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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

INTERNET – Sono 14 milioni gli internauti italiani (nel 2000 erano il 30% in meno). Il 20% dei disabili naviga in Internet, a fronte del 2,4% degli over 65. Un sito non accessibile taglia fuori un pubblico di 650mila persone

 

Sono 14 milioni le persone che navigano oggi sulla rete in Italia, il 32,1% con più di 18 anni. Nel 2000 erano circa il 30% in meno, 9,4 milioni. Sono più uomini (37,3%) che donne (27,2%), la metà circa concentrati nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, un po’ meno di un terzo in quella 34-64 anni, per arrivare a toccare percentuali comprese tra il 2,4% e il 4,5% (a seconda delle fonti, citate nel dossier) nel caso degli over 65.
In un paese in netto recupero tecnologico, si delinea un dato forte: la distanza dalle nuove tecnologie della terza età e di alcune categorie sociali con un grado d’istruzione più basso. Un recente studio del Censis (Cittadini digitali: l’innovazione nella pubblica amministrazione. Gli italiani, Internet e i nuovi servizi) evidenzia che il 12,9% delle casalinghe e il 9,4% dei pensionati dichiarano di avere gravi difficoltà, nonostante l’interesse, a utilizzare Internet.
Fra i “potenziali utenti” di internet (il 67,3% della popolazione italiana che non usa ancora la rete) individuati dalla ricerca Censis, il 24,2% spiega la propria distanza dal web con la “mancanza di competenze”. Anche i cosiddetti “esclusi da Internet” (chi non sa cosa sia la rete e quali strumenti offra) sono oggi il 4,1%, questa percentuale arriva a toccare l’11% tra gli over 65.

I disabili: in Italia (i dati di fonte Istat sono reperibili sul sito www.handicapincifre.it ) oltre 3 milioni di persone - il 5-6% della popolazione - convivono con una forma di disabilità. Una ricerca elaborata dalla Nielsen e presentata allo Smau 2002, ha provato a quantificare il numero degli anziani e dei disabili che rimangono tagliati fuori dalla mancata democratizzazione della Rete: spiegando che circa il 20% dei disabili ha una buona attitudine a navigare su Internet (si tratta, spiega lo studio, di circa 530.000 persone) e ricordando che la quota di over 65 non disabili che usa il web è il 2,4% del totale (un po’ meno di 130.000 persone). Il dossier presentato dalla Banca Popolare di Milano arriva a stimare che un sito non adeguatamente accessibile taglia fuori un pubblico già oggi ricettivo di circa 650.000 persone.

 

 

Internet e Accessibilità: utilizzatori di internet per fascia di età e sesso (Val.%)

 

Uomini

Donne

Totale

Fino a 10 anni

2,2

1,6

1,9

11-14 anni

17,4

15,2

16,4

14-17 anni

35,5

32,8

34,1

18-24 anni

35,4

31,1

33,4

25-34 anni

39,0

25,7

32,0

35-44 anni

35,1

17,5

26,1

45-54 anni

20,7

8,1

14,4

55-64 anni

12,1

4,2

8,3

Oltre i 64 anni

3,7

1,1

2,4

Media

22,5

13,8

18,1

Fonte:  L'Italia dell'e-Family 2002; Rapporto annuale, a cura della Federcomin-Anic in collaborazione con Niche Consumino

 

Internet e Accessibilità: utilizzatori di pc in casa per fascia di età e sesso - (Val.%)

 

Uomini

Donne

Totale

Fino a 10 anni

11,7

7,3

9,6

11-14 anni

44,7

39,9

42,5

15-17 anni

57,2

53,8

55,5

18-24 anni

52,9

47,1

50,2

25-34 anni

47,2

31,5

39,0

35-44 anni

37,9

21,6

29,6

45-54 anni

25,2

11,7

18,4

55-64 anni

17,5

6,0

11,9

Oltre i 64 anni

9,8

2,2

5,9

Media

31,0

20,1

25,6

Fonte:  L'Italia dell'e-Family 2002; Rapporto annuale, a cura della Federcomin-Anic in collaborazione con Niche Consumino

 

Internet e Accessibilità: il rapporto dei disabili e degli anziani con Internet

 

Invalidità motoria

Cecità

Sordità

Anziani (non disabili)

Quanti sono (n.)

1.414.000

350.000

870.000

5.149.000

Quanti utilizzano internet (%)

20

20

20

2,4

Quanti utilizzano Internet  (n.)

282.800

70.000

174.000

123.576

Fonte:  Nielsen, SMAU 2002

Sono tra il 3 e l'8% i siti accessibili della pubblica amministrazione, ma nel settore privato si è vicini allo ''0''

In Italia solo una percentuale tra il 3% e l'8% dei siti della Pubblica Amministrazione è effettivamente accessibile a tutti; se passiamo al settore privato queste percentuali diventano drasticamente prossime allo zero.

Secondo l’indagine Global E-Government 2002, l'Italia era l’ultimo in Europa, con l’8% di siti accessibili. Secondo il ministro per Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, allargando il panorama dai siti governativi a quelli di pubblica utilità, circa 3000, la percentuale di quanti oggi risultano effettivamente accessibili scende ad appena il 3%. Per superare questo ritardo lo stesso ministro si è fatto promotore di un disegno di legge (4 aprile 2003) per abbattere le barriere virtuali che i disabili (e non soltanto loro, come si è visto) incontrano nell’accesso alla rete. Nel testo si afferma, tra l’altro, che il Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie “valuta, su richiesta dei privati, l’accessibilità dei loro siti Internet o del materiale informatico da loro prodotto o distribuito”. Introducendo così il concetto di “bollino blu”, ovvero la certificazione di accessibilità per i siti internet di aziende private. Questa proposta, una volta approvata, porterà nell’arco di tre anni, assicura il Ministro Lucio Stanca, all’adeguamento ai principi di accessibilità del 100% dei siti di pubblica utilità. Questa iniziativa si aggiunge alla proposta di legge Campa-Palmieri presentata il 16 dicembre 2002, secondo cui i siti web della P.A. “devono essere accessibili” nel rispetto delle linee guida del WAI, e segue la Circolare Bassanini (13 marzo 2001) e la Circolare dell’AIPA (l’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), che il 6 settembre 2001 descriveva nei dettagli gli strumenti e i metodi per migliorare l’accessibilità dei siti Internet. In ogni caso, se ancora gli effetti di questa rivoluzione in corso non sono premianti rispetto agli altri Paesi, qualche risultato tangibile comincia a esserci.

Uno studio del Censis intitolato Il Pentagono della qualità, lo scorso anno ha preso in considerazione 32 siti dei Ministeri e di altri Enti pubblici di rilevanza nazionale, misurando 63 diversi indicatori e mettendo in primo piano il concetto di accessibilità, intesa come condizione per favorire l’inclusione dei cittadini rispetto ai servizi pubblici on line. Il punteggio medio ottenuto di 64,7 su 100, viene considerato “soddisfacente”, con i risultati eccellenti dei siti del Senato, 88,7 punti, dell’Inps, 87,8, del Governo, 84,8, e del Ministero della Giustizia, 82,8. In ogni caso ben 19 siti su 32 hanno superato il valore di 60 punti. Un po’ più critico il Settimo Rapporto sulle Città digitali in Italia, un monitor che la Rur porta avanti da alcuni anni in collaborazione con il Censis e il Formez per far luce sull’evoluzione dell’e-government della P.A. italiana. All’inizio del 2003 solo l’1% dei siti delle Province italiane e il 2% di quelli dei grandi comuni rispondeva positivamente a un numero di indicatori di accessibilità compresa tra 7 e 9 (tra quelli presenti nella metodologia Arpa-L adottata), mentre in oltre la metà dei siti gli indicatori rispettati erano tra i 4 e i 6. La voce “Usabilità e accessibilità” introdotta nel rating registra, comunque, alcuni indici eccellenti per i siti internet delle Regioni Valle d’Aosta (80 punti), Veneto (76) e Liguria (71), per quelli delle Province di Bergamo (72), Cremona (71) e Rieti (71) e dei Comuni capoluogo di Bologna (82), Bolzano (77) e Caltanissetta (77).
Se abbandoniamo il panorama della P.A. la situazione nel nostro Paese diventa assolutamente desolante e la percentuale di siti accessibili, sul totale di migliaia di vetrine web di aziende e imprese, diventa prossima allo 0. Le iniziative più note si hanno nel settore delle telecomunicazioni (Tim e Wind), dell’editoria (La Stampa e la Repubblica), degli istituti bancari (la Banca Popolare di Milano con We@bank e la Banca Popolare di Sondrio con Scrigno Facile), del lavoro interinale (Adecco), dei trasporti (Trenitalia), della grande distribuzione (Esselunga) e un’attenzione recente da parte dei principali motori di ricerca (Altavista, Lycos, Exite e il nuovo Deyla.com, il primo espressamente dedicato ai siti accessibili italiani).

Il settore privato muove ancora con lentezza: eppure la sollecitazione “democratizzante” alla base del principio dell’accessibilità sembra essere profondamente legata allo spirito stesso della Rete, offrendo una possibilità, evidentemente sottovalutata, di creare contatti con target finora poco esposti alle sollecitazioni del mercato. Solo per fare un esempio di lungimiranza in questa direzione, recentemente un tour operator (I viaggi del Ventaglio), ha dedicato un catalogo al turismo accessibile, che può essere visionato anche sul proprio sito Internet, raccogliendo molti consensi da parte delle associazioni di disabili e conquistando nuovi clienti in cerca proprio di quel servizio. “Certo lo scenario cambierà radicalmente è scritto nel dossier realizzato da We@bank - quando una delle proposte in discussione in Parlamento (Campa-Palmieri e Lucio Stanca) diventerà legge, obbligando chiunque sia chiamato a realizzare un sito internet per la Pubblica Amministrazione o a fornire contenuti in un sito già esistente, a farlo nel rispetto dei criteri di accessibilità: A quel punto la mancanza di professionalità adeguate diventerà un problema urgente da risolvere”. In questa direzione il dossier segnala anche l’iniziativa realizzata dal sito Aiutoooo.com (in collaborazione con la stessa We@bank) che sta tenendo un corso per “facilitatori di accesso” seguito da 200 persone: operatori del mondo della comunicazione, della pubblicità e più in generale professionisti che progettano, gestiscono e sviluppano siti internet.

Internet e Accessibilità: percentuale siti della p.a. accessibili ai disabili su totale esaminato

Argentina

31

Australia

29

Cina

20

Canada

16

Giappone

13

Nuova Zelanda

14

Israele

14

Russia

4

Stati Uniti

34

Sud Africa

25

Fonte:  Indagine Global E-Government, 2002

 

Che cos'è un sito accessibile. Le 14 regole stilate dalla Web Accessibilità Iniziative

Un sito è accessibile quando risponde alle esigenza di chi ha una disabilità fisica che rende necessario l’uso di tecnologie assistive, sia da coloro che hanno difficoltà ad accedere al web a causa di limitazioni tecniche (un computer meno recente, l’uso di strumenti diversi dal PC, una connessione lenta) o di scarsa dimestichezza con internet. E’ quindi un sito al quale si può accedere agevolmente con sintetizzatori vocali, ingranditori, strumenti braille, dispositivi diversi da tastiere e mouse, ma che risponde anche alle esigenze dei cosiddetti “disabili tecnologici”, ovvero tutte quelle persone che in un dato momento della vita per diversi fattori sociali, economici, fisici, di età non riescono a utilizzare Internet con facilità.

Le norme. Per spingere il mondo internet sulla via dell’accessibilità, nel 1997 il World Wide Web Consortium (W3C) ha dato vita alla Web Accessibility Initiative (WAI), che nel 1999 è arrivata a stilare delle linee guida sull’accessibilità. Sono 14 “regole” che si articolano su tre diversi livelli di priorità; a seconda del livello adottato si ottiene un grado di conformità alle norme per l’accessibilità di tipo A (minimo necessario) AA o AAA. Attualmente il gruppo di lavoro sta preparando la stesura di una seconda versione del documento, le cosiddette WCAG 2.0, dove le regole base per l’accessibilità dovrebbero scendere a 4 mentre i 3 livelli di conformità lascerebbero posto ai punti di controllo “CORE” - il livello minimo di conformità - ed “EXTENDED”, quello superiore.

Le 14 regole: Fornire alternative equivalenti al contenuto audio e visivo; Non fare affidamento sul solo colore; Usare marcatori e fogli di stile e farlo in modo appropriato; Chiarire l'uso di linguaggi naturali; Creare tabelle che si trasformino in maniera elegante; Assicurarsi che le pagine che danno spazio a nuove tecnologie si trasformino in maniera elegante; Assicurarsi che l'utente possa tenere sotto controllo i cambiamenti di contenuto nel corso del tempo; Assicurare l'accessibilità diretta delle interfacce utente incorporate; Progettare per garantire l'indipendenza da dispositivo; Usare soluzioni provvisorie; Usare le tecnologie e le raccomandazioni del W3C; Fornire informazioni per la contestualizzazione e l'orientamento; Fornire chiari meccanismi di navigazione; Assicurarsi che i documenti siano chiari e semplici.

Le iniziative per l'accessibilità nella PA in Europa e nel Mondo. Al top Usa e Australia, Gran Bretagna, Francia e Germania

L'indagine Global E-Government 2002, realizzata da Darrel M. West della Brown University (USA) su un campione di circa 200 paesi e 1200 siti, mostra che se nel 2001 solo il 2% dei siti della PA erano accessibili, nel 2002 tale cifra è balzata al 33%, a conferma del fermento intorno al tema della democratizzazione del web. Lo studio mostra la distanza esistente, ad esempio, tra l’approccio ancora tiepido di Paesi come la Russia (4% dei siti della PA è accessibile) e, purtroppo, l’Italia, (8%), rispetto a percentuali più significative di nazioni come Stati Uniti (34%), Australia (29%), Gran Bretagna (65%), Francia e Germania (37%). Le aree del mondo che ottengono un punteggio generale migliore in tema di accessibilità dei propri siti governativi sono l’Africa (51 punti su 100) e l’Europa Occidentale (42 punti). Seguono l’Europa Orientale (37 punti), il Sud e il Nord America (rispettivamente 33 e 30 punti). Per quanto riguarda più in generale la UE, i siti della PA dei 15 Stati membri avrebbero dovuto applicare le linee guida del WAI entro il dicembre del 2001, secondo il piano d’azione denominato e Europe 2002. L'obiettivo è slittato alla fine del 2004. Tutti i siti ospitati nel sistema EUROPA (http://www.europa.eu.int/ ), quelli appunto che riguardano l’unione e le sue attività, sono conformi alla priorità 1 delle linee guida WAI. 

 

Internet e Accessibilità: siti pubblici accessibili nei vari Paesi del mondo  
 (Val. %)

Stati Uniti

37

Australia

23

Madagascar

17

Corea del Sud

8

Canada

7

Lituania

6

Irlanda

24

Italia

20

Jamaica

8

Gran Bretagna

7

Lussemburgo

6

India

3

Altri paesi

0

Fonte:  Global E-Government Survey 2001, Brown University Rhode Island, USA - Rielaborazione del Centro Studi del MIT

 

Internet e Accessibilità: percentuale siti della p.a. accessibili ai disabili su totale esaminato

Argentina

31

Australia

29

Cina

20

Canada

16

Giappone

13

Nuova Zelanda

14

Israele

14

Russia

4

Stati Uniti

34

Sud Africa

25

Fonte:  Indagine Global E-Government, 2002

L'e-banking accessibile in Italia. Solo due banche sulle oltre 730 aderenti all'Abi sono attrezzate

Sono due i siti di ebanking accessibili (Scrigno facile della Banca Popolare di Sondrio e We@bank Accessibile della Banca Popolare di Milano) in Italia. Due sole banche su oltre 730 aderenti all’ABI. Il settore dell’e-banking è in espansione. Quest’anno secondo uno studio di IDC (International Data Corporation) oltre 100 milioni di persone utilizzeranno servizi on line delle banche in tutto il mondo. Quasi la metà degli utenti (47,7 milioni) è concentrata in Europa Occidentale, 20 milioni negli Stati Uniti, altrettanti in Giappone, quasi 10 milioni in Asia e 5 milioni nel resto del mondo. Alla fine del prossimo anno, lo studio stima che la cifra crescerà del 20% circa, arrivando a toccare 122 milioni di persone. In Italia i conti on line arriveranno a circa 6 milioni (studio BNL su dati Bankitalia, Eurostat, IDC, Jp Morgan, KPMG, TNS Abacus) entro la fine del 2003. E , secondo le stime di Mate (società di consulenza e di ricerca) addirittura a 11 milioni di qui al 2006. Gli utenti di un sito di e-banking accessibile. Realizzando un sito di e-banking accessibile vanno prese in considerazione in particolare alcune categorie di persone: anziani e disabili. Il 90% di anziani posseggono un libretto di assegni o un proprio conto corrente, in molti casi hanno difficoltà a raggiungere “fisicamente” la banca. Ma considerano Internet “non accessibile” una realtà troppo complessa: secondo stime una percentuale che va dal 2,4% del totale al 4,5% lo utilizzano.

Secondo i dati Istat sono contenuti nel sito www.handicapincifre.it  solo il 37,8% dei disabili si reca in banca per effettuare versamenti o pagamenti, contro una media quasi doppia (62,3%) dei non disabili, appena il 7% possiede una Carta di credito e il 17,9% il Bancomat.

 

Internet e Accessibilità: milioni di persone che utilizzano l'e banking 2000-2004

Regione

2000

2001

2002

2003

2004

Europa Occidentale

18,6

28,0

37,8

47,7

54,9

Stati Uniti

9,9

14,7

17,1

20,4

22,8

Giappone

2,5

6,5

11,9

19,6

21,8

Asia (escluso Giappone)

2,4

4,4

6,8

9,8

13,8

Resto del mondo

1,0

1,7

3,1

5,1

6,1

Totale

34,4

55,3

76,7

102,6

122.3

Fonte:  IDC, International Data Corporation


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