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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Gentilissima Redazione di Edscuola, questa mia  per raccontarvi, nel rispetto della Privacy dei protagonisti della storia, quella che io considero una  grave ingiustizia. Il fatto si svolge in un paese dell'alto Canavese protagonista è una ragazza madre di una bimba di tre anni, che da  circa 1 anno lotta per poter iscrivere quest’ultima alla Scuola materna senza riuscirci. Tutto questo sembra una banalità, ma nella  fattispecie costituisce un grave problema, perché non potendo affidare  la bambina all'asilo, lei non può lavorare e il tutto si risolve in  una situazione economica a dir poco drammatica. La ragazza in questione ha spiegato questi suoi gravi problemi di sussistenza alla Direzione  Didattica del posto ma evidentemente le liste di attesa seguono altre vie e la bimba per il secondo anno consecutivo è rimasta "fuori". In  cima alla graduatoria ci sono i bimbi delle mamme che lavorano e fin qui  nulla da dire, ma vorrei poter far capire a chi compila le liste dei  bambini che frequenteranno l'asilo,che "buon senso" di amministratore  pubblico dovrebbe saper valutare i casi per come si presentano e comportarsi di conseguenza, senza contare che per la "legge delle pari opportunità" a parità di requisiti dovrebbero essere aiutati i bambini provenienti da famiglie disagiate. Così facendo questi bambini rimarranno sempre un passo indietro rispetto gli  altri bimbi e questo non lo ritengo assolutamente giusto. Sorrido  amaramente quando leggo su un sito internet che la Direzione Didattica in questione si è fatta promotrice sin dal 1997 della legge 28/8/97 n. 285 che da "Disposizioni per la promozione dei diritti di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza per la qualità della vita, sviluppo e socializzazione in attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo". La stessa legge consente agli enti locali di porre in essere tutta una serie di interventi sociali in favore  dell'infanzia. Sulla carta è tutto facile e bello, una specie di "Paese dei Balocchi", nella realtà ci tocca "La mela avvelenata di Biancaneve": Perché nella realtà non è assolutamente così. Mi  piacerebbe essere in grado di fare un censimento di quanti bambini nel canavese e non, quest’anno sono rimasti "fuori" dai cancelli dell'asilo.

La cosa che mi fa sorridere anche il tipo di risposta che ti senti dare quando chiedi una spiegazione. Ti parlano di finanziamenti che non ci sono, di ampliamenti strutturali non fatti, di organico insufficiente. Non c'é verso di far capire che tu parli di problemi veri e ne parli in italiano, non in "politichese". Tu cerchi di far capire che se la tua bimba non frequenta l'asilo non puoi andare a  lavorare e non puoi provvedere al suo sostentamento e ti senti dire,  sempre in "politichese", che c'é un accordo con i sindaci dei dintorni e che "presto"si costruiranno altri asili. Per quell'epoca è probabile che la bambina frequenterà la III media. (senza passare dalla scuola materna, ovviamente). Per non parlare di quanto disposto nella "Riforma  Moratti" al capitolo dedicato alla "Scuola d'Infanzia".

E' un dipinto paradisiaco di come deve essere il primo contatto del bambino con la realtà della scuola, Nel sogno della signora Moratti, i bambini frequenteranno un luogo dove potranno sviluppare al meglio le loro potenzialità, dove non esisteranno differenze ed in cui tutti avranno  le stesse opportunità.... Praticamente dopo il paese dei balocchi  della legge 285/97 arriviamo all'"Isola che non c'é."

In questa lettera, ho raccontato le vicende reali di una persona che conosco e che in questi giorni vive questo problema, sono sicura che  come lei ci sono centinaia di mamme in queste condizioni e che hanno  dovuto tenere i bambini a casa, in barba a tutte le leggi dello Stato. Credo sia un grosso disservizio ai danni  di cittadini.

Voi cosa ne pensate?

 

 

Illustrissimo Ufficio fasce Deboli, mi rivolgo a voi, nella speranza che possiate essermi di aiuto.

La mia domanda è la seguente: una ragazza madre con una bimba di tre anni e mezzo, invalida al 47%, impossibilitata a lavorare perché non riesce ad inserire la bimba in una Scuola materna, per mancanza di posti, ha diritto ad un sussidio da parte del comune di residenza per superare un momento economicamente molto critico? Ha diritto ad insistere presso la Direzione Didattica del posto affinché le prendano la bimba all'asilo,per poter andare a lavorare?

Ha diritto all'esenzione ticket per basso reddito, avendo bisogno di cure?

Ha diritto ad un aiuto per pagare l'affitto di casa?

Formulo queste domande per poter essere di aiuto ad una ragazza che conosco e che sostengo da circa 4 anni, da quando cioè è rimasta incinta. Questa ragazza convive con il papà della bimba, che però è in attesa di un lavoro a tempo indeterminato (più o meno per novembre) dopo circa tre mesi di disoccupazione.(Nei mesi estivi ha lavorato tramite agenzie, ecc...)

Le risposte che darete alle domande sopraelencate mi serviranno per dare alla ragazza in questione  dei consigli per come affrontare il suo momentaneo disagio economico.

Un'ultima domanda:se non riuscisse a farsi aiutare dal Comune di Residenza, può rivolgersi a voi?

Vi ringrazio di cuore per l'attenzione.

Lettera firmata

 

 

 

Mi rivolgo a Voi, dopo aver tanto peregrinato tra tanti uffici ed enti locali, nella speranza che possiate darmi una risposta.

Questa mia  per segnalare quello che io considero un grave disservizio ai danni di una cittadina e della sua bimba di 3 anni che pur avendone tutti i diritti, anche quest’anno non è stata accolta all'asilo. Il fatto si svolge a …… Canavese, la Direzione Didattica nonostante sia stata contattata più volte sia dalla mamma della bimba sia dall'amministrazione comunale di ……. non  ritiene opportuno nemmeno tentare di risolvere questo problema, che sembra banale, ma nella fattispecie rappresenta una grave pregiudiziale per il normale svolgere della vita di questa famiglia. Avendo la bimba a  casa ,la mamma, ragazza madre, non può lavorare, il suo compagno è un lavoratore precario, e il tutto fa si che queste persone vivano una situazione economica quasi drammatica.

La suddetta Direzione didattica è al corrente di tutta la situazione, nonostante ciò, continua a ribadire che non è possibile prendere la bambina all'asilo, che non c'è posto e quant’altro.

Ed io sorrido, amaramente, soprattutto dopo aver letto  il "dizionarietto" della riforma Moratti al paragrafo dedicato alla Scuola d'Infanzia allegato al numero di "SPECCHIO" di sabato 27/9. Se fosse tutto vero, sarebbe un paradiso. Ma vi assicuro che non è così. La realtà supera ogni possibile immaginazione.

Ho scritto al Vostro illustrissimo Ufficio, nella più viva speranza che per vostra intercessione la Direzione Didattica, possa rivedere la sua posizione e, mettendosi una mano sul cuore, aiutare questa mamma e la sua bambina.

Senza contare che comunque, senza bisogno della Riforma Moratti, già la legge 285/97 da disposizioni per la promozione dei diritti e di pari opportunità dell'infanzia, per la qualità della vita, lo sviluppo, la socializzazione in attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo....Sono sempre solo parole, o qualcosa di concreto esiste?

Vorrei ancora segnalare che nel Comune l'Ufficio competente "socioassistenziale" è totalmente inattivo e il cittadino che si trova nel bisogno ha gravissime difficoltà a rivolgersi alle Autorità competenti, anche se devo dire che, il Sindaco, contattato personalmente, (se pur con tono perentorio) ha risposto cortesemente e si è reso disponibile (con le parole), a tutt’oggi nulla di concreto.

Spero con tutto il cuore che a questa mia faccia seguito una risposta consona.

Tutti gli uffici di zona a cui mi sono rivolta (vedi Servizi per l'infanzia e sociali) hanno risposto che non è loro competenza.

Spero non capiti lo stesso con voi. Ha urgente bisogno dell'aiuto di qualcuno. Spero che rispondiate all'appello.

Vogliate accettare i miei più Cordiali Saluti.  

Lettera firmata


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