L'integrazione Socio-Sanitaria

di Rolando Alberto Borzetti

 

La distinzione delle responsabilità istituzionali e gestionali in ordine al funzionamento dei servizi sanitari e sociali rende oggi più necessaria che in passato la realizzazione di interventi capaci di integrare professionalità e risorse sociali e sanitarie.

I Piani sociali delle Regioni, oggi guardano alla integrazione istituzionale e operativa come ad un obiettivo strategico a cui tendere,avvalendosi degli strumenti già previsti dalla normativa e questo al di là delle legge 328/00. Infatti, già nei Piani sociali di diverse regioni , tutto questo stava avvenendo.

E' indubbio che l'azione integrata, oltre a favorire l'efficacia degli interventi a garanzia dell'unitarietà e globalità della persona, consente di razionalizzare la spesa, non solo nella gestione dei servizi e nelle erogazione delle prestazioni, ma anche nell'opera di ristrutturazione e riqualificazione della rete di strutture residenziali e diurne.

……La Strategia dell'integrazione Socio-sanitaria

Questa strategia si realizza attraverso due condizioni:

- a livello istituzionale, con l'accordo di programma tra l'ente gestore dei servizi assistenziali e l'azienda sanitaria locale, in cui vengono specificati, oltre agli obiettivi da raggiungere nella singola area, anche le competenze di ogni soggetto istituzionale, le risorse messe a disposizione, le modalità per la gestione integrata, tutti gli altri strumenti di monitoraggio, verifica e valutazione partecipata;

- a livello programmatorio, attraverso la predisposizione del Piano di Zona che dovrà prevedere, per i servizi ad elevata integrazione, l'adozione di progetti-obiettivo, quantomeno con riferimento ai problemi degli anziani non autosufficienti, dei minori e dei disabili.

La realizzazione di progetti-obiettivo, cioè interistituzionali, presuppone che i soggetti titolari delle due competenze, socio-assistenziale e sanitaria, si assumano, per le rispettive competenze, la responsabilità di realizzare quanto previsto. In tal senso l'integrazione istituzionale e operativa si specifica:

- a livello organizzativo, attraverso la valorizzazione del lavoro territoriale di ambito e di distretto, come luogo in cui realizzare i processi di presa in carico integrati, a cura di professionalità dipendenti da istituzioni diverse;

- a livello finanziario, mediante la corretta imputazione ai fondi dei due comparti (sanitario e sociale), rispettivamente per le attività e prestazioni sanitarie e quelle assistenziali a rilievo sanitario. La corretta imputazione è possibile a condizione che nell'accordo di programma siano definite chiaramente le quote di responsabilità di ogni ente rispetto alle attività da garantire.

Le azioni per l'integrazione

La Regione favorirà l'integrazione attraverso alcuni strumenti:

- l'individuazione della dotazione minima di strutture e servizi, atti a garantire risposte integrate negli ambiti territoriali per la gestione dei Servizi Sociali;

- La definizione di standard gestionali e strutturali nell'arco del triennio, prevedendo tempi di adeguamento da parte degli enti gestori;

- L'individuazione di procedure per la concessione dell'idoneità al funzionamento per le nuove strutture (direttive regionali).

- La riclassificazione dell'attuale sistema delle unità di offerta, anche per rendere possibile il loro inserimento nella rete delle strutture convenzionate, se appartenenti ad enti privati;

- La regolazione del sistema di finanziamento delle strutture;

- La formazione degli operatori dei servizi e strutture ad elevata integrazione;

- L'individuazione delle azioni programmate utili ad affrontare questi problemi, con particolare riferimento al lavoro territoriale e domiciliare.

L'integrazione

Il superamento di servizi settoriali e l'alternativa introduzione di servizi integrati si fonda sulla necessità di considerare la globalità della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto in rapporto ai suoi disturbi, problemi o patologie correlati alla componente psicologica, sociale, familiare, relazionale e lavorativa, agli stili di vita e ai fattori ambientali. In tali servizi è fondamentale che si guardi sistematicamente al rapporto tra la persona e i propri contesti di vita, agendo sui fattori che ne favoriscono lo sviluppo.

Tutto ciò richiede cooperazione e integrazione al fine di contrastare i molti fattori del disagio, chiamando in causa una nuova cultura della salute e nuove metodologie di intervento capaci di collocare in un processo unitario i diversi apporti di natura sociale, sanitaria, educativa.

Caratteristiche dell'integrazione nei servizi territoriali

L'integrazione avviene a diversi livelli:

- istituzionale quando il servizio dipende, nella sua ideologia, impostazione ed operatività, dagli specifici indirizzi di politica sociale emanati dall'istituzione che la gestisce;

- interistituzionale quando una struttura, per specifiche funzioni, fa capo ad altrettanto diversificati livelli istituzionali, che non possono non mettrsi in sinergia fra loro;

- interorganizzativa quando, all'interno di una stessa unità operativa, agiscono professionalità afferenti amministrativamente a strutture diverse, come nel caso di operatori dell'ente pubblico e delle cooperative sociali all'interno della medesima struttura di servizio,

- interprofessionale quando le figure presenti nel servizio sono diverse e nello stesso tempo convergenti su bisogni unitari, all'insegna della complementarietà e della condivisione di responsabilità in ordine alla soluzione dei problemi.

La presa in carico

La presa in carico dei problemi e dei programmi di intervento nei servizi ad elevata integrazione non è solo una forma di intervento o una modalità di gestione, ma un requisito fondamentale per l'identità del servizio e per la messa a punto di setting operativi e organizzativi, utili al consolidamento dell'identità interna ed esterna del servizio medesimo.

La presa in carico non riguarda soltanto i servizi che stabiliscono un rapporto con la persona o la sua famiglia, ma coinvolge anche la comunità locale nelle sue diverse espressioni e in primo luogo le realtà solidaristiche.

Su questo terreno l'integrazione diventa una metodologia fondamentale che richiede l'incontro e l'individuazione di diverse responsabilità:

- professionale da parte del singolo operatore;

- interprofessionale da parte di professionalità diverse che agiscono sulla base di un progetto comune;

- di servizio, a garanzia di continuità tecnica e istituzionale dell'intervento;

- fra i servizi , quando la complessità del problema lo richiede, individuando di volta in volta il servizio primario di riferimento,

- istituzionale, a garanzia della esigibilità del diritto considerato;

- comunitaria, nella misura in cui i soggetti diversi, professionali, istituzionali e solidaristici esercitano una comune responsabilità in ordine alla soluzione del problema.

Il ruolo assegnato all'integrazione socio-sanitaria per la costruzione dei servizi del nuovo sistema del welfare, è evidente.

La recente Legge Quadro per la razionalizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, approvata in via definitiva dal Senato in data 18.10.2000 hanno ulteriormente ribadito il concetto di "servizi integrati" e dell'importanza strategica del lavoro di rete.

 

Appunti su:

"Norme per la programmazione e l'organizzazione dei servizi di assistenza sociale"