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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Conferenza di Collodi

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La Sestini sui sostegni alle famiglie: ''Non si può trattare fiscalmente allo stesso modo un single e chi cresce tre figli''. Piano straordinario per i bambini in istituto

 

COLLODI - Diritto del bambino a crescere e a svilupparsi dentro una famiglia. Con queste parole il Sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, ha spiegato il senso di questa seconda Conferenza nazionale dedicata all´infanzia e all´adolescenza. Una conferenza, ha detto, che vuole essere un momento importante di confronto ed arricchimento reale delle proposte contenute nel Piano Infanzia.


E´ la famiglia, dunque, l´elemento attraverso cui passa il riconoscimento del diritto dei minori e le politiche per la famiglia, un passaggio obbligato per la determinazione delle politiche per l´infanzia. "La famiglia italiana reclama una protezione concreta attraverso risposte adeguate alle sue domande” ha detto, anche ricordando che il tasso di natalità in Italia è il più basso d’Europa e che il sostegno alla famiglia non può essere un incentivo alle nascite. Il sostegno, così come lo intendono al Ministero del Welfare, comprende sgravi fiscali e servizi alla famiglia. Mettere le famiglie che lo desiderano nelle condizioni di poter scegliere di avere un figlio. "Non è possibile - ha ribadito - agire fiscalmente nello stesso modo nei confronti di chi è single e di una famiglia che ha tre figli. Chi cresce la prole - ha aggiunto - non può essere penalizzato". Un´attenzione particolare ai servizi per la famiglia e dunque alla legislazione in atto che, ha detto, deve essere attentamente valutata perché i bisogni cambiano e le richieste sono sempre diverse ed ha confermato che tra le regioni saranno ripartiti 50milioni di euro per i servizi all´infanzia e i nidi.

 
Il Sottosegretario ha poi ricordato che il diritto ad una esistenza piena è lo stesso anche per i bambini che non hanno famiglia. Un diritto che va perseguito attraverso il rispetto del dettame legislativo (la 149/2001) che vuole la chiusura degli istituti entro il 2006 e un’attenta riflessione intorno agli strumenti dell´adozione e dell´affido. Ha precisato che dopo l´adozione che resta, laddove possibile, lo strumento migliore, l´affido è da considerarsi la misura alternativa all´istituto più giusta. Ha ricordato - e per questo motivo ringraziato - il mondo dell´associazionismo che ha dato vita ad una serie di soluzioni, come le casa-famiglia o la casa accoglienza. “Soluzioni a cui - ha detto - personalmente guardo con un occhio di riguardo".
Sulla questione dei bambini in istituto (oltre 10mila) direttamente interessati dalla legge, la Sestini è poi tornata a discutere in conferenza stampa. Sul rischio che la complessità di questa operazione rischi di ricreare piccole cellule che di fatto ripropongono la logica dell´Istituto ha detto: "E´ un rischio reale che noi non vogliamo correre. Il Governo è disposto a fare un piano straordinario insieme a regioni, comuni, volontariato, l´associazionismo familiare. D´altra parte è ormai maturata la coscienza che l’epoca degli istituti è finita. Dobbiamo guardare alle esperienze che già esistono: esistono già case famiglia, esistono già associazioni che creano istituti di accoglienza. Non è come avere una famiglia ma è già più accogliente".


Ha quindi ribadito la necessità di sostenere queste realtà associative. Sulla questione ha poi aggiunto che la situazione non è generalizzata, ma più critica in alcune aree geografiche dove in coincidenza c´è una presenza forte del mondo dell´associazionismo e del terzo settore. Ha anche ricordato che nella maggior parte dei casi in questi istituti ci sono ragazzi "poco appetibili" perché già grandi o perché con un vissuto alle spalle di estrema difficoltà o a volte coinvolti in realtà criminali.

Presidi residenziali socio-assistenziali per minori secondo la tipologia del presidio - Anno 1999

Tipologia del presidio

Presidi residenziali socio-assistenziali 

v.a.

% sul tot.

Centro di pronta accoglienza

25

1,6

Comunità familiare

193

12,4

Comunità educativa 

710

45,6

Comunità socio-riabilitativa

12

0,8

Comunità alloggio

94

6,0

Istituto per minori

475

30,5

Centro di accoglienza immigrati

34

2,2

Altro

15

1,0

Totale

1.558

100,0

Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002  

 

 

Minori assistiti nei presidi residenziali socio-assistenziali secondo la tipologia del presidio - Anno 1999

Tipologia del presidio

Minori assistiti

v.a.

% sul tot.

Centro di pronta accoglienza

941

3,3

Comunità familiare

2.725

9,7

comunità educativa per minori

7.936

28,2

Comunità socio-riabilitativa

1.424

5,1

Comunità alloggio

2.392

8,5

Istituto per minori

10.626

37,7

Centro di accoglienza immigrati

1.060

3,8

Altro

1.044

3,7

Totale

28.148

100,0

Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002  

Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n.184, recante - Nuova legge sulle adozioni

La legge dispone che l’indigenza non può essere motivo di perdita della patria potestà e Stato, Regioni ed enti locali devono attivare misure specifiche per rimuovere i problemi economici, personali e sociali alla causa dell’esercizio del diritto. La legge stabilisce anche che i Tribunali dovranno dare precedenza all’istruttoria delle domande dirette all’adozione di minori con età superiore ai cinque anni.

Innovazioni sono state introdotte per ciò che concerne i requisiti. E in particolare l’anzianità di coppia e la differenza di età. Possono adottare i coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni e senza separazione, neppure di fatto. Oppure devono avere convissuto almeno tre anni prima del matrimonio. Toccherà al Tribunale accertare la continuità e la stabilità della convivenza. E poi: i genitori adottivi devono avere almeno diciotto anni più dell’adottato; la loro età non deve superare di oltre 45 anni l’età dell’adottato e questo limite di 45 anni può essere derogato dal Tribunale dei minorenni per evitare danni gravi al minore. Oltre a ciò, l’adozione è comunque possibile quando il limite di 45 anni sia superato da uno solo dei coniugi per non più di dieci anni e quando i coniugi adottivi sono già genitori naturali o adottivi di almeno un minore, oppure quando l’adozione riguarda un fratello o una sorella del figlio già adottato.
Punto che ha fatto molto discutere è infine quello dell’accesso alle notizie sui genitori naturali dell’adottato. Tali informazioni sono ottenibili dai genitori adottivi solo per gravi e comprovati motivi e su autorizzazione del Tribunale. Raggiunti i 25 anni di età, l’adottato può tuttavia chiedere al Tribunale dei minori informazioni sulla sua origine e sui genitori naturali. La richiesta può essere fatta anche a 18 anni se sussistono gravi motivi e, comunque, l’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non è stato riconosciuto dalla madre naturale alla nascita e se uno dei due genitori biologici ha vincolato il consenso all’adozione a condizione di rimanere sconosciuto.

Conferenza di Collodi, il malumore delle Regioni dalle parole di Passaleva (Toscana): ''Avremmo voluto metterci il naso...''

E´ garbata la critica di Angelo Passaleva, Vicepresidente della Toscana, che alla Conferenza nazionale sull´infanzia porta il saluto dell´amministrazione regionale. "Avremmo voluto `metterci un po´ di più il naso´ in questo incontro promosso dal Ministero", dice dando voce al malumore espresso da più parti in queste settimane dalla Regioni, che si sono sentite poco coinvolte. Un coinvolgimento ritenuto necessario, vista la revisione del Titolo V della Costituzione.
"Il malumore è di tutte le Regioni - sottolinea Passaleva - perché non sono state per nulla coinvolte, se non marginalmente attraverso i funzionari nella programmazione e non c´è un intervento delle Regioni che invece con la riforma del titolo V sono toccate direttamente. Poi sono felice di sentire che ci sono le intenzione di coinvolgere le regioni e dare spazio alla sussidarietà; sono cose che ci fanno contenti.Avremmo voluto però portare una voce delle Regioni, che forse in anticipo potevano essere concordate".

La Sestini ha detto agli amministratori di stare tranquilli ed ha parlato di 50milioni euro per i servizi all´infanzia. Questo vi dà ora maggiori certezze?

"Il fondo sociale regionale non ha subito ridimensionamenti quest´anno, salvo una piccola quota prevista. Ci preoccupa che molte iniziative di settore, come interventi sulle famiglie, vengono fatti attingendo al fondo nazionale a scapito di altri settori. Siamo contenti che ci sono fondi per le famiglie e per gli asili nido aziendali, ma bisognerà pensare a delle risorse aggiuntive perché il fondo è delle regioni e non si può attingere li riducendolo. Se questo avviene a livello nazionale è una prevaricazione rispetto alla natura del fondo."
Parlando di finanziaria in conferenza stampa la Sestini ha voluto specificare che i tagli non sono solo delle regioni e dei comuni ma che anche a livello centrale si sta operando per ridurre laddove possibile, ad esempio consulenze esterne, spese di rappresentanza.

Alla conferenza di Collodi i ragazzi polemizzano: ''I diritti non dipendono dall'appartenenza ad un nucleo familiare''

L'altra voce di questa conferenza sono loro i ragazzi che hanno compiuto da Firenze a New York un lungo percorso ed ora sono qui a testimoniare la loro visione del mondo. Tutte le voci istituzionali ricordano che loro sono quelli che dovranno indicare agli adulti la strada migliore e più semplice per tutelare i loro diritti e loro da stamattina sono riuniti in una sessione riservata e "vietata" ai grandi.

Al tavolo istituzionale ce ne sono due, Sandra e Steven, sono loro ad aprire la giornata. Ma quando i riflettori si spengono, fuori scena Sandra sollecitata dai giornalisti, sfoga tutta la sua rabbia per un intervento, quello della Sestini, che secondo lei è tutto politico e riduce la titolarità del diritto dei minori dentro una logica familiare. La famiglia è importante certo, dice Sandra, ma i minori hanno diritti indipendentemente dalla loro appartenenza ad un nucleo familiare. Dice che qui hanno parlato solo gli adulti e che i ragazzi non hanno trovato spazio. Si dice addirittura "offesa" dalle dichiarazioni della Sestini. Ai giornalisti gli "adulti" fanno presente che Sandra parla a titolo personale che non è una rappresentante del Forum e che quello che ha detto non era concordato. Lo registriamo comunque, a titolo di cronaca.

Steven sottolinea che quello che gli adulti devono fare è soprattutto ascoltare e che si aspettano davvero che il loro lavoro non sia inutile qui a Collodi. Poi c´è Jennifer: ha 16 anni e fa parte del coordinamento del Paraguay dei Nat´s. Sguardo intenso e diretto, non abbassa mai gli occhi mentre racconta in spagnolo le violenze che subiscono i sui coetanei costretti a lavorare e considerati dei delinquenti. Rivendica il diritto di lavorare perché lavorando i ragazzi possono "studiare" e migliorare le loro condizioni di vita. A chi gli chiede se secondo lei c´è un´età giusta per cominciare a lavorare dice che non si può dire, che non è possibile dirlo perché dipende dalle singole situazioni. Ma ribadisce che lei lavora e che è qui per condividere l´esperienza di New York e quelle degli altri movimenti importanti dell´Africa, dell'Asia, dell´Italia in vista dell´incontro mondiale a Milano che si apre il 25 del mese. Credono, dice Jennifer, che gli adulti dovrebbero dare più spazio ai minori come protagonisti attivi e che quello che ha visto in Italia fino ad ora è che sono gli adulti a parlare. Una critica forte anche verso le giornate di New York dove, sottolinea, il loro lavoro le loro proposte non sono state per nulla considerate ed ancora una volta sono stati i grandi a decidere.

Numero medio di figli per donna per regione 
 Anni 1999-2000-2001

Regione

Numero medio di figli x donna

1999*

2000**

2001**

Piemonte (***)

1,10

1,15

1,16

Valle D'Aosta (***)

1,17

1,26

1,22

Lombardia

1,15

1,20

1,22

Trentino A. A.

1,44

1,45

1,46

Bolzano 

1,50

1,47

1,52

Trento

1,38

1,42

1,45

Veneto

1,16

1,21

1,21

Friuli V.G. 

1,04

1,09

1,11

Liguria

0,96

1,00

1,04

Emilia R.

1,09

1,16

1,17

Toscana

1,05

1,10

1,14

Umbria

1,11

1,14

1,14

Marche

1,15

1,18

1,17

Lazio

1,21 

1,17

1,17

Abruzzo(****)

1,13

1,15

1,14

Molise (****)

1,17

1,14

1,09

Campania

1,49

1,47

1,49

Puglia

1,32

1,34

1,34

Basilicata

1,22

1,24

1,22

Calabria

1,25

1,25

1,28

Sicilia

1,44

1,41

1,42

Sardegna

1,03

1,06

1,05

ITALIA

1,22

1,24

1,25

Note:
(*) Dati osservati
(**) Stime
(***) Il valore della speranza di vita è relativo all'insieme di Piemonte e Valle d'Aosta
(****) Il valore della speranza di vita è relativo all'insieme di Abruzzo e Molise

Fonte: Istat, 2002  

Separazioni e divorzi con figli affidati. Indicatori
Anni 1996/2000

Indicatori

A N N I

1996

1997

1998

1999

2000

Separazioni

57.538

60.281

62.737

64.915

71.969

di cui con figli affidati

29.448

30.735

32.638

33.419

35.173

numero di figli affidati

41.597

43.310

46.548

47.705

51.229

 

Divorzi

32.717

33.342

33.510

34.341

37.573

di cui con figli affidati

11.178

11.823

11.826

12.213

13.631

n. figli affidati

14.017

14.876

14.877

15.342

17.334

 

% sep. con figli affidati

51,2

51,0

52,0

51,5

48,9

% sep. senza figli affidati

48,8

49,0

48,0

48,5

51,1

n. medio di figli affidati a separazione

0,72

0,72

0,74

0,73

0,71

 

% div. con figli affidati

34,2

35,5

35,3

35,6

36,3

% div. senza figli affidati

65,8

64,5

64,7

64,4

63,7

n. medio di figli affidati a divorzio

0,43

0,45

0,44

0,45

0,46

Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002  

 

L'esperienza dei NATs

I NATs, movimenti organizzati di bambini e adolescenti lavoratori, sono espressione della volontà dei minori di essere trattati come soggetti di diritti e chiedono quindi di essere consultati nei casi in cui si assumano decisioni che li riguardano.Nati in America Latina, questi movimenti si stanno velocemente espandendo in tutto il mondo. In una sorta di coordinamento mondiale, dal 1988 ad oggi i delegati del Movimento dei NATs si sono incontrati numerose volte, formulando Carte dei diritti. I NATs hanno anche una loro rivista omonima, in cui si possono trovare informazioni sull’attività dell’organizzazione e numerose testimonianze dei bambini lavoratori. La rivista, semestrale, ha anche un’edizione italiana.

Il messaggio di Ciampi. ''Garantire i diritti dei bambini è battaglia di libertà e democrazia''

A Collodi sono arrivati messaggi augurali ufficiali tra cui quello del Presidente Ciampi, del presidente del Senato Pera e del Presidente della Commissione Europea. "I bambini rappresentano il futuro e la speranza. - scrive Ciampi - Garantire il loro diritti con legislazioni condivise e applicate a livello internazionale e con progetti concreti è una battaglia di libertà e democrazia. Nelle politiche sociali quelle per l´infanzia e per l´adolescenza richiedono interventi collegati alla famiglia, al lavoro, alla scuola e alla rete complessiva dei servizi sociali attraverso un dialogo attento e una collaborazione intensa tra istituzioni e associazionismo. Con la consapevolezza che dal vostro dibattito potranno scaturire utili motivi di riflessione su questi temi. Rivolgo a tutti i presenti un augurio di buon lavoro".

 

Minori in Italia: popolazione residente per classe 
di età inferiore a 18 anni e regione

 

E T A'

Regioni

0-4 anni

5-9 anni

10-14 anni

15-17 anni

Totale

Piemonte

174.399

170.383

170.503

107.242

622.527

Valle d'Aosta

5.433

5.010

5.015

2.995

18.453

Lombardia

411.277

394.189

389.439

244.456

1.439.361

Trentino A.A.

52.336

50.263

48.108

28.858

179.565

Veneto

209.357

200.361

197.521

123.781

731.020

Friuli V.G.

45.715

44.420

44.030

27.810

161.975

Liguria

55.967

57.064

56.827

34.755

204.613

Emilia R.

160.223

151.773

146.673

91.287

549.956

Toscana

137.068

136.067

139.386

87.491

500.012

Umbria

33.079

34.003

35.706

23.108

125.896

Marche

61.528

63.135

65.214

41.162

231.039

Lazio

243.078

251.247

253.945

158.826

907.096

Abruzzo

55.101

60.963

64.864

41.991

222.919

Molise

13.860

15.953

17.332

11.219

58.364

Campania

342.231

370.591

387.930

241.724

1.342.476

Puglia

213.822

232.698

249.346

157.547

853.413

Basilicata

28.392

32.222

35.902

22.952

119.468

Calabria

101.238

116.787

131.643

82.853

432.521

Sicilia

270.495

304.920

323.528

197.913

1.096.856

Sardegna

68.452

77.293

88.599

58.931

293.275

ITALIA

2.683.051

2.769.342

2.851.511

1.786.901

10.090.805

Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002  

Polemica tra Ds e governo. Fassino: ''La politica dell'infanzia rischia di essere compromessa''. Sestini: ''Se ci vogliono rincorrere, buon viaggio...''

Ds critici in merito alla politiche in atto sull'infanzia. Preoccupazione, infatti, è stata espressa oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro “Cari bambine e bambini”, allegato al numero di mercoledì prossimo del quotidiano “L'Unità”, in occasione dell'anniversario della ratifica della Convenzione dell'Onu sui diritti del fanciullo.

Piero Fassino che ha dichiarato che "il centro sinistra ha portato avanti una politica dell´infanzia che oggi rischia di essere compromessa" e ha rievocato i tagli della Finanziaria ricordando che ad oggi gli asili nido soddisfano solo il 7% delle domande. In generale, I Democratici di sinistra puntano il dito contro lo smembramento delle funzioni governative tra vari ministeri e la riduzione degli stanziamenti a sostegno delle politiche di settore, disperse tra vari e generici capitoli di spesa. Ma anche su interventi particolari contenuti nella Finanziaria che depotenziano servizi sociali per l'infanzia, come i fondi per l'integrazione scolastica di bambini immigrati e per pagare i maestri di sostegno di portatori di handicap. Critiche anche alla riforma della giustizia minorile e alla riforma Moratti.

Alle obiezioni dei Ds il sottosegretario Sestini resiste così: "Questa è la conferenza fatta dal governo con tutte le sigle che qui vedete, prevista dalla legge. Ridico qui quello che ha detto al volontariato, avrei preferito che come hanno fatto alcuni parlamentari, anche i Ds fossero venuti qui a discutere di temi che ha scelto l´osservatorio e che sono stati approvati dalla Bicamelare".
"Se poi ci sono documenti diversi, - ha aggiunto - ci sono indagini diverse, proposte diverse queste servirà ad arricchire il dibattito. Qui si sta ripetendo quello che è successo ad Arezzo. Se ci vogliono rincorrere, buon viaggio".

Don Benzi: ''50mila famiglie pronte ad accogliere bambini. Ma qualcuno vuole che gli istituti non chiudano''

Secondo don Benzi dell´associazione Papa Giovanni XXIII intervenuto alla II Conferenza nazionale sull'Infanzia e l'Adolescenza in corso a Collodi ci sono 50mila famiglie che stanno attendendo di accogliere un bambino. "Gli istituti - ha detto - si possono chiudere facilmente, se si vuole lavorare. Se non ci muoviamo, come in questo momento, è evidente che continueranno ad esistere tanto c´è una corrente molto forte politica che vuole che gli istituti non chiudano. C´è una proposta in Senato che dice: `lasciamo che gli istituti continuino la loro funzione".

Che cosa va fatto allora? "Facendo delle proiezioni a livello nazionale della situazione riminese abbiamo oltre 50mila famiglie pronte ad accogliere i bambini occorre varare un progetto di proposta e di sensibilizzazioni. Noi ci offriamo di collaborare per portare avanti questa azione che deve essere non di proclami ma di contatto per muovere tante energie che stanno li sopite" risponde don Benzi.

''Mettere da parte tutti gli interessi economici e politici e, quindi, chiudere subito gli Istituti per minori'', ha detto. ''Non vorrei che alla fine - ha proseguito il sacerdote - qualcuno pensasse di istituire un servizio di 'raccolta bambini' per ripopolare gli Istituti''. Secondo Benzi occorre stare attenti ''alla corrente politica che vuole che gli istituti continuino ad esistere, perché sono un luogo dove si raccolgono parecchi voti''. E' un problema politico o economico? Chiedono i giornalisti. ''Tutti e due'', risponde don Benzi.

Duro anche nei confronti dei Tribunali. Dice: “Vengono collocati in queste strutture anche neonati di due mesi con la teoria di qualche presidente di tribunale secondo il quale, in attesa dell'affidamento pre-adottivo, i bambini devono stare in un ambiente neutro. Come se il bambino potesse stare in un luogo anaffettivo - ha concluso -. I nostri magistrati sono integerrimi e in gamba, però bisogna stare attenti che non abbiano qualche legame con qualche Istituto''.

Ricerca del Centro nazionale di Firenze: in calo il numero dei reati commessi da minori al disotto dei 14 anni

C'è un leggero calo negli ultimi dieci anni del numero dei minorenni non imputabili, cioè al disotto dei 14 anni, che commettono reato. Il trend negativo è stato registrato dal Centro Nazionale di documentazione di Firenze che ha preso in esame le denunce depositate nel 1998 presso le 29 Procure per i minorenni ed i fascicoli civili presso i 29 Tribunali per i minorenni in Italia ed ha diffuso oggi i dati a Collodi.

Sono quasi 5000 i minori al disotto dei 14 anni coinvolti a fronte di circa 7500 denunce depositate. Di essi la maggior parte è maschio, il 75% sono tra gli 11 ed i 13 anni e gli altri al disotto dei 10. Due invece i gruppi di minori presi in esame: gli italiani prevalentemente maschi, tra i 12 ed i 13 anni e i nomadi tra i quali secondo l’indagine si evidenziano situazioni di bambini che “fanno fatica” soprattutto sul piano psicologico e sul piano del percorso formativo e scolastico. E’ soprattutto al Nord che si ha il maggior numero di denunce a carico di minori non imputabili, il 40%, mentre il 23% si registrano al sud. La maggior parte di esse, l’80%, riguarda reati contro il patrimonio e tre quarti delle denunce sono costituite da uno, al massimo, due capi di imputazione. La presenza dei nomadi è maggiore in alcune regione come la Toscana, Lazio, Trentino, Friuli, Liguria, Piemonte e Lombardia.

La situazione in ogni caso in Italia è migliore che in altri paesi europei.

La disabilità nell'infanzia, Massi (Ministero del Lavoro): ''Carenza di strutture e di criteri di accertamento''

Nel terzo seminario tematico della Conferenza nazionale sull´infanzia in corso a Collodi che affronta il tema della "Tutela e la cura dei soggetti in età evolutiva in difficoltà" si è parlato anche di quei 300mila ragazzi e bambini disabili per chiedersi quale sia la condizione della disabilità nell´infanzia. Questa mattina Danilo Massi del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali ha voluto ricordare che è necessario "mettere il naso" anche in questa situazione di disagio "considerando l´integrazione come un processo irreversibile e continuo che riguarda non solo i bambini in situazioni di handicap ma tutte le istituzioni che operano per l´affermazione dei loro diritti di cittadinanza".

Massi ha parlato di "invisibilità sociale" per questi minori ed ha precisato che gli interventi nei loro confronti seppure specifici non debbono mai essere separati dalle politiche sull´infanzia e sulla disabilità in generale". I servizi sul territorio nazionale sono molto difformi e restano in alcune regioni più carenti che in altre. Esiste inoltre, ha ricordato Massi, una carenza di dati statistici condivisi e diversi criteri di accertamento dell´handicap che hanno alimentato questa invisibilità. "A 3 anni dalla I Conferenza si impone una verifica dei risultati raggiunti, un´analisi dei nodi critici che restano da sciogliere e l´individuazione di nuovi obiettivi specifici da perseguire. "In Italia ogni anno - ha aggiunto - in 2000 famiglie nascono bambini con una o più disabilità. Spesso questo evento inatteso è accompagnato da sconforto e dalla frustrazione di non disporre di servizi territoriali adeguati". La famiglia con figli disabili non può dunque essere lasciata sola ma essere sostenuta potendo contare "su un mix di interventi normativi e socio-sanitari tra cui l´assistenza domiciliare e le strutture socio-riabilitative".

Anche la scuola diventa con i suoi quasi 130mila minori (1,56% sul totale nel 2000/20001) un luogo dove si attiva una vera cittadinanza di diritti. Perché se è vero che la scuola accoglie bambini con ogni tipo di disabilità non sempre riesce a garantire un reale processo di apprendimento e formazione. Il vero rispetto dei diritti dunque sarà possibile solo quando condizioni di pari dignità e opportunità saranno garantiti in ogni situazione.

A tutela dei ''bambini ombra'' la Burani Procaccini (Commissione Infanzia) torna a chiedere una anagrafe europea

Un coordinamento europeo delle attività che riguardano la tutela dei minori. E´ una delle necessità emerse nella conferenza sulla prevenzione ed il contrasto della tratta degli esseri umani promossa dall´Oim in collaborazione con il Parlamento e la Commissione europea e ricordata alla II Conferenza nazionale sull´infanzia e l´adolescenza in corso a Collodi, dalla presidente della Commissione Parlamentare per l´infanzia Maria Burani Procaccini. "E´ un´indicazione - ha detto - che non va lasciata cadere ma costituisce un forte stimolo per impegnarsi a conseguire l´obiettivo di un ampio ed efficace coordinamento tra gli stati dell´Unione europea per tutto ciò che riguarda i diritti infanzia e adolescenza".
Nel fenomeno della tratta un´attenzione particolare va proprio ai minori e soprattutto a coloro che non"risultano iscritti ad alcuna anagrafe nella propria nazione d´origine". Secondo i dati Unicef sono circa 6000 i cosiddetti "bambini ombra", esposti per questo motivo non solo al fenomeno della tratta, ma anche a quelli della prostituzione, accattonaggio, lavori pesanti e circuito dell´espianto degli organi."Tutte le forme di violenza e sfruttamento - ha sottolineato - sono possibili nei loro confronti perché essi non esistono e gli adulti che affermano di essere loro parenti sono invece spessissimo i loro aguzzini e padroni molto più infami e totalizzante nei modi".

Secondo la Burani l´esistenza in Italia di un Commissione permanente parlamentare per l´infanzia e di una legislazione all´avanguardia deve dare il coraggio al Paese "di porre sul tavolo europeo nel semestre di Presidenza italiana, la necessità di una seria ed incalzante lotta al traffico di minori. Una lotta che passa attraverso l´istituzione di un’anagrafe europea per i bambini ed adolescenti "senza nome e senza patria" a partire dal riconoscimento del Dna dei minori interessati "affinché non sia possibile giocare su false parentele".

Così, ha concluso, "ai minori che non esistono si potrà dare come Patria l´Europa e per famiglia l´Unione Europea, disposta ad aiutarli a diventare cittadini con piena dignità di persone"

 

In Europa la ''risorsa infanzia'' sta calando. Il rapporto tra violenza e salute e i modelli di intervento dell'Oms.

 

Sono 1.659.000 i morti a causa di violenze in Europa di cui 520mila decessi per omicidi e 310mila le vittime di guerra. I giovani vittime di violenze nel 2000 erano 200mila e per ogni morte si calcolano tra le 20 e le 40 persone ferite. Sono dati ricordati questa mattina da Erio Ziglio responsabile dell'Ufficio europeo dell´Oms che ha presentato alcuni elementi già pubblicati sul rapporto tra violenza e salute. "La violenza - ha detto - è un problema di salute pubblica" e si presenta con forme anche correlate tra loro.


Nei 51 paesi dell´Europa la risorsa infanzia sta calando ha sottolineato Ziglio ricordando che la condizione dei minori è molto diversa da paese e paese: un bambino del Turkhmenistan ha un´aspettativa di vita di 15 anni minore di un bambino che vive in Islanda. Una "inuguaglianza" che peggiora e mette maggiormente a rischio i minori.

 
Ziglio ha spiegato quello che ha definito il modello ecologico per combattere la violenza a più livelli; quello individuale, relazionale, della comunità e della società. Ambiti diversi in cui occorre operare diversamente a partire dalla prevenzione (più efficace al livello della persona) o quello della relazione dove uno dei problemi più evidente è il bullismo. Al livello di comunità invece più utile secondo l´Oms lavorare nell´ambito della scuola perché attraverso la relazione si possa combattere l´intolleranza.


Occorre implementare le capacità del sistema nazionale, regionale e locali per capire la situazione presente come investire laddove il sistema è carente, focalizzando chi deve essere il responsabile del cambiamento.

 

OMS (WHO) - Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization)

Indirizzo:Avenue Appia, 20 - 1211  - Ginevra Tel: 0041.22.791.21.11, Fax: 0041.22.791.31.11  E-mail:info@who.int/  responsabile:Gro Harem Brundtland  addetto alla comunicazione: fap@who.dk    (Ufficio stampa per l'Europa)

http://who.int/

http://www.salutementale-oms.it

 

Fondata nel 1948, è una delle agenzie dell’Onu. L’obiettivo dell’Oms è ottenere il più alto livello di salute per il più alto numero di persone possibile. La salute, nello statuto dell’Oms, è definita come uno "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale" e non semplicemente come l’assenza di malattie e infermità. Per raggiungere tali obiettivi l’organizzazione svolge varie funzioni tra cui: il coordinamento delle politiche mondiali sulla salute; la promozione della cooperazione nella ricerca e nello sviluppo tecnico; l’assistenza ai governi con programmi per il miglioramento dei servizi sanitari; lo stimolo di politiche per la prevenzione di epidemie, endemie e altre malattie; il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione (qualità del cibo, dell’igiene, degli alloggi, del tempo libero, delle condizioni economiche e ambientali); il raggiungimento di standard internazionali sui prodotti biologici e farmaceutici nonché sulle procedure diagnostiche.

Possono far parte dell’Oms tutti gli stati membri delle Nazioni unite; attualmente le nazioni aderenti sono 191.

 

Conferenza di Collodi. Il ministro Castelli: ''Chi sbaglia va recuperato, ma senza perdonismo''. Proteste

 

"Chi sbaglia ha diritto ad essere recuperato, ma senza perdonismo" Una frase pronunciata a metà del discorso di chiusura del Ministro Roberto Castelli nella sessione tematica dedicata alla tutela e cura dei minori. Una frase che ha determinato l´uscita di molte persone, una trentina circa, dalla sala in cui il Ministro parlava.


Sul piano penale, ha detto il ministro, "i fatti di cronaca più inquietanti ci impongono di prendere atto che il fenomeno della devianza deve essere attentamente valutato e non sottovalutato. La lettura dei dati statistici evidenzia come non sia aumentato tanto il numero dei reati commessi da minori, quanto il numero dei reati che vengono commessi con violenza a cose e minori. Sono aumentati, ad esempio, i reati di omicidio commessi per futili motivi ed è aumentato il numero dei ragazzi con problemi psichici".


"Il governo ha inteso porre equilibrio tra due diverse esigenze - ha detto ancora Castelli -: da un lato l´esigenza del minore di essere recuperato, dall´altro evitare l´effetto devastante che può derivare da un atteggiamento deresponsabilizzante nei confronti dei minori autori di reati". Castelli fa riferimento anche al caso di Erika, che non nomina mai direttamente, ma racconta di una lettera della ragazza minorenne in cui sosteneva di voler uccidere la madre, tanto non sarebbe stata perseguita. Un esempio che fa rumoreggiare la platea e dà il via alla protesta dei presenti.
Sul piano civile, invece, il Ministro ha riaffermato la "ratio" che sottintende la riforma proposta e ancora una volta mette al centro la famiglia. "Nella conferenza nazionale sull´infanzia e adolescenza di quest´anno viene riservato grande spazio al tema della famiglia. Anche le recenti modifiche ad istituti importanti quali quello dell´adozione hanno riaffermato il principio del diritto di ogni minore ad avere una famiglia. Secondo questa visione dovrebbero essere inquadrati anche i problemi della giustizia minorile".


Oggi non è così secondo Castelli e da ciò la proposta di abbattere ogni frammentazione di competenze tra tribunali dei minorenni e tribunale ordinario. "La priorità individuata da questo governo, quindi, non è semplicemente quella giuridicamente fondata della necessità di razionalizzare le competenze in materia civile presso un unico giudice specializzato ma anche di affermare il principio ricordato, secondo cui la famiglia e minori rappresentano due aspetti della nostra società che non possono più essere affrontati separatamente".

 

Occhiogrosso (Tribunale di Bari): ''Calano le denunce ma di negativo c'è la qualità della devianza''. L'importanza di responsabilizzare ragazzi e famiglie

 

Presente alla conferenza tematica dedicata alla tutela e cura dei minori anche il Presidente del Tribunale di Bari Franco Occhiogrosso. "Oggi c´è una situazione contraddittoria. I dati numerici sono in diminuzione (37mila al `91 e 31mila di ´98). Una lenta ma continua diminuzione, e questo è più significativo se si considera che il dato percentuale rispetto ad altri paesi europei è tra i più bassi: meno di 10 ragazzi denunciati su mille mentre l´Inghilterra ne ha 33 e la Germania oltre l´80. Il dato rilevante in senso negativo è invece la qualità della devianza: dobbiamo parlare di devianze e non più i devianza".


Che tipo di "devianze" si registrano oggi?


"Sono fenomeni che vanno divergendo man mano che il tempo passa. C´è la devianza tradizionale, quella dei ragazzi di periferia, di tipo scolastico, c´è quella del `malessere del benessere´ che esplode all´improvviso quando fino a poco tempo prima si trattava di ragazzi irreprensibili, una devianza che viene dal ceto medio. C´è poi la devianza dei ragazzi stranieri, in cui si registrano anche il fenomeno delle ragazze nomadi, quello della prostituzione e degli scafisti (che somiglia a quella della mafia nel sud). C´è il bullismo e gli episodi naziskin, aggressività immotivata o episodi di razzismo come quelli allo stadio".


Quale il ruolo della famiglia?


"Questo malessere tocca anche la famiglia. L´Istat registra meno voglia di famiglia, 20mila matrimoni in meno. Abbiamo casi di infanticidi, che fanno pensare ad un malessere dei genitori che non sono in grado di gestire il loro ruolo. Pensiamo anche al caso degli abusi familiari che nella maggior parte dei casi avviene dentro la famiglia. Forse occorrerà pensare ad un osservatorio per la famiglia oltre che per il minore reperire di sostegno, non generico".


Gli strumenti che esistono, sono adeguati?


"Credo vadano rafforzati. Qui si parla molto di metterci il naso, ma non si tiene conto che Pinocchio, che era un ragazzo deviante, non aveva una madre. Fuor di metafora voglio dire che credo sia ora di ritornare alla responsabilizzazione dei ragazzi ma anche della famiglia, ad interventi sociali, ma diretti a rifissare le regole. Non acconsentire al permissivismo e all’assistenza, ma garantire sostegno e controllo ai minori nella famiglia".

 

L'assessore Lastri attacca Castelli. ''Ha detto cose vergognose contro i minori''

 

"Si vergogni di essere il Ministro di un paese libero e democratico". L´assessore Daniela Lastri del Comune di Firenze, attacca direttamente e duramente il Ministro mentre sta uscendo dalla sala dove ha appena concluso il suo intervento e alla richiesta di Castelli di qualificarsi specifica di essere un assessore di un Comune e di essere responsabile di ciò che sta dicendo. "Lei sta dicendo delle cose vergognose contro i minori e si deve vergognare di quello che dice perché la repressione non serve assolutamente a niente. Ed è incredibile che questo governo faccia una proposta a firma di Castelli in cui si rendono punibili i minori dai 13 anni in su, che si possano mettere a 18 anni i minori in carcere con i maggiorenni. Dà il senso di uno stato che ha paura dei giovani e che non riesce ad aiutare i minori ad uscire dalla difficoltà. La galera non serve a nessuno, ma crea solo maggiore disagio"


Intervistato, Castelli risponde: "Non so perché sono stato contestato da isolatissime persone riguardo ai minori. Ho anche dichiarato che quando deve intervenire la giustizia in materia di minori è comunque una sconfitta per la società"

 

Non c'è pace per il Ministro Castelli. Consegnato anche il Tapiro di Striscia la Notizia

 

Non c´è pace nella mattinata per il Ministro alla giustizia Castelli. Alla fine del suo intervento lo aspetta anche Valerio Staffelli di Striscia la notizia venuto a consegnargli il Tapiro d´oro.
Il motivo dell´attapiramento” che giustifica la consegna è la querela a Franca Rame per aver detto "quel pirla di Castelli". Staffelli come di consueto non molla un attimo e mentre anche il Ministro Maroni sorride ascoltando, Castelli è costretto a spiegare cosa significa per lui il termine pirla, se lo considera un’offesa e se non teme che ora che lo hanno scritto tutti i giornali non ci sia il rischio di essere ricordato come "quel pirla di Castelli".
Castelli sorride, risponde a tono, si difende come può dalla raffica di `pirla´ a cui lo sottopone Staffelli chiedendogliene conto. Il ministro che alla fine cerca di sottrarsi a Staffelli dice: "dovrebbe chiedermi chi secondo me è un pirla". E Staffelli pronto: Ministro me lo dica ora che siamo qui tra noi!". Alla fine il tapiro è consegnato.

 

Lavoro minorile: nel 2001 oltre 3mila violazioni delle aziende. Situazione nel mondo dello spettacolo e dello sport

 

Sono state 3.018 le violazioni accertate in Italia dagli ispettori del lavoro nel 2001 su 4.912 aziende ispezionate (nel 2000 erano state 2.525). Tra le regioni italiane ai primi posti per numero di violazioni ci sono Lombardia (618), Puglia (582) e Toscana (260). Dati `non ufficiali´ comunicati oggi nella conferenza stampa da Paolo Pennesi del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.


Un dato interessante tra quelli che emergono è che la maggior parte delle violazioni riguarda gli italiani e non gli extracomunitari: i lavoratori irregolari occupati accertati sono 1718 di cui solo 63 extracomunitari. La situazione riguarda alcune regioni in particolare: la Toscana dove sono 201 gli irregolari e solo 13 sono stranieri, e la Lombardia dove su 217 sono solo 18. Le violazioni accertate riguardano soprattutto il non rispetto dell'obbligo delle visite mediche periodiche (1.047), 755 sono le violazioni per l'orario di lavoro, i riposi e le ferie; 283 l'assunzione prima dell'età minima prevista (15 anni); 69 i lavori vietati (esposizione dei minori a sostanze chimiche inquinanti o a fonti di rumore eccessivo, secondo quanto previsto dall'articolo 5 della normativa); e infine 864 le altre violazioni non meglio specificate.
Pennesi ha parlato delle modifiche delle legge 977/67 apportate dal decreto legislativo 345/99 con cui si è passati dal concetto di ‘autorizzazione al lavoro' a quello di 'autorizzazione all'impiego'; calati drasticamente anche i numeri delle autorizzazioni rilasciate per legge dal ministero alle aziende che chiedono di far lavorare un minorenne (da 3.295 nel '99 a 2.241 nel 2000). La normativa riguarda in particolare il settore dello spettacolo, dove le aziende ora possono evitare la richiesta di autorizzazione in quanto il numero delle ore che vedono impiegati i minori è nettamente inferiore al minimo previsto dalla normativa per l'impiego. Secondo la legge i ragazzi possono essere impiegati per un cumulo di 7 ore giornaliere fino a 15 anni e 8 oltre i 15 anni, considerando l´impegno della scuola e del lavoro. Ed è qui, ha detto Pennesi, che è più difficile garantire un controllo: bambini impegnati in pubblicità o nelle soap opera.


Per quanto riguarda lo sport, infine, secondo il coordinatore degli ispettori del ministero, negli ultimi anni nel calcio attraverso un protocollo specifico, il problema dell'impiego dei baby calciatori è praticamente scomparso. Diverso, invece, il discorso per le altre federazioni, dove ancora si chiamano atleti minorenni soprattutto dai Paesi dell'Est. ''Ma qui il problema non riguarda coloro che poi vengono impiegati dalle società professionistiche, quanto quei minori giunti in Italia - ha concluso Pennesi - per un provino, che però non vengono 'presi', e che talvolta 'scompaiono', magari senza rientrare nei loro Pesi d'origine''.

 

Lavoro minorile in Italia. Riepilogo nazionale 
 Anno 2001

Regioni

n. aziende ispez.te*

Lavoratori occupati nelle aziende ispezionale

Totale

di cui minori

Regolari

Irregolari

Tot.

di cui extrac.

tot.

di cui extrac.

Valle d'Aosta

41

65

39

-

5

-

Piemonte

1.095

14.192

177

4

102

6

Lombardia

343

3.942

193

8

217

18

Trentino A.A.**

13

113

1

-

15

-

Veneto

82

1.438

32

-

71

-

Friuli V. G.

51

3.436

45

4

15

-

Liguria

103

373

56

1

63

1

Emilia Romagna

545

2.815

442

34

92

4

Toscana

549

4.343

714

36

201

13

Umbria

48

364

48

1

27

-

Marche

159

1.958

149

6

47

6

Lazio

486

1.136

610

-

42

-

Abruzzo

107

558

69

1

86

2

Molise

54

295

239

-

23

-

Campania

118

512

10

1

100

-

Puglia

543

4.458

391

6

346

12

Basilicata

87

214

162

-

37

-

Calabria

57

434

35

1

55

1

Sicilia

161

693

106

-

156

-

Sardegna

270

2.249

406

-

18

-

TOTALE

4.912

43.588

3.924

103

1.718

63

Note: 
(*) Inserire i dati che riguardano le aziende ispezionate che occupano almeno un lavoratore minore in qualsiasi tipo di vigilanza effettuata
(**) I dati si riferiscono alla sola provincia di Trento

Fonte: Divisione VII, Coordinamento Ispezione del Lavoro  

 

Lavoro minorile in Italia: le violazioni 
Riepilogo nazionale - Anno 2001

Regioni

VIOLAZIONI

età min. di assunz.

lav. vietati

visite mediche periodic.

orari lavoro riposi e ferie

Altre violaz.

Tot.

Valle d'Aosta

2

1

4

3

54

64

Piemonte

10

9

81

37

49

186

Lombardia

34

20

189

216

159

618

Trentino A.A.**

-

-

7

8

-

15

Veneto

10

2

29

34

134

209

Friuli V. G.

5

2

15

13

17

92

Liguria

-

-

46

24

44

114

Emilia Romagna

5

1

67

39

11

123

Toscana

15

13

117

47

68

260

Umbria

7

-

27

5

3

42

Marche

6

1

56

19

44

126

Lazio

3

-

15

1

21

40

Abruzzo

8

1

54

21

21

105

Molise

6

1

16

9

25

57

Campania

29

1

39

14

40

123

Puglia

96

5

186

186

109

582

Basilicata

14

5

6

4

19

46

Calabria

18

1

13

19

31

82

Sicilia

15

4

64

53

15

151

Sardegna

-

2

16

3

-

21

TOTALE

283

69

1.047

755

864

3.018

Note: 
(**) I dati si riferiscono alla sola provincia di Trento

Fonte: Divisione VII, Coordinamento Ispezione del Lavoro  

 

Prestigiacomo: ''Non si può demandare solo alla famiglia la prevenzione del disagio''

 

Insieme all’on. Castelli c’è anche il Ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo a Collodi per la Conferenza sull’infanzia. "Inutile dire – ha affermato - quanto sia importante assicurare al bambino uno sviluppo armonico e sereno per formare personalità equilibrate in grado di affrontare la vita e come per raggiungere questo obiettivo sia importante un investimento di politiche sociali e culturali che riguardano tanto il minore che gli adulti". "Le suggestioni di fatti di cronaca eclatanti - ha aggiunto il ministro - si sono trasformati in consapevolezza e sensibilità culturale ed istituzionale e questo facilita il nostro lavoro".
Secondo la Prestigiacomo, “la prevenzione del disagio infantile non può essere demandata solo alla famiglia o solo alle istituzioni o solo ai singoli operatori del settore. E’ necessario affrontare il tema del disagio, del maltrattamento e soprattutto dell’abuso sessuale dove va adottata una metodologia di lavoro interdisciplinare attraverso una stretta collaborazione dei servizi competenti ed una costruzione dei percorsi operativi tra le istituzioni a vario titolo coinvolti".


E’ la metodologia impiegata per "Ciclope" il comitato interministeriale di lotta alla Pedofilia di cui fanno parte 11 rappresentanti ministeriali e aperto alle esperienze di associazioni ed esperti. Il ministro ha ricordato la definizione del primo piano nazionale di prevenzione e contrasto della pedofilia e la nascita dell’osservatorio che acquisirà dati e informazioni a livello nazionale ed internazionale ed il 114 un numero gratuito per le denunce di maltrattamenti.
Il Governo si è impegnato nella lotta alla pedofilia e sta predisponendo un suo proprio disegno di legge, ha detto la Prestigiacomo, "rispondendo anche a sollecitazioni che ci giungono dalle sedi comunitarie, stiamo lavorando all’introduzione della figura del garante per l’Infanzia". Gli interventi sulla pedofilia ha detto infine richiedono interventi anche su un altro territorio, quello sociale: "Sovente - ha spiegato - tra il livello giudiziario e quello sociale comunicazione e coordinamento non sono adeguati."

 

De Poli (Veneto): ''Il Fondo sociale non si tocca''. Giovedì l’incontro Maroni-Regioni

 

Nel suo intervento a Collodi, De Poli, dopo aver ricordato come la riforma del titolo V della Costituzione abbia mutato i rapporti tra il "centro" e la "periferia", e aver sottolineato la piena competenza delle regioni nel settore delle politiche per l'infanzia, ha affermato la necessità di un aumento delle risorse “per indirizzare gli interventi e per coordinare i vari soggetti che a diverso titolo, pubblico e privato, si occupano dell'infanzia". Secondo l’assessore, il Fondo unico nazionale per le politiche sociali “non deve e non può subire ridimensionamenti; si deve lavorare per attuare livelli essenziali di assistenza in tutte le regioni in modo da contrastare le situazioni di difformità nell'erogazione dei servizi; vanno valorizzate al massimo grado le risorse umane che sono fondamentali nel settore dell'infanzia; e, in particolare, le politiche sociali vanno viste ed intese come fattore di benessere e come risorsa non come politiche di riparazione".


Istruzione, discriminazione, abuso e sfruttamento, informazione, lotta alla povertà. 
Ecco il ''Piano d’azione dei ragazzi''

 

Cinque punti per raccontare la loro visione del mondo. Cinque temi, la discriminazione, l'istruzione, l'abuso e lo sfruttamento, l'informazione e la lotta alla povertà che costituiscono il "Piano d'azione dei ragazzi" oggi proposto al ministro Maroni e a tutti partecipanti alla conferenza nazionale, alla luce di quello che hanno già detto alla Sessione Speciale di New York. Ecco in dettaglio le loro proposte


Discriminazione


"Discriminare è sintomo di ignoranza, egoismo e mancanza di intelligenza, inciviltà" scrivono i ragazzi. Esiste perché non si accettano le differenze né di colore di pelle né di cultura e "sono da identificarsi nell'esaltazione del proprio paese, nello spirito di gruppo, nell'apparente superiorità degli adulti, nel modello economico neo-liberista, nel contesto familiare-scolastico, nei pregiudizi e fondamentalmente nell'ignoranza". Propongono di eliminare totalmente il fenomeno dell'intolleranza a partire dall'ambiente scolastico, attraverso scambi culturali al fine di conoscere ed entrare a contatto con realtà diverse dalle nostre, con altre società ed esperienze di vita".


Istruzione


Istruzione come diritto fondamentale per poter crescere e aumentare la proprio dignità. "Ci siamo accorti che c'è poco dialogo e che non siamo del tutto consapevoli di quello che ci riguarda e di ciò che sentiamo vicino a noi". I ragazzi propongono una o due ore alla settimana all'interno dell'orario scolastico in cui poter parlare di argomenti attuali toccando argomenti come la pace i diritti umani e l'accettazione degli altri. Sottolineano anche "l'inadeguatezza degli edifici scolastici": palestre, aule video, sistemi d'incendio e antisismici e agevolazione per i disabili. E su questo tema una domanda diretta al Ministro: "Perché sono stati ridotti i docenti di sostegno?"


Abuso e sfruttamento


Combattere lo sfruttamento minorile, alleviare i dolori dei bambini, recuperare i bambini che hanno subito abusi sessuali e psicologici, combattere la pedofilia e gli abusi di potere. Le strategie da attuare secondo i ragazzi sono aumentare i controlli e le pene per combattere lo sfruttamento minorile, assistere psicologicamente i bambini maltrattati e creare centri di recupero, favorire campagne di informazione entrando nel mondo dei bambini attraverso i loro strumenti (cartoni animati, programmi musicali, fumetti) e la partecipazione attiva delle famiglie, promuovere corsi di formazione per i ragazzi, organizzati dai loro coetanei per educare ai diritti, educare ai diritti.


Informazione


"Così com'è non ci piace" dicono i ragazzi perché "non parla abbastanza dei nostri diritti e quindi non conoscendoli non li possiamo far rispettare". "Fino ad ora – spiegano - non siamo stati rappresentati e i mezzi di informazione non hanno rispecchiato le nostre idee. Non ci piace che gli adulti prendano le nostre parole e le manipolino secondo i loro interessi, per fare più ascolti". Chiedono una legge più severa che garantisca questo rispetto e che a loro "siano dette le stesse cose che sono dette agli adulti, ma in modo più semplice e chiaro".

Lotta alla povertà


In Italia nessuno vive in una situazione di grave povertà, "se per povertà intendiamo non poter mangiare" dicono ma "sappiamo che anche in Italia esiste la povertà se la intendiamo come l'impossibilità di riuscire ad arrivare a fine mese con i soldi dello stipendio e non avere i diritti di base (scuole, ospedali, etc)". Condividono la politica a "stampo statale" perché "deve essere lo Stato a garantire uguali diritti a tutti i suoi cittadini"."Se però esistono bambini nelle situazioni prima elencate, vuol dire che la gestione economica (come lo Stato organizza e divide i soldi) non funziona come dovrebbe. Noi crediamo che una delle cause principali sia la corruzione, quindi: o i cittadini non pagano le tasse; o i cittadini le pagano, ma lo Stato non le distribuisce uniformemente; oppure i cittadini le pagano, ma allo Stato non arrivano perché vengono rubate da qualcuno (ad esempio la mafia)". Chiedono di attuare una rete di educazione ed informazione come strategie per combattere la corruzione e un'educazione alla legalità. "Bisognerebbe, secondo noi, non fare la carità ai bambini fermi ai semafori o che mendicano per strada, perché il giorno dopo sarebbero di nuovo lì. Bisognerebbe invece cercare di creare strutture che diano loro un letto su cui dormire ed un piatto caldo".

Maroni: ''Va distinto lo sfruttamento del lavoro minorile dall’aiuto all’impresa familiare. In questi casi obbligheremo l'iscrizione all'Inail''

Tolleranza zero rispetto al lavoro nero, al sommerso e allo sfruttamento del lavoro minorile perché ciò significa negare diritti fondamentali. Lo ha detto oggi il Ministro Maroni intervendo alla Giornata mondiale sull'infanzia che chiude la Conferenza nazionale in corso a Collodi. Sull'argomento lavoro ha aggiunto poi in conferenza stampa: "Se un imprenditore, un artigiano, un commerciante utilizza l'attività del proprio figlio nelle ore di punta del proprio negozio, è un caso di lavoro nero o sfruttamento oppure no?" "Interveniamo in Finanziaria - ha spiegato - proprio per distinguere lo sfruttamento dalla collaborazione all'impresa familiare, che è un valore, ma deve essere tutelata. Prevediamo così che anche nelle imprese piccole possa essere utilizzato il lavoro dei familiari, anche dei figli, senza obbligo di iscrizione all'Inps, perché non è un lavoro che mira ad avere una pensione, ma con obbligo di iscrizione all'Inail, cioè con la tutela per gli infortuni sul lavoro, perché questo è importante". "In questo modo - ha detto - regolarizziamo una fascia di lavoro che non è minorile o sfruttamento, ma che è 'lavoro familiare'. Dunque molto diverso".

Maroni ha anche annunciato un potenziamento degli organici per gli ispettorati e che sarà "reintrodotto lo strumento della diffida" grazie al quale l'ispettore "darà un termine per la messa in regola". Ha precisato che questo non riguarderà il lavoro nero rispetto al quale, ha ripetuto, "tolleranza zero".


Si rivolge ai ragazzi che chiama "utenti" e "futura classe dirigente" per rispondere ai quesiti che loro hanno posto. Ricorda che gli extracomunitari hanno diritti, in Italia. Chiunque viene in Italia da paesi che non fanno parte dell'Unione Europa, spiega il Ministro, ha diritto di trovare una situazione che gli consenta di integrarsi, ma chi viene non si integra perché non ha casa e non trova lavoro, così rischia di finire in circuiti di criminalità. Parla anche di troppa informazione: nell'era della comunicazione si rischia di avere troppe notizie, ma di non saperle utilizzare

Successo mediatico, ma si chiude senza fugare i dubbi di regioni e associazioni

In cifre la Conferenza Nazionale sull'Infanzia di Collodi conta 500 partecipanti, 100 ragazzi nel forum a loro dedicato e 50 delle scuole del comune ospitante, 91 relatori, 20 parlamentari, 30 stand di regioni e associazioni, ministri ed esperti di problematiche infantili. 350 mila euro di questa 3 giorni. Un successo anche mediatico: circa 60 i giornalisti presenti e tutte le principali testate della carta stampata, di radio e televisione. Cifre che però non danno la misura ad una sensazione di vuoto registrata in questi giorni di lavori. Non che di minori non si sia parlato, né sono mancate “notizie” e non solo nel senso giornalistico del termine. A Collodi erano presenti associazioni seriamente impegnate da sempre nella tutela dei minori. Sono stati chiesti nuovi osservatori, sulla famiglia ad esempio, e nuove analisi di dati, mappature delle realtà esistenti più attente. Lo stesso Maroni, stamani, ha auspicato un superamento del vincolo imposto dalla legge confidando sulla possibilità di dar vita alla conferenza nazionale ogni anno, magari su temi specifici. Si è parlato anche di risorse a Collodi, ma difficile capire quali e quante. E se ce ne saranno ad esempio di nuove per quel piano straordinario annunciato in vista della chiusura degli istituti del 2006. Le associazioni chiedono la loro parte, rivendicano la capacità di gestire servizi per l’infanzia; le Regioni si dicono trascurate e chiedono che venga rispettata la titolarità delle competenze e maggiori risorse. La sensazione è che la “coperta” sia troppo piccola per coprire tutti e che manchi quella interdisciplinarietà più volte invocata in questi giorni.


LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA IN ITALIA

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Fondazione Roberto Franceschi

 


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