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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Camera dei deputati – 4/6/02 – dichiarazioni di voto e votazione su

"Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo"

(già approvata dal Senato)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso delle provvedimento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo dei Liberaldemocratici repubblicani nuovo partito socialista al disegno di legge di modifica alla normativa in materia di immigrazione ed asilo, una legge che non può non farci riflettere sulle situazioni di grave povertà ancora oggi vissute da molte popolazioni nel mondo; tali popolazioni sono pronte a lasciare il proprio paese e la propria cultura, spesso la propria famiglia, in cerca di nuove opportunità e di nuove prospettive. I consistenti flussi migratori sono una questione determinante e problematica in tutti i paesi occidentali. Certamente noi crediamo che l'approccio alla regolamentazione dell'immigrazione non possa non essere un approccio di tipo solidaristico, di impegno sociale ed umanitario nei confronti di persone che vivono situazioni di disagio e di difficoltà e che cercano nei nostri paesi più sviluppati e più ricchi condizioni migliori. Certamente, noi non crediamo che l'immigrazione e la sicurezza possano essere presentati come due problemi coincidenti e sovrapponibili, anche se è evidente che la criminalità trova terreno fertile laddove esistono situazioni di disagio e di esclusione sociale, laddove gruppi di persone vivono senza abitazione fissa, senza lavoro e privi di quelle condizioni minime che possono consentire e favorire l'integrazione sociale. Il principio solidaristico che deve animare lo spirito di una legge, che si propone di normare il fenomeno immigrazione, non può prescindere dall'impegno di garantire a coloro che entrano nel nostro paese, ma anche ai cittadini italiani, condizioni di integrazione.
Quando si parla di immigrazione non si può non tenere conto di tutti gli aspetti ed in particolare di entrambe le parti coinvolte, le persone che entrano in uno Stato ed i cittadini di quello Stato che li devono accogliere; entrambe le parti hanno diritti e doveri che si devono reciprocamente intersecare. Se è vero che un aspetto importante dell'integrazione è l'atteggiamento di tolleranza e di solidarietà umana, è altrettanto importante che vi sia, da parte di coloro che entrano nel nostro paese, il rispetto della cultura e delle leggi italiane. L'immigrazione clandestina viola la legge italiana e non può, quindi, non essere considerata un reato. Come di consueto, l'opposizione è legittimamente impegnata nella strumentalizzazione anche di questo provvedimento. Si parla addirittura di provvedimento xenofobo, liberticida e disumano. Si tratta, al contrario, di un provvedimento che concretizza un impegno contro l'immigrazione clandestina, quell'immigrazione clandestina responsabile di molta criminalità, di sfruttamento, della prostituzione. È tutt'altro che una legge liberticida poiché intende, innanzitutto, tutelare propri gli immigrati, assicurando a tutti una casa ed un lavoro, combattendo lo sfruttamento ed il lavoro nero, garantendo ai lavoratori immigrati tutte le garanzie e le tutele che valgono per i cittadini italiani. È un provvedimento attento al lavoro prezioso che molti emigrati svolgono nel nostro paese, al contributo importante per le nostre imprese, per la nostra economia e le famiglie italiane, attento anche a garantire a tutti gli immigrati condizioni di vita dignitose, fermo nel combattere la clandestinità a tutto vantaggio di chi soggiorna nel nostro paese in modo regolare. È un provvedimento che si propone di dare risposte a tutti quegli imprenditori che cercano manodopera, che tutela la dignità delle persone e non mi pare che l'acquisizione di impronte digitali, che certifichino l'identità, possa essere considerata una lesione della dignità personale. Senza dubbio, non possiamo accettare che la difesa delle libertà e della dignità delle persone sia considerata patrimonio esclusivo di una parte della sinistra. Io sono una donna di sinistra, laica e riformista e certamente non sento di tradire la mia cultura libertaria, esprimendo un voto favorevole sul provvedimento in discussione. Confermo, quindi, il nostro voto favorevole, certi anche che il Governo terrà fede in breve tempo agli impegni, assunti con l'accoglimento di alcuni ordini del giorno, di stilare appositi provvedimenti per il diritto di asilo, equiparandolo alla legislazione europea, e per l'emersione del lavoro nero di immigrati irregolari (Applausi dei deputati dei gruppi dei Liberal-Democratici, Repubblicani, Nuovo PSI, di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, Governo, colleghi, l'immigrazione è un fenomeno complesso che riguarda l'Italia, l'Europa, tutte le democrazie avanzate ed i loro rapporti con i paesi più arretrati e sottosviluppati, sia nel confronto nord-sud, sia nelle relazioni est-ovest. L'Italia ha conosciuto per quasi un secolo il fenomeno dell'emigrazione verso altri paesi più sviluppati ed altri continenti; nel mondo vi sono molti milioni di persone di origine italiana, testimoni viventi della drammatica storia del nostro paese quando era caratterizzato da povertà, miseria e sottosviluppo. Sappiamo bene che, oggi, in Italia ed in Europa non si può immaginare una politica di immigrazione indiscriminata ed irregolare che provocherebbe gravi lacerazioni sociali, fenomeni di razzismo, xenofobia, intolleranza ed una convivenza sempre più difficile, specialmente tra le fasce sociali più deboli ed emarginate della nostra popolazione. L'immigrazione è un fenomeno complesso che va governato con equilibrio e fermezza, con equità e rigore, con una forte collaborazione al livello europeo e con la cooperazione e la diretta responsabilizzazione dei paesi di provenienza sia a sud sia ad est. La vera sicurezza non è tanto soltanto un problema di ordine pubblico, che pure esiste e va affrontato nella sua dimensione; una cosa è la sacrosanta e doverosa lotta contro la criminalità italiana ed extracomunitaria, altra cosa il fenomeno dell'immigrazione irregolare, tecnicamente definita clandestina. In molte delle nostre famiglie esistono persone pienamente integrate, ma che risultano tecnicamente clandestine perché non sono riconosciuti i loro diritti ed anche i loro doveri. In molte delle nostre aziende, specialmente nel nord d'Italia, lavorano persone pienamente integrate e professionalmente capaci, ma che risultano tecnicamente clandestine perché non sono riconosciuti i loro diritti ed anche i loro doveri. Queste persone straniere sono lavoratori e lavoratrici nelle aziende, nelle famiglie che nulla hanno a che vedere con la criminalità. Governare il fenomeno dell'immigrazione significa dunque combattere la criminalità laddove si manifesta, ma soprattutto superare il problema della clandestinità e sviluppare la capacità di integrazione, realizzando l'autentica convivenza nella solidarietà e nella sicurezza. Governare il fenomeno dell'immigrazione significa fornire risposte adeguate alle esigenze del nostro sviluppo socio-economico e, al contempo, rispettare i diritti civili e umani per tutti, riconoscere le garanzie dello Stato di diritto e delle convenzioni internazionali in materia di asilo. Tutto questo non è presente in questa legge o è stato reso più complicato e difficile, più macchinoso e burocratico, più rigido e repressivo rispetto alla legislazione esistente. Questa non è tanto una legge, quanto un manifesto ideologico, un'arma impropria da agitare in una sorta di campagna elettorale permanente. Noi del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo esprimeremo voto contrario su questa legge perché essa è una pessima legge; non è una riforma, bensì una controriforma, un'operazione politica e ideologica regressiva che è stata imposta con la forza dei numeri, soffocando e stroncando brutalmente anche il più elementare pluralismo all'interno della stessa maggioranza di centrodestra. Le nuove norme conculcano i diritti dei lavoratori stranieri, ma anche quelli delle imprese italiane dove essi lavorano; conculcano i diritti delle persone, dei minori e delle famiglie, rendendo tutto più complicato, macchinoso e difficile ed ottenendo in tal modo l'effetto opposto: non meno, ma più clandestinità; non meno, ma più irregolarità; non meno, ma più insicurezza! Non si deve contrapporre la sicurezza alla solidarietà e alla convivenza, ma promuovere solidarietà e convivenza nella sicurezza. Questa legge va invece nella direzione opposta: non si deve contrapporre una chiusura ideologica e regressiva ad aperture indiscriminate e demagogiche, ma costruire ed applicare regole certe, eque e praticabili. Questa legge va invece nella direzione opposta: non si deve rendere sempre più difficile e precaria l'immigrazione regolare e regolata, altrimenti si incentiva il fenomeno della clandestinità e dell'emarginazione. Tale legge va appunto nella direzione opposta e creerà nuova clandestinità; essa calpesta infatti i diritti civili ed umani fondamentali. Lede la Costituzione, rende più difficile la convivenza e la coesione sociale. Per questo, noi del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo, noi dell'Ulivo, noi del centrosinistra, non voteremo questa pessima legge. Ci opponiamo a questa controriforma ed avvisiamo i cittadini italiani che le conseguenze negative ricadranno anche su di loro, sulle persone, sulle famiglie, sulle imprese, sulla vita economica, sociale e culturale delle nostre città. Noi del Misto-Verdi-l'Ulivo, noi dell'Ulivo, noi del centrosinistra siamo per un'immigrazione regolare e regolarizzata, per i diritti e i doveri delle persone, delle famiglie e delle imprese, per una strategia di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile, per il rispetto dei diritti civili ed umani nel quadro di una convivenza possibile e di una positiva coesione sociale. Questa legge va nella direzione opposta. Per questo noi non la voteremo (Applausi dei deputati dei gruppi del Misto-Verdi-l'Ulivo, dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.

UGO INTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'immigrazione costituisce in tutta Europa una necessità per l'economia, un'opportunità per la costruzione di una società multinazionale, ma anche un pericolo per la sicurezza dei cittadini. I problemi che essa pone si potrebbero affrontare con elasticità e buon senso, se la propaganda estremista della Lega nord Padania non rendesse tutto più difficile e non rendesse inaccettabile anche ciò che si potrebbe accettare. I socialisti democratici italiani che rappresento sono pragmatici ed hanno posto un solo vincolo, doveroso: il rispetto dei diritti umani e il principio di uguaglianza per tutti i cittadini, di qualunque nazionalità. Il rilievo delle impronte digitali, ad esempio, inaccettabile se teorizzato per i soli stranieri, può essere accettato se esteso a chiunque, straniero o italiano, perché le suscettibilità diventano ridicole quando si tratta di dare alla polizia strumenti utili per proteggere tutti noi. Il razzismo e la violazione dei principi di uguaglianza - non dimentichiamolo - urtano la nostra coscienza, ma ci fanno anche pagare un prezzo, in materia di relazioni internazionali, tanto più alto per un paese come il nostro che vive di esportazioni. Se tratterremo come inferiori i cittadini stranieri, non otterremo certo un trattamento di parità, e tanto meno di favore, quando andremo a cercare noi, nei loro paesi di origine, materie prime e contratti. Si chiude in quest'aula, signor Presidente, un dibattito avvelenato da una componente razzista alla quale il Parlamento della prima Repubblica non era abituato. Si chiude una pagina nera per il Governo, che ha ceduto al ricatto della Lega. Ma si apre anche una situazione politica molto interessante. L'Unione democratica cristiana di Buttiglione, D'Antoni e Tabacci oggi ha infatti perso: ha dovuto ritirare una proposta sacrosanta e di buon senso che abbiamo fatto nostra, quella di mettere in regola tutti i lavoratori stranieri che, appunto, lavorano regolarmente. Il Governo ha così perso l'occasione per ottenere più legalità, più ordine e, soprattutto, preziosi contributi per le casse del nostro sistema pensionistico. Ma lo scontro tra la Lega e gli ex democristiani continuerà, anzi si aggraverà, perché investe problemi di fondo che vanno molto al di là dell'immigrazione. Esiste nella maggioranza una divisione tra chi ascolta la voce universale della Chiesa e chi no. Da una parte sta perciò una visione umanitaria e multietnica, dall'altra una visione egoista e razzista. Si tratta di una divisione che investirà probabilmente e inevitabilmente sempre più anche la politica estera del Governo. Nella maggioranza, un'impostazione ideologica e dogmatica si scontra con il pragmatismo e l'elasticità del mondo del lavoro moderno, con le imprese che vogliono espandersi e assumere perciò liberamente anche lavoratori stranieri, come in tutti i paesi avanzati. Lo stesso scontro è aperto all'interno della Confindustria, lo stesso che riguarda l'articolo 18 e il rapporto con il sindacato, perché una parte importante degli imprenditori ha il problema di assumere, non di licenziare, e non vuole affatto umiliare il sindacato. Nella maggioranza esiste soprattutto un conflitto personale e quasi genetico tra chi vuole criminalizzare la prima Repubblica e chi, invece, rivendica con orgoglio la tradizione democristiana. È il conflitto potenzialmente più devastante e irrisolvibile, perché la fortuna elettorale della Lega sta esattamente nella criminalizzazione della vecchia DC. È il conflitto che oggi si allarga sul territorio, specialmente in Veneto e in Lombardia, dove, all'interno del Polo, leghisti ed ex democristiani si insultano ormai pubblicamente. Queste divisioni profonde comportano delle responsabilità anche per noi, per l'opposizione. Potremmo soltanto puntare sulla propaganda, ma credo che sbaglieremmo. Il paese ha infatti bisogno che nella maggioranza prevalga la destra moderata e moderna su quella estrema. Berlusconi non è Chirac: il lepenismo, in Italia, sta nella maggioranza, con il suo nazismo e il suo fascismo, ma l'Italia ha bisogno che sia sterilizzato e ridimensionato, che sia messo nelle condizioni di non nuocere dalla destra moderata, che sta anche in AN e forse nella Lega. E certo sta soprattutto negli ex democristiani dell'Unione democratica cristiana. La sinistra stessa ha bisogno di questo, perché abbiamo in parte un problema speculare: anche noi dobbiamo infatti contenere, nel nostro mondo del lavoro, le posizioni ideologiche e dogmatiche, facendo prevalere elasticità e pragmatismo. Anche noi subiamo la pressione di chi ha costruito la sua fortuna, esattamente come Bossi, sulla criminalizzazione della prima Repubblica. La Lega, signor Presidente, esprime continuamente e pubblicamente il suo disprezzo verso gli ex democristiani che oggi ha piegato, imponendo che si rimangino le loro ragionevoli proposte. Noi, al contrario, apprezziamo la tradizione democristiana di tolleranza e di democrazia che tante volte ha contribuito a salvare il paese. Non apprezziamo, invece, l'intolleranza di Bossi, che non ha neppure la scusante del fanatismo. È soltanto un espediente furbesco e cinico per trarre un vantaggio elettorale dalle paure e dagli istinti della gente. Speriamo che il dialogo ormai in atto tra le opposte moderazioni e le opposte tolleranze - la nostra, che stiamo all'opposizione, e quella degli ex democristiani, che stanno al Governo - dia buoni frutti. Le opposte moderazioni e le opposte tolleranze, se sanno dialogare, si rafforzano a vicenda, nell'interesse della destra, della sinistra e, soprattutto, dell'Italia, che non ha bisogno di confusione consociativa e unanimistica - noi stiamo a sinistra e loro a destra, sia ben chiaro - ma ha bisogno di una sinistra e di una destra che si rispettino e si legittimino a vicenda, come in Europa. Nell'annunciare il nostro voto contrario, signor Presidente, vorrei concludere ricordando che Berlusconi non assomiglia affatto - e non può assomigliare - né a Bush né a Blair. Se Berlusconi avesse, come loro, dei ministri neri, non osiamo immaginare le urla della Lega. Bossi è dipinto, dalle vignette del Corriere della sera, come un cane che abbaia, ma non morde, perché sta al guinzaglio di Berlusconi. Questa volta, impedendo una soluzione ragionevole al problema degli immigrati, Bossi ha dimostrato che può e vuole mordere (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, state per approvare una legge che disonora l'Italia, un paese - il nostro - che, per quasi un secolo, è stato terra di immigranti, di milioni di donne e di uomini costretti a costruirsi una vita all'estero, ad imparare una lingua straniera, ad adattarsi ad accettare lavori che i cittadini di quei paesi non volevano più fare. Emigranti e, il più delle volte, emarginati, vissuti come diversi, come inferiori. Sulle porte dei bar della civilissima Svizzera era scritto: vietato l'ingresso agli italiani ed ai cani. Lo avete dimenticato. Un paese come il nostro avrebbe dovuto varare una legge rispettosa dei lavoratori e dei cittadini ospiti dell'Italia. Invece approvate una legge iniqua, non degna di un paese civile. I lavoratori irregolari - e sono tanti, onesti, spesso già ben integrati - vengono, viceversa, resi instabili, incerti, privi di sicurezza sul proprio destino. Gli irregolari sono parificati ai criminali, con la reclusione immediata, senza il riconoscimento di diritti, di tutele inalienabili per chiunque e, ora in avanti, chi assiste gli irregolari compirà un reato. Sono moltissime le associazioni, i volontari italiani, che svolgono opera d'accoglienza e d'assistenza per gli extracomunitari. La gran parte appartiene alle organizzazioni cattoliche. Le famiglie degli immigrati non potranno più ricongiungersi, negando, ancora una volta, un diritto inalienabile della persona, alla faccia dei tanti sepolcri imbiancati della destra che parlano e sparlano di tutela della famiglia. Evidentemente, se la famiglia ha un colore della pelle diverso dal nostro, non vale nulla, non è più famiglia, perché non sono persone, sono merci, dal vostro punto di vista. Si certifica, con questa ignobile legge, l'esistenza di donne e di uomini di categorie diverse, serie A e di serie B, come nel caso, veramente aberrante, delle impronte digitali, degne di uno stato di polizia. È una misura ingiustificata, perché esiste già nel nostro ordinamento una norma che prevede la rilevazione delle impronte per chi si rifiuta di fornire le proprie generalità, e, al contempo, odiosa, perché contraddice, in modo clamoroso, il principio di uguaglianza di tutti davanti alla legge. Questa legge si può dunque definire in un solo modo: è una legge razzista. Non è così che si affronteranno positivamente i problemi grandi e serissimi posti dai fenomeni migratori dei nostri tempi. Credo che sia tempo di dichiarare la verità. Solo attraverso una progressiva integrazione degli immigrati nella nostra società avremo anche più sicurezza per i nostri concittadini; più diritti avranno gli extracomunitari - maggiori tutele, maggiore integrazione, garanzie -, e meno saranno spinti ai margini della società, verso la devianza e, quindi, in ultima analisi, verso la delinquenza. Voi dite che occorre contrastare la criminalità con una odiosa equazione immigrati-criminali, alimentando, in questo modo, irresponsabilmente, la paura, il più delle volte irrazionale, del diverso, di chi ha un colore più scuro della pelle, una differente religione, costumi lontani dai nostri. Sarebbe stato, viceversa, necessario avviare una politica seria di segno opposto a quello voluto dal Governo, perché va favorita l'emersione dalla clandestinità, mentre, in questo modo, riducendo la possibilità delle regolarizzazioni, si alimenterà ancora di più la clandestinità e, in ultima analisi, proprio la delinquenza e la criminalità. Gli immigrati sono una risorsa, non solo economica per il paese, e vanno certamente colpiti quelli che delinquono e chi vi parla è stato il primo, da ministro della giustizia, ad applicare l'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario - il carcere duro, per intenderci - contro la mafia albanese. Ma la stragrande maggioranza degli immigrati è gente onesta e disperata, che andrebbe aiutata, non criminalizzata. Ma questo è il Governo che abbiamo e la cosa più odiosa...

MAURA COSSUTTA. Collega Cè...

OLIVIERO DILIBERTO. Le reazioni scomposte della Lega mi fanno soltanto onore, ma chiederei al Presidente...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!

OLIVIERO DILIBERTO. ...almeno la garanzia del mio diritto a parlare.

PRESIDENTE. Certo, onorevole Diliberto, ma poiché nei banchi Verdi noto la stessa rumorosità, allora il problema vale per tutti.

OLIVIERO DILIBERTO. Non vorrei che si fosse confuso con il colore della Lega, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Diliberto, lei ha ragione a sollecitare un mio richiamo e io mi associo: per cortesia, colleghi, statevene un po' tranquilli!

MARCO BOATO. Il problema non erano i Verdi, ma la Lega, signor Presidente!

PRESIDENTE. Ho capito, onorevole Boato, ma...

PIER PAOLO CENTO. Allora richiami Cè!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, se l'onorevole Diliberto chiede, come è giusto, una certa attenzione, richiamo la Lega, i Verdi e chiunque altro sia disattento! Prego, onorevole Diliberto, le chiedo scusa.

OLIVIERO DILIBERTO. No, prego, signor Presidente! In questo modo, quelli che fanno schiamazzi si autoqualificano! La cosa più odiosa, colleghi - mi rivolgo anche a voi, colleghi della Lega -, è che molti esponenti della destra italiana, da anni, si riempiono la bocca con parole come garantismo e diritti: diritti degli imputati, diritto alla difesa, eccetera, i quali sono bensì sacrosanti - per carità! -, ma se sono riconosciuti a tutti, dal Presidente del Consiglio all'ultimo degli extracomunitari; altrimenti, signori del Governo, non si possono denominare diritti: si chiamano diritti se sono di tutti, ma se sono soltanto di pochi si chiamano privilegi, di classe o di casta! Se fai parte della classe dirigente, godi dell'impunità; se non ne fai parte, tolleranza zero, dall'articolo 18 dello statuto dei lavoratori a quest'odiosa legge sull'immigrazione! Ecco perché non ho paura ad affermare che questo è il Governo dell'illegalità, un Governo che disonora le tradizioni civili del nostro paese! L'unica cosa che dovreste fare è vergognarvi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo. Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, i deputati del gruppo di Rifondazione comunista voteranno naturalmente contro questo disegno di legge. Stavolta, però, un voto contrario nelle aule parlamentari non basta a chi ha ancora a cuore la democrazia, per chi crede nella Costituzione (di cui questa legge fa carta straccia), a chi pensa che le garanzie e i diritti di coloro che hanno il colore della pelle diverso non possano essere calpestati, a chi crede nella società civile e neanche a chi, semplicemente, si riconosce nei valori della cristiana umanità e solidarietà. Non basta votare contro perché non ci sono aggettivi sufficienti per qualificare una legge infame e pericolosa: è ingiusta, schifosa, feroce, schiavista, razzista, fascista; ma tutto ciò non basta ancora: essa è caratterizzata da una dose di cattiveria gratuita che è persino difficile descrivere. Ho pensato spesso, nel corso di queste settimane, che in un impianto espressione evidente di una destra populista, liberista e razzista, vi fosse anche una componente di demagogia di bassa lega per ragioni elettorali. Lo credo tuttora: si strumentalizzano le paure e le insicurezze dei cittadini meno attrezzati culturalmente e socialmente per ragioni prettamente elettorali e si cerca di proporre lo straniero come capro espiatorio sul quale riversare tutte le contraddizioni e i problemi che viviamo nei quartieri di periferia delle nostre città. Ma non può bastare, io penso, qualche voto in più alle elezioni per giustificare una legge alla quale sono contrarie tutte le associazioni che si sono occupate di immigrati e di diritto di asilo (le organizzazioni cattoliche, i gesuiti e persino gli imprenditori che, come si sa, hanno in mente solo, o prevalentemente, il profitto). Le impronte digitali per gli stranieri che chiedono il permesso di soggiorno costituiscono simbolicamente il messaggio più aberrante di questa legge perché indicano lo straniero come potenziale criminale. È un messaggio che respingiamo e, pertanto, vi sommergeremo di impronte degli italiani; vi daremo le nostre, le impronte di parlamentari. Ma non vi sono solo le impronte, perché tutta la legge è infarcita di una logica di respingimento. Voi vorreste dire agli stranieri: non vi vogliamo. E poiché formalmente non lo potete fare, perché le leggi e le direttive europee vanno in altra direzione, siete costretti allora a tentare di gestire il fenomeno, ma cercate di rendere loro la vita difficile. Ed è per questo che introducete il contratto di lavoro, per dire all'immigrato: non ti voglio, ma mi servono le tue braccia; in ogni caso renderò la tua condizione sempre del tutto provvisoria, e poi, comunque, ti manderà via. Dite allo straniero: ti prendo, perché sono costretto, ma cercherò di renderti la vita difficile; quindi ti negherò qualsiasi diritto. E allora sulla famiglia, sui ricongiungimenti familiari, sui minori, persino con la moltiplicazione delle pratiche burocratiche, cercate di rendere la vita difficile affinché qualcuno non sappia più come cavarsela. In ogni caso, tentate di impedire loro di progettare un futuro, perché dite allo straniero: la tua condizione sarà sempre precaria, e per me sarai solo una merce; mi servi solo per produrre ricchezza. Non contenti, voi dite allo straniero: comunque ricordati che anche quando ho bisogno di te, tu non sarai mai come me, non sei è ben accetto; quindi, sia chiaro che non potrai mai avere i miei stessi diritti. E così avete costruito un doppio binario sulla famiglia, sui diritti del lavoro, e avete persino stravolto la civiltà giuridica. Non è un caso che il decreto sull'espulsione, che tanto vi abbiamo contestato pochi giorni fa, sia già davanti alla Corte costituzionale. Era evidente che una norma che viola la libertà personale dovesse passare al vaglio della magistratura. Ma siete andati avanti lo stesso, e, con buona pace degli pseudogarantisti che difendono il cavaliere, questo non è l'unico diritto alla difesa negato. Non esiste nell'espulsione amministrativa, nell'accompagnamento coatto in frontiera e neanche quando lo straniero è vittima di un reato. Inoltre, negate all'immigrato la presunzione di innocenza ed arrivate ad affermare per lui la presunzione di colpevolezza. Se un italiano non esibisce documenti è punito ai sensi dell'articolo 651 del codice penale ad un mese di galera, uno straniero ne rischia sei; se un italiano ruba una scatola di biscotti in un supermercato è punito per quel reato; un immigrato rischia come pena aggiuntiva la revoca del permesso della carta di soggiorno. I cosiddetti centri di permanenza temporanea hanno reintrodotto, purtroppo con la legge del centrosinistra, e solo per gli immigrati, la detenzione amministrativa; roba da Stato pre-moderno, quando si mettevano in galera oziosi e vagabondi, anche se non commettevano reati. Oggi, voi aumentate la possibilità di permanenza in questi centri di detenzione e pensate di riempire l'Italia di queste galere per stranieri, che hanno la sola colpa di essere venuti in Italia per fuggire dalle guerre e dalla fame, di cui quasi sempre la nostra civiltà occidentale è responsabile. Con questa legge, anche il diritto di asilo sarà impraticabile, perché negate a chi chiede rifugio in Italia per ragioni umanitarie anche la possibilità di dimostrare le loro condizioni. Non so se qualcuno vi potrà credere quando dite di voler combattere l'immigrazione clandestina. Certo però il tempo dimostrerà come con questa legge costringerete, invece, tutti gli stranieri all'irregolarità e alla clandestinità, perché non sono le norme repressive e autoritarie, non è la demagogia e neanche i soprusi che voi introducete a poter fermare il fenomeno immigratorio. In realtà, procurerete solo sofferenza ai cittadini che fuggono dalla povertà della guerra permanente che avete dichiarato. Per il resto non fermerete un bel nulla perché non hanno nulla da perdere le persone che arrivano. Aumenterete solo il numero dei cimiteri marini, il numero di donne, uomini e bambini che hanno trovato le morti nei nostri mari perché sono arrivati sui gommoni e pescherecci per chiedere ospitalità ed aiuto. Ho letto ieri di un'indagine che diceva che i timori per l'immigrazione crescerebbero anche tra l'elettorato di sinistra. Non so se sia vero, ma penso che per liberarci dai fantasmi della nostra cosiddetta civiltà moderna bisogna dare nome e cognome a questi ipotetici mostri che ci perseguitano. E il nome e il cognome va legato alle facce, a quella del sudsahariano che va a raccogliere pomodori nel sud perché nessuno di noi lo fa più, a quella del senegalese che lavora nelle fabbrichette metalmeccaniche del nord est, a quella della ghanese che lavora nell'azienda tessile, a quella del marocchino che lavora nell'edilizia, e ancora alla faccia della equadoregna, della filippina, della polacca, che lavora nelle nostre case e ci solleva delle fatiche domestiche o cura i nostri anziani; e sappiamo che lo fanno a costi bassi, accontentandosi di poco. Senza di loro non sapremo come fare con una popolazione che invecchia. E allora perché negare persino la loro regolarizzazione, negarla a chi lavora in fabbrica o concederla limitatamente alle cosiddetti colf e badanti. Perché procurare sofferenze e rendere difficile la vita a coloro che la rendono meno difficile a noi? Forse è solo cattiveria gratuita e allora questa legge è schifosa, feroce, schiavista, razzista e fascista, ma forse c'è qualcosa di più, forse volete la schedatura di massa per gli stranieri per schedare tutti noi, per determinare un controllo sociale ingiustificabile e giustificato solo da una cultura autoritaria tesa a prevenire non la criminalità ma a reprimere il conflitto sociale. Forse volete la precarietà perenne per gli stranieri per cancellare i diritti a tutti noi, per rendere tutti più deboli, per licenziarci meglio, per cancellare più facilmente l'articolo 18. Con questa legge saremo tutti più insicuri perché tutti più riscattabili. Il contratto di soggiorno che introducete presenta le identiche caratteristiche di quello che veniva richiesto ai lavoratori del sud che arrivavano a Milano o Torino: se non avevano il contratto di lavoro, le garanzie del padrone e una casa venivano rispediti nel Mezzogiorno con il foglio di via. Era una norma fascista e solo nel '61, dopo una sentenza della Corte, il foglio di via è stato abolito. Ora viene reintrodotto per i nuovi immigrati e le operazioni ad alto impatto a quell'epoca si chiamavano pattuglione: erano e sono, semplicemente, delle retate, come state facendo ora con i rastrellamenti di massa che riempiono le galere senza ragione alcuna. Con questa legge siamo tutti più insicuri. Per questo non ci accontenteremo di votare contro, per questo, già nelle fabbriche del nord lavoratori italiani e stranieri scioperano insieme contro di voi, per questo praticheremo qualsiasi azione di disobbedienza civile per smontarvi, ogni giorno, un pezzo di questa infame e pericolosa legge (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo e di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ’. Signor Presidente, gli aspetti salienti del dibattito parlamentare sull'immigrazione sono stati caratterizzati dalla rabbia, dalla violenza verbale e dalla disperazione dell'onorevole Turco e dell'onorevole Soda. Non si è trattato di episodi estemporanei dettati da intemperanza caratteriale ma della reazione razionalmente aggressiva di fronte ad una legge che segna la sconfitta della strategia globalizzatrice della sinistra. L'ideologia della società multirazziale che ci è stata falsamente presentata come ineludibile portato della storia ha rappresentato, per la sinistra e per l'Ulivo, ben assecondato dall'utopismo pauperista di rifondazione comunista, lo strumento per scardinare la democrazia in Europa. La democrazia si basa, infatti, sul rapporto stretto fra cittadini e istituzioni, fra territori e popoli, fra persone in azione e non può prescindere da precisi diritti e doveri strettamente correlati fra loro di cui è titolare ogni membro della comunità. Tutto questo per la sinistra non conta; l'importante è massificare il mondo rendendo tutte le persone uguali nel modo di pensare, di agire, di vestire; l'importante è cancellare le diversità, le identità dei popoli, le loro tradizioni, la loro storia i loro costumi per cementare il tutto nella formula della società multirazziale, del melting pot.

PIER PAOLO CENTO. Vergogna! Vergogna!

ALESSANDRO CÈ. La sinistra e i cattocomunisti inseguono la nemesi del comunismo...

PIER PAOLO CENTO. Vergogna, vergogna!

ANTONINO LO PRESTI. Buffoni!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, onorevole Cento! Vi prego, onorevoli colleghi della Lega, di non... (Deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo espongono cartelli recanti l'impronta bianca di una mano in campo nero). Onorevole Cento, onorevole Cima, onorevole Pecoraro Scanio, onorevole Bulgarelli vi richiamo all'ordine (I deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo scandiscono: Ver-go-gna! Ver-go-gna!). Onorevoli colleghi, vi richiamo all'ordine. Chiedo ai commessi di intervenire nel rimuovere quei cartelli (I commessi rimuovono i cartelli). Onorevoli colleghi vi richiamo all'ordine e annuncio che convocherò l'Ufficio di Presidenza perché queste sceneggiate in aula debbono finire, sono vergognose! Onorevole Cento, queste sceneggiate sono vergognose!

PIER PAOLO CENTO. Questa legge è vergognosa, è una cosa vergognosa, è una vergogna!

PRESIDENTE. Qui non siamo al circo equestre siamo alla Camera dei deputati e chi esibisce questi cartelli deve vergognarsi.
Oggi stesso convocherò l'Ufficio di Presidenza su questo punto.

PIER PAOLO CENTO. Imbavagliaci!

PRESIDENTE. Onorevole Cento, ha terminato o devo espellerla dall'aula (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, dell'UDC (CCD-CDU) e della Lega nord Padania)?

GUIDO CROSETTO. Lo sbatta fuori dall'aula!

LUCIANO MARIO SARDELLI. Lo mandi al circo!

PRESIDENTE. Onorevole Cè, proceda. Le chiedo scusa io a nome della Camera dei deputati.

CESARE RIZZI. Non è la prima volta però.

ALESSANDRO CÈ. La sinistra e i cattocomunisti inseguono la nemesi del comunismo, sconfitto e condannato dalla storia, che risorge in una formula nuova dove l'utopia non consiste più nell'uguaglianza giuridico-formale davanti alla legge, né nell'uguaglianza economica, rivelatasi fallimentare, bensì nell'uguaglianza dell'anonimia, dell'impotenza, della cancellazione dell'identità. Una società siffatta, in realtà, lungi dall'essere integrata, è caratterizzata da grande conflittualità sociale, da scontro tra culture e civiltà e, pertanto, non può che rimandare, petulante, a poteri sempre più lontani ed autoritari. Se a questo quadro aggiungiamo l'attacco frontale portato negli ultimi anni dalla sinistra alla famiglia naturale ed alle formazioni comunitarie intermedie, viste come ostacoli al proprio progetto strategico, risulta evidente la disumanità dell'ideologia della società multirazziale. La sinistra italiana, partecipe del progetto, rivelatosi fallimentare, dell'Ulivo mondiale, ha svenduto la dignità e l'identità delle persone, delle comunità e dei popoli all'utopia antidemocratica del Governo mondiale, alleandosi, a tal fine, con la grande finanza italiana ed internazionale: un patto diabolico che avrebbe dovuto assegnare agli illuminati dell'Ulivo, cioè ad una stretta cerchia di tecno-burocrati, la pianificazione legislativa svincolata da reali poteri di controllo democratico da parte dei singoli popoli, e, alla grande finanza, un tornaconto in termini di nuovo sottoproletariato extracomunitario funzionale a tenere bassi i salari anche per i lavoratori autoctoni. In questi giorni ne abbiamo avuto la riprova attraverso i ripetuti interventi, in particolare quelli svolti dall'onorevole Violante, a sostegno degli interessi della grande industria. È vero, in Italia esiste un alto costo del lavoro - noi lo sosteniamo da sempre - le cui responsabilità ricadano in buona parte sui governi dell'Ulivo. Su questo tema, e sulla riduzione degli oneri per le piccole e medie imprese, bisognava intervenire, ed il nostro Governo ha già approvato alla Camera provvedimenti che vanno in questa direzione. L'onorevole Violante si dimentica però, o vuole dimenticarsi, che esiste una disoccupazione altissima nel Mezzogiorno, che esistono lunghe liste di disoccupazione comprendenti decine di migliaia di extracomunitari, che i salari sono spesso al limite della sopravvivenza. Questo spiega, in parte, anche perché gli italiani rifiutano lavori molto pesanti e sottopagati. Non sarebbe miglior causa, onorevole Violante, lavorare insieme per aumentare il salario netto ai lavoratori italiani, piuttosto che introdurre fattori ulteriormente calmieratori dei salari stessi con l'invasione extracomunitaria? Vede, onorevole Violante, dai suoi accorati interventi è evidente che ormai la sinistra si preoccupa molto di più degli industriali che non dei lavoratori, e ciò conferma che il patto con la grande finanza e la grande industria sono essenziali al progetto egemonico, di gramsciana memoria, che volevate realizzare. In sostanza, onorevole Violante, vi siete venduti l'anima! La grande finanza, a sua volta, ha appoggiato il vostro progetto di potere. Per realizzarlo vi serviva una massa di diseredati che venissero a scardinare la legalità nel nostro paese, che mettessero in discussione i principi ed i valori di riferimento della nostra comunità, un nuovo sottoproletariato e dei nuovi disperati da contrapporre ai colpevoli lavoratori italiani e per alimentare, come vostro solito, i complessi di colpa della vecchia Europa nei confronti del terzo mondo. Per realizzare il vostro progetto di potere dovevate sostituire l'emorragia di consensi da parte dei lavoratori e dei piccoli imprenditori italiani con il voto degli immigrati, secondo la vecchia logica del connubio assistenzialismo - voto di scambio. La vostra non è mai stata solidarietà disinteressata, bensì solidarietà "pelosa". Inoltre, per quanto riguarda la concretezza della vostra solidarietà, come spiegate il fatto che negli anni di Governo dell'Ulivo la cooperazione con i paesi terzi, che è la vera strada maestra da percorrere per risolvere i problemi della povertà dove essa è presente, ha raggiunto i minimi storici? Si è investito infatti solo lo 0,14 per cento del PIL, che rappresenta il più basso livello tra i paesi del mondo occidentale. Per raggiungere il vostro scopo avete adottato la politica del buonismo irresponsabile, avete abdicato al ruolo di garanti della legalità, di difesa e di inviolabilità dei confini, esponendo il paese e la collettività all'insicurezza, all'illegalità diffusa, al dilagare della piccola e grande criminalità, all'aumento dello spaccio di droga, alla vergogna della prostituzione ovunque ed in qualsiasi ora del giorno e della notte, alla devastazione di interi quartieri, all'inciviltà ed al degrado delle nostre città, al commercio abusivo tollerato come fonte di reddito per irregolari e clandestini in spregio ai cittadini onesti (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale). Avete fatto ricadere tutto questo, anche in termini di costi economici, sulla collettività, nonostante autorevoli istituti statistico-economici avessero quantificato da tempo l'ammontare di queste risorse drenate dalle tasche inconsapevoli dei cittadini: circa 8 mila miliardi annui per assistenza sociale, sanità, case, sicurezza e carceri. Avete continuato a mistificare la realtà, sostenendo che gli extracomunitari avrebbero pagato le nostre pensioni future, nascondendo che solo un quarto degli extracomunitari regolari presenti nel nostro paese sono iscritti all'INPS e che oltre un milione di irregolari e clandestini, logicamente non pagando nulla, usufruiscono dei servizi di assistenza previsti nel nostro paese. Sarebbe questa, secondo voi, la ricchezza portata dall'immigrazione extracomunitaria? Almeno due milioni e mezzo di persone presenti, di cui solo 400 mila versano contributi all'INPS? Avete perpetrato nei confronti dei cittadini italiani e padani le vessazioni più discriminatorie consentendo, ad esempio, agli extracomunitari di ritirare i contributi versati con il 5 per cento di interesse dopo solo cinque anni di lavoro, mentre le nostre donne - lo ripeto: le nostre donne - le cosiddette donne silenti non hanno lo stesso diritto, pur avendo versato contributi per 13-14 anni per la sola colpa di aver lasciato il lavoro per accudire i figli (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale).

MIMMO LUCÀ. Fate la legge!

RENZO INNOCENTI. Allora, fatelo!

ALESSANDRO CÈ. Ma si sa: voi odiate la famiglia! Avete offeso e umiliato i nostri vecchi in condizioni di povertà, togliendo loro il diritto alla casa e attribuendo punteggi di favore, specie nelle amministrazioni governate dall'Ulivo, agli extracomunitari. È questo il vostro senso della giustizia sociale? Avete approvato norme come alcuni articoli della legge Turco-Napolitano e la vergognosa legge Mancino che, con lo strumentale pretesto di lottare contro la xenofobia, hanno introdotto l'ignominia dell'inversione dell'onere della prova nei procedimenti di accusa per atti di presunta discriminazione razziale, una specie di condanna anticipata dell'accusato che inficia nel profondo l'idea stessa dello Stato di diritto nel quale chi accusa è tenuto a fornire le prove e le testimonianze contro l'imputato.

PRESIDENTE. Onorevole Cè, la prego di concludere.

ALESSANDRO CÈ. Da tutto ciò si evince un odio profondo nei confronti dei cittadini italiani, della nostra cultura e della nostra civiltà; un odio nei confronti della civiltà europea, dei suoi valori e della sua matrice cristiana. Onorevole Turco, piuttosto che accusarci di razzismo e gridarci (Commenti del deputato Zanella)... ma stai zitta un attimo! Smettila! Presidente...!

ALFONSO PECORARO SCANIO. Parla da 15 minuti!

PRESIDENTE. Onorevole Cè, lei ha ragione, perché queste interruzioni sono incivili, però ha terminato il suo tempo (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Onorevoli colleghi, se vogliamo essere fiscali, precedentemente ho interrotto il tempo e l'onorevole Cè ha già un minuto e mezzo in più del tempo a sua disposizione (Commenti del deputato Caparini). Onorevole Caparini, non mi dica di no.

CAROLINA LUSSANA. Ha ancora due minuti!

PRESIDENTE. Prenda le registrazioni televisive e vedrà se ho ragione o meno. Adesso, però, Onorevole Cè, concluda il suo intervento.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, mi scusi, ma ho parlato con un continuo brusio nelle orecchie, perché mi hanno continuamente interrotto!

LAURA CIMA. Ma non ho capito, dobbiamo stare anche in silenzio?

PRESIDENTE. Onorevole Cè, lei ha ragione a lamentarsi per questo. Prego, onorevole Cè concluda! Onorevoli colleghi, non interrompete ulteriormente, per cortesia! Prego, onorevole Cè (Commenti del deputato Pecoraro Scanio). Onorevole Pecoraro Scanio, lei dovrebbe essere un po' più tollerante!
Onorevole Cè, concluda per cortesia!

SALVATORE ADDUCE. Devi pazientare! Pazienza, devi avere pazienza!

PRESIDENTE. Onorevole Adduce, ci si mette anche lei?

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, concludo. Onorevole Turco, piuttosto che accusarci di razzismo e di gridarci "vergogna", perché non prova ad uscire da questa aula ed a confrontarsi con la gente comune e non con le platee addomesticate e ideologicamente affini predisposte dalle vostre associazioni militanti, spiegando il motivo per cui avete compiuto queste discriminazioni nei confronti dei cittadini italiani? Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei cittadini la prenderebbe, metaforicamente, a calci (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

ANTONIO SODA. Basta!

ALESSANDRO CÈ. La Lega nord Padania - e concludo, signor Presidente - ritiene l'approvazione della legge Bossi-Fini un grande risultato politico, oltre che una grande vittoria del nostro movimento, che premia l'enorme impegno profuso dai nostri militanti sul territorio per evitare che il diabolico disegno dell'Ulivo potesse diventare una triste realtà (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e di deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vogliamo dare ragione dei fatti di questa norma. Questa norma, ed i provvedimenti contestuali che vedranno integrarla, dà risposta ad alcuni bisogni della realtà italiana, così...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'onorevole Volontè ha diritto alla par condicio rispetto agli altri. Onorevole Volontè, stia tranquillo perché avrà del tempo supplementare. Ricominci pure, onorevole Volontè.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vogliamo dare atto ai cittadini italiani, oltre che ai colleghi qui presenti, dei fatti che riguardano questa legge. Alcune nostre battaglie ed alcune nostre sottolineature hanno trovato una giusta soddisfazione dentro il provvedimento e nei provvedimenti che saranno giusto contorno ed integrazione alla legge sull'immigrazione. Si è risposto con intelligenza al bisogno delle famiglie con l'emendamento e con parte del testo così chiamato e conosciuto in Italia come colf-badanti. Si è risposto alla tutela dei bambini, i più piccoli ed i più poveri, con gli ordini del giorno e gli emendamenti anche nostri riguardo ai minori lasciati in affido. Si è risposto al problema della centralità della famiglia come qualità morale e civile italiana, ai genitori anziani e malati: vale per gli italiani e vale per gli stranieri. Si è risposto - ed il Governo si è assunto questa responsabilità - ai bisogni delle imprese, non solo per il problema delle imprese del nord, ma per il principio che la schiavitù in Italia non può essere reintrodotta. Quando dicevamo "facciamo nero il nero" lo dicevamo nei confronti degli italiani e nei confronti dei cittadini extracomunitari, perché il 27 per cento del PIL (stime OCSE) presente oggi in Italia in nero non è un problema di questo Governo, è un problema che arriva dagli ultimi dieci anni. Si è risposto all'uguaglianza della legge per tutti sul tema delle impronte: sicurezza per tutti, lotta alla criminalità più certa per tutti. Devo dire che è abbastanza simpatico leggere in questi giorni dai giornali, e ancora ieri sul televideo della televisione pubblica, che oggi avremmo votato un emendamento sulle impronte digitali quando - lo ricordo a me stesso e non vorrei ricordarlo a nessun altro - il 29 maggio l'unico emendamento presente in quest'aula per l'estensione delle impronte digitali per tutti era l'emendamento a firma D'Alia, dichiarato inammissibile, ed il primo ordine del giorno approvato ieri è stato quello dello stesso onorevole D'Alia. Non c'è gara rispetto ai temi della giustizia, non c'è vittoria rispetto ai temi della civiltà italiana. Questo provvedimento dà ruolo anche alle regioni sui decreti dei flussi, quindi dà corresponsabilità, dà corpo a quello che vogliamo chiamare un federalismo solidale. Come non ricordare le polemiche dei mesi di agosto e di settembre quando Follini, Giovanardi e Buttiglione hanno impedito che questo provvedimento arrivasse al Senato con una norma che diceva: la clandestinità è un reato, quindi i clandestini li mettiamo in prigione? Ciò non solo perché questo reato non è presente negli ordinamenti europei, ma avremmo riempito le prigioni ed avremmo peggiorato la situazione italiana rispetto a quella attuale. È un provvedimento serio perché finalmente, a medio termine, si dà attuazione agli accordi bilaterali con le altre nazioni di provenienza dei cittadini extracomunitari per il contrasto alla criminalità e la formazione professionale. Abbiamo agito in questo frangente con buonsenso, preveggenza e lungimiranza, e non è la prima volta che questo capita nei confronti di una maggioranza della quale siamo parte. Siamo di questa maggioranza, non in questa maggioranza. L'abbiamo detto sui temi dell'Europa, sulle fondazioni, sulla lotta alla droga, sulla cooperazione, sulla lotta alla pedofilia, sul provvedimento in materia di immigrazione al nostro esame, sul dialogo sociale, su come affrontare la lotta alla schiavitù nei riguardi della prostituzione. L'abbiamo detto - e ce ne ha dato atto il Presidente Fini - qualche mese fa parlando del decreto dei flussi, nel quale abbiamo condiviso la scelta che il prossimo decreto dei flussi riguardi non solo persone ma due criteri fondamentali, omogeneità e reciprocità. Anche su questi argomenti intendiamo la politica come servire il popolo italiano. Stare alla realtà così come ci si presenta e condurre con la società un cambiamento di bene per questo paese, che è ricco di democrazia perché abbondante di associazionismo, volontariato, senso della famiglia, sindacati, associazioni di categoria. L'Italia e gli italiani sono un popolo vigoroso e curioso del mistero e dell'ignoto. Non voglio citare per banalità ma per saggezza Marco Polo, Galileo, Colombo: tre modi diversi di intendere come essere italiani e affrontare l'altro da sé. Non abbiamo paura dell'altro o degli altri ma sappiamo che la nostra genìa è frutto di un crogiolo di razze, culture e spiriti di popoli diversi (pensiamo agli arabi, agli spagnoli, ai francesi, ai longobardi) e tutto ciò ha fecondato il nostro paese e noi abbiamo fecondato il mondo occidentale, con la cultura del diritto romano e con il cristianesimo che partì dai nostri luoghi.

ANTONIO SODA. Sant'Agostino!

LUCA VOLONTÈ. Anche un pezzo di Medio Oriente dipende dalla fecondità del popolo italiano. L'altro irrobustisce sempre le nostre ragioni, le cambia e le rafforza. L'altro è l'incontro, o lo subisco o lo affronto con la consapevolezza di essere italiano, dell'Italia e non in Italia per un qualche accidente della storia. Da questo provvedimento escono, certamente, sconfitti i Governi precedenti. In questo caso, non si parla di una sanatoria indiscriminata, non si dice che tutti gli stranieri sono buoni ma non si dice neanche che bisogna bombardare le navi o che tutti gli stranieri siano cattivi. Quella al nostro esame è una norma equilibrata, di buonsenso, che rispetta la civiltà italiana, la nostra cultura, la nostra tradizione e il nostro futuro. Guardare al futuro con serenità, sapendo distinguere ciò che è bene e ciò che è male, guardare alla realtà così come ci si presenta è il nostro compito. Ringraziamo i nostri genitori di essere italiani, ringraziamo la saggezza di chi è stato tra noi su questi banchi perché la democrazia italiana non è un accidente ma è parte della nostra cultura e della nostra dignità di cui siamo orgogliosi (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU) e di Alleanza nazionale - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, cari colleghi, avrei voluto interloquire e rispondere all'intervento del presidente di gruppo della Lega ma confesso che il disagio personale e di luogo per il suo intervento - che, per la verità, non è stato applaudito da nessun altro collega, neppure della maggioranza - me lo impedisce e, quindi, cercherò di sviluppare un ragionamento come avevo previsto di fare. Quella che vi accingete ad approvare è una brutta legge, non solo perché nasce da un'esigenza propagandistica, perché è un prezzo elettoralistico che pagate alla Lega - che, giustamente, alza il tono del vincitore - e perché non vi era l'esigenza di cambiare la legge Turco-Napolitano, considerata tra le migliori in Europa (la cui efficacia, peraltro, voi stessi riconoscete quando sostenete che utilizzandola siete riusciti ad aumentare del 30 per cento i respingimenti degli immigrati clandestini) ma perché finirà per aumentare proprio l'immigrazione illegale, cioè di quei clandestini che voi e noi vogliamo combattere. Sarà molto difficile che un artigiano, un agricoltore o una famiglia si metta in casa un immigrato o una immigrata mai vista, mai conosciuta prima, avendo voi eliminato quell'istituto dello sponsor che consentiva un approccio più consapevole tra datore di lavoro e lavoratore. Allora, gli extracomunitari in cerca di lavoro arriveranno in Italia clandestinamente e si metteranno in cerca di un datore di lavoro e, se aumenterà la clandestinità, aumenterà la marginalità sociale e i rischi per la pubblica sicurezza, che tanto e giustamente sta a cuore ai nostri concittadini. Vedete, colleghi della maggioranza, il problema della sicurezza è un problema vero in tutte le società moderne, non solo nella nostra. Ed è ben strano e paradossale che, di fronte ad un problema così serio - qualche volta anche drammatico -, chi governa abbia deciso di cavalcare le emozioni dei cittadini e chi fa l'opposizione è costretto ad invitare il Governo alla moderazione, alla razionalità e alla responsabilità. Normalmente, è l'opposizione che cavalca i sentimenti e gli umori; in questo caso, è il Governo. Non è giusto - lo sapete bene - impostare l'equazione: immigrazione uguale criminalità. Voi sapete che vi sono tanti immigrati inseriti nel lavoro, integrati nelle nostre comunità locali, con bambini che frequentano la scuola con i nostri figli e che non c'entrano nulla con la criminalità. Ve ne sono altri, spesso clandestini, non integrati, senza la loro famiglia appresso, senza casa e ai margini delle nostre comunità che, invece, sono catturati dalle reti - organizzate o improvvisate non importa - della criminalità. Se proprio volete impostare un'equazione, allora, dovete affermare: marginalità uguale criminalità. Chi sta ai margini, chi si sente escluso, chi vive di espedienti - sia immigrato sia indigeno -, è esposto al rischio della delinquenza. In Gran Bretagna sono i giovani indigeni, sbandati e disoccupati, che rendono insicura la vita ai loro concittadini; nel sud della Francia sono le bande degli adolescenti che bruciano le automobili e scassano le vetrine, al punto che, in alcune città, è stato istituito per loro il coprifuoco. È la marginalità la causa della delinquenza. A proposito di questo disegno di legge, uno dei più famosi demografi italiani, il professor Livi Bacci, ha osservato che, essendo in esso contenuta la previsione di un'immigrazione di breve durata - un anno per i lavoratori a tempo determinato e due anni per quelli a tempo indeterminato -, tale provvedimento induce alla non integrazione. Infatti, un immigrato, che dopo un anno sa di dover ripartire, non ha alcun interesse, alcuno stimolo ad integrarsi, a farsi ben accogliere, a farsi ben volere, a rispettare le leggi del paese che lo ospita, ad impararne la lingua e a seguire corsi di formazione. Tanto domani, proprio domani, dovrà ripartire. E poiché tra dieci anni, osserva ancora Livi Bacci - mi rivolgo in particolare all'onorevole Fini, che so essere molto attento a queste problematiche relative alla demografia -, nel nostro paese mancheranno 5-6 milioni di cittadini nella fascia di età tra i 20 e i 40 anni, vale dire quella più produttiva, è prevedibile, se vogliamo far funzionare le nostre aziende, che si debba ricorrere ad altrettanti extracomunitari. Ebbene - è la conclusione - 5 milioni immigrati, di immigrazione breve come prevede la vostra legge, sono potenzialmente 5 milioni di cittadini non integrati, esclusi, che vivono ai margini della società; dunque, una bomba ingovernabile sotto il profilo della sicurezza, indipendentemente dal colore del Governo di quel periodo. Vedete cosa comporterebbe un atteggiamento responsabile verso i nostri concittadini di oggi e di domani? Dire la verità, signori del Governo; la verità innanzitutto e sempre! Non fare demagogia, ma dire la verità e comportarsi con responsabilità. Il problema della sicurezza. È vero che, come sostiene il Comando generale dell'Arma dei carabinieri, i furti nelle ville in Lombardia, nell'ultimo anno, sono aumentati del 40 per cento e che la microcriminalità, nel nostro paese, è aumentata del 34 per cento? È vero come sostengono i ricercatori Marchese e Milazzo dell'Osservatorio di Pavia che di tutto questo i cittadini non si rendono ben conto perché nel contempo l'informazione televisiva sulla criminalità urbana è diminuita del 50 per cento? Che ne è, signori del Governo, del poliziotto di quartiere che avete promesso nella campagna elettorale? L'avete derubricato a vigile di quartiere, cioè di competenza del comune: i comuni a cui Tremonti toglie le risorse (quindi come fanno ad assumere i vigili)? Che ne è della cultura aziendalistica che avete promesso? Incentivi salariali ai poliziotti sulla base dei risultati ottenuti, come fanno in Gran Bretagna, dicevate. Che ne è delle nuove stazioni dei carabinieri, se invece volete ridurre anche quelle che sono stati istituiti dai governi dell'Ulivo? Che ne è del coordinamento della strategia di sicurezza urbana affidata, città per città, a un organo di polizia diverso per evitare inutili sovrapposizioni: in una città i carabinieri, nell'altra la polizia, nell'altra ancora la finanza. Vi si è, improvvisamente, rinsecchita la fantasia dopo la campagna elettorale? Che state facendo sul tema della sicurezza? Ma vi è un'altra ragione per cui diciamo che questa è una brutta legge. Ieri sera avete ancora una volta umiliato un vostro gruppo parlamentare, quello dell'UDC (CCD-CDU), che avete costretto, per compiacere a Bossi, come sempre è accaduto in quest'anno, a una penosa per quanto prevedibile e prevista retromarcia. Eppure l'onorevole Tabacci, a nome di tutta la Commissione attività produttive che presiede, aveva posto un problema vero: quello della regolarizzazione di quanti già lavorano e dunque si stanno professionalizzando e integrando, soprattutto presso le piccole aziende. Gli avete detto di "no", che ve ne occuperete poi: quando, non si sa. Intanto, come dice il comma 12, dell'articolo 17 di questo provvedimento, l'artigiano o il coltivatore diretto che li occupa rischia la galera fino a un anno, oltre che 5 milioni di lire di ammenda. E poi osate parlare di strategie di aiuto e di sostegno, alla competitività del nostro sistema produttivo. Ma il gruppo dell'UDC (CCD-CDU) e noi tutti dell'opposizione, ci avete mortificato anche in tema di ricongiungimenti familiari. Gli immigrati per questa legge sono cose, sono dei robot, sono delle braccia, sono un contratto di soggiorno, non sono persone: debbono comportarsi come cittadini, ma la legge non li considera tali. Avete trasformato il permesso di soggiorno in contratto di soggiorno; programmate l'importazione di braccia, ma - ahimé per voi - arrivano delle persone e le persone oltre alle braccia, hanno la testa, il cuore, l'anima, i sentimenti, la dignità, la moglie, i figli. Ma - ahimé - la legge è impreparata a tutto questo, non l'ha previsto. "Ero straniero e non mi avete accolto". Io temo per il mio paese questo giudizio (Vivi applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, del Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, legalità e integrazione: dietro queste due parole ci sono idee e concetti, progetti che stanno sempre più animando il dibattito politico europeo. Politiche di integrazione e politiche di sicurezza sono, infatti, le sfide che il Governo italiano e quelli degli altri paesi europei devono saper accettare e superare per garantire lo sviluppo economico e, soprattutto, l'armonia sociale delle nostre comunità. Invece, è poco europea la querelle di chi cerca di porre il problema dell'accoglienza in contrasto con quello dell'intransigenza nella repressione delle forme di illegalità legate al fenomeno dell'immigrazione. Il centrodestra, con il disegno di legge Fini-Bossi che ci apprestiamo a votare, vuole superare questa falsa alternativa e costruire sul binomio legalità e integrazione una politica dell'immigrazione capace di garantire l'inserimento nella nostra società degli immigrati che a pieno titolo vivono e lavorano nel nostro paese. Al tempo stesso il Governo ha anche l'obbligo di operare per tutelare la sicurezza dei nostri cittadini attraverso una linea ferma nella repressione della clandestinità. Riprendendo le parole del Presidente Ciampi è necessario accogliere nuove presenze di cittadini immigrati nel rispetto delle culture di origine, ma anche nell'osservanza, necessaria per prevenire tensioni sociali, degli ordinamenti dei paesi di accoglienza e nello spirito degli elementi unificanti delle radici cristiane, umanistiche della civiltà europea. Il centrodestra ha dunque il coraggio di dichiarare tolleranza zero verso chi vive nel nostro paese nella illegalità, perché siamo parimenti impegnati, con la stessa forza e con la stessa determinazione, in un progetto concreto di reale inserimento degli immigrati regolari nel nostro contesto sociale ed economico. Chi addita questa dura lotta all'immigrazione clandestina come un grido razzista da parte di forze antidemocratiche e xenofobe finge di non sapere che integrazione dei regolari e repressione dell'illegalità sono le due leve che una politica pubblica per l'immigrazione deve utilizzare per garantire un armonico sviluppo del paese. Di ciò se ne sono resi conto anche i paesi del nord Europa vocati da sempre a politiche di grande accoglienza, si è invertito un trend e l'Italia ne è la principale artefice. La linea dura verso i trafficanti di uomini, i provvedimenti per dare certezza all'espulsione, il collegamento del permesso di soggiorno al contratto di lavoro, la certezza dell'applicazione del reato di clandestinità, i rilievi dattiloscopici, tutte queste novità su cui si accentra la polemica dell'opposizione sono solo una faccia della medaglia della nostra politica di Governo; dall'altra ci sono lo sviluppo delle politiche di forme di cooperazione con i paesi di origine dei flussi, la promozione di corsi di formazione professionale e di istruzione in loco, la lotta contro il mercato nero del lavoro, la certezza di un posto di lavoro, il reperimento di una casa vivibile, la politica dell'istruzione, le garanzie sanitarie e previdenziali, ma anche le severe sanzioni contro i datori di lavoro che cercano di sfruttare la manodopera straniera. Oltre un cittadino su tre in Europa considera gli immigrati una minaccia per la sicurezza e l'ordine pubblico, ma anche per l'occupazione, per la cultura e l'identità nazionale. Una percentuale altissima di italiani, quasi tre su quattro, ritiene che esista una correlazione tra la presenza degli extracomunitari e la criminalità. Il centrodestra ha sentito quindi l'esigenza di muoversi affinché le richieste di sicurezza che emergono dalla nostra società non si trasformino in ostilità, in intolleranza, in xenofobia. È altrettanto forte il bisogno di sconfiggere la criminalità legata all'immigrazione, anche quella nata dall'emarginazione dei senza lavoro, quelli che il centrosinistra ha introdotto in Italia, ha tollerato, ha protetto in un quadro di incertezza normativa e di latitanza dello Stato. Quell'immigrazione che si è fatta criminalità per la latitanza dello Stato, per decisione politica dei governi Prodi, D'Alema e Amato. Non accettiamo pertanto la falsa, irresponsabile lettura di chi vede nelle nostre proposte il segno di una subdola correlazione tra immigrato e criminale. La maggior parte degli immigrati ha come legittima prospettiva la ricerca di una condizione di vita dignitosa, un benessere per sé e per la propria famiglia, un futuro con prospettive più serene per i propri figli; questo è un diritto dell'uomo che il nostro Governo, non solo non intende disconoscere, bensì tutelare attraverso il rigido controllo di quelle forze che lo possono minacciare. Non possiamo però ignorare, anzi lo denunciamo, che le condizioni precarie in cui il centrosinistra ha costretto molti immigrati, per lo più irregolari, a vivere la loro mancata e spesso impossibile integrazione - proprio a causa della condizione di irregolarità - ha finito per spingerli verso la criminalità, verso traffici di droga e prostituzione, verso forme di chiusura comunitarista. In molte carceri italiane i detenuti extracomunitari sono già la maggioranza; all'inizio del 2001 i detenuti stranieri in Italia erano poco meno di 15 mila, il 40 per cento per reati di droga. La percentuale di coloro che avevano già avuto a che fare con la giustizia nei paesi di origine è davvero irrisoria, sono diventati delinquenti nel nostro paese. È questo il concetto di accoglienza che vogliamo sviluppare? A una visione anarchica del fenomeno immigrazione noi contrapponiamo una visione della legalità; alle fruste polemiche sociologiche dell'opposizione rispondiamo che la nostra politica non opera una distinzione fra immigrato e cittadino italiano, bensì fra immigrato regolare e clandestino. L'immigrato regolare, che lavora, che paga le tasse, che accetta le nostre regole, è innegabilmente una risorsa per il nostro paese; questo soggetto risponde ai bisogni reali della società italiana che ricerca persone che lavorano in fabbrica, che si prendano cura degli anziani e che colmino l'insostenibile tasso di invecchiamento della popolazione. L'immigrato irregolare è, invece, un pericolo anche per gli stessi extracomunitari regolari. Anche per questo motivo abbiamo ritenuto, con convinzione, che non si possa operare attraverso l'obbligatorietà delle quote e, quindi, di un decreto flussi annuale prefissato, come elemento d'obbligo dell'azione politica. I flussi sono e devono essere una variabile condizionata del quadro socio economico nazionale ed internazionale. Integrazione, dunque, ma altrettanta fermezza nelle politiche di espulsione. Il centrodestra vuole esprimere, attraverso la ridefinizione delle procedure del provvedimento Fini-Bossi, la chiara volontà politica di dare esecuzione all'espulsione. La certezza dell'espulsione è, infatti, un segnale chiaro, un monito agli aspiranti irregolari. Mostrando fermezza nella lotta alla clandestinità, contrastiamo doppiamente gli effetti della passata politica della sinistra che, attraverso le mancate espulsioni, oltre a non tutelare il diritto alla sicurezza dei nostri cittadini, ha evidenziato l'incertezza e la debolezza, giustappunto necessari ad incoraggiare l'afflusso di irregolari. L'incompiutezza dei provvedimenti di espulsione, operati dai passati governi di centrosinistra, è stato il segno palese dell'incapacità di quella coalizione di governare il fenomeno dell'immigrazione. Convivere, dunque, non può significare perdere il controllo delle città, di quartieri e vedere crescere città satelliti nelle quali è addirittura inibito l'ingresso alle forze dell'ordine; non è questa la società in cui il centrodestra vuole far convivere italiani ed extracomunitari! Non possiamo tollerare l'esistenza di enclave in città o in quartieri dove i cittadini italiani sono espropriati dei loro diritti di cittadinanza. Il lavoro nero è una preoccupante piaga sociale dal momento che quasi un terzo della ricchezza nazionale viene prodotto illegalmente. La questione del lavoro sommerso si lega inscindibilmente alla problematica degli immigrati irregolari, in quanto proprio il lavoro nero appare sempre più uno dei processi generativi e di attrazione dell'emigrazione clandestina. Un modello di società che vogliamo costruire passa attraverso la valorizzazione della famiglia, quindi anche attraverso le famiglie degli stranieri, ma famiglie vere, fondate sulla comunione di intenti e di spirito e non nuclei che si costruiscono sull'inganno e sulla violazione della legge. I ricongiungimenti familiari che noi vogliamo tutelare ed incentivare devono, quindi, essere veri e reali, frutto dell'amore, della condivisione dei sacrifici e delle soddisfazioni che lo straniero ed il suo nucleo vivono sul nostro territorio. Non più false contraffazioni, non più famiglie costruite su leggi, usi e costumi che non possono trovare accoglienza nel nostro diritto, quello naturale e quello positivo ai quali si ispira la nostra società! Siamo stati anche oggetto di forti critiche per avere eliminato la figura dello sponsor, ma noi siamo, invece, convinti della bontà della scelta. La ricerca di lavoro legata a questo istituto ha, infatti, creato prevalentemente lavoro nero o peggio criminalità, alimentato le logiche di quanti sfruttano il fenomeno dell'immigrazione ed è sicuramente alla base del grande numero di irregolari presenti sul nostro territorio. Noi puntiamo ad una società animata da spirito di accoglienza, dalla capacità di rimettersi in discussione, di arricchire la propria cultura ed i propri costumi, tramite il contatto, il dialogo con realtà diverse. Ciò non può e non deve significare la riproposizione di ipocriti atteggiamenti, di sterile buonismo, incurante delle sacrosante esigenze della nostra comunità. Il progetto di una società multietnica è perseguibile e realizzabile solo se incanalato in regole chiare per tutti. Senza regole si genera solo caos, paura e diffidenza e non mi riferisco solo alla paura dei nostri cittadini di veder compromessa la propria vita, le proprie esperienze e la sicurezza dei propri figli; parlo anche della paura, che nasce negli stessi emigrati, che il disagio sociale, l'irrazionale reazione da parte della nostra comunità si possano tradurre in progetti politici che finiscono per umiliare e criminalizzare chi giunge in Italia per lavorare e, quindi, per vivere nel rispetto delle regole della nostra società. Noi restituiremo in tal senso dignità al nostro paese, al nostro ordinamento statuale, riconoscendo diritti e doveri certi, nel rispetto dei trattati internazionali. Il gruppo di Alleanza nazionale è, a ragione, una destra democratica europea, ricca di valori delle nostre tradizioni di umanità e di solidarietà. Alleanza nazionale non consentirà il prevalere di sentimenti avulsi dalla nostra cultura. La storia degli italiani è fatta di privazioni, sacrifici e sofferenze, di pagine scritte nel sangue della violenza, ma anche di pagine di grande successo dei nostri connazionali nel mondo. Di lì parte il nostro essere solidale con chi cerca lavoro ed un futuro nel nostro paese. Alleanza Nazionale sa di poter vincere questa sfida e per questo ci siamo battuti e ci continueremo a battere dentro e fuori il Parlamento. Giustizia, libertà e sicurezza, valori e solidarietà: la forza delle nostre idee sono una garanzia per gli italiani. Speriamo lo possano diventare anche per quegli extracomunitari che decideranno di vivere in pace e nel rispetto delle nostre regole sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale e dei deputati Pecorella e Polledri).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il voto che stiamo per effettuare non chiude la vicenda relativa alla legge sull'immigrazione. La legge non c'è ancora; essa tornerà al Senato, probabilmente in quella sede verranno apportate alcune correzioni, indi tornerà alla Camera: vi saranno poi sei mesi per i decreti attuativi. Dico questo non per spegnere gli entusiasmi di alcuni colleghi, ma per sottolineare come vi sia ancora tempo per rimediare a quelli che a noi sembrano lacune, contraddizioni e gli errori più gravi. Onorevoli colleghi, l'immigrazione è una delle più grandi sfide della nostra generazione. Milioni di donne e di uomini si stanno spostando dal sud verso il nord del mondo, dall'est verso l'ovest del mondo, spinti dalla fame, dalla miseria, dalle malattie, dalla guerra, ma anche dall'ambizione di costruirsi un futuro migliore. Sappiamo che vi sono anche forze criminali: soggetti che si spostano per sfruttare altri esseri umani, per vendere beni o servizi che qui sono proibiti. È un processo che attraversa campi e sentimenti diversi: il lavoro, la paura, la sanità, l'insicurezza, il futuro. Di fronte a questi enormi problemi credo che il nostro compito dovrebbe essere quello del coraggio della politica. Abbiamo ascoltato l'altro giorno, grazie ad un interessante impegno del Presidente della Camera, una lezione dell'ex cancelliere tedesco Kohl sulle grandi difficoltà che vi sono state in Germania per l'apertura ad est e come il coraggio della politica sia riuscita a superarle, affermando un principio che sembrava del tutto impopolare e che si è rivelato poi vincente. Di fronte a questioni di questo genere credo sarebbe necessario il coraggio della politica. Sapere scegliere e mediare, sapere dire i "no" necessari e i "sì" necessari, senza dire "no" a tutti o "sì" a tutti. Colleghi della maggioranza, lo dico con rispetto: credo che voi non abbiate avuto il coraggio della politica. Vi siete trincerati dietro l'ideologia. Io non replicherò al collega Cè il quale ha fatto un manifesto del nuovo razzismo con il suo intervento, il manifesto dell'odio civile.

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Ma che vuol dire "nuovo" razzismo?

LUCIANO VIOLANTE. Del nuovo razzismo e dell'odio civile!

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Non si possono utilizzare questi termini!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci sono opinioni... Onorevole collega, la richiamo all'ordine perché i termini che si possono utilizzare, a meno che non si dia del delinquente ad altri...

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Non si può! È una legge che punisce il razzismo!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, si tratta di valutazioni politiche. Invito tutti a misurare i toni, ma la prego, se ne sentono di peggio. Onorevoli colleghi, vi richiamo tutti ad un comportamento e ad usare in modo misurato le varie definizioni.

LUCIANO VIOLANTE. Signor presidente, dicevo del manifesto del nuovo razzismo, dell'odio civile e dell'ipocrisia perbenista. Voi che vi presentate come tutori delle famiglie, siete in realtà garanti delle case di tolleranza della prostituzione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e misto-Comunisti italiani). Devo dirvi che la legge Turco-Napolitano ha affrontato questi gravi problemi appunto con il coraggio della politica. Voi invece avete cercando di alimentare sospetti e paure con una legge proibizionista. Sappiamo che una legge proibizionista incrementa l'illecito. Ha prevalso la linea dell'ipocrisia e della discriminazione. Vorrei dire al collega Tabacci e ai colleghi dell'UDC: abbiamo seguito la vostra fatica, ma sapete bene che avete ceduto non perché sperate che il governo adotti domani un provvedimento, bensì perché è stato più forte l'estremismo della Lega nord Padania rispetto al vostro moderatismo. Ma questo è un problema della vostra coalizione. Siete diversi, ma rischiate di essere ininfluenti in questa coalizione e questo è un problema complessivo, non è un problema soltanto vostro. Credo sappiate tutti che quella legge sull'emersione del lavoro nero, che è stata ieri richiamata da un collega, non è applicabile agli immigrati, perché se essi si avvalessero di quella legge, dopo essere emersi sarebbero tutti quanti cacciati. Quindi, è un'ipocrisia e sull'ipocrisia si è formata quell'intesa che oggi una stampa un po' addomesticata dice che ha segnato una risoluzione di problemi interni alla maggioranza. Perché discriminazione? Voglio citare quattro dati. Primo, l'espulsione immediatamente esecutiva. Il ricorso si farà dalla Nigeria, dall'Uganda, dal Madagascar, dalla Cina. Secondo, i bambini nei centri di permanenza. È stato respinto un emendamento con il quale chiedevamo che i bambini non fossero internati nei centri di permanenza. Terzo, l'espulsione per la minima violazione, anche inconsapevole, del testo unico sull'immigrazione. Quarto, pesanti saracinesche contro l'unità delle famiglie. Colleghi, lo dico senza astio, però avremmo voluto vedere da quel banco o da quei banchi che qualcuno di quei colleghi che sollecitano spesso il rispetto delle garanzie, dei diritti, della giustizia, prendesse la parola contro queste discriminazioni. Tutti quei colleghi che qui abbiamo visto a volte mescolare le funzioni di avvocato con quelle di deputato, prendessero la parola per dirci che le garanzie devono essere uguali per tutti, altrimenti sono discriminazioni. Ma loro hanno taciuto. Ed io credo che non sia positivo che, nelle file del centrodestra, agguerritissimo, quando si tratta di difendere i privilegi di alcuni, si sia passati al silenzio tombale quando si è trattato di difendere livelli di legalità uguali per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani). Non voglio usare un'espressione pesante, ma la doppia legalità non garantisce la coesione sociale, alimenta l'insicurezza e crea discriminazione e dalla discriminazione poi nasce il disordine. Questo provvedimento respinge le richieste degli imprenditori italiani. Non della grande impresa, che non ha un problema su questo versante, onorevole Cè, ma della piccola e piccolissima impresa, che costituisce un asse del nostro sistema produttivo e una parte rilevante del nostro elettorato. E questo è un dato grave, perché gli imprenditori ci hanno detto che l'economia ha bisogno di manodopera per lavori che gli italiani non intendono fare. I decreti sui flussi sono discrezionali, le procedure sono lunghe e complicate, non avete aggiunto un uomo alle prefetture che dovranno provvedere ai centri per l'immigrazione. Come faranno, come si muoveranno? Il piccolo e medio imprenditore che ha bisogno di un certo numero di operai per soddisfare un ordine urgente o li prende in nero o non li prende e perde l'ordine. I piccoli e medi imprenditori non possono programmare la propria attività, perché non sanno se l'anno successivo ci saranno immigrati o meno che potranno lavorare. Lo sviluppo è penalizzato. Avete respinto le richieste di una regione, come la regione Veneto, che chiedeva di stipulare accordi di programma tra Stato e regioni per gestire i flussi di ingresso del lavoro. Non avete in alcun modo favorito l'impresa e la vostra mania delle manette - "illusione repressiva", avrebbe detto Ingrao - ha stabilito anzi la pena della reclusione per l'imprenditore che abbia alle sue dipendenze un lavoratore extracomunitario che non abbia chiesto tempestivamente il rinnovo del permesso di soggiorno. In altre parole, il piccolo imprenditore deve fare il controllore dei propri dipendenti e lui risponde penalmente se quel dipendente non ha fatto tempestivamente la richiesta di rinnovo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)! Ma avete compreso cosa state combinando? Invece di aiutare l'impresa, la state criminalizzando! È questa la linea di sviluppo dell'Italia che avete davanti? Passiamo al tema della sicurezza. Una parte rilevante degli italiani ha paura per la propria sicurezza e fa risalire questo suo sentimento alla presenza degli extracomunitari. Noi contestiamo l'eguaglianza extracomunitario-criminale, che voi tante volte avallate, ma non sottovalutiamo questo sentimento di insicurezza; denunciamo però che questo provvedimento aumenterà il numero dei clandestini e ridurrà l'opportunità delle forze di polizia di intervenire per la sicurezza dei cittadini. I clandestini aumenteranno a causa degli sbarramenti che avete istituito per il loro ingresso, per la precarietà delle condizioni di chi è legalmente entrato. Basta la violazione di una qualsiasi disposizione del testo unico per essere cacciati, senza poter appellarsi, perché ci si appella dall'estero. I limiti disumani ai ricongiungimenti familiari. Voglio porvi la seguente domanda: chi accerterà se, in Madagascar, il genitore ultrasessantacinquenne ha altri figli che possano mantenerlo? Come si farà questo accertamento? Come si comporrà l'unità familiare? Ma di quale famiglia parlate? Come fate a presentarvi, qui, domani, tra una settimana - quando parleremo di altre questioni - come tutori delle famiglie quando state ponendo questi sbarramenti? Tutto questo renderà più semplice essere clandestino che essere regolare. Per seguire gli accompagnamenti alle frontiere, colleghi, occorrono millecinquecento poliziotti (ci è stato riferito durante le audizioni nella Commissione Affari costituzionali). Da quali compiti verranno distolti questi millecinquecento poliziotti? Nel 2000 sono state prese le impronte a 220 mila persone. Poiché dovranno essere prese le impronte a 140 mila persone, occorrono 6 mila unità in più per fare questo lavoro, posto che ogni presa di impronte porta via dieci minuti. Queste altre seimila persone delle forze di polizia da dove le prenderete?

MARIO PEPE. Dagli uffici!

LUCIANO VIOLANTE. Le distoglierete dai compiti di sicurezza? Noi abbiamo chiesto che venissero aumentati di 15 mila uomini gli organici delle forze di polizia, dei carabinieri, della Guardia di finanza e della polizia penitenziaria. Ci avete risposto di no. La risposta sulla sicurezza sarebbe stata "più forze di polizia sul territorio per garantire maggiore sicurezza sulle strade". Avete respinto. Per questo affermo che la vostra è una presa di posizione ideologica. 7.500 persone, appartenenti alle forze di polizia, saranno distolte dai loro compiti ordinari. Si tratta, dunque, di un provvedimento che penalizza lo sviluppo del nostro paese, che criminalizza gli imprenditori, che discrimina gli stranieri e che da - questo è l'assurdo maggiore - più garanzie ai criminali che ai lavoratori extracomunitari, perché il criminale, essendo arrestato, può impugnare, può appellare, può godere di una difesa, può essere scarcerato, invece, il lavoratore extracomunitario, che abbia violato una qualsiasi prescrizione del Testo unico, è cacciato immediatamente e non può impugnare, non può presentare le sue ragioni, deve rivolgersi al consolato del suo paese dove sarà cacciato. È più conveniente, sulla base di questa legge, diventare un criminale che essere una persona per bene. Colleghi, invece di costruire le condizioni per una nuova coesione sociale, fondata sulla certezza dei diritti e sulla chiarezza dei doveri, avete inventato un nuovo nemico, creato nuove insicurezze, istituito nuove instabilità. State recando un grave danno alla civiltà e all'economia del nostro paese. La cosa più grave, colleghi, è che state ricostituendo un clima di odio nel paese, un clima di paura. Credo che si faccia in tempo a correggere questo indirizzo. Credo sia possibile riflettere su questi dati e mutare orientamento. State garantendo soltanto un elemento di insicurezza profonda nel nostro paese. La nostra battaglia continuerà in Parlamento, al Senato, nel paese, perché si ristabilisca un clima di convivenza civile...

PRESIDENTE. Onorevole Violante...

LUCIANO VIOLANTE. Grazie Presidente. Non perché la multietnicità sia un vantaggio o un obiettivo assoluto, ma perché sappiamo che il futuro delle grandi democrazie è legato alla capacità di convivere con chi è diverso (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bondi. Ne facoltà.

SANDRO BONDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare, a nome del gruppo di Forza Italia, la relatrice di questo provvedimento, l'onorevole Isabella Bertolini... (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia, di Alleanza nazionale, dell'UDC (CCD-CDU) e della Lega nord Padania)... che ha svolto questo compito con intelligenza, con mano ferma ma, al tempo stesso, aperta al dialogo e a tutte le proposte migliorative giunte anche dall'opposizione. Forse ai nomi dell'onorevole Fini e Bossi, occorrerebbe aggiungere anche quello dell'onorevole Bertolini. Non c'è dubbio che su questo provvedimento, onorevoli colleghi, si misura la capacità di Governo di questa maggioranza. È in gioco il patto elettorale stabilito con gli elettori e il profilo riformatore di questo Governo e di questa maggioranza. È un banco di prova importante, dunque, non solo per questo Governo, ma anche per l'opposizione che ha la possibilità di dimostrare la propria maturità e la propria responsabilità. Purtroppo, nel corso di questo dibattito, l'opposizione è ricaduta, molto spesso, nel perdurante vizio di rivolgere ai parlamentari della maggioranza le solite ingiurie. Siamo stati accusati persino di essere degli schiavisti. Anche stavolta, non vi è neppure passato per la mente che anche noi, proprio come voi, possiamo avere delle buone ragioni, che meritano il vostro rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale); che anche noi possiamo avere idee su come affrontare meglio e su come governare il problema dell'immigrazione senza, per ciò, dovercene vergognare o dover subire i vostri improperi. La prima cosa che dovete ancora imparare è il rispetto delle idee dei vostri avversari (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)! Non dobbiamo mai dimenticare - è stato ricordato anche dall'onorevole Violante - che il problema dell'immigrazione è serio e riguarda tutti i paesi sviluppati dell'occidente. Tutti questi paesi, compresa l'Italia, stanno cercando di affrontarlo con strumenti legislativi nuovi e attraverso azioni politiche a carattere internazionale che hanno l'obiettivo di affrontare alla radice i gravi squilibri sociali ed economici da cui originano i movimenti di emigrazione: milioni di uomini e di donne in fuga dalla povertà e dalla miseria, a volte dalle guerre e dalle persecuzioni, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli. Conosciamo molto bene tale fenomeno perché l'Italia ha sperimentato, nel passato, uno dei più estesi e più prolungati fenomeni migratori che si siano mai conosciuti. Dobbiamo sapere, perciò, che il problema non si può risolvere con la bacchetta magica né con provvedimenti demagogici. Tutti ormai ammettono, anche voi dell'opposizione, che l'attuale legge Turco-Napolitano sia da rivedere profondamente, avendo rivelato di essere inadeguata anche rispetto agli obiettivi stessi che si proponeva (soltanto ieri, un commentatore obbiettivo e sopra le parti ricordava esplicitamente il fallimento delle politiche sull'immigrazione dei governi di centrosinistra). Non è in discussione, pertanto, la necessità di intervenire, e rapidamente, per arginare un fenomeno sempre più grave, quanto il modo di affrontarlo: con quale politica estera, con quali progetti di cooperazione internazionale, con quali nuovi strumenti legislativi, con quali valori; e, come ricordava il cardinale Ruini, i valori prescelti debbono essere in grado di contemperare le ragioni della legalità con quelle dell'accoglienza, le ragioni della sicurezza con quelle della solidarietà. Voi, amici dell'opposizione, non riuscirete a bollare questo disegno di legge come ingiusto e ispirato a principi contrari alla nostra tradizione e alla nostra vocazione autenticamente democratica, liberale e cristiana. Questo, onorevoli colleghi, è un disegno di legge che ci detta il popolo italiano! Anche i vostri elettori, amici dell'opposizione, lo invocano; ed anche voi fareste meglio a dare ascolto alle preoccupazioni dei cittadini italiani! Approvando questo disegno di legge, faremo solo ciò che già voi avreste dovuto fare: offriremo risposte concrete, efficaci e convincenti a quei problemi che nemmeno voi potete ignorare (infatti, siete divisi, come dimostrano le posizioni espresse dall'onorevole Rutelli). Non siamo noi ad alimentare, con questo disegno di legge, sentimenti di odio e di paura nei confronti degli stranieri: semmai, abbiamo il merito di indicare soluzioni efficaci e civili a problemi reali, in conformità a principi di civiltà e di rispetto autentico per la dignità di ogni persona. Onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo oggi ad approvare è un provvedimento rigoroso, che individua nel lavoro e non nella clandestinità la condizione di base di ingresso nel nostro paese. Si tratta di un provvedimento che intende funzionare da barriera e non da richiamo per nuovi e maggiori flussi di immigrazione indiscriminata ed è un provvedimento che si propone di contrastare severamente gli immigrati che vengono nel nostro paese per delinquere. Si tratta di un provvedimento, però, che promuove e favorisce le condizioni e offre gli strumenti indispensabili per accogliere dignitosamente coloro che vogliono venire in Italia per lavorare legalmente ed inserirsi a pieno titolo nella nostra società, rispettandone le leggi e la cultura. È un provvedimento, in sostanza, che si propone di far perdere al fenomeno dell'immigrazione il suo carattere di emergenza. Il modo migliore, infatti, per prevenire il diffondersi di sentimenti negativi nei confronti della presenza degli stranieri nel nostro paese è un serio controllo dell'immigrazione. Questo, onorevole Violante, è il coraggio della politica che voi in questi anni avete smarrito (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Spalancare le porte all'immigrazione, come molti di voi sostengono, può essere una posizione moralmente appagante, ma politicamente catastrofica. Nessuno può ignorare, infatti, che il fenomeno dell'immigrazione ha assunto ed assumerà sempre di più dimensioni e caratteristiche tali da avere conseguenze di carattere sociale e politico in tutti i paesi europei. Ciò che è avvenuto in Francia e in Olanda ha rivelato un malessere profondo della nostra democrazia ed una sfiducia crescente nei confronti della politica e della sua capacità di affrontare innanzitutto i temi della sicurezza, della criminalità, dell'immigrazione e della qualità della vita nelle nostre città e nelle periferie degradate delle nostre grandi città. Inquietudini e preoccupazioni, amici dell'opposizione, che investono soprattutto le classi sociali più deboli, che sono le più indifese rispetto ad una immigrazione incontrollata che mette in discussione e minaccia la loro situazione sociale e la loro identità culturale. Guardare a questi problemi, a questa realtà con gli schemi del passato non aiuta a comprenderla né a governarla secondo principi di libertà e di progresso. Ancor meno aiuta etichettare le fondate preoccupazioni dei cittadini come se fossero sempre e comunque l'espressione di egoismi, di fascismo e di razzismo. È sorprendente, amici dell'opposizione, come nelle vostre riflessioni più consapevoli, più impegnate, mostriate effettivamente di essere consapevoli della necessità di fare i conti con questa nuova realtà, ma poi siete ricondotti al momento decisivo, per una sorta di coazione a ripetere, ad assumere le posizioni più rassicuranti del passato. Per concludere, l'opposizione ha perso un'altra occasione preziosa per svolgere una opposizione costruttiva e per dimostrare di essere in sintonia con il paese. La maggioranza, al contrario, può avere il legittimo orgoglio di avere portato a compimento in tempi brevissimi un altro impegno importante del piano di Governo, una delle riforme più importanti annunciate durante la campagna elettorale. Si tratta di un successo di tutta la maggioranza, di tutte le sue componenti; nessuno ha imposto niente, nessuno può vantare un merito in più degli altri. Tutti hanno concorso con senso di responsabilità e con le loro diverse sensibilità ad andare avanti spediti sulla strada delle riforme e ad approvare un provvedimento utile per il paese, di cui possiamo andare fieri. Per questo Forza Italia darà il suo voto convinto a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e dell'UDC (CCD-CDU)).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto per le quali era stata prevista la ripresa televisiva diretta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guido Giuseppe Rossi. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione

RENZO INNOCENTI. Allora ci iscriviamo anche noi!

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Signor Presidente, con riferimento alle mie parole durante l'intervento del presidente Violante vorrei precisare che, sicuramente, il mio intervento non è stata, se così possiamo definirla, un'offesa al prestigio del presidente Violante ma ai termini ed alle parole che sono state adoperate. Nel corso di questo lungo dibattito abbiamo subito, costantemente e continuamente, come deputati di maggioranza, tutta una serie di accuse tra cui la più ricorrente è stata quella di razzismo. Ebbene, signor Presidente, siamo in un Parlamento e in un Parlamento le parole pesano e pesano molto ed ancor di più pesano in occasioni come questa di un dibattito interessante e profondo che riguarda tutta la nostra società. Pensiamo anche che nella società moderna le parole determinino la vittoria o meno di uno schieramento politico o, peggio ancora, determinino la legittimità o meno di uno schieramento politico di potersi proporre nella battaglia politica. Riteniamo inoltre che anche lo sviluppo, sempre più abnorme, di legislazione (anche a livello europeo) riguardante i reati di opinione sia, sicuramente, un fenomeno negativo. Dunque, signor Presidente, delle due l'una: o le accuse di razzismo sono giustificate e allora il Presidente della Camera deve intervenire per bloccare la legge in base alla legislazione nazionale (legge Mancino) o ai principi del diritto internazionale, oppure... (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

GIOVANNI RUSSO SPENA. Razzista!

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. Oppure questa legge, questi deputati e questa maggioranza non hanno nulla a che fare con il razzismo. Lei deve intervenire duramente per bloccare, con gli strumenti regolamentari in suo potere, queste espressioni assolutamente lesive della dignità dei deputati...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rossi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nigra. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione.

ALBERTO NIGRA. Signor Presidente, il termine razzista non è generalizzabile né tanto meno applicabile a tutti coloro che, in quest'aula, pur avendo idee diverse su questa legge, si pronunceranno, tra poco, con un voto differenziato. Ciò che veramente può rendere razzista questa legge - e a nostro giudizio così è - è che questa legge pone in atto discriminazioni nei confronti dell'immigrato a prescindere dalla condizione di regolarità o irregolarità in cui l'immigrato si trovi ed a prescindere, anche, dal contesto sociale in cui questo operi. Lo abbiamo detto ieri: il punto più importante ed emblematico lo avete raggiunto, paradossalmente, su un aspetto che voi stessi avete sostenuto e che, allo stesso tempo avete contraddetto. Voi regolarizzate una parte degli immigrati che lavorano in questo paese ed impedite ad altri di essere nella stessa condizione. La vera discriminante non è l'omogeneità (problema che è stato sollevato ieri) ma la disomogeneità tra immigrati e italiani. In questo paese, da domani, una volta che la legge sarà stata approvata anche dal Senato, vi saranno immigrati che potranno essere regolarizzati ed immigrati che dovranno essere espulsi perché, pur avendo un lavoro, non potranno essere regolarizzati. Vi saranno italiani che potranno recarsi a regolarizzare gli immigrati che lavorano nelle proprie famiglie, mentre vi saranno italiani imprenditori che saranno mandati in galera, o che comunque rischieranno la galera, perché voi avete impedito (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Onorevole Nigra, la ringrazio. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento, anche se spero che lei mi concederà un minuto in più rispetto al solo coordinamento formale....

NICHI VENDOLA. Il coordinamento razziale!

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. ...dato che in questi giorni, lo dico con simpatia, lei è stato un po' intollerante con me.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti i parlamentari che hanno animato questo dibattito, in particolare i componenti della I Commissione; un ringraziamento particolare va al sottosegretario onorevole Mantovano che, con grande competenza e puntualità, ha seguito i nostri lavori (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania), al presidente della I Commissione, onorevole Bruno, ed ai funzionari che, con professionalità e disponibilità, ci hanno seguito ed assistito in questi due mesi. Il mio ringraziamento va anche ai rappresentanti dell'opposizione, che spesso hanno usato toni molto forti ed aspri (li abbiamo ascoltati anche oggi durante le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento), a mio avviso giustificati dal sincero coinvolgimento su un tema importante quale quello dell'immigrazione. Un ringraziamento, infine, alla maggioranza, che ha saputo far convivere, con equilibrio ed intelligenza, sensibilità diverse, facendo confluire i propri convincimenti in un testo di legge che rispetta, nelle sue linee di fondo e nei suoi punti caratterizzanti, quello presentato dal Governo, ma che è stato notevolmente approfondito ed arricchito dal confronto parlamentare, persino, permettetemi di dirlo, migliorato. Esprimeremo con convinzione un voto favorevole a questo disegno di legge, consapevoli della necessità di trovare risposte ad un fenomeno che dobbiamo imparare a governare e non a subire, anche adeguando il nostro quadro normativo di riferimento, che si è dimostrato carente ed inefficace. Sui temi dell'immigrazione non è impossibile coniugare sicurezza e legalità con accoglienza e solidarietà, ed in questa legge vi sono tutti i presupposti per raggiungere tale obiettivo. L'immigrazione, per essere funzionale, per non creare allarme sociale, deve essere commisurata alle esigenze ed alla capacità di accoglienza del nostro paese; assicurando una corretta gestione del fenomeno immigratorio regolare e contrastando efficacemente - con rigore e fermezza - l'immigrazione clandestina, possiamo pensare di raggiungere un giusto equilibrio. Riteniamo quindi che sia il lavoro la condizione necessaria alla base di un reale inserimento degli extracomunitari nel nostro tessuto sociale, e siamo partiti da questo, creando il contratto di soggiorno per lavoro subordinato, cioè quella garanzia, per chi arriva nel nostro paese, di avere già la sicurezza di un lavoro e di un'adeguata sistemazione alloggiativa e non una semplice aspettativa o, peggio ancora, una speranza troppo spesso delusa. È per questo che abbiamo abolito la figura dello sponsor, istituto che non ha favorito il lavoro regolare...

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, è un bel coordinamento!

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. ...bensì ha contribuito a fare aumentare lo sfruttamento ed il lavoro nero (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusate. Vede, lei poi dice che sono stato intollerante! Vi è una tradizione consolidata: a parte il fatto che i gruppi hanno esaurito i tempi a loro disposizione (i deputati, infatti, hanno svolto tutti gli interventi in quest'ultima parte del dibattito al di là dei tempi che erano stati previsti)...

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, concludo in pochissime parole. Questa non è una legge manifesto, bensì una legge concreta, che nasce da un'attenta valutazione della realtà (Proteste dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la tolleranza andrebbe però dimostrata da parte di tutti! Il relatore sta terminando...

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. ...non lascia spazio alla demagogia, all'ipocrisia o a semplici slogan. Vogliamo garantire più sicurezza ai cittadini (Vive proteste dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo)...

PRESIDENTE. Onorevole Bertolini, aveva chiesto di parlare in quanto erano presenti problemi di coordinamento formale. Dove sono?

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. Signor Presidente, leggo immediatamente le proposte di coordinamento formale. Ai fini del coordinamento formale delle disposizione del disegno di legge n. 2454, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento, avverto che devono essere apportate le seguenti correzioni di forma: all'articolo 12, comma 1, lettera a), capoverso comma 3, quarto periodo, le parole "da parte dell'autorità giudiziaria competente" devono intendersi soppresse.

PIERO RUZZANTE. Questo non è un coordinamento, Presidente, è un emendamento!

ISABELLA BERTOLINI, Relatore. All'articolo 15, comma 1, capoverso articolo 16, comma 7, primo periodo, le parole "di cui al comma 5" devono intendersi sostituite dalle seguenti "di cui al comma 6". All'articolo 28, comma 1, lettera b), capoverso articolo 1-ter, comma 3, primo periodo, le parole "al giudice unico" devono intendersi sostituite dalle seguenti "al tribunale in composizione monocratica". All'articolo 31, la rubrica deve intendersi sostituita dalla seguente "Disposizione relative al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione".

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni...

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, trattandosi di proposte di coordinamento non meramente formali, chiedo che vengano poste in votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevoli colleghi, mentre con la relatrice si sta operando una verifica, vi dico che passeremo subito dopo all'esame del successivo decreto-legge all'ordine del giorno. Pertanto, vi prego di programmare la giornata odierna, tenendo conto che vi saranno votazioni continue fino a questa sera.

RENZO INNOCENTI. Quindi, senza interruzione?

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, se mi lascia finire... Interromperemo i nostri lavori per un'ora e mezzo. Passiamo ai voti. Pongo in votazione la proposta di coordinamento formale avanzata dal relatore, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento. (È approvata) Avverto che, se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Se non vi sono obiezioni rimane così stabilito. (Così rimane stabilito).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2454, di cui si è testé concluso l'esame. (Segue la votazione).

KATIA BELLILLO. Vergogna!

MAURA COSSUTTA. Vergognatevi!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania - Proteste dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani) (Vedi votazioni). (S. 795 - Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo) (2454): (Presenti 483, Votanti 482, Astenuti 1, Maggioranza 242, Hanno votato 279, Hanno votato no 203).


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