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Lettera aperta ai Parlamentari calabresi sul Reddito Minimo di Inserimento

La Calabria in questo momento ha bisogno di lungimiranza politica riguardo all’esito che avrà il processo di sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) che si sta svolgendo in diversi comuni della regione e nel resto d’Italia. In questo periodo infatti alcune persone notoriamente sensibili ai diritti sociali paventano il rischio che si possa vanificare una opportunità di grande portata innovativa per la vita sociale e significativa per l’organizzazione dei servizi alla persona e alla collettività, scaturita proprio dalla sperimentazione del RMI.

Queste sono anche le preoccupazioni dei Centri di Ascolto delle Caritas, dei gruppi del CNCA della Calabria e di altri enti del Terzo settore che operano sul territorio: la Calabria ha bisogno di un tale strumento socioeconomico di contrasto alla povertà.

Il RMI è un sostegno destinato alle famiglie con un reddito mensile inferiore alle 500 mila vecchie lire. Esso riguarda il soddisfacimento di esigenze primarie e le azioni di orientamento socio-lavorativo. Attraverso il contributo previsto dal decreto legislativo del 18 giugno 1998, n. 237, infatti i nuclei familiari in temporanea situazione di povertà residenti in alcuni comuni italiani, possono accedere a programmi di integrazione socio-relazionale, o ad altre attività di integrazione sociale, o attività di cura e sostegno intra-familiare di un minore o di un anziano o comunque di un componente non autosufficiente, o ad un programma di tipo occupazionale, o di orientamento o di accompagnamento al lavoro, oppure in programmi di pubblica utilità. Dove il RMI è stato sperimentato, in Italia o nel resto dell’Europa, seppur con difficoltà esso ha prodotto risultati umani, sociali ed economici più che soddisfacenti. Con esso infatti si possono svolgere i più personalizzati e perciò i più disparati interventi sociali, quali: avviamento a corsi di recupero della scuola dell’obbligo o a corsi di formazione professionale, inserimento in via definitiva o temporanea nel mondo del lavoro, rientro nelle legalità per debiti e morosità con enti pubblici e privati, risanamento condizioni abitative, acquisto di libri, computer e altro per istruirsi, e così via. Tutti interventi a termine, finalizzati a costruire un inserimento lavorativo o sociale o scolastico, o al mantenimento delle condizioni di socialità o di lavoro preesistente.

La logica di fondo del RMI è quella di considerare tutte le persone di un comune, di una regione e di uno Stato con pari dignità. Ad esse viene riconosciuto un reddito minimo con il quale poter vivere, contrastare la povertà, e partecipare alla costruzione degli interventi sociali che le riguardano. Essa è una logica etica di giustizia sociale, che intende offrire uguali minime opportunità a ciascuno, del Nord o del Centro, del Sud o delle Isole, e che riconosce che una società non deve escludere coloro che da soli non ce la fanno ma che piuttosto vanno aiutati a rimanere inseriti in essa da protagonisti e non da assistiti.

La nostra Calabria avrà nulla da perdere ma tutto da guadagnare se il RMI verrà gestito bene e si potrà estendere in tutti i comuni, piccoli e grandi, aggiungendolo alla rete degli altri interventi sociali utili, previsti in particolare dal recepimento della legge n. 328 del 2000 riguardante il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, tuttora giacente nel palazzo del Consiglio regionale. Questo servizio, già esistente in gran parte nel resto dell’Europa, stimola il lavoro dei servizi sociali affinché da "assistenziali" diventino "promozionali".

Pertanto la proposta che mi sento di rivolgere ai Parlamentari calabresi, che in sede nazionale dovranno decidere sul futuro della sperimentazione del RMI, è quella di sostenere l’estensione a tutto il territorio nazionale del RMI stesso per come previsto dalla legge 328/00, e di fare in modo che lo Stato svolga il ruolo di garante dell’uguaglianza sociale dei cittadini tutti, ovunque abitino e a qualunque categoria appartengano.

Lamezia Terme, 21 agosto 2002

Don Giacomo Panizza

Comunità Progetto Sud
Via Conforti, snc 88046 Lamezia Terme (CZ)
Tel. 0968.22998 - Cell. 348.7913898


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