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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

GIORNATA MEMORIA

 

Le iniziative della Toscana rivolte soprattutto ai giovani.

Parte sabato il treno per Auschwitz

Le celebrazioni legate alla Giornata della Memoria in Toscana che a livello internazionale è ricordata il 27 gennaio, hanno avuto inizio mercoledì scorso con due manifestazione parallele a Bagni di Lucca e Castelnuovo Garfagnana. A Bagni di Lucca si è svolta una cerimonia di commemorazione nel ‘Parco della pace Liliana Urbach’, in quanto il territorio comunale ospitò durante la seconda guerra mondiale un campo di prigionia, mentre a Castelnuovo Garfagnana dove è stata inaugurata la mostra ‘L’orizzonte chiuso’, si è riunito il Consiglio regionale solenne alla presenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Amos Luzzato. Castelnuovo fu utilizzato dai fascisti come ghetto per concentrarvi gli ebrei di diverse nazionalità scoperti in Italia, per poi deportarli nei campi di sterminio.


Per la ricorrenza Consiglio e Giunta regionali hanno stampato e fatto affiggere in tutta la Toscana un manifesto celebrativo, disegnato dal pittore Novello Finotti ed ha avviato tutta una serie di iniziative di studio e testimonianza, per ricordare alle nuove generazioni l`Olocausto e gli eccidi di massa. La maggior parte delle attività sono rivolte alle scuole.


Il treno per Auschwitz partirà il 25 gennaio, per un viaggio che durerà 5 giorni. Al viaggio-studio prenderanno parte studenti, insegnanti, rappresentanti delle comunità ebraiche toscane, membri delle Associazioni degli ex deportati, giornalisti e personale di accompagnamento, per un totale di circa 700 persone. Durante il viaggio, per sfruttare in maniera costruttiva il tempo dello spostamento, saranno distribuite dispense e materiale informativo. Per il secondo anno consecutivo una `Stanza della memoria` sarà allestita in ogni Provincia. Le varie Amministrazioni Provinciali organizzeranno una mostra con documenti, reperti, libri, fotografie ed oggetti legati alle persecuzioni, alle deportazioni ed agli eccidi nazifascisti avvenuti in Toscana tra il 1943-1944. Venerdì 17 gennaio, alle ore 11.30, presso il Museo della deportazione di Figline di Prato, avverrà la premiazione del concorso sulla “Giornata della memoria”, per l’edizione 2002, rivolto agli studenti degli istituti secondari della regione e promosso dalla Giunta regionale in collaborazione con la Fondazione “Primo Levi”. Tra le pubblicazioni di quest’anno ci saranno: il “Libro della memoria” sugli ebrei della Toscana deportati nei campi di sterminio (1943-1945); l’edizione speciale della documentazione relativa alla Toscana estratta dagli elenchi nazionali elaborati da Liliana Picciotto per la Fondazione centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, pubblicata dalla Giunta Regionale in collaborazione con il Gruppo Ugo Mursia Editore di Milano; “Le stragi nazifasciste in toscana (1943-44)”, una guida bibliografica della memoria a cura di V.Galini e S.Duranti e con la presentazione di Enzo Collotti. Quest’ultima opera rappresenta il primo volume di una serie di studi e ricerche (altri seguiranno entro breve tempo) promossa dalla Regione Toscana a conclusione degli interventi attuati nell’ambito della legge regionale per conservare la memoria storica degli eccidi.

Tutta la documentazione finora raccolta è pubblicata sul sito internet www.eccidi1943-44.toscana.it ; mentre l’intero programma delle celebrazioni della “Giornata della memoria” è consultabile all'indirizzo www.rete.toscana.it/index.htm .

 

 

Grosseto celebra con i giovani, ''per educare all'amore affinché non rinasca la disumana follia''

 

Pitigliano (Gr) celebra la "Giornata della Memoria", il 27 gennaio prossimo, con una manifestazione rivolta essenzialmente ai giovani. "La scelta di ricordare le persecuzioni e il terribile olocausto degli ebrei italiani, ma anche di tutta Europa, nei campi di sterminio nazisti con un'iniziativa dedicata a un pubblico giovane - ha spiegato l'assessore alla Cultura Diva Bianchini - nasce da una precisa volontà: far conoscere ai ragazzi ciò che è successo in una delle pagine più buie, forse la più buia della storia, in modo che la conoscenza sia di stimolo alla riflessione.

Una riflessione che deve portare a comprendere che l'orrore di quei terribili anni è stato essenzialmente dettato da una totale assenza del rispetto della persona, da una terribile mancanza di amore per l'altro, di tolleranza, di ogni senso di fratellanza, valori per cui Pitigliano e la sua gente si è sempre distinta".

La manifestazione, che si terrà il 27 gennaio, nella Sinagoga ebraica, si intitola "Ricordare: non per inculcare l'odio, ma per educare all'amore, affinché non rinasca la disumana follia". Nel corso dell'incontro saranno lette poesie e brani di prosa, saranno ascoltati canti e brani musicali, scelti ed organizzati da un gruppo di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, guidati da alcuni insegnanti. I testi utilizzati sono testimonianze di esperienze avute nei lager nazisti. Si inizierà con la lettura di un salmo e la deposizione di una corona davanti alla lapide che ricorda i deportati della comunità ebraica di Pitigliano, nella piazzetta di fronte alla Sinagoga.

"La modalità e il contenuto della manifestazione ci è sembrata una scelta particolarmente adatta al senso della celebrazione in quanto alcuni dei ragazzi coinvolti - ha spiegato l'assessore Bianchini -hanno partecipato fin dalla fase organizzativa attuando un percorso in cui la manifestazione per la Giornata della Memoria costituisce il momento conclusivo. Le copie dei testi dai quali saranno tratte le letture verranno poi donate alle biblioteche scolastiche e ciò può essere uno stimolo concreto anche per una successiva riflessione ed un approfondimento".

All'iniziativa, organizzata dall'Amministrazione comunale e dall'Associazione "Piccola Gerusalemme" hanno collaborato il Centro culturale "Fortezza Orsini" per le parti recitate e l'Accademia musicale "Città di Pitigliano" per le parti musicali. Gli organizzatori rivolgono, infine, un particolare ringraziamento alle insegnanti Marella Niccolucci, Maria Grazia Ubaldi e al maestro Valerio Lupi. (Sara Mannocci)

 

Giorno della memoria: come è stato possibile?

 

E’ un articolo insieme storico-politico e sociologico. In esso si ripercorrono gli aspetti più terribili dello sterminio ebreo da parte dei nazisti, analizzando le ragioni ed il contesto sociale e politico in cui certi orrori si esplicitarono. Capire come sia stato possibile impone di misurarsi con la realtà di quei giorni esterna ai Campi di sterminio e, soprattutto, con i giorni – gli anni – che vennero, in Italia, prima dei lager e che ne prepararono la possibilità sia nel contesto fascista italiano, sia nel Reich nazista tedesco. Secondo Salvi la responsabilità delle atrocità ruota intorno al “processo di desertificazione della società civile, di annichilimento delle esperienze associative, di arretramento da ogni modalità della formazione personale, di depotenziamento della politica inteso come scontro di visioni”. Inoltre in quel contesto fu problema o anche colpa non proclamare la verità sui Lager “e sulle responsabilità specifiche di chi i Lager contribuì a gestire e ad utilizzare”.

Vedi testo completo in formato PDF.

 

''Diritti della Memoria – Diritto alla Memoria'': il progetto della Regione Campania

 

Un percorso didattico che partirà lunedì 27 gennaio, Giornata della Memoria, e si concluderà il 10 dicembre, Giornata della Pace. E’ l’iniziativa della Regione Campania che ha deciso di ricordare la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz fissando un calendario “civile” delle ricorrenze durante l’anno. Il progetto Diritti della Memoria – Diritto alla Memoria verrà presentato lunedì 27 gennaio al Teatrino di Corte alla presenza del Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali Adriana Beffardi e gli storici Francesco Barbagallo e Guido D’Agostino.

Per ricordare questo evento la regione ha deciso di dare un ruolo da protagonisti alle scuole indicendo un concorso che premierà i migliori elaborati (articoli, relazioni, ricerche, filmati, opere grafiche e altre libere espressioni), riferiti ai valori espressi nella Giornata della memoria e nelle altre ricorrenze individuate. Tutti gli elaborati saranno comunque presentati in una mostra prevista per il 2 giugno.

 

Giornata della Memoria. La storia di Sergio, uno dei bambini uccisi nel massacro di Bullenhuser Damm

 

La nostra storia potrebbe cominciare da molti luoghi. Dalla Russia patria di ventiquattro soldati prigionieri, dalla Francia dove un medico candidato al premio Nobel lavorava. Dalla Polonia, dalla Jugoslavia o dalla Germania. Tra le tante possibilità la nostra storia inizierà in Italia, a Napoli, quartiere Vomero, al numero 8 di Via Scarlatti, il 29 novembre 1937.

Eduardo De Simone e sua moglie Gisella quel giorno sono felici è nato il primo figlio: un maschietto, si chiamerà Sergio. L''Italia fascista non ha ancora varato leggi razziali, Gisella che è israelita pensa al suo bambino e al futuro che avrà. Papà Eduardo è in Marina, imbarcato. La guerra è lontana, probabilmente non ci sarà. Gisella è nata a Vrhnika in Jugoslavia e in quel giorno di novembre mentre guarda il suo bambino ha da poco compiuto trentatré anni. Come si siano conosciuti Eduardo e Gisella non sappiamo. Forse Eduardo era arrivato a Fiume per lavoro, forse aveva visto quella bella ragazza durante una passeggiata in una giornata di riposo. Gisella viveva lì a Fiume e forse incontrò per la prima volta Eduardo mentre passeggiava con Mira e Sonia le sue due sorelle o mentre teneva per mano il fratellino Giuseppe. Probabilmente quando Gisella decise di parlare di Eduardo ai suoi genitori il padre Mario Perlow avrà scosso la testa, avrà pensato che il matrimonio con un ragazzo napoletano avrebbe allontanato da sé la figlia. Forse avrà incrociato con lo sguardo quello di sua moglie Rosa per capire cosa ne pensasse. In fondo non ha molta importanza sapere come Eduardo conobbe Gisella. Di certo sappiamo che quando si sposarono Gisella se ne andò con Eduardo a Napoli, in un''altra città di mare come Fiume. Certamente quel 29 novembre 1937 Eduardo telegrafò a Fiume per far conoscere la buona notizia ai nonni, alle zie, allo giovane zio.
Mentre Sergio si fa grande il mondo comincia a bruciare. Nel settembre 1939 i giornali annunciano che la Germania è entrata in guerra. Il 10 giugno 1940 anche l''Italia fascista entra nel conflitto. Eduardo è sempre più spesso lontano come tanti, come tutti. In quasi tre anni di guerra la vita si è fatta sempre più difficile. Napoli subirà pesantissimi bombardamenti: quasi 10.000 mila case cadranno sotto le bombe. Ed è forse per paura degli aerei Alleati, forse perché si sente sola Gisella decide di trovare rifugio a Fiume che le sembra più sicura, che le sembra più lontana dal fronte che dopo lo sbarco americano in Sicilia si avvicina sempre di più. Così Gisella e il piccolo Sergio raggiungono Fiume.

 L''8 settembre del 1943 l''Italia firma l''armistizio con gli Alleati, mentre il generale Badoglio annunzia che "la guerra continua", a Fiume cambiano molte cose. I tedeschi occupano l''Italia, ne strappano ampie zone, le pongono sotto la sovranità del Reich. Fiume entra a far parte dell''Adriatische Kusterland. Arrivano nuovi padroni. Arriva Odilo Globocnik e tutti gli uomini che hanno prima gasato migliaia di disabili tedeschi nel quadro del progetto eutanasia e che poi, hanno costruito Treblinka, Sobibor, Belzec. Arrivano a Trieste e Fiume gli uomini che hanno mandato nelle camere a gas quasi un milione e mezzo di ebrei. Arrivano e la caccia agli ebrei si apre. Gisella e Sergio non tardano a cadere nella rete. Il 21 marzo 1944 le SS fanno irruzione dell''appartamento dei Perlow in via Milano 17 arrestano Gisella, Sergio, le zie Mira e Sonia, lo zio Giuseppe. Tutti sono portati al campo di concentramento di San Sabba. Il tempo di una giornata ed il 29 marzo vengono fatti salire sul convoglio T25: destinazione Auschwitz. Quel treno attraversò l''Europa in quell''inizio di primavera, dopo centinaia di chilometri entrò nel campo di Auschwitz. Erano trascorsi 6 giorni di viaggio. Centotre maschi vengono inviati subito alle camere a gas, i rimanenti 29 vengono marchiati sul braccio con i numeri dal 179587 al 179615. Cinquantatré donne - tra le quali Gisella, Mira e Sonia - vengono marchiate con i numeri dal 75460 al 76512. Da questo momento Sergio diventa il prigioniero A 179614. Per un poco viene lasciato con sua madre poi, il 14 maggio 1944, il dottor Josef Mengele seleziona Sergio lo sottopone ad esami del sangue e lo fa operare alle tonsille. Insieme con lui vengono selezionati altri 19 bambini: 9 maschi e 10 femmine. Il documento che riporta questa attività di Mengele sfugge miracolosamente alla distruzione degli archivi. Rappresenta l''unico documento ufficiale della tragedia che sta per accadere.


Sergio è solo. Lo portano al Block 11, la "Baracca dei bambini".


I venti bambini rinchiusi nel Block 11 di Auschwitz vengono sottoposti ad esami medici. Il 19 gennaio 1945 il dottor Heissmeyer inizia gli esperimenti con i bambini, ma gli esperimenti non danno il successo sperato.

L’ordine di uccidere i bambini viene da Berlino. Il campo di Neuengamme è in piena confusione: i camion della Croce Rossa svedese sono ancora nel campo. Non si possono uccidere i bambini subito. Non davanti a dei testimoni. Gi infermieri insieme con la SS Johann Frahm svegliano i bambini. I due medici francesi Florence e Quenouille aiutano a caricare il camion. I bambini sono assonnati e fanno i capricci, non vogliono alzarsi. Gli viene detto che sarebbero stati portati dai loro genitori ed allora si alzano in fretta e cominciano a vestirsi prendono i bagagli, i più piccoli anche i giocattoli. Sul camion salgono i medici francesi, i due olandesi e i sei russi. Dietro con loro tre SS: Wilhelm Dreimann, Heinrich Wieagen e Adolf Speck. Davanti prendono posto Trzebinski e l''autista Hans Friedrich Petersen.

I bambini vengono portati nella scuola di Bullenhuser Damm, un palazzo che era rimasto indenne intorno ad un mare di rovine provocate dai bombardamenti Alleati su Amburgo. Le SS avevano adibito la ex scuola a campo di concentramento satellite di Neuengamme e vi avevano concentrato prigionieri provenienti dalla Danimarca e dalla Norvegia. Ai bambini viene somministrata morfina, poi vengono impiccati.

Oggi la scuola di Bullenhuser Damm è un "Luogo della Memoria". Un museo ricorda l''assassinio dei bambini, dei medici, degli infermieri e dei soldati russi. Dietro la scuola un giardino pieno di rose bianche descrive attraverso piccole lapidi la storia delle piccole vittime e un monumento ricorda i prigionieri russi. I visitatori possono piantare una rosa per ricordare i bambini della Bullenhuser Damm. Oggi Sergio De Simone, il bambino napoletano che morì con i suoi compagni quella notte avrebbe circa 65 anni.

(Fonte: www.olokaustos.org )

 

Ciampi e la Moratti premiano i vincitori del concorso ''L'Europa: dagli orrori della shoah al valore dell'unità''

 

Nella ricorrenza del 27 gennaio, che il Parlamento italiano con la legge n. 211/2000 ha voluto istituire come "Giorno della Memoria", il MIUR, con l'alto Patronato del Presidente della Repubblica ed in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche, ha bandito per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori un concorso sul tema "L'Europa: dagli orrori della Shoah al valore dell'unità", per proporre una riflessione sull'Olocausto e sulla costruzione di un futuro migliore in un'Europa unita e pacificata.
La partecipazione degli studenti è stata larghissima, con i ragazzi che hanno risposto con elaborati originali e di notevole valore storico ed artistico. Duecento lavori (disegni, favole, racconti, poster, ricerche o prodotti multimediali) sono stati selezionati dagli Uffici scolastici regionali e trasmessi al Ministero. Una commissione nazionale costituita da eminenti rappresentati delle Comunità Ebraiche e da esperti del MIUR ha scelto le tre classi vincitrici: per le scuola elementare, la classe V^ A dell'Istituto comprensivo "A.Gemelli" di Leporano (Taranto); per le scuole medie la classe III B della "A.Manuzio" di Latina Scalo; per le scuole superiori, la pluriclasse II e III C dell'Istituto professionale "Greggiati" di Ostiglia (Mantova).

Le classi vincitrici saranno premiate dal Capo dello Stato e dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca al Quirinale venerdì 24 gennaio alle ore 12.15. E' stata inoltre allestita dal MIUR la mostra di tutti i lavori selezionati nella sala Borromini della Biblioteca Vallicelliana (P.zza della Chiesa Nuova, n. 18 - Roma). La mostra sarà inaugurata giovedì 23 alle ore 10.00. Sempre per la stessa giornata è stata organizzata, a cura della Comunità Ebraica, una visita delle classi vincitrici alla Sinagoga, al Museo Ebraico ed al Ghetto di Roma. Il concorso sulla Shoah ha offerto alla scuola italiana l'occasione per rivelare la sua grande sensibilità per le tragedie del passato e la ferma volontà di affermare i grandi valori della civiltà, della pace e della solidarietà.

 

Concerti, spettacoli, incontri con i sopravvissuti e due grandi mostre per ricordare la Shoah

 

Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz, e a partire dal 2000 in quella stessa data si celebra il "Giorno della Memoria", una ricorrenza tutta italiana istituita con la legge 211/2000. Nel testo della legge si invita a "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".


Il cuore delle attività di commemorazione sarà la manifestazione cittadina che si svolgerà a Milano domenica 26 gennaio, partendo alle 15.30 da porta Venezia in direzione di piazza del Duomo, dove il corteo si concluderà con gli interventi di Giuseppe Laras (Rabbino Capo di Milano), Roberto Jarach (presidente Comunità Ebraica), Emanuele Fiano (presidente associazione "Figli della Shoah") Nori Brambilla Pesce (partigiana combattente, deportata, vicepresidente ANPI provinciale), Gianfranco Maris (presidente ANED), Luigi Angeletti (segretario Generale UIL) Il programma delle altre iniziative organizzate a Milano è stato illustrato mercoledì 22 nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Giuseppe Laras e Gianfranco Maris, presidente dell'Associazione Nazionale Ex Deportati politici nei campi nazisti.


In quell'occasione l'Aned ha presentato le attività della neonata Fondazione "Memoria della deportazione", che ha sede a ridosso dalla piazza del Duomo di Milano all'interno dei locali donati dalla famigli di Aldo Ravelli, finanziere italiano deportato a Mauthausen. In via Dogana l'Aned sta allestendo anche una grande biblioteca specializzata sulla deportazione europea e un centro di documentazione internazionale collegato con tutti i maggiori centri di studio sui campi nazisti.
Tra le iniziative milanesi dal 16 gennaio e fino al 2 febbraio al Teatro Verdi (Via Pastrengo 16) andrà in scena lo spettacolo teatrale "Destinatario Sconosciuto", da martedì a sabato alle ore 21 e la domenica alle 16.30 (info: 0227002476 - www.teatrodelburatto.it  - teatrodelburatto@tiscalinet.it  ); sono inoltre visitabili due mostre significative: dal 24 gennaio al 23 febbraio a Palazzo Reale "Memoria, i sommersi e i salvati", Esposizione dedicata alle vittime della Shoah che gode dell'alto patronato della Presidenza della Repubblica Italiana (aperta tutti i giorni 9.30-18.30 - ingresso libero) e dal 26 gennaio al 2 febbraio al Castello Sforzesco - Sala Viscontea "Triangoli Viola - Le vittime dimenticate del regime nazista" (aperta tutti i giorni 9-17.30 - info: 3357477553). Sempre il 26 gennaio la Comunità ebraica di Milano Comitato permanente antifascista contro il terrorismo, Associazione Figli della Shoah, organizza una manifestazione cittadina, un corteo partirà da Porta Venezia alle 15.30 per arrivare in piazza del Duomo. Il 27 gennaio, Giornata della memoria, al Conservatorio di Musica "G: Verdi" verranno eseguite alle 11, 30 musiche composte da autori detenuti o perseguitati durante il periodo delle leggi razziali e della guerra, ala presenza di Giuseppe Laras, rabbino capo della Comunità Ebraica di Milano, Liliana Picciotto della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e Bruno Finzi, figlio del compositore Aldo Finzi che porteranno le loro testimonianze. Nella stessa giornata a Palazzo Reale - Sala delle Colonne sarà presentato il libro "Il tribunale del Bene. La storia di Moshe Bejski, l'uomo che creò il giardino dei Giusti" di Gabriele Nissim, edito da Mondatori alle 18,30, mentre alle 20,30 serata dedicata ai temi del fascismo al Teatro della Cooperativa (via Hermada 8): proiezione del video "Fascist Legacy", video della BBC sui crimini dell'esercito italiano in Africa e Jugoslavia.

Il 30 gennaio alla Stazione Centrale - Sala Reale la Comunità di Sant'Egidio e Comunità Ebraica di Milano organizzano la commemorazione degli ebrei milanesi deportati dalla Stazione Centrale nel 1944 alle ore 18; le iniziative milanesi proseguono il 5 febbraio al Teatro Smeraldo (p.zza XXV aprile 10) dalle 9.30 alle 13 l’incontro con un sopravvissuto ai campi di sterminio, il 13 febbraio alla Libreria Claudiana (via Francesco Sforza, 12/a) con un incontro con Helga Weissovà, sopravvissuta del campo di Terezin alle 18,30 e si concedono il 20 febbraio a Palazzo Reale - Sala conferenze con un convegno di formazione per docenti sul tema "Anna Frank, una storia attuale. Il diario e gli adolescenti".

 

''Triangoli Viola'', 36 pannelli fotografici sulla persecuzione dei Testimoni di Geova

 

Un distintivo per ogni deportato: la stella gialla per gli ebrei, un triangolo rosso per i politici, rosa per gli omosessuali, marrone per gli zingari. I Testimoni di Geova portavano un Triangolo di stoffa viola. Per ricordare uomini e donne che furono perseguitati per le proprie convinzioni religiose a Milano domenica 26 gennaio al Castello Sforzesco viene inaugurata la Mostra "Triangoli Viola - Le vittime dimenticate del regime nazista?", visitabile nella Sala Viscontea tutti i giorni dalle 9 alle 17.30.
L'esposizione mostra 36 pannelli fotografici, articolati tematicamente ed è stata già allestita in diversi ex campi di concentramento, musei, università, spazi pubblici che si trovano in varie città d'Europa negli ultimi anni. In occasione dell'inaugurazioni sarà anche presentato in anteprima il video documentario: "Mai poi mai!" la biografia di un uomo oggi novantottenne che è stato prigioniero in tre campi di concentramento e dove sopportò torture indescrivibili e terribili umiliazioni mostrando compassione per chi lo trattava in maniera sadica. Inoltre per la prima volta in Italia sarà trasmesso il video "I Testimoni di Geova, saldi di fronte all'attacco nazista", realizzato in collaborazione con il museo dell'Olocausto di Washington e contenente le testimonianze di ex deportati nei lager, di testimoni oculari, di studiosi e di storici, preparato nella lingua italiana dei segni a beneficio dei sordomuti.

La presenza di testimoni oculari offre ai giovani un dialogo diretto e personale su quei tragici avvenimenti, aiutando a prendere coscienza di una resistenza motivata da una radice spirituale. A questa deportazione in questa giornata sono dedicate mostre anche a Torino, Mantova, Arezzo, Lucca, Reggio Emilia, Rimini, Salerno.

 

In Umbria una campagna di comunicazione per coltivare la ''memoria attiva''

 

PERUGIA - Eventi teatrali sono al centro delle iniziative umbre per non dimenticare la Shoah in occasione del Giorno della memoria, lunedì 27 gennaio. Le iniziative sono promosse da Regione dell'Umbria unitamente al Comune e alla Provincia di Perugia e con la collaborazione del Teatro Stabile dell'Umbria.

“Radio Clandestina” è il monologo di e con Ascanio Celestini che andrà in scena alle ore 21 di lunedì al Teatro Morlacchi di Perugia. La rappresentazione sarà preceduta nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 17, da un incontro con l'autore-interprete, al quale partecipano l'autore del libro “L'Ordine è stato eseguito” Alessandro Portelli e Franco Ruggeri, direttore del Teatro Stabile dell'Umbria. Parteciperanno anche il sindaco del Comune di Perugia Renato Locchi, il presidente della Provincia di Perugia Giulio Cozzari e la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti. Per l'occasione sono stati prodotti materiali informativi che danno il via ad una vera e propria campagna di comunicazione rivolta alla collettività regionale, con l'obiettivo sostengono gli organizzatori - di "sviluppare una politica del ricordo della tragedia del popolo ebraico e delle persecuzioni e deportazioni di civili e militari italiani nei campi di sterminio, al fine di promuovere un atteggiamento di rifiuto dell'intolleranza e della violenza. Tutto ciò è ritenuto oggi più che mai necessario anche per affrontare le problematiche connesse alla crescente multietnicità della società contemporanea. Rispetto a questi problemi le istituzioni pubbliche riaffermano il loro impegno a diffondere con ogni mezzo la tolleranza ed a incentivare l¹integrazione culturale e sociale anche attraverso la cultura della ‘memoria attiva’ che le iniziative programmate per il 27 gennaio 2003 intendono promuovere”. Per la progettazione grafica dei manifesti realizzati in tre formati, della locandina, dei depliant distribuiti in tutta la regione, nonché dell'interfaccia web, è stato utilizzato un documento fotografico originale tratto dall'Archivio dell'United States Holocaust Memorial Museum di Washington. "La formula interrogativa utilizzata nella costruzione del messaggio "Ti riconosci?" spiegano i promotori dell¹iniziativa - è per coinvolgere direttamente il pubblico con una domanda immediata: "Ti riconosci nella loro sofferenza, nella loro umiliazione, nell'orrore di milioni di uomini, donne e bambini che da sempre, in ogni parte del mondo, sono stati e sono sopraffatti?". (ep)

 

''Memoria: i sommersi e i salvati '': una mostra ricorda le vittime e gli eroi

 

MILANO - E’ stata inaugurata a Palazzo Reale la Mostra "Memoria: i sommersi e i salvati" organizzata dall'associazione "Figli della Shoah" in occasione del Terzo Giorno della Memoria la sala, in collaborazione con il Comune di Milano, Assessorato alla Cultura e ai Musei, la Comunità Ebraica di Milano, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, la Shoah Foundation di Steven Spielberg, l'Istituto Yad Vashem, l'Ambasciata d'Israele, la Fondazione Corriere della Sera e la World Exhibition Association, con il patrocinio dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Ministero dell'Istruzione. Rimarrà aperta fino al 23 febbraio. Due le sezione: la prima dedicata alle vittime della Shoah e la seconda a coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita per aiutare a salvarne altre, “i Giusti fra le Nazioni”.


Nella prima sezione, quella dedicata ai sommersi, omaggio alla memoria degli Ebrei d'Europa sterminati, l'esposizione dell'artista francese Marc Ash, "Una storia indimenticabile", che vuole onorare le vittime di ideologie estremiste e intolleranti. Il visitatore è accompagnato in un "percorso emotivo" che ricorda le fasi della Shoah, attraverso la proiezione di fotografie storiche originali, accompagnate da musiche appositamente realizzate dal compositore Cesare Picco. Il materiale fotografico e le musiche sono tratte dall'opera multimediale Destinazione Auschwitz di Proedi Editore, realizzata con la collaborazione scientifica della Fondazione CDEC. Si tratta di una delle opere più complete sulla Shoah, che sta avendo un grande successo nelle scuole italiane, ed è stata premiata dall'Unione Europea con l'Innovation Prize. Inoltre nella sala video verrà proiettata l'ultima opera di Proedi Editore, “Viaggio nella fabbrica dello sterminio”, realizzata allo scopo di offrire un semplice strumento divulgativo sulla Shoah, con esclusive ricostruzioni al computer basate sulle più documentate ricerche storiche.


La sezione dedicata a I Giusti, la storia di persone che con il loro coraggio salvarono uomini, donne e bambini. La mostra ospita documenti originali, manifesti, articoli di giornale, fotografie, lettere autografe e sarà corredata da didascalie orientative per il pubblico. Tra le centinaia di casi documentati, ne sono stati scelti 32 paradigmatici: la custode che protesse gli inquilini del suo stabile, il medico che ricoverò falsi ammalati, l'industriale che fornì denaro per pagare il passaggio in Svizzera, il religioso che nascose nella canonica, il prete che attivò un network di protezione fino alla frontiera, l'impiegato comunale che fornì falsi certificati di identità, la segretaria dello studio legale che protesse la famiglia dell'avvocato, privati cittadini che organizzarono l'occultamento e la fuga, le maestranze di una fabbrica che nascosero in un locale simile a quello di Anna Frank la famiglia dell'industriale. Ad oggi sono stati riconosciuti da Yad Vashem, l'Istituto che fu fondato nel 1953 dal Parlamento israeliano per commemorare i sei milioni di Ebrei vittime della Shoah, più di 19.000 Giusti. L'archivio, il più grande attualmente nel mondo, comprende 58 milioni di pagine di documenti, 100.000 fotografie e migliaia di film e testimonianze dei Sopravvissuti.
In questa sezione un'area dedicata a "I Milanesi che salvarono gli ebrei", curata dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano. Il Cdec è l'Istituto culturale italiano di riferimento per lo studio degli Ebrei in Italia nell'età contemporanea, della persecuzione fascista e nazista, della situazione odierna dell'antisemitismo, della storia e della presenza culturale degli ebrei nel mondo. L'area è composta da una scelta di documenti conservati nell'archivio della Fondazione. Si tratta di documenti prodotti nel 1955 per le celebrazioni del decimo anniversario della Liberazione. Vengono esposte le vicende di solidarietà e di salvataggio che videro protagonisti i cittadini milanesi.


La mostra ospita anche filmati tratti dal materiale raccolto dalla Survivors of the Shoah Visual History Foundation, la Fondazione, creata da Steven Spielberg, che ha registrato le testimonianze di più di 50.000 Sopravvissuti, in 57 paesi. Oggi, lo scopo della Shoah Foundation è combattere il pregiudizio, l'intolleranza e l'integralismo, insieme alle sofferenze che essi causano, attraverso un uso didattico delle sue testimonianze storiche audiovisive. Per questa mostra, tra le 400 interviste italiane sono state selezionate le storie di Giuliana Limiti, Suor Girelli, Don Aldo Brunacci e il Giorgio Giovannozzi.

 

GIORNATA MEMORIA - Pancaldi (Cdh): ''Nei forni nazisti finirono, oltre agli ebrei, zingari, omosessuali e disabili''

 

BOLOGNA – "In base al programma T4, oltre 70.000 persone furono soppresse. Non siamo storici, ma la memoria di quanto è successo ci interroga fortemente, anche perché ci occupiamo quotidianamente di disabilità”. Andrea Pancaldi, del Cdh (Centro documentazione handicap di Bologna), racconta i motivi che hanno portato all’organizzazione di “Progetto T4, l’eliminazione delle persone disabili e dei malati mentali nella Germania nazista”, incontro che si svolgerà domani, sabato 25 gennaio, al Centro “S. Petronio”, via S. Caterina 8, a partire dalle 17. Un appuntamento, questo, preparato in collaborazione con la Caritas diocesana, la rivista Bandieragialla.it e la biblioteca “Luciano Ghepardi”, in occasione della Giornata della memoria, del 27 gennaio. “L’idea dell’incontro – prosegue Pancaldi – affonda le radici nel fatto che il Cdh è un centro di documentazione, e la memoria ha a che fare con i documenti. E poi c’è il discorso della diversità: nei forni nazisti finirono, oltre agli ebrei, anche zingari, omosessuali e disabili. Come noto, fino dai primi anni Venti, Hitler aveva teorizzato la necessità di proteggere la ‘razza’ ariana da tutti quei fattori di ‘corruzione’ che avrebbero potuto indebolirla. Il nazismo predicava un progetto di ‘eugenetica’, vale a dire coltivava l’idea di ottenere un miglioramento della ‘razza’ germanica coltivando e favorendo i caratteri ereditari favorevoli (‘eugenici’) e impedendo lo sviluppo dei caratteri ereditari sfavorevoli (‘disgenici’). All’interno di questo progetto di eugenetica non trovavano ovviamente posto i malati incurabili e i disabili fisici e psichici”. Oltre settantamila persone cancellate: gli amanti del grande schermo ricorderanno che ne ha parlato apertamente il regista Costa Gavras nel suo ultimo film, “Amen”. E proprio in questi giorni si trovano on-line, sulla rivista Bandieragialla.it (www.bandieragialla.it), una serie di contributi sulle stragi, molte delle quali dimenticate, insieme a numerose indicazioni bibliografiche per approfondire l’argomento: “Questo è un altro tema che come Cdh intendiamo approfondire – conclude Pancaldi – , insieme a quello della cura di sé, dell’istinto di sopravvivenza, della dignità, che emerge con forza in ‘Sommersi e salvati’ di Primo Levi. E vale, naturalmente, anche per le persone disabili”. (cv)

 

Pacciano (giornalista): ''Sono disabile. Se fossi nato nella Gemania di Hitler, sarei stato eliminato''

 

BOLOGNA – “Perché ho cominciato a interessarmi al progetto T4? Perché sono disabile. Ho una tetraparesi spastica neonatale. Per cui, se fossi nato nella Gemania di Hitler, sarei stato subito eliminato…” Michele Pacciano, 34 anni, giornalista, originario di Taranto (“ho lavorato però parecchio a Roma”), interverrà domani a Bologna, insieme alla psicoterapeuta Helen Brunner, all’incontro organizzato dal Cdh in occasione della Giornata della memoria. “Forse non tutti sanno – spiega Pacciano – che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili. Ma la loro deportazione è la parte meno conosciuta e più nera, punta di un iceberg rispetto alla Shoah”. Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione su donne affette da schizofrenia, epilessia, cecità, grave deformità fisica ereditaria e altre patologie – “le leggi di sterilizzazione furono promulgate nel ’33, otto mesi dopo la presa di potere di Hitler” racconta Pacciano – si passò poi all’uccisione sistematica dei bambini disabili, utilizzando soprattutto farmaci. “Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, iniziò solo nel 1939 – continua il giornalista – , per interrompersi poi, ma solo formalmente, su pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Ho voluto avvicinarmi a questo dramma da cronista, chiedendomi ‘perché i disabili’? Francamente non mi sono dato una risposta. Forse perché il disabile fa paura, si ha paura di essere come il disabile. Quindi, o lo si elimina, o lo si eleva. Mi ha colpito una cosa, tra tante: i principali ‘attori’ del progetto T4 furono i capi nazisti Brandt e Bouhler. Ebbene, successivamente ammisero di aver sterminato gli ebrei, non i disabili. I disabili, dunque, erano ritenuti ‘esseri’ non degni di vivere una vita…”

 

 

Giornata della memoria
Aktion T4: il progetto nazista di 
eutanasia di massa degli adulti disabili

 

 

 

 

 

Numero delle vittime eliminate nel 1940

1940

Grafeneck

Brandenburg
Bernburg

Linz
Hartheim

Sonnenstein

Hadamar

Gennaio

95

-

-

-

-

Febbraio

234

105

-

-

-

Marzo

500

495

-

-

-

Aprile

410

477

-

-

-

Maggio

1119

974

633

-

-

Giugno

1300

1431

982

10

-

Luglio

1262

1529

1449

1116

-

Agosto

1411

1419

1740

1221

-

Settembre

1228

1382

1230

1150

-

Ottobre

761

1177

1400

801

-

Novembre

971

397

1396

947

-

Dicembre

548

387

947

698

-

Totale

9839

9772

9670

5943

-

 

 

 

 

 

 

Numero delle vittime eliminate nel 1941

1941

Grafeneck

Brandenburg
Bernburg

Linz
Hartheim

Sonnenstein

Hadamar

Gennaio

-

788

943

365

956

Febbraio

-

939

1178

608

1298

Marzo

-

1004

974

760

1056

Aprile

-

1084

1123

273

889

Maggio

-

1316

1106

1330

2069

Giugno

-

1406

1364

1297

1687

Luglio

-

1426

735

2537

1783

Agosto

-

638

1176

607

700

Totale

-

8601

8599

7777

10072

Totale
1940-1941

9839

18.373

18.373

18.269

10.072

Fonte:  www.olokaustos.org

 

Giornata della memoria
Elenco dei Testimoni di Geova vittime del nazismo
Secondo il Paese di provenienza - Anni 1933-1945

Nazione

A

B

C

D

E

F

Austria

600

 

541

60

155

54

Belgio

375

 

10

 

3

 

Francia

1.510

 

143

 

11

 

Germania

25.000

10.000

6.262

397

2.000

 

Italia

120

 

2

 

 

 

Lussemburgo

23

 

22

 

 

 

Olanda

450

 

456

 

131

 

Polonia

1.039

 

487

 

200

 

Rep. Ceca

345

 

62

 

14

 

Slovacchia

570

 

184

 

3

 

Ucraina

Non noto

 

126

 

7

 

Ungheria

1.100

 

300

 

42

 

A = Numero di Testimoni e dei loro figli prima dell'inizio della persecuzione
B = Numero di coloro che persero il posto di lavoro, che furono mutilati o internati o i cui figli furono tolti
C = Numero di Testimoni internati nei campi di concentramento o nelle prigioni
D = Numero di bambini vittime del regime
E = Numero di Testimoni giustiziati (o deceduti)
F = Numero di Testimoni giustiziati come obiettori

NOTA: 
Secondo cifre incomplete ma in via di definizione, fra il 1933 e il 1945 più di 10.000 testimoni di Geova furono vittime dirette del nazionalsocialismo. fra le misure prese nei loro confronti ci furono la perdita del lavoro, della pensione di vecchiaia e dei benefici previdenziali, multe e internamento in prigioni, campi o riformatori. Circa 840 figli di Testimoni furono sottratti ai genitori. Circa 6.000 Testimoni (di cui più di 445 austriaci) furono rinchiusi in prigioni e campi. Complessivamente circa 2.000 di loro vi trovarono la morte, più di 250 dei quali giustiziati. 

 

Giornata della Memoria :184 calorie al giorno

La chiusura del ghetto di Varsavia permise ai nazisti di esercitare un controllo totale sulla vita dei suoi abitanti che, ormai, dipendevano in tutto da ciò che passava attraverso le sue porte. Già nel maggio 1940 l''allora comandante delle SS e della Polizia di Sicurezza del Governatorato Generale, aveva sostenuto che l''aumento del numero degli ebrei concentrato nel ghetto rappresentava un problema serio: farli morire di fame sarebbe stata una questione assai lunga. C''era dunque un progetto preciso: uccidere per fame il più alto numero di ebrei. In proposito non vi sono dubbi.

 

La ripartizione delle calorie spettanti giornalmente a tutti gli abitanti di Varsavia era assolutamente chiara. I cittadini erano stati divisi in tre gruppi etnico-razziali: tedeschi, polacchi, ebrei. Ai tedeschi spettavano ogni giorno 2.613 calorie, ai polacchi 669, agli ebrei del ghetto 184. Se consideriamo che il fabbisogno calorico medio per un essere umano adulto è di 2.500 calorie diventa evidente che il progetto era eliminare per fame il maggior numero di polacchi e di ebrei. Per gli ebrei c''era tuttavia necessità di rendere il processo di eliminazione più rapido possibile. La denutrizione combinandosi con le sempre più critiche condizioni igieniche determinate dalla sovrappopolazione avrebbe fatto il resto. Un calcolo che si rivelò ben presto esatto. In poco tempo scoppiarono devastanti epidemie di tipo petecchiale che uniti al freddo e alla fame spazzarono via migliaia di persone.


Nel gennaio 1942 furono registrati 5.123 decessi, nel maggio - che fu uno dei mesi più "fortunati" si contarono 3.363 morti. I primi a morire erano gli ammalati seguivano i vecchi ed i bambini. Alla fine della primavera del 1942 il metodo della morte per fame aveva dato risultati eccellenti dal punto di vista dei nazisti. Il problema principale tuttavia era dato dalla lentezza che l''intero processo richiedeva. Il completamento dei campi di sterminio e la volontà di eliminare l''ebraismo polacco in tempi rapidi, consigliò alle autorità naziste un cambiamento di sistema

(Fonte: www.olokaustos.org)

 

Giornata della memoria. Alcuni siti italiani

Olokaustos.org. Uno dei siti più aggiornati sul tema. Contiene dati, testimonianze storiche ed informazioni e propone percorsi tematici per argomento.


Olocausto – Seconda Guerra Mondiale . Sito dedicato alla Seconda Guerra Mondiale. Contiene un sezione dedicata all’olocausto con schede descrittive dei Lager.


Galleria fotografica di Auschwitz. Contiene una serie di foto dei luoghi della memoria.


Auschwitz-Birkenau. Descrive e da informazioni sui campi di concentramento ed Auschwitz in particolare.

Schiavi di Hitler. Museo virtuale della deportazione. Il sito è stato realizzato nell'anno 2001 dall'Istituto di Storia Contemporanea "Pier Amato Perretta" di Como.


Alfabeto di Auschwitz
. Si tratta della versione italiana di "An Auschwitz Alphabet" di Jonathan Fallace (www.spectacle.org/695/ausch.html ). E’ un lavoro sull’Olocausto degli ebrei e sul lager di Auschwitz in particolare, che Jonathan ha messo insieme come tributo a Primo Levi.

 

 

Film della Memoria: anni '40-'50


Süss l'Ebreo
di Veit Harlan

Film di propaganda antisemita del Terzo Reich. Narra la storia di Josef Süss tesoriere del Ducato di Wurttemburg nel '700, giustiziato pubblicamente a Stoccarda per appropriazione di fondi statali.

 

Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin

Un piccolo barbiere ebreo tedesco vive una serie di avventure a causa della straordinaria somiglianza con Hitler. Girato prima che si conoscessero gli orrori dei Lager, il film è il più scopertamente politico nella produzione di Chaplin 1941


Così finisce la nostra notte di John Cromwell

Dramma di due ebrei e di un ufficiale tedesco antinazista nella Germania degli ultimi anni Trenta  1948

 

L'ultima Tappa di Wanda Jakubowska

Documentario sulle tragiche condizioni delle deportate polacche e ebree nei campi nazisti in Polonia 1953

I Perseguitati di Edward Dmytryk

Dramma di un ebreo tedesco scampato ai Lager e rifugiato in Israele 1956


Notte e Nebbia di Alain Resnais

Documentario girato nei campi di sterminio, così come si presentavano nel 1955, con molti inserti di documenti originali girati nei giorni della liberazione 1958


Il Processo di Norimberga
di Feliz Podmaniczky

Documentario che alterna le immagini del processo di Norimberga a carico dei massimi responsabili del nazismo alle prove delle atrocità commesse dal regime.1959


La Stella di David di Konrad Wolff

Ambientato in Bulgaria, durante la seconda guerra mondiale: un ufficiale tedesco si innamora di una ebrea che sta scortando verso i Lager. Lei morirà, e lui passerà coi partigiani


Il diario di Anna Frank di George Stevens

Tratto dal celebre Diario della giovane ebrea uccisa a Bergen Belsen


Kapò di Gillo Pontecorvo

Una giovane ebrea, internata in un Lager nazista, decide di collaborare con gli aguzzini nazisti nel tentativo di sottrarsi al suo funesto destino


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