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E' stato presentato il progetto ‘Socrates parents’:  hanno aderito circa 70 famiglie cittadine

A scuola con mamma e babbo

«È un modo per curare l’aggressività e il bullismo»

Lavorare con i genitori per occuparsi dei ragazzi. Un modo semplice per dire che la campanella della scuola suona anche per padri e madri, che vogliano riappropriarsi del loro ruolo educativo. Mai più genitori “distratti”, poco informati sui figli, incapaci di affrontare aggressività, violenze, bullismo. Mai più soli di fronte ai problemi di figli adolescenti o in certi casi addirittura colpevoli nei confronti dei minori. Nuove opportunità sono previste per loro dal progetto europeo Socrates “Parent”, che l’Anap Sardegna sta per far salpare insieme ai partner europei di Francia, Germania, Spagna. I delegati di questi Paesi sono a Nuoro da ieri e staranno in città fino a domenica, proprio per definire gli ultimi dettagli del progetto che si articola in un triennio. Un aiuto verrà dato in particolare dall’Anap per i genitori dei ragazzi dai 15 ai 18 anni, una fascia di età critica, che viene a coincidere con coloro che frequentano i corsi del cosiddetto “obbligo formativo”. «Si è partiti dall’esigenza dei genitori di conoscere in modo più approfondito il loro ruolo educativo nei confronti dei figli», spiega Katia Tamponi, direttrice didattica regionale dell’Anap Sardegna, che conta 63 corsi dell’obbligo formativo nell’intera Isola e 6 nella sede di Nuoro, con il coinvolgimento di oltre 70 studenti e famiglie di Nuoro e provincia. «Abbiamo sempre incontrato i genitori dei ragazzi che frequentano i nostri corsi, ma crediamo sia importante una nuova attenzione alla famiglia. I problemi maggiori? Spesso prescindono dai bisogni materiali e riguardano molte famiglie. Nel nuorese è presente una certa dose di aggressività e bullismo, si paga l’isolamento di alcuni paesi, vi sono difficoltà ad esempio per i portatori di handicap, i cui genitori rifiutano l’insegnante di sostegno e chiedono maggiore integrazione in classe. Ancora più gravi e aberranti i problemi di zone come Cagliari dove sono stati segnalati anche casi di violenze sessuali in famiglia. Sono i ragazzi stessi a portare a galla certe situazioni confidandosi con gli insegnanti. Questo è un segnale positivo: se riescono a parlare di problemi così gravi significa che hanno grande fiducia nei docenti». Eppure è un progetto assai ambizioso quello di una scuola che crede di poter incidere all’interno delle mura domestiche: «Si può e si deve fare - assicura Tamponi - lavoreremo anche con l’aiuto di pedagogisti, psicologi, e coinvolgeremo le Istituzioni, ma l’obiettivo è fare in modo che i genitori qui si sentano a casa loro, senza aspetti troppo formali e trovino il modo di affrontare i problemi o semplicemente dialogare con altri». Porte aperte dunque nelle scuole. Nelle sedi dell’Anap nasceranno “Punti di incontro” per i genitori, con la possibilità di scambiare le proprie esperienze, utilizzare il computer e navigare su Internet, avvalersi di una biblioteca. Un modo nuovo di coinvolgere padri e madri, anche perché il più delle volte senza alcuna colpa sono semplicemente privi di strumenti adeguati per interagire con i loro figli e saranno anche loro a indicare quali strade sono più opportune per intervenire. Nel progetto complessivo è l’Anap Sardegna ad occuparsi dei genitori di figli adolescenti, mentre agli altri partner europei è affidato in particolare la cura dei genitori con figli in età infantile e pre-scolare: tutti i partner comunque lavoreranno insieme, dandosi reciprocamente l’aiuto necessario per una migliore comprensione delle diversità culturali e familiari in Europa.

Graziella Monni

 

 


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