La mancanza dell'insegnante di sostegno all'inizio dell'attività scolastica; la mancanza di continuità didattica dello stesso insegnante negli anni seguenti; il mancato avvio dei corsi di specializzazione da parte delle Università; un numero sempre maggiore di insegnanti non specializzati a cui vengono affidati i nostri figli; una tutela sindacale sbilanciata a sfavore dell’utenza; l’inerzia politica!

Cosa rimane a noi genitori per tentare di riuscire a cambiare le cose, in una società come la nostra, se non gridare la nostra rabbia, attraverso i mass media?

r.a.b.


L'Università di Bologna non attiva i corsi biennali
Insegnanti ed handicap troppi non specializzati

 

Affidereste vostro figlio per cure specialistiche a un medico appena laureato? Sareste disposti a pagargli una parcella per quello che non può darvi? Riuscireste ad essere sereni sapendo che col passare inesorabile degli anni vostro figlio perde delle opportunità che non si presenteranno più?

A noi genitori di alunni con handicap ci tocca e guai a farlo presente! Il numero degli insegnanti non specializzati a cui vengono affidati i nostri figli, stante il mancato avvio dei corsi di specializzazione da parte dell’Università, una tutela sindacale sbilanciata a sfavore dell’utenza e l’inerzia politica, è elevatissimo e in costante aumento. L’anno scorso sui nostri bambini alle materne statali operava il 47,4% di personale non specializzato, alle elementari il 31,6%, alle medie il 9,3% e alle superiori il 31,9%. In totale su 543 docenti di sostegno 143 non sono specializzati. Quest’anno ancora più drammatico: a fronte di 1575 alunni certificati vi sono 600 insegnanti di sostegno: ai 142 non specializzati si aggiungono 57 in più da pescare tra i supplenti generici. E a febbraio, con le nuove graduatorie vi sarà un’inaccettabile giro di valzer a danno dei bambini.

L’ultimo corso biennale di specializzazione per sostegni non di ruolo fu attivato nella Provincia di Bologna nell’anno 1993. A chi compete oggi fare i corsi? All’Università degli Studi. L’Alma Mater Studiorum di Bologna viene sollecitata in ordine temporale dal Provveditore agli Studi, dall’Associazione Italiana Contro l’Epilessia, dalla AUSL, dal Coordinamento delle Associazioni dell’Handicap, dall’Assessore alla Scuola della Provincia. Per bocca del Rettore risponde che è impossibilitata "a realizzare i corsi biennali … per carenze umane" pur comunicando di aver autorizzato un corso di perfezionamento sull’handicap al professor Andrea Canevaro. Per Bocca della Preside della Facoltà di Scienze dell’Educazione che ribadendo la "carenza di risorse umane" rimanda in modo stucchevole i corsi di sostegno "a tempi migliori". Il Direttore dello stesso Dipartimento cerca di rassicurare gli animi comunicando che il Provveditore su disposizione del Ministero ha costituito un gruppo per avviare un progetto di corso quadriennale di specializzazione per insegnanti di sostegno. Peccato non specifichi che tale corso è riservato per soli insegnanti di sostegno già specializzati. Il Provveditore accogliendo la richiesta associativa richiede al Ministero che i non specializzati possano partecipare acquisendo così in due anni la specializzazione.

Il Ministero ribadisce che "i corsi di cui all’oggetto non possano essere aperti anche ai docenti non di ruolo, nemmeno per alcuni moduli". Tutto fermo tranne i convegni sul tema che scorrono sulla salute dei nostri figli e le tasse dei cittadini. Si badi per garantire l’integrazione dei nostri figli nella provincia di Bologna lo Stato spende in soli stipendi circa 33 miliardi di cui circa 11 per insegnanti privi delle necessarie professionalità per garantire l’integrazione scolastica dell’handicap. Il problema non si supera con semplici battute sul chiedersi se basti una specializzazione o se, a fronte di professionisti che hanno scelto questa carriera per vocazione rendendo le nostre scuole il baluardo stesso dell’integrazione sociale, i non specializzati possano essere meglio chi ancora oggi intraprende strumentalmente e senza alcuna verifica sul suo operare la carriera del sostegno.

Il danno più volte denunciato è grave e irreparabile, il silenzio ancor di più. Tutte le ragioni sono buone, in particolare quelle di uno dei padri dell’integrazione scolastica Andrea Canevaro che denuncia i corsi truffa organizzati da altre università. Questo non toglie che non facendoli migliori la vita dei nostri figli e impedito a validi insegnanti poter esprimere la loro vocazione. La provincia di Ferrara ha già avviato i corsi biennali, davanti alla stasi, Parma e Modena si apprestano a farlo. L’università di Bologna che fa?

Ci si chiede se lo stato di fatto, un servizio offerto senza le necessitanti professionalità, non presenti le caratteristiche di una truffa perpetrata ai danni degli alunni con handicap, delle loro famiglie e di tutti i cittadini. Ci si chiede se non ci possa essere una valutazione del servizio offerto. Ci si chiede se tale diritto non lo debbano avere i Comuni? Bologna sopperisce il Ministero garantendo risorse anche educative per l’handicap di 20 bambini al nido con circa 2 miliardi, per 86 alla materna con 5 e nei tre gradi della scuola per 373 con 7.

(Rubrica a cura di G. B. Pesce. la Repubblica, via Parmeggiani 8, Bologna, e-mail: hocchio.repubblica@katamail.com)