Attivo nazionale dei Democratici di Sinistra sull’handicap

Il 20 novembre, a Palazzo Marini, si è svolto l’attivo nazionale dei Democratici di Sinistra sull’handicap al quale hanno partecipato i responsabili regionali del partito per questo settore, alcuni rappresentanti delle maggiori associazioni, più alcuni rappresentanti dei genitori.

L’assemblea, presieduta dalla responsabile nazionale Olga D’Antona, ha visto la partecipazione come relatori dell’onorevole Giacco, del Senatore Battafarano, dell’onorevole Battaglia, che hanno, ognuno nel suo campo, esposto gli importanti risultati raggiunti da questo governo nel settore handicap.

Tra i tanti, il Programma triennale d’azione del governo per le politiche dell’handicap, i provvedimenti presenti nella finanziaria e l’importantissima legge sull’assistenza approvata il 18 novembre dal Parlamento.

Sinteticamente si riporta la giornata.

 

Programma d’azione triennale

Nel dicembre 1999, il Ministero per la Solidarietà sociale, in attuazione dell'articolo 1 della legge 162 del Maggio 1998, ha organizzato la Conferenza Nazionale sull'Handicap, alla quale hanno partecipato, le più importanti associazioni, gli enti operanti nel settore.

Sulla base delle indicazioni emerse dal dibattito della Conferenza, è stato approvato dal governo il Programma d'azione per le politiche di superamento dell'handicap per il prossimo triennio.
Il Programma, ispirandosi ai principi della non discriminazione, delle pari opportunità, delle maggiori gravità, della concreta integrazione, mira a promuovere e concretizzare, nel quadro legislativo, l'azione per il superamento di tutti gli ostacoli inerenti al pieno inserimento e all'integrazione sociale, formativa, lavorativa delle persone disabili, con particolare attenzione alle persone gravemente non autosufficienti che restano prive del sostegno familiare.
Il Programma si propone di dare piena attuazione alla legge 104/'92 che, fissando principi e indirizzi, ha permesso, se pur operando con una ridotta dotazione economica, di migliorare le condizioni di vita dei disabili e delle loro famiglie.

Il piano prevede:

- L'inserimento lavorativo, sia dando piena attuazione alla legge 68/'99 che ha esteso il collocamento obbligatorio alle piccole imprese, ha introdotto flessibilità, incentivi per le aziende e la possibilità di costruire percorsi individualizzati per il collocamento mirato e sia attraverso la nascita di numerose cooperative sociali (riconosciute dalla legge 381/'91) finalizzate all'inserimento delle persone disabili;

- L'integrazione scolastica, sono stati 120.000 nell'anno 1998-1999, gli alunni disabili che hanno frequentato le scuole di ogni ordine e grado, 59.000 gli insegnanti di sostegno (istituiti con la legge 517/'77) che hanno aumentato l'organico docenti, 4.000 gli studenti universitari disabili che hanno potuto godere delle agevolazioni prodotte dalla legge 17/'99.
In questo senso vanno anche le azioni volte a migliorare la formazione degli insegnanti, degli operatori, in modo che siano in grado di conoscere, non solo le tipologie di deficit che hanno di fronte ma che siano anche capaci di utilizzare approcci e tecniche di comunicazione Braille per i non vedenti, linguaggio dei segni per i sordi, individuare percorsi didattici specifici per l’inserimento dei bambini con sindrome di Down, con autismo, con grave disabilita’ psicofisica. Si auspica non solo l’inserimento in ogni scuola dell’assistente alla comunicazione ma anche corsi di specializzazione universitaria per gli insegnanti di sostegno e per i docenti curricolari.

- La maggiore mobilità, soprattutto nelle grandi città, grazie all'abbattimento delle barriere architettoniche, reso possibile a partire dal DPR 384/'78, continuato con il rifinanziamento per 70mila miliardi della legge 13/'89, che ne ha permesso l'abbattimento, anche, negli edifici privati, nonché alle agevolazioni fiscali per l'acquisto di autovetture adatte per il trasporto delle persone con gravi disabilità sia fisiche che sensoriali.
L’azione deve essere intensificata e monitorata perché scuole, edifici pubblici, mezzi di trasporto urbano (autobus, tram) e non, treni, aerei e connesse stazioni, luoghi di svago, quali parchi, musei, teatri, impianti turistici e alberghieri, risultino di facile accesso ai disabili.

- Una maggiore attenzione alla prevenzione che svolge un ruolo precipuo nell'individuazione delle cause della disabilità.
Si può distinguere tra:
prevenzione genetica, che necessita di una forte ricerca scientifica (scarsa in Italia ma che ha visto un incremento grazie all'impegno del piano Sanitario Nazionale 1998-2000 che prevede di incentivare la ricerca e al MURST Ministro Università e Ricerca scientifica e Tecnologica, a cui spetta l'elaborazione del piano triennale di ricerca, che deve trovare la giusta collocazione per la disabilità e l'handicap) finalizzata alla conoscenza dei meccanismi patogenetici della disabilità, soprattutto mentale;
prevenzione secondaria o diagnosi precoce, che permette di contrastare l'evoluzione naturale delle malattie invalidanti, attraverso interventi mirati di screening che dovranno essere programmati dalle regioni, a cui compete elaborarli;
prevenzione terziaria finalizzata a mettere in atto le conoscenze già possedute per evitare incidenti stradali, sul lavoro, domestici e nella pratica sportiva, per ridurre i fattori di rischio e modificare stili di vita la cui pericolosità è accertata, come l'alcol, il fumo, l'alimentazione scorretta, la sedentarietà.

- Riabilitazione
Le linee guida, approvate dal Ministero della Sanità nel 1998, fissano le direttive perché la Regione e le Asl possano garantire l'assistenza nella fase acuta (emergenza), intensiva (continuazione della cura), estensiva (dopo le dimissioni) per gestire le complicazioni, attraverso la creazione di servizi sia a domicilio che territoriali. Particolare attenzione alla riabilitazione nell'età evolutiva (0-18 anni) perché vengano rispettati alcuni criteri quali la territorialità, in modo che il bambino resti nel proprio territorio, l’uso limitato del ricovero, solo quando strettamente necessario, l'elaborazione di progetti riabilitatitivi individualizzati che prevedano il coinvolgimento della famiglia, l'indicazione delle metodiche riabilitative utilizzate e i parametri per la verifica dell'efficacia .
Inoltre bisognerà che ogni Asl predisponga le "Aree Disabilità Adulti" per la prevenzione secondaria e terziaria e che ci si impegni per la nascita in ogni Regione, soprattutto del sud, che ne sono completamente sprovviste, delle USU (Unità Spinali Unipolari).

- Rendere possibile il distacco dalle famiglie perché ogni disabile sia in grado di poter affrontare la vita autonomamente, prevedendo la costruzione di comunità alloggio o altre strutture che, oltre ad avere una funzione assistenziale abbiano anche una funzione esistenziale per la persona in questione.
Grande importanza riveste, in questo quadro, il sostegno alle famiglie, motore cardine dell’assistenza a un disabile, che si chiedono quotidianamente cosa accadrà al proprio figlio dopo una cura, dopo la scuola, dopo la formazione e soprattutto dopo di noi? Per dare certezze e fiducia bisogna elaborare progetti che seguano, sostengano, le famiglie e soprattutto, i sui figli dalla nascita fino alla morte, garantendo assistenza e integrazione, indipendentemente dall’ala protettiva della famiglia.

 

La finanziaria 2001

Il provvedimento prevede una serie di agevolazioni fiscali per i disabili, soprattutto per quel che riguarda l’acquisto di mezzi di locomozione (auto e motoveicoli) e per gli altri mezzi d’ausilio e i sussidi tecnici e informatici.

I requisiti per accedere alle prime sono l’adattabilità del veicolo, nel senso che, anche se prodotto in serie, deve aver subito modificazioni per essere adattata alle ridotte o impedite capacità motorie permanenti del disabile (secondo il comma 1 articolo 3 della L.104/’92, escludendo che il disabile versi in condizioni di "particolare gravità" e che fruisca dell’assegno di accompagnamento).

L’agevolazione (detrazione di imposta pari al 19%) è sia per il disabile che per il familiare di cui egli sia fiscalmente a carico, viene concessa per un quadriennio e con un importo massimo di trentacinque milioni.

Inoltre c’è l’IVA al 4% per l’acquisto di mezzi di locomozione, a differenza del provvedimento precedente c’è il limite di cilindrata per accedere all’agevolazione, che è 2000 centimetri cubici se è a diesel o 2500 se è a benzina. Lo stesso sgravio è per i servizi resi dalle officine per adattare il veicolo o per acquistare accessori e strumenti per raggiungere l’obiettivo.
Qualora il disabile non sia in possesso della patente speciale può ottenerla e, nel caso fosse impossibilitato a prenderla, perché minorenne o perché con handicap che non ne consente il conseguimento, non è necessaria.
E’ prevista l’esenzione dalle imposte di trascrizione sui passaggi di proprietà e l’esenzione del pagamento del bollo che riguarda le auto sia intestate al disabile che al familiare di cui è fiscalmente a carico purché ci siano le condizioni suddette e senza limiti di cilindrata.
In riferimento alle agevolazioni previste per gli altri mezzi d’ausilio ( trasporto in ambulanza, acquisto di poltrone e via dicendo) è prevista la detrazione del 19% per l’intero ammontare delle spese e l’aliquota IVA del 4% per i mezzi necessari alla deambulazione e al sollevamento disabili, nonché per i sussidi tecnici e informatici (computer, fax, modem) volti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione del disabile.
A sostegno delle famiglie con disabili gravi e gravissimi è previsto un congedo lavorativo retribuito, fino a un tetto massimo di 70 milioni, compresa la contribuzione figurativa, per due anni.
Per i lavoratori sordomuti o con invalidità superiore al 74% è previsto un beneficio pensionistico fino a cinque anni di contribuzione figurativa, come già previsto per i non vedenti.
Per i non vedenti e i sordomuti, come da finanziaria 2000, è prevista la detrazione di imposta pari al 19% per l’acquisto di mezzi di locomozione e per i primi dei cani da guida, con la relativa detrazione dall’Irpef, pari a un milione, delle spese per il mantenimento dell’animale.
È stato incrementato di cento miliardi il Fondo per le politiche sociali al fine di sostenere i progetti del "Dopo di Noi".
È prorogata per l’anno 2001 l’aliquota del 10% per l’assistenza domiciliare svolta da imprese e organismi non lucrativi.

 

Legge sull’assistenza

"Disposizioni per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali" è la nuova legge che sostituisce la legge Crispi del 1890 che governava il nostro stato sociale.
È un provvedimento che mira ad assicurare una migliore qualità della vita per famiglie, bambini, disabili, anziani, immigrati, poveri, barboni, tossicodipendenti, attraverso un intervento integrato e coordinato tra operatori pubblici e privati che garantisca su tutto il territorio nazionale l’assistenza, sanando quel divario presente tra le regioni italiane in materia di servizi alla persona.

Troppo forte è il divario tra le Regioni che riescono a garantire assistenza domiciliare per gli anziani, i disabili, ad avere centri di riabilitazione per le persone con deficit ed altre che ne sono completamente sprovviste.

Il provvedimento prevede una divisione di competenze tra lo Stato che determina i principi e gli obiettivi della politica sociale, individua le prestazioni essenziali e uniformi che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale, le Regioni che hanno una funzione di programmazione e di coordinamento degli interventi e i Comuni che hanno la funzione cardine di erogare i servizi e i provvedimenti a favore delle persone bisognose in un rapporto di collaborazione paritaria con le associazioni di volontariato e del privato sociale.

Qualora gli Enti locali fossero inadempienti lo Stato eserciterà poteri sostitutivi.
Si riconosce l’importanza e il ruolo precipuo svolto dalle famiglie con figli disabili prevedendo una serie di misure monetarie e di conciliazione tra i tempi di lavoro e di impegno familiare, quali assegni, orari di lavoro più flessibili, congedi lavorativi, sostegno alle famiglie.
Sono previsti "buoni servizi" che i Comuni possono rilasciare per l’acquisto di servizi sociali, prestiti d’onore a tasso zero e misure per promuovere la nascita di case famiglia come alternativa agli Istituti chiusi.
Provvedimenti volti a garantire la qualità dei servizi erogati, quali la Carta dei Servizi, che i soggetti erogatori devono adottare.
Per rafforzare l’offerta di maggiori servizi sociali, oltre ai 3.600 miliardi previsti, nel triennio, dal "fondo per le politiche sociali", responsabilizzando i Comuni e le Regioni, un contributo verrà dato dai mille miliardi a carico dell’Unione europea nonché dai fondi che verranno dai patrimoni delle IPAB.