Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

Art. 18 e dintorni

Gentili Signori,

ora che il periodo di ferie sta volgendo al termine, immagino che tra gli impegni prossimi vi sia il tema del lavoro con l'art. 18, annessi e connessi. Io sono tra coloro che l'art. 18  tutela solamente sulla carta, ma non di fatto. Per 23 anni ho lavorato alle dipendenze di una multinazionale (prima era Total, poi MonteShell, ed infine Shell). Mi sono occupato di diverse mansioni, sia nel settore delle benzine che in quello del gpl. Quando iniziai a lavorare avevo un'invalidità superiore ad un terzo: il minimo indispensabile per essere assunto tramite il collocamento obbligatorio. Col passare degli anni, la situazione invalidante è andata peggiorando, complice anche l'età con i problemi annessi. L'anno scorso, in fase di ristrutturazione, il mio datore di lavoro decide di sopprimere i servizi cliente periferici (io facevo parte di uno di questi, a Villasanta, a 2 chilometri dalla mia abitazione) e di accentrare il tutto a Cusano Milanino, presso la sede operativa e amministrativa, con evidenti disagi un po' per tutti. Un po' come dire: "ce ne facciamo un baffo dell'articolo 18, perché tanto, se vogliamo ridurre i costi del personale, con questi spostamenti qualcuno resterà a casa sicuramente!" Per me, che sono stato riconosciuto nel novembre 2000, persona handicappata in stato di gravità ai sensi della L. 104/92, rappresentava un problema anche la percorrenza di 20 chilometri a viaggio. Guido con adattamenti a volante (perché sono affetto da paraparesi spastica). Per un po' ho cercato di impegnarmi, accorgendomi tuttavia di non essere più in grado di rendere come prima (ero addetto di servizio clienti: un lavoro abbastanza stressante, che tutto sommato mi piaceva, cui andava aggiunto lo stress del viaggio). Per me, che ero considerato da superiori e colleghi, una sorta di "mastino della televendita", ciò rappresentava una grossa umiliazione, per cui, anche in seguito ad una vertenza legale gli avvocati delle due parti si sono accordati per una buona uscita di dieci mensilità più la liquidazione: importo da versarsi entro 30 giorni. Era il 28 maggio, ma ancora oggi mi è stata liquidata una cifra pari a circa la metà di quanto promesso.  Credo siano bravi tutti a risanare i bilanci e a fare utili megagalattici, senza mantenere gli impegni presi: sarebbe capace anche un bambino dell'asilo! Inoltre, vorrei capire perché i sindacati, che pure hanno minacciato scioperi per il trasferimento del personale Star da Carnate ad Agrate Brianza (vedere la cartina, prego) non hanno fatto altrettanto per lo spostamento da Bari, Napoli, Cosenza, Visco, ecc... a Cusano Milanino. Forse che esistono lavoratori di serie A e di serie B.
Altro che articolo 18! Qui occorre mettere i freni alle aziende che trattano i propri dipendenti come fosse merce! Occorre capire che esistono lavoratori diligenti ed altri no, che c'è chi abusa della malattia e chi invece non la usa nemmeno quando sarebbe più che indispensabile (forse per stupido orgoglio.....). No, signori il problema non è l'art. 18! Il problema è la serietà!
Oggi lavoro in un'altra azienda con contratto di un anno, con uno stipendio di 400 euro mensili inferiore a quello precedente e faccio un lavoro diverso (centralinista più lavoretti amministrativi) che è ben lungi dal servizio clienti per cui mi sento portato. Mi sono adattato ed ho fatto di necessità virtù. Quanti lavoratori fanno altrettanto?

Fabrizio Dalla Villa


La pagina
- Educazione&Scuola©