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Prisma

a cura di Elena Duccillo

Le tre I di Rimini

Si: è vero, anche la parola Rimini contiene tre I, ma non mi riferisco alle vocali contenute nel nome del capoluogo romagnolo, mi riferisco al motto con il quale Dario Ianes ha introdotto i lavori del 4° Convegno internazionale «La Qualità dell’integrazione è la Qualità della scuola» conclusosi domenica.

I n t e g r a r e,    I n t e g r a r e,  I n t e g r a r e !

Questa la conquista sulla quale non si può tornare indietro.

Ci vogliono mezzi, risorse, ricerca per guardare al futuro.

Ad affermarlo nella mozione finale sono più di tremila persone che hanno vissuto intensamente i tre giorni di lavori e che, a ritmo serrato, hanno celebrato i valori dell'integrazione scolastica sotto ogni aspetto.

Non sono mancati i momenti di commozione: originale la manifestazione di affetto dei convenuti a Salvatore Nocera per ricordare la recente medaglia conferitagli dal Presidente della Repubblica per le sue attività nel campo dell'integrazione scolastica. Pochi versi in romanesco letti da una relatrice, nulla di preparato e l'assemblea si stringe intorno ad un Tillo  commosso come non lo abbiamo visto mai.

Direi che quello che non entrerà negli atti del convegno merita comunque menzione e per questo motivo vorrei spendere qualche parola sulla figura di Nocera.

L'avvocato ha trascorso tre giorni, a disposizione come sempre di tutti. Venerdì l'ho visto mangiare un panino in piedi tra i banchi di un’aula quando l'ora di pranzo era passata da un pezzo. 

Ha una cultura invidiabile.

E' passato dalla citazione in work shop di una canzone di Pino Daniele, per ribadire che ci sono dei diritti esigibili, ai versi di Trilussa in assemblea per rassicurarci che non si monterà la testa per questo riconoscimento.

Nonostante la sua preparazione non usa mai un linguaggio ricercato.

Ci ha indicato la strada per  la politica delle tre I di Rimini: con un semplice gesto ha alzato il bicchiere e ci ha invitato come lui a vederlo sempre mezzo pieno in tutte le situazioni piuttosto che mezzo vuoto. Con il suo dichiarato ottimismo ha smorzato gli animi di coloro che hanno gridato allo "schifo" sul prossimo decreto delle certificazioni.

Non ama apparire ma fa sentire sempre la sua voce.

 Ha cercato posto in sala schivando le prime file e dichiarato il suo pensiero anche quando era in contrasto con quanto affermato dagli altri, sempre con estremo rispetto, pronto al confronto.

Medaglia a parte penso che l'integrazione in Italia avrebbe preso strade diverse senza la sua presenza. Tra le lacrime ha dedicato il riconoscimento a due persone prematuramente scomparse: Mario Tortello e Sergio Neri dichiarando di aver imparato da loro quegli aspetti sui quali da giurista non aveva dimestichezza.

Nei suoi discorsi porta spesso l’esperienza di come ha vissuto una formula efficace di integrazione: “Ho fatto sempre tutto con i miei compagni, non ho mai pagato lettori o gravato sulle casse dello Stato per i miei studi”. E’ molto orgoglioso quando racconta queste cose, il suo desiderio profondo traspare senza mezze misure: vorrebbe che a tutti gli studenti sia data senza distinzione la possibilità di esercitare il diritto allo studio e visto che oggi ci sono altri mezzi e un'altra cultura lavora senza sosta perché questo sia possibile.

 Non si tira indietro mai e il suo debole sono le famiglie.

 E’ per loro che tiene il cellulare sempre acceso, non è mai sgarbato.

 Mi piacerebbe raccogliere dei dati sul numero di contatti giornalieri che ha con i genitori e le associazioni: scommetto che sorprenderebbero al di là di ogni possibile previsione.

I dati non ce li ho: ho invece una frase emblematica che vale più di una statistica.

 Tre parole.

 “Dillo a Tillo!” E’ così che affettuosamente si dice nell’ambiente quando ci si trova di fronte ad una domanda, una richiesta, un problema.

Il suo cavallo di battaglia sono da un po’ di tempo a questa parte gli indicatori della qualità e non si perde d’animo di fronte ai racconti di chi gli espone la realtà vissuta nelle scuole che è spesso lontana anche dai livelli minimali: ha sempre un consiglio, un incoraggiamento, una soluzione da offrire all’interlocutore.

Io direi che tutto questo vale ben di più di una medaglia, vale la gratitudine non solo delle tremila persone presenti a Rimini ma di ogni persona che è cosciente del valore del suo operato. "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" diceva Ghandi . E’ questa la marcia in più di Tillo, lo è stata e lo sarà ancora a lungo.

 L’ultima slide proiettata al convegno recitava"Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo ma solo poche catturano il tuo cuore: segui quelle" ( Winston Churcill).

Non esistono solo “cose” nella vita ma anche “persone”: lasciarsi catturare e seguirle è un piacere quando si condivide il medesimo cammino.


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