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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Le Residenze Sanitarie Assistenziali rischiano di essere cronicari

 

Le residenze sanitarie assistenziali rischiano di essere cronicari, non un ponte tra il servizio territoriale e quello ospedaliero: lo evidenzia una ricerca realizzata da Anaste Lazio (Associazione nazionale strutture terza età) su 800 pazienti ricoverati in alcune Rsa del Lazio (età media 77,2 anni), il 26% dei quali è affetto da patologie psichiatriche, il 70% da incontinenza grave, mentre il 35% è in carrozzina. I dati che emergono dallo studio dicono che mediamente la lunghezza dei tempi di attesa per il ricovero in Rsa, sono 6 mesi, e la difficoltà delle dimissioni dei pazienti, sono rese impossibili dalla mancanza di continuità con le strutture esterne di assistenza. Nel Lazio in pratica, i servizi socio-assistenziali sembrano non riuscire a trovare una collocazione corretta che possa dare risposte efficaci alle effettive necessità territoriali.

 

Tornando ai dati della ricerca, il 77% dei pazienti intervistati sono donne, il 33% uomini; le patologie che hanno motivato il ricovero in Rsa sono soprattutto internistiche (cardiache e metaboliche); le demenze si riscontrano nel 69% dei casi, mentre le malattie ortopediche (34%) superano di poco quelle neurologiche (33%).

Tuttavia spesso le patologie internistiche sono associate a queste ultime e il problema della polipatologia degli ospiti rende ancora più complesso il quadro assistenziale.Un quadro a cui bisogna aggiungere la non autosufficienza di molti pazienti: il 60,4% non è autonomo nel lavarsi, il 68% non riesce a vestirsi da solo, il 65% nono è in grado di eseguire in modo autonomo le funzioni corporali, mentre il 52,7% deve essere accompagnato perché non è in grado di muoversi da solo e il 30% degli ospiti deve essere aiutato nell’alimentazione. A questi problemi vanno aggiunti i deficit motori: se il 35% dei pazienti è in carrozzina, il 10,5% usa il deambulatore, mentre gli allettati sono l’8,6% e i decubiti il 5%.

 

Come arrivano alle Rsa?

 

Solo il 19% degli anziani proviene dai ricoveri ospedalieri, mentre ben il 31% arriva dalle ex lungodegente mediche, l’11% dall’assistenza domiciliare, il 9% dalle case di riposo, infine l’8% dall’assistenza programmata; il 21% degli ospiti non ha seguito alcun percorso precedente. Se nelle Asl del Lazio è molto più rappresentata l’assistenza domiciliare e in case di riposo, nelle Asl della capitale è più ricorrente la deospedalizzazione. Tuttavia le Residenze sanitarie assistenziali si trasformano sempre più spesso in “lungodegenze”, mentre erano state pensate per periodi di media degenza finalizzati al recupero funzionale del paziente. Mancando una rete di servizi di assistenza, si verificano intasamenti nei reparti ospedalieri con alti costi di gestione, né i servizi domiciliari possono contare su un sufficiente numero di strutture di degenza che possano supportare eventuali periodi di acuzie o subacuzie dei loro assistiti, ricorrendo così a ricoveri ospedalieri spesso impropri.

 

Che cos’è la Residenza sanitaria assistenziale (RSA)?

 

E’ una struttura residenziale ad elevata integrazione sanitaria che garantisce lunga assistenza e riabilitazione agli anziani gravemente dipendenti non curabili a domicilio. E’ un servizio extraospedaliero, caratterizzato dall’integrazione dell’assistenza sanitaria con quella sociale. In particolare:

- ospita persone anziane e disabili, in condizione temporanea o permanente di semiautosufficienza o non autosufficienza, affette da patologie croniche stabilizzate o in fase di stabilizzazione che non richiedono un’assistenza medica continua, ma che necessitano di stabilizzazione che non richiedono un’assistenza medica continua, ma che necessitano di assistenza infermieristica, riabilitativa e di supporto alle attività della vita quotidiana;
- l’ammissione in RSA pubblica è spesso condizionata anche dall’assenza di un idoneo supporto familiare presso il proprio domicilio; - la permanenza nella struttura può essere temporanea o, in caso di problemi socio-ambientali irrisolvibili, anche permanente.

L’obiettivo principale della RSA è quello di garantire assistenza medica tutelare completa per tutte le attività quotidiane e assistenza sanitaria di base nell’ottica del recupero delle capacità degli ospiti. Tra le prestazioni offerte:

- assistenza infermieristica continuativa nelle 24 ore;
- assistenza riabilitativa;
- controllo dietologico;
- attività di animazione e socializzazione;
- assistenza psicologica;
- assistenza alberghiera e alle attività della vita quotidiana;
- attività ricreative, culturali e creative;
- attività motoria;
- mantenimento e coordinamento dei rapporti tra gli ospiti con l'ambiente familiare e sociale.

A seconda della specifica regolamentazione regionale, l'assistenza medica può essere fornita dal medico di medicina generale scelto dall'utente, ovvero da medici interni alla struttura; mentre la consulenza medico-specialistica nelle strutture pubbliche o convenzionate viene erogata da parte degli specialisti dei servizi sanitari dell'Azienda Sanitaria Locale.

 

L’elenco delle Residenze Sanitarie Assistenziali nel Lazio:

 https://www.edscuola.it/archivio/handicap/italia/pomezia/rsa.htm 


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