ciascuno. (…) I questi trent’anni, la scuola italiana (e, piu’ in generale, la comunità sociale) hanno ottime esperienze d’integrazione, pur tra alti e bassi e qualche contraddizione. Dobbiamo documentarle e farle circolare, anche per mettere i diritti fondamentali dei minori e delle persone in situazione di handicap al riparo da scelte di comodo, pigrizia istituzionale o professionale, tentazioni di efficientismo e vocazioni al risparmio sulla pelle dei più deboli. (…) Prosegue ancora Mario Tortello "Un minore, un ragazzo, un giovane in situazione di handicap cresce nella misura i cui non rimane pensato e agito come "eterno bambino"; cresce in relazione a come, in famiglia e altrove, lo si aiuta progressivamente ad assumere quei micro-ruoli familiari e sociali che stanno alla base della successiva assunzione di macro-responsabilità, sia pure rapportate alla presenza di un deficit e delle compromissioni che cio’ può comportare (ma sapendo che e’ possibile ridurre o annulare l’handicap)".

L’integrazione degli allievi e delle allieve in situazione in situazione di handicap costituisce forse l’unica vera riforma trasversale del sistema scolastico del nostro paese abbandonarla significherebbe tradire il sacrificio di questo nobile paladino.

Ferrara, 18 giugno 2001

Nicola Quirico

 

Un addio a Mario Tortello

Lunedì scorso è deceduto per un infarto improvviso Mario Tortello. Come tutti quelli che si occupano di scuola, conoscevamo da tempo il suo appassionato lavoro di giornalista e di esperto del settore. Da alcuni mesi avevamo imparato a conoscere e ad apprezzare l'uomo. Mario infatti era uno dei più attivi collaboratori del gruppo di redazione di questo portale. Con il suo stile competente e autorevole ha contribuito in maniera importante a impostare le line guida del nostro lavoro. Di lui, oltre alla qualità dei contributi al lavoro, avevamo imparato ad apprezzare l'impegno, l'entusiasmo e la disponibilità disinteressata a partecipare all'attività del gruppo. Ma oggi vogliamo anche ricordare il suo modo di comunicare semplice e diretto, la facilità con cui Mario trasformava i rapporti professionali in rapporti di sincera amicizia, l'arguzia e l'ironia che riusciva sempre a inserire nei suoi interventi. La sua morte lascia tra noi un grande vuoto, non solo quello dello studioso e del pubblicista competente e impegnato ma anche quello dell'uomo e dell'amico. 

Ciao Mario, ci mancherai

La redazione di
http://www.bdp.it/handitecno

 

Centro Studi Erickson

Bibliografia Erickson di Mario Tortello
Direttore della rivista Le leggi dell'integrazione scolastica e sociale, mensile giuridico-pedagogico per scuole, servizi, associazioni e famiglie
Pavone M. e Tortello M. (1996), Le leggi dell'integrazione scolastica. Schedario della normativa e commento pedagogico
Ianes D. e Tortello M. (1999), La Qualità dell'integrazione scolastica
Ianes D. e Tortello M. (1999), Handicap e risorse per l'integrazione