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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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L'infanzia e l'adolescenza in Europa
tra similitudini e differenze

''I numeri europei '' a confronto

Infanzia ed adolescenza a confronto nei paesi dell’Unione Europea. E’ questo l’oggetto di analisi del Centro nazionale di documentazione ed analisi di Firenze che dedica il numero 22 dei Quaderni a questo studio. L’indagine statistica ‘I numeri europei’ segue il primo studio sperimentale, elaborato nel 2000, che metteva in relazione i dati di cinque paesi dell’Unione: Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito. Lo sforzo ora è quello di ampliare la prospettiva del confronto individuando ben 16 aree tematiche con dati e spiegazioni del fenomeno.


Ne emerge un quadro in chiaro scuro, dove ricorrono alcune tendenze (ad esempio l’invecchiamento della popolazione), mentre altre seguono comportamenti ben distinti da paese in paese (come il coinvolgimento di minori in attività criminose). Un dato su tutti da cui è necessario partire: la popolazione infantile (0-14 anni) e minorile (0-17 anni) costituiscono una quota della popolazione sempre più ridotta. Nel 1999 i due indici rappresentavano rispettivamente il 17% ed il 20,6% della popolazione. La situazione non mostra segnali positivi: Germania, Italia, Spagna e Grecia rimangono al di sotto dei valori medi e l’Italia spicca in negativo con valori pari al 14,5% per la fascia compresa tra 0-14 e 17,/% per quella 0-17 anni.

In linea con i valori europei Austria, Belgio e Portogallo, mentre migliore è la situazione nei paesi che, come la Danimarca, Francia e Olanda, hanno applicato serie politiche di contrasto alla denatalità, ottenendo risultati apprezzabili. Resta comunque sconfortante il dato rilevato dall’indicatore per eccellenza utilizzato in questo campo, quello che misura il numero di figli per donna, usato per spiegare i comportamenti riproduttivi e fissato a 2,1 figlio per donna, soglia che indica la possibilità di un ricambio generazionale. Anche in questo caso fanalino di coda l’Italia con un 1,19, anche in costante diminuzione, mentre la situazione migliora -anche se resta al di sotto della media- in Irlanda (1,88).

Il fenomeno secondo i ricercatori è una delle cause che hanno prodotto radicali mutamenti nella famiglia. Cresce infatti il numero di coppie che non hanno figli che con il 37% è arrivata ad eguagliare la percentuale delle famiglie europee composte da due adulti con bambini a carico.

Nati vivi in paesi UE: anni '96-'97-'98

Paesi

1996

1997

1998

nati vivi

nati vivi naturali*

nati vivi

nati vivi naturali*

nati vivi

nati vivi naturali*

Austria

88.809

24.880

84.045

24.208

81.233

23.924

Belgio

116.208

20.338

116.244

n.d.

114.465

n.d.

Danimarca

67.638

31.302

67.636

30.533

66.170

29.642

Finlandia

60.723

21.484

59.329

21.659

57.108

21.244

Francia

734.338

285.514

726.768

290.848

740.300

296.500

Germania

796.013

136.267

812.173

145.833

785.034

157.117

Grecia

100.718

3.290

102.038

3.532

100.894

3.842

Irlanda

50.655

12.797

52.311

13.892

53.551

15.153

ITALIA

528.103

43.758

528.901

47.244

515.439

46.604

Lussemburgo

5.689

851

5.503

926

5.386

941

Olanda

189.521

32.192

192.443

36.863

199.408

41.439

Portogallo

110.363

20.597

113.047

22.111

113.510

22.878

Spagna

362.626

42.352

369.035

48.400

361.929

n.d.

Svezia

95.297

51.348

90.502

48.945

89.028

48.658

Regno Unito

733.375

260.391

726.812

267.059

716.888

269.673

Unione Europea

4.040.076

987.361

4.046.787

n.d.

4.000.343

n.d.

UE complessivo

5.027.437

4.046.787

4.000.343

Note:
(*) Sono i figli nati fuori dal matrimonio

Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza 
   

Il 21% dei bambini al disotto dei 16 anni vive in condizioni di povertà nella civilissima Europa

Bambini che vivono in stato di povertà o di difficoltà economica non sono realtà che appartengono solo al sud del mondo. La comparazione dei dati a livello europeo pubblicata dal Centro nazionale di documentazione ed analisi di Firenze, ‘I numeri europei’, dimostra che il 21% dei bambini europei al disotto dei 16 anni vive in famiglie a basso reddito (si intende inferiore al 60% del reddito medio europeo) e la situazione più grave si registra proprio nel civilissimo Regno Unito dove il dato tocca il 26 per cento. A seguire Portogallo, Spagna e Irlanda (23%).


In maggiore difficoltà, sottolineano gli esperti, le famiglie con un solo genitore, anche se più in generale le condizioni del disagio economico sono legate al numero di figli e peggiorano col crescere del nucleo familiare. Questa tendenza vede sensibilmente interessata anche l’Italia – seconda solo al Portogallo - dove le famiglie toccate dal problema sono il 34% (famiglie con tre o più bambini a carico dove una persona su quattro vive al disotto del reddito medio europeo).
Il dato è incrociato, dove possibile, con quello delle politiche di sostegno a famiglie e bambini ed anche in questo ambito -quello della spesa sociale- gli osservatori sottolineano come “l’Italia e ancor prima la Spagna sono paesi in cui le famiglie devono contare soprattutto su se stesse per far fronte alle difficoltà economiche”.

Minori UE: % di bambini e di persone
che vivono in famiglie a basso reddito

 

% di bambini

% di persone

Austria

13,0

16,0

Belgio

17,0

19,0

Danimarca

11,0

4,0

Finlandia

n.d.

n.d.

Francia

16,0

18,0

Germania

16,0

20,0

Grecia

21,0

18,0

Irlanda

18,0

23,0

ITALIA

19,0

22,0

Lussemburgo

12,0

16,0

Olanda

12,0

14,0

Portogallo

22,0

23,0

Spagna

18,0

23,0

Svezia

n.d.

n.d.

Regno Unito

19,0

26,0

Unione Europea

17,0

21,0

n.d. dato non disponibile
Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza 
 - Firenze  

Europa multietnica. Aumenta il numero dei bambini stranieri residenti: sono il 2,3% in Italia.

Se in Europa nascono sempre meno bambini, si accentua di contro di anno in anno il carattere multietnico e multirazziale del continente europeo. La componente straniera della popolazione cresce ovunque in modo rilevante e va a compensare la denatalità dei paesi dell’Unione. E sul dato generale spicca proprio il rapido aumento del numero dei bambini dovuto sia alle nuove nascite, sia ai nuovi ingressi per ricongiungimento familiare. Lo rileva ‘I numeri europei’ pubblicazione del Centro nazionale di documentazione ed analisi di Firenze che dedica questo numero dei Quaderni al raffronto tra i paesi della regione europea.


La crescita del numero dei bambini stranieri nel paese è stata letta dagli studiosi come un segnale di stabilità delle famiglie che percepiscono la loro presenza in Italia, come nel resto dell’Europa, non più in modo transitorio, ma un po’ più sicura tanto da decidere di mettere radici. Il dato è stata comparato con la consistenza della popolazione minorile residente nei paesi dell’Ue. Al dato in assoluto più alto del Lussemburgo dove il 33,8% della popolazione minorile è composta da stranieri, seguono Germania (10,8), Austria (9,7), Belgio (8) e Francia (6,8). Valori più bassi invece per l’Italia, insieme a Grecia, Finlandia, Regno Unito Portogallo e Spagna. Nel Paese infatti il 2,3% dei bambini residenti non sono di nazionalità italiana e va tenuto conto che il dato non può considerare i minori entrati clandestinamente e quelli che pur con regolare permesso di soggiorno, proprio o dei genitori, non sono ancora stati registrati in anagrafe. Il dato della clandestinità può secondo i ricercatori fare la differenza soprattutto in Italia e Spagna, più vicine con aree ritenute instabili come l’ex-Jugoslavia o il continente africano.

Stranieri residenti e minori stranieri residenti in paesi UE

Paesi

Anno di riferimento

Minori stranieri residenti

Stranieri residenti

Austria

1999

161.122,6

739.837

Belgio

1998

174.345,6

903.120

Danimarca

1999

70.439,2

256.276

Finlandia

1999

20.749

85.060

Francia

1994

916.964,8

3.596.602

Germania

1998

1.703.400

7.365.833

Grecia

1998

8.574,6

165.651

Irlanda

1999

22.729,2

112.856

ITALIA

1999

229.851

1.270.550

Lussemburgo

1994

32.084,2

132.460

Olanda

1999

162.450

662.290

Portogallo

1998

46.033,4

175.263

Spagna

1999

93.229*

801.329

Svezia

1999

114.690,6

499.931

Regno Unito

1997

283.600

2.121.000

Note:
(*) Il dato è relativo ai minori di 0-16 anni

Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza 
 
  

Morti non naturali: sono gli incidenti stradali la prima causa. ''Smentita'' un aumento dei suicidi.

Un’attenzione particolare è data nel rapporto del Centro nazionale di documentazione ed analisi di Firenze, ‘I numeri europei’ alle cause di morte non naturali. Lo studio ha messo a confronto i dati relativi ai suicidi, agli incidenti stradali e alle altre cause di morte accidentale causate ad esempio da veleno o trauma. Ne è risultato che in Portogallo e Belgio i bambini al disotto dei 14 anni deceduti per avvelenamento o trauma sono rispettivamente il 13,3 e il 10,2 per cento mentre il valore più basso si registra in Lussemburgo, Svezia ed Italia con solo 4,9 casi su 100mila minori. Gli incidenti stradali rimango la prima causa di morte violenta, anche se il dato è in diminuzione in tutta Europa. Il maggior numero di minori di 14 anni morti in un incidente si ha in Portogallo; l’Italia invece registra una situazione meno grave con 1,7 casi ogni 100mila minori della stessa età..


Gli osservatori “smentiscono” anche le voci pessimistiche che danno in crescita il numero dei suicidi tra i minorenni. Nel corso degli anno Novanta il fenomeno registrato su minori di 5-14 anni “è al limite dell’inconsistenza” sottolineano mentre assume maggiore rilevanza tra 15-24. I tassi più alti di suicidio tra giovani ed adolescenti (15-24 anni) sono più alti in Finlandia (20,7 suicidi per 100mila abitanti) mentre in Italia si registrano 5,3 suicidi per 100mila abitanti.
Un dato invece accomuna l’Europa: il sesso. In tutti i paesi il tasso di suicidio maschile è sistematicamente superiore a quello femminile mentre è ribaltata la situazione per il tentato suicidio in cui le donne superano gli uomini.

Minori UE: morti in incidenti stradali per classe d'età Anni 1980, 1997 e 1998

 

Classi di età

 

0-14

15-24

Tutte le età

 

1980

1997

1998

1980

1997

1998

1980

1997

1998

Austria

132

34

43

591

307

210

2.003

1.105

963

Belgio

134

54

86

690

302

346

2.396

1.364

1.500

Danimarca

50

24

20

220

117

101

690

489

499

Finlandia

36

34

16

98

74

80

551

438

400

Francia

909

403

387

4.289

2.178

2.271

13.672

8.444

8.918

Germania

1.159

311

304

4.917

2.315

2.083

15.050

8.549

7.792

Grecia

101

n.d.

n.d.

321

n.d.

n.d.

1.445

2.199

2.226

Irlanda

80

27

34

155

134

144

564

472

458

ITALIA

577

171

145

2.008

1.349

1.278

9.220

6.724

6.326

Lussemburgo

5

3

n.d.

27

17

n.d.

98

60

57

Olanda

203

66

44

606

259

263

1.996

1.163

1.066

Portogallo

n.d.

121

134

n.d.

599

588

2.941

2.521

2.425

Spagna

524

183

202

1.563

1.281

1.426

6.522

5.604

5.957

Svezia

71

24

25

174

81

92

848

541

531

Regno Unito

499

240

194

2.001

931

817

6.239

3.743

3.581


Fonte: Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza - Firenze

Minori UE: suicidi per classi di età - Anni 1994/1998

 

 

Classi di età

 

Anno

5-14

14-24

Tutte le età

 

 

M

F

Tot.

M

F

Tot.

Totale

Austria

1998

6

2

8

99

24

123

1.559

Belgio

1994

10

1

11

151

24

175

2.131

Danimarca

1996

1

0

1

46

8

54

892

Finlandia

1996

3

3

6

110

21

131

1.247

Francia

1997

12

11

23

534

167

701

11.139

Germania

1998

34

16

50

589

155

744

11.648

Grecia

1997

2

0

2

44

6

50

374

Irlanda

1996

4

0

4

82

14

96

408

ITALIA

1997

12

6

18

310

65

375

4.689

Lussemburgo

1997

0

0

0

7

1

8

81

Olanda

1997

11

0

11

111

42

153

1.570

Portogallo

1998

1

0

1

29

6

35

556

Spagna

1996

5

8

13

278

70

348

3.320

Svezia

1996

1

2

3

66

24

90

1.253

Regno Unito

1997

3

4

7

411

82

493

4.143


Fonte: Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza - Firenze

In Europa sempre meno bambini colpiti dall'Aids. La Germania la meno ferita: solo 11 casi tra il '96 ed il '99

Nella recente Conferenza internazionale di Barcellona è stato più volte ribadito che l’Aids ha “due volti” e che tra nord e sud del mondo il divario si fa sempre più incolmabile. I bambini sono i più colpiti, sia perché vinti dal male già alla nascita per le conseguenze della trasmissione materno-fetale e sia perché molti di loro rimangono orfani a causa dell’Aids. Sul totale dei casi di Aids la percentuale di quelli che riguardano i minori rimane costante ed è di poco superiore all’1%.

In Europa il fenomeno è costantemente diminuito tanto che si registrano 3,6 casi per milione di bambini tra 0-14 anni. La situazione più positiva in Germania con 0,3 casi, che in termini assoluti significa 11 casi nel triennio 1997-1999. Purtroppo una comparazione dei dati non sempre è agevole in quanto essi riguardano periodi di rilevazioni differenti per i diversi paesi europei.

Questo calo che segue anche quello generale dell’epidemia in Europa, segna secondo gli osservatori un maggiore maturità in termini di prevenzione e soprattutto una maggiore consapevolezza della possibilità di trasmissione e dei rischi connessi al virus.

Minori UE: casi di Aids pediatrico
Anni 1996/1999

Paesi

Anni

 

1996

1997

1998

1999

Austria

2

1

1

0

Belgio

3

14

2

1

Danimarca

2

1

0

1

Finlandia

0

1

0

1

Francia

69

24

60

n.d.

Germania

9

6

2

3

Grecia

5

2

5

2

Irlanda

0

1

4

1

ITALIA

65

35

39

17

Lussemburgo

0

1

0

0

Olanda

7

1

1

7

Portogallo

14

4

0

16

Spagna

81

67

37

35

Svezia

7

2

0

1

Regno Unito

37

47

44

43

Unione Europea

301

207

195

n.d.

n.d.: dato non disponibile

Fonte: Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza
- Firenze

Minori che delinquono. Difficile il confronto il Europa per il diverso sistema giudiziario.

Difficoltosa la comparazione dei dati che riguardano il coinvolgimento di minori in attività criminose in Europa; incide sopratutto un diverso sistema giudiziario che determina da paese a paese differenze già a partire dalla soglia dell'età della responsabilità penale, restringendo la possibilità di utilizzare criticamente i dati disponibili.

Il rapporto del Centro nazionale di documentazione ed analisi di Firenze, ‘I numeri europei’, individua una percentuale di minori imputabili che oscilla da un minimo di 13,7% del Portogallo al 66,2% dell’Irlanda e, rispetto ad essi, una forbice che va dai 4 minori denunciati per 1000 minori imputabili in Portogallo agli 82 ogni 1000 in Germania. Valori considerevoli anche quelli di Francia e Finlandia (43 per 1000) e del Regno Unito (32 per 1000).
Risultati analoghi anche per il rapporto tra i minori che delinquono ed il totale dei denunciati: poco più di un minore ogni 100 in Portogallo e 32 per 100 nel Regno Unito. In Italia la percentuale dei minori denunciati sul totale dei denunciati è del 5%.

In linea generale, sottolineano gli osservatori, i Paesi del Centro-Nord dell'Unione hanno tassi sistematicamente superiori a quelli del Sud, mentre la propensione dei cittadini a denunciare fatti criminosi (altro fattore variabile da paese a paese) è più alto nei paesi del Sud rispetto a quelli del Centro-Nord.

Delitti e denunciati nei Paesi UE

Paesi

Anno di riferimento

Delitti

Denunciati

Minori denunciati

Austria

-

n.d.

n.d.

n.d.

Belgio

1997

818.759

n.d.

n.d.

Danimarca

1997

531.102

n.d.

n.d.

Finlandia

1997

373.846

85.980

8.426

Francia

1998

3.565.525

788.826

171.787

Germania

1998

6.456.996

2.167.121

302.413

Grecia

1997

377.871

317.808

20.599

Irlanda

1997

90.875

30.767

n.d.

ITALIA

1998

3.090.912

523.773

24.137

Lussemburgo

-

n.d.

n.d.

n.d.

Olanda

1997

1.217.300

221.010

27.335

Portogallo

1997

321.643

92.150

1.319

Spagna

1997

693.804

129.207

n.d.

Svezia

1997

1.196.065

137.145

n.d.

Regno Unito

1997

5.131.279

605.135

196.760

Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza      

Popolazione minorile imputabile nell'Unione Europea

Paesi

Anno di riferimento

Popolaz. minorile imputabile

Austria

-

n.d.

Belgio

-

n.d.

Danimarca

1997

176.846

Finlandia

1997

194.185

Francia

1998

3.948.151

Germania

1998

3.690.261

Grecia

1997

846.173

Irlanda

1997

702.945

ITALIA

1998

2.496.345

Lussemburgo

-

n.d.

Olanda

1997

1.092.979

Portogallo

1997

294.753

Spagna

1997

2.226.174

Svezia

1997

303.854

Regno Unito

1997

6.045.811

Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza      

Minori condannati nei Paesi UE

Paesi

Anno di riferimento

Minori condannati

Austria

-

n.d.

Belgio

1995

706

Danimarca

1997

5.841

Finlandia

1997

8.202

Francia

1998

32.823

Germania

1998

49.275

Grecia

1996

5.218

Irlanda

1997

n.d.

ITALIA

1998

3.638

Lussemburgo

-

n.d.

Olanda

1997

7.117

Portogallo

1997

1.321

Spagna

1997

1.342

Svezia

1997

9.967

Regno Unito

1997

127.079

Fonte:Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza        

Giustizia: in Francia criticato il progetto di legge che abbassa l'età imputabile a 13 anni. Domani il ''decalogo'' delle ong italiane.

NELLE PAGINE di "Le Monde" spazio questa mattina al dibattito sulla giustizia minorile, in vista del progetto di legge che doveva essere presentato ieri, 17 luglio, al Consiglio dei Ministri che va a regolare anche l’ambito dei minori che delinquono. Le critiche si sono concentrate proprio su questo punto in particolare quelle della stessa Commissione nazionale consultiva dei diritti dell’uomo (Cncdh) che ha formulato, riporta il quotidiano francese, “osservazioni molto critiche sul progetto, giudicando alcune disposizione di legge “insufficienti e contestabili”. In particolare rispetto all’ambito della giustizia minorile il Cncdh sottolinea come l’orientamento della legge sia “in contraddizione con i principi della Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia”.
“Contestabile” agli occhi della Commissione secondo Le Monde soprattutto la filosofia della legge: “Se la risposta penale, ed anche carceraria, è indispensabile, è tuttavia vero che trattandosi di minori che delinquono la risposta educativa è quella che può cambiare realmente e durevolmente il comportamento dei minori”. Per questo la Commissione si dice dubbiosa sul progetto di creazione di centri educativi chiusi. Ma dubbi vengono avanzati anche sulla figura dei "Juges de proximité": 3300 magistrati non professionisti che dovranno essere reclutati e giudicheranno nell'ambito penale anche i minori che delinquono.

Intanto domani a Roma verranno presentate in una conferenza stampa le "Linee Guida per la riforma della giustizia minorile tracciate dalle principali associazioni italiane, che operano per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Un "decalogo" di punti fondamentali che riflettono sia le direttive internazionali tracciate dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e da altri strumenti di diritto internazionale, sia l'esperienza decennale di lavoro concreto delle associazioni. La proposta è stata sottoscritta da decine di associazioni e organizzazioni non governative, tra cui alcune aderenti al Forum permanete del Terzo settore, quelle del coordinamento PIDIDA (Per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza), il Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza).


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