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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro. Nei primi 6 mesi del 2003 è aumentato il numero degli abusi (+17,7% rispetto allo stesso periodo del 2002)

“Una lettura interpretativa di una realtà dinamica e in costante trasformazione come quella dei bambini e degli adolescenti”: è quanto si propone il 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi da Eurispes e Telefono Azzurro che quest’anno oltre ai tradizionali ambiti (il disagio, l’abuso e lo sfruttamento sessuale sui minori, i diritti violati dei bambini, la devianza e la giustizia minorile), ha voluto esplorare nuove aree di analisi, come quelle della sicurezza e della salute dei ragazzi.


Tra i diversi ambiti di analisi, quello dello sfruttamento dei minori: secondo il rapporto nei primi sette mesi del 2003 è aumentato del 17,7% rispetto allo stesso periodo del 2002 il numero dei minori abusati, dopo una diminuzione registrata negli anni passati (2001-2002). Genitori, zii e conviventi rimangono i responsabili maggiori degli abusi che avvengono fra le mura domestiche e rappresentano l’80% circa dei casi. “L’abuso sessuale è un fenomeno che solo in minima parte può venire alla luce; a volte situazioni di abuso sessuale rimangono nel sommerso per anni e a volte per sempre: esperienze dimenticate e rimosse che possono far apparire meno “urgente” questa forma assoluta di violenza, contribuendo a descrive l’abuso sessuale come fattore riconducibile a pochi casi. – si legge nel rapporto - Da un punto di vista di interpretazione del fenomeno, è lecito chiedersi se siamo di fronte ad una diminuzione, una stabilità, oppure ad una crescita della casistica. Proprio in considerazione del sommerso è indubbio supporre che non necessariamente alla riduzione delle denunce corrisponda una riduzione del fenomeno”.


Le principali vittime di abuso sessuale rimangono le bambine e le adolescenti, secondo l’indagine; inoltre alcune regioni sembrano complessivamente attestarsi nel corso degli anni ai primi posti per numero di vittime di abusi sessuale: in particolare Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. Nel 2002 si è assistito all’inserimento della Toscana al primo posto con un numero complessivo di vittime pari a 84, mentre nei primi mesi del 2003, oltre alla Lombardia (64), si segnalano ai primi posti la Sicilia (54), la Campania (49) e l’Emilia Romagna (47). “Dall’analisi della casistica relativa agli anni 2000, 2001 e 2002, si conferma una certa stabilità delle posizioni regionali e la preponderanza delle denunce relative all’anno 2000: in particolar modo, la classificazione regionale vede ai primi posti, come numerosità di vittime, Lombardia, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia. Rispetto al trend 2000-2002, nel 2001 si assiste ad un picco relativo alla Basilicata (39 casi)”, sottolinea il rapporto


Ma la società contemporanea, a detta degli osservatori, sperimenta sempre nuove forme di comportamento sessuale: “l’infanzia diviene sempre più oggetto di uno sfruttamento sessuale non più solo istintuale, ma pianificato, impostato razionalmente e terreno di vantaggio economico. La pornografia e il turismo sessuale rappresentano le forme tipiche di tale dinamica e si inscrivono nella visione del sesso come consumo che contraddistingue le società avanzate. Ecco perché è necessario non limitarsi alla stesura di leggi solo in campo penale, genericamente sanzionatorie, ma occorre programmare e pianificare forme di contrasto sociale a fenomeni sempre più gravi e mutevoli”.


Più in generale sul piano dello sfruttamento, il rapporto registra in Italia 147.285 minori di 15 anni impegnati in attività lavorative, il 3,1% dei ragazzi di quella fascia d’età (dati 2000): nella classe tra i 7 e i 10 anni è dello 0,5% e sale progressivamente fino ad arrivare all’11,6% tra i 14enni. Il grado più critico di coinvolgimento è sempre tra la popolazione giovanile, sottolinea l’indagine: la scomposizione in classi di età del primo lavoro conferma la maggiore presenza di 14enni tra i piccoli lavoratori (il 54,2% del totale), mentre i più piccoli registrano percentuali meno elevate (37,2% per la fascia tra 11 e 13 anni e 8,4% per quella fino a 10 anni). I maschi costituiscono la quota più numerosa tra gli 11 e i 13 anni (38,7%), mentre le femmine rappresentano la maggioranza sia tra i più piccoli (8,6% fino a 10 anni) sia tra gli adolescenti (57% tra i 14enni). La durata del primo lavoro oscilla, prevalentemente, tra i 10 giorni e i 3 mesi all’anno, e si configura come lavoro stagionale. Il rapporto indica inoltre come “non si sia ancora riusciti a contrastare la dispersione scolastica in diverse aree regionali del nostro Paese” ed identifica in questo un forte legame con la diffusione della manodopera minorile.

 

Pedopornografia e Internet : IV Rapporto Eurispes/ Telefono Azzurro 2003

Programma di ricerca P.W.S.A. (Pedophilia Web Sites Analysis)

Il programma di analisi Pwsa sui siti pedopornografici si propone di fornire spunti investigativi e dati scientifici sui siti web che forniscono materiale pedopornografico. Il primo campione di siti analizzati (1.000 unità) è stato estratto da migliaia di siti pornografici monitorati dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni negli ultimi tre anni (circa 80.000, di cui circa 5.000 pedofili). Una speciale squadra dell’Uaci (Unità di Analisi sul Crimine Informatico) effettua, dopo la fase di monitoraggio investigativo, ulteriori e più approfonditi rilevamenti sulla struttura di tali siti (a gruppi di 100 siti alla volta), sulla loro localizzazione geografica e sul materiale pedopornografico in essi contenuto, al fine di determinare le “richieste” dei pedofili in tema di età dei bambini e di tipologia di materiale (foto, video, ecc.) attraverso un’analisi sincronica del materiale.

I dati rilevati mostrano come la maggior parte dei server che ospitano siti pedopornografici siano attestati in Usa (76%) e, di seguito ma a grande distanza, in Canada (5%) e in Olanda (3%). Nelle altre nazioni si colloca una minore quantità di siti pedopornografici. Il 64% delle società che gestiscono i siti pedopornografici è localizzato nel Nord-America, con una certa presenza anche in Canada (7%), Russia (5%) e Inghilterra (4%). I dati rilevati mostrano inoltre come l’85% dei siti pedopornografici sia almeno in parte a pagamento; in particolare, mentre il 28% prevede una consultazione solo dietro pagamento, il 57% contiene una sezione gratuita progettata soprattutto per invogliare il cliente a scaricare materiale a pagamento. Tale dato conferma la caratteristica del business della pedopornografia on-line e le conseguenti strategie di mercato adottate dai gestori del settore. La prevalenza dei siti pedopornografici analizzati si indirizza nel 69% ad una utenza pedofila, come evidenziato. I gestori della maggior parte dei siti tendono quindi, presumibilmente, a rivolgersi ad una ben determinata fetta di mercato.

Nel campione di siti analizzati la prevalenza dei bambini fotografati o filmati è di sesso femminile (87%); l’11% propone soggetti di entrambi i sessi. Tale dato, in accordo con la letteratura scientifica internazionale (DSM-IV), ribadisce l’interesse primario dei pedofili verso le bambine e la conseguente tendenza da parte dei gestori dei siti a fornire le immagini più richieste. La classe di età dai 4 ai 10 anni (apparenti) raccoglie da sola la metà dei bambini fotografati mentre la fascia definita tecnicamente “del lolitismo” (14-16 anni) raccoglie il 13% delle presenze; i giovani dagli 11 ai 13 anni rappresentano il 6% dei casi e i bambini fino a 3 anni l’1%.Molti siti (circa il 30%) offrono invece bambini di varie età, presumibilmente per incontrare i gusti della maggior parte dei pedofili che frequentano tali siti. La prevalenza dei bambini fotografati (il 75%) risulta avere tratti somatici europei/Usa. Una minima parte dei siti analizzati (2%) contiene in prevalenza bambini asiatici; mentre si regista un discreto numero di pagine (circa il 23%) che contiene foto di bambini di varie razze. La provenienza dei bambini con tratti somatici europei è di fatto incerta. In connessione teorica con gli studi sul turismo sessuale si può presumere una certa provenienza dai paesi dell’Europa dell’Est e dal Sud-America. Il 75% delle foto analizzate raffigura bambini impegnati in esplicite attività sessuali; il 19% presenta minori nudi anche se non impegnati in tali attività.

La quasi totalità (93%) dei siti pedopornografici contiene materiale pedofilo sulla homepage. Tale disponibilità è legata ad evidenti esigenze di “mercato” da parte dei gestori di siti che tentano di incuriosire e attirare, oltre che i pedofili abituali, anche eventuali navigatori occasionali.Il tipo di materiale pedopornografico presente nel 98% dei siti analizzati concerne fotografie, che rappresentano il supporto più agile per la pedopornografia essendo veloci da scaricare. Anche i filmati (63%), così come le web-cam (34%) dal vivo, sono spesso presenti nei siti pedopornografici (proprio sulle web-cam è in corso uno studio Uaci specifico).

La presenza di fumetti nel 7% dei casi costituisce infine motivo di particolare interesse criminologico e investigativo. Tale materiale, infatti, oltre che destinato alla gratificazione sessuale del pedofilo adulto, può essere utilizzato come strumento di convincimento dei bambini durante i tentativi di adescamento e, in tal senso, dovrebbe rappresentare motivo di grande attenzione investigativa. Solo nell’1% dei siti analizzati i contenuti delle immagini pedopornografiche sono esplicitati attraverso la narrazione di un racconto.

 

La famiglia la meta fondamentale per i più giovani

 

In un “identikit” del bambino e dell’adolescente, attraverso un'indagine campionaria tra ragazzi dai 7 agli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe delle elementari e la prima classe della scuola media (5076 i questionari pervenuti e analizzati per quanto riguarda l’infanzia e 5710 per l’adolescenza). Ne è emerso che i più giovani (12-14 anni) individuano nella famiglia la loro meta fondamentale con maggior frequenza (52,1%) rispetto ai ragazzi più grandi (15-19 anni; 42,2%). L’importanza di altri aspetti, come il lavoro (33,4% fra i 12 ed i 14 anni e 36,5% fra i 15 ed i 19 anni) e le disponibilità economiche (il 4,6% dei ragazzi più piccoli contro il 9% dei ragazzi più grandi) si modifica in base all’età.OI dati sono contenuti nel 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi dell’Eurispes e di Telefono Azzurro

 

Secondo l’identikit tracciato dall’istituto di ricerca l’obiettivo primario dei bambini italiani è dunque la famiglia (70%), seguita (21%) da un lavoro che piace, mentre minoritaria risulta la scelta degli amici (4,6%). C’è anche un 2% di bambini che mettono al primo posto fra gli obiettivi il denaro. Il numero di femmine che indicano la famiglia come l’obiettivo più importante per il futuro (71,6%) supera solo lievemente la percentuale riscontrata per i maschi (68,8%), mentre tra i maschi risulta leggermente più alta che fra le femmine la quota di chi sceglie i soldi (il 2,7% contro l’1,2%). Diverso la percezione degli adolescenti: la più alta percentuale di intervistati ha indicato la famiglia (46,6%), seguita da “un lavoro che mi piace” (35%), molto meno citati risultano i soldi (7%) e gli amici (6,7%). Emergono dunque, negli obiettivi dei ragazzi, due dimensioni fondamentali: la prima, legata alla sfera affettiva in generale (vita di coppia, figli, parenti), la seconda legata ad un’occupazione appagante. Fra le femmine è più alta che fra i maschi la percentuale di chi sottolinea la priorità della famiglia (49,9% contro 44%); fra i maschi, d’altra parte, è più frequente che fra le femmine la scelta dei soldi come primo obiettivo (9,9% contro 3,8%).


L’indagine ha verificato la percezione dei bambini e degli adolescenti anche rispetto al rapporto con le vecchie e nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (modalità e tempi nell’uso di Internet, tempo trascorso davanti alla Tv, modalità d’uso del cellulare, ecc.); la partecipazione civile sia associazionismo che politica (tipologia di associazione frequentata, attività legate alla politica, ecc.); il multiculturalismo e il rapporto con le persone immigrate. Oggetto di analisi anche i rapporti con i genitori e il grado di autonomia in ambito familiare (tempo trascorso con i genitori, ascolto ricevuto dagli adulti, ecc.), il rapporto con la fede e l’osservanza della pratica religiosa, gli stili di alimentazione prevalenti; il livello di conoscenza della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo del 1989. Per gli adolescenti è stata prevista anche una specifica sezione sulle principali tendenze e mode giovanili (piercing, tatuaggi, graffitismo, ecc.), e, infine, sui principali comportamenti a rischio (consumo di sostanze alcoliche o di droghe, abuso di alcol e uso di psicofarmaci, ecc.).

 

 

Adolescenza: considerazione della casa da parte degli studenti delle medie superiori - Anno 2001 

Considerazione della casa

Val. %

Un nido

43,1

Un albergo

24,7

Una tana

14,7

Una prigione

6,6,

Non risponde

3,1

Altro

7,8

Totale

100,0



Fonte: Eurispes 

Adolescenza: modo in cui i ragazzi vedono 
i genitori secondo la scuola frequentata

Come vedono i genitori

Scuola

 

Elementare

Media

Superiore

Negativa

12,4

15,0

18,1

Positiva

83,6

80,4

77,5

Non risponde

4,0

4,6

4,4

Totale

100,0

100,0

100,0



Fonte: Eurispes 

Adolescenza: elemento che tiene unita la 
famiglia per gli studenti delle medie superiori

Elemento che tiene unita la famiglia

Val. %

L'amore

63,9

I figli

16,1

L'abitudine

4,7

L'affinità culturale, emotiva ecc.

3,3

La sicurezza materiale

2,8

La consanguineità

2,8

La paura della solitudine

2,0

Non risponde

4,4

Totale

100

Elevato il consumo di alcol, resta una costante la poliassunzione


Il 4° Rapporto, ha registrato tra i giovani tra i 12 e i 19 anni un "elevato" consumo di alcolici (il 26,1% li consuma “spesso” e il 45,3% “occasionalmente") e superalcolici (con un uso frequente per il 12,7% e occasionale per il 30,5%). Per quanto riguarda l’assunzione di droghe, invece il 6,5% degli intervistati ha dichiarato di usare “spesso” hashish e marijuana, mentre l’11,3% lo fa più raramente; segue, con percentuali più contenute, il consumo di cocaina, molto frequente per l’1,8% dei giovani e occasionale per il 2,8%, mentre secondo gli osservatori l’eroina registra un grado di penetrazione minore. Le droghe di sintesi si consumano sempre più in contesti specifici, spesso legati alla vita notturna, secondo gli osservatori: ketamine, crystal ed ecstasy vengono utilizzate “spesso” o “occasionalmente” da oltre il 4% del campione. Resta una costante la poliassunzione, ossia la tendenza ad assumere più sostanze in una stessa serata, anche se negli ultimi anni si è aggiunta una grande varietà di nuove droghe ed è sempre più frequente il consumo legato al divertimento e al tempo libero.
Sul fronte della devianza minorile, i minori denunciati o entrati negli Istituti Penali per i Minorenni tra il 1991 e il 2000 sono passati da 44.977 a 38.963 unità. I minori stranieri denunciati alle Procure dal 1991 al 1995 sono aumentati del 60%, mentre dal 1996 è diminuita progressivamente avvicinandosi nel 2000 ai valori registrati nel 1993. Nel stesso periodo i 3/4 delle denunce a carico dei minori riguardano gli italiani. Infine il collocamento in comunità: riguarda nel 57% circa dei casi gli italiani (752 su 1.326), nel 36% gli stranieri (478) e nel 7% i nomadi (96). Ad usufruire della misura del collocamento in comunità sono in prevalenza i maschi (92% circa dei casi).

 

Adolescenza: i comportamenti a rischio 
I comportamenti a rischio sono stati indagati mediante 
un insieme di domande riguardanti l'uso di sostanze, 
comportamenti relativi alla sicurezza stradale ecc. - Anno 2002

Ti è capitato di consumare hashish/marijuana?*

 

Maschi

Femmine

Totale

Mai

78,2

83,3

80,8

Occasionalmente

12,7

12,1

12,4

Spesso

9,1

4,6

6,8

 

 

 

 

Ti è capitato di consumare vino/birra?

 

Maschi

Femmine

Totale

Mai

19,3

26,2

22,8

Occasionalmente

47,5

54,0

50,8

Spesso

33,1

19,8

26,4

 

 

 

 

Ti è capitato di andare 
in motorino senza indossare il casco?

 

Maschi

Femmine

Totale

Mai

27,8

31,9

29,9

Qualche volta

34,8

35,1

35,0

Spesso

13,2

10,8

12,0

Sempre

12,2

6,8

9,5

Non sono mai andato su un motorino

11,9

15,4

13,6

 

 

 

 

Se guidi un motorino o 
una macchina rispetti il limite di velocità?

 

Maschi

Femmine

Totale

Mai

25,9

8,7

17,8

Qualche volta

31,6

19,8

26,0

Spesso

20,7

25,8

23,1

Sempre

21,8

45,7

33,1

*Sull'uso di sostanze, la quasi totalità del campione ha riferito di non aver mai usato LSD/allucinogeni, ecstasy/acidi, eroina/cocaina, senza differenze tra maschi e femmine. Emergono invece differenze per quel che riguarda il consumo di hashish/marijuana e di vino/birra. Il 12% degli adolescenti del campione ha riferito di consumare occasionalmente hashish o marijuana, mentre il 7% circa ha riportato di consumarle spesso (i maschi con una % doppia rispetto alle femmine)

Fonte: Eurispes 3° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e l'Adolascienza

Cannabis tra i giovani adulti
Consumo recente misurato con indagini
sulla popolazione nazionale 

Paesi

Consumo (%)

Anno ultima indagine

Finlandia

4,9

2000

Portogallo

6,2

2001

Spagna

17,3

2001

Francia

17

2000

Germania

13

2000

Olanda

11,8

2000/2001

Danimarca

13,1

2000

Inghilterra

19,2

2001/2002

Irlanda

17,7

1998

Svezia

1

2000

Norvegia

8,1

1999

Grecia

8,8

1998

N.B: I dati provengono dalle indagini nazionali più recenti disponibili nei vari paesi. Per i giovani adulti, l'OEDT utilizza la fascia d'età da 15 a 34 anni (la Danimarca ed il Regno Unito partono da 16 anni, la Germania e l'Irlanda da 18). Tali variazioni nella fascia d'età possono influenzare leggermente alcune differenze nazionali. In alcuni paesi i dati sono stati ricalcolati a livello nazionale, per adattarli nella misura del possibile alla fascia d'età standard adottata dall'OEDT.

Fonti:  Relazioni nazionali Reitox 2003

Sostanze leggere e pesanti secondo i giovani
Indagine conoscitiva 2000 - Valori %

 

 

 

 

Indica tra le seguenti sostanze elencate quali dono, 
secondo te, quelle leggere e quali quelle pesanti. *

SOSTANZA

LEGGERA

PESANTE

NON
RISPONDE

Marijuana, hashish

66.3

17.1

16.6

Eroina

3.3

79.0

17.7

Alcolici
(vino, birra, superalcolici)

63.6

17.3

19.1

LSD, acidi

11.4

66.4

22.2

Anabolizzanti

34.0

39.8

26.2

Anfetamine

27.9

46.4

25.7

Super k

8.4

57.6

34.0

Cocaina

7.2

73.4

19.4

Ecstasy e simili

19.0

60.7

20.3

Psicofarmaci

29.7

45.0

25.3

Metadone

26.6

46.2

27.2

* risposta multipla
Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri - DPSP - Ottava campagna informativa 1999/2000

Minori e giustizia: la criminalità minorile in Italia
Anni 1990 - 2000 - Valori ass. e variazione %

 

Minori denunciati dalle F. O.

 

1990

1995

1999

2000

Var. % 1990/2000

Omicidi dolosi

24

17

14

11

-54,17

Rapine

517

534

833

875

69,25

Furti 

11.561

10.015

8.560

6.797

-41,21

di cui:

 

 

 

 

 

- furti d'auto

1.513

782

732

1.831

-59,15

- furti in appartamento

4.450

4.418

2.772

618

-58,85

- scippi e borseggi

931

843

1.126

1.831

-17,19

Produzione, commercio ecc. di stupefacenti

1.167

1.460

1.930

771

20,22

Tot. minori denunciati

24.817

23.367

22.132

17.240

-30,53


Fonte: Censis  su dati
Istat

Minori e giustizia: reati commessi 
per tipologia e partecipazione dei minori alle attività criminali in alcuni Stati membri dell'UE  -
Anno 1999*

 

Minori denunciati per:

Stati

Omicidi
(% su totale)

Rapine
(% su totale)

Furti 
(% su totale)

Detenzione e spaccio di stupefacenti (% su totale)

Finlandia

6,8

16,2

11,0

8,0

Francia

6,9

39,9

33,3

19,9

Germania

6,7

31,2

20,6

16,7

Italia

2,2

6,6

8,9

3,9

Regno Unito**

5,1

43,8

32,9

12,8

Spagna

0,8

11,7

9,3

1,3

* Per il Regno Unito i dati si riferiscono al 1998

Fonte: Censis  su dati
Interpol, Istat, Finnish Crime Prevention Council 

Minori vittime di reato per classe di età 
e tipologia del delitto

 

0-10 anni

11-14 anni

15-17 anni

 

Delitti

v.a.

v.%

v.a.

v.%

v.a.

v.%

Totale

1 9 9 8 

Violenza sessuale

228

34,5

267

40,5

165

25,0

660

Atti sessuali con minorenne

76

44,4

68

39,8

27

15,8

171

Corruzione di minorenne

36

67,9

17

32,1

0

0,0

53

Totale

340

38,5

352

39,8

192

21,7

884

1 9 9 9

Violenza sessuale

197

37,4

191

36,2

139

26,4

527

Atti sessuali con minorenne

18

26,5

30

44,1

20

29,4

68

Corruzione di minorenne

12

40,0

18

60,0

0

0,0

30

Totale

227

36,3

239

38,2

159

25,4

625

Variazione 1998/1999

Violenza sessuale

-13,6

/

-28,3

/

-15,8

/

-20,2

Atti sessuali con minorenne

-76,3

/

-33,9

/

-25,9

/

-60,2

Corruzione di minorenne

-66,7

/

5,9

/

0,0

/

-43,4

Totale

-33,2

/

-32,1

/

-17,2

/

-29,3

Fonte: "Rapporto 2002 su esclusione sociale e diritti di cittadinanza", Fondazione Zancan su dati Istat      

Errata alimentazione e allergie minano la salute dei bambini. E il pediatra diventa multiculturale

Il 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi dell’Eurispes e di Telefono Azzurro indaga sulla salute dei minori, evidenziando alcuni nodi critici. Tra questi modelli di alimentazione errati, che fanno rimanere costante la percentuale (36%) di ragazzi tra i 6 ed i 17 anni in soprappeso; crescono i ragazzi allergici, passati dal 6% del 1993 all’8,2% del 2001, fenomeno secondo il rapporto collegato soprattutto a fattori ambientali come la presenza di smog e traffico. Tra il 1997-2001, nei comuni centro delle aree di grande urbanizzazione – Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Cagliari – il fenomeno delle allergie si è intensificato del 2,1%.

Il Rapporto, inoltre, segnala scarsa sicurezza e appropriatezza dei farmaci prescritti e somministrati ai bambini. “Molti nuovi farmaci e la maggior parte delle molecole in commercio non sono stati registrati per l’uso in età pediatrica. – si legge nel rapporto - Ma l’attuale legislazione italiana ed europea consentono tuttavia di prescriverli ai più piccoli senza la necessaria licenza. Ai bambini possono dunque essere somministrati principi attivi senza le opportune conoscenze sul fronte del beneficio/rischio. In generale le categorie più frequenti d’utilizzo off label sono: il diverso dosaggio e/o frequenza, l’uso per un’indicazione non riportata nel foglietto illustrativo e la mancata autorizzazione per uso pediatrico”. Secondo l’Eurispes i bambini fino ai quindici anni di età rappresentano una fascia di mercato quantificata in oltre 8.350.000 soggetti, pari al 15% della popolazione italiana complessiva. Dopo i 14 anni cresce il consumo di antidepressivi, antipsicotici e psicofarmaci.

La presenza sempre più consistente di famiglie immigrate in Italia ha portato ad un aumento della domanda sanitaria da parte di pazienti stranieri e ad una crescita del numero di bambini stranieri seguiti nei servizi pediatrici nazionali. “Nell’incontro medico-paziente straniero quello che cambia per entrambi gli attori è la cornice culturale (da intendersi nell’accezione più ampia del termine) di riferimento, dal che deriva la necessità di mettere in discussione ciò che normalmente viene “dato per scontato”. –sottolinea i rapporto - Prendersi cura dei minori stranieri richiede una piena consapevolezza di quanto detto in merito alle differenze culturali e alla relazione con i pazienti stranieri. Mettendo a confronto società, culture, religioni, così come momenti storici differenti, emerge infatti la varietà dei sistemi di rappresentazione del bambino e delle pratiche di cura dell’infanzia”. Ad esempio in Somalia la malattia provocata dall’invidia (dhajis) produce nei bambini disturbi alimentari, perdita di appetito e di peso, rifiuto di alimentarsi (in molti casi, riguardanti disturbi alimentari di bambini stranieri, è difficile che i genitori riescano a cogliere le eventuali problematiche alla base del disturbo, che comunque per loro riguardano sempre l’ambito extrafamiliare), nel Burkina Faso le malattie del neonato vengono interpretate come ritorno del bambino nel mondo degli antenati (dal quale proviene), il che significa che la famiglia non ha saputo prendersi cura in maniera adeguata del nato-antenato; in Nigeria alcuni problemi di salute del malato vengono fatti risalire alla precoce attribuzione del nome al bambino o ai complimenti sull’aspetto “di buona salute” ricevuti dalla madre nel periodo della gravidanza (in molte culture esiste la credenza che decidere prima il nome del bambino possa attirare la cattiva fortuna su di lui), mentre in molte zone dell’Africa nei primi mesi di vita del bambino, la madre deve fare in modo che il neonato non attragga l’attenzione degli spiriti malvagi adottando la precauzione di non tenerli curati, puliti, ben vestiti; circostanze che in Italia fanno sì che le madri possano essere segnalate per trascuratezza da operatori, insegnanti, vicini di casa. In Sri Lanka, per proteggere il bambino da certe malattie, si usa fargli il bagno con l’olio di cocco.

Le prospettive per i giovani? Gian Maria Fara: ''Un futuro di precariato e un sistema di welfare che si assottiglia e rischia di sparire''

Le prospettive per i giovani? "Un futuro di precariato e un sistema di welfare che si assottiglia e rischia di sparire": è l'analisi di Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, intervenuto oggi alla Sala conferenze di Palazzo Marini per presentare il IV Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, curato da Eurispes e Telefono Azzurro. “I ragazzi non sono ripiegati su se stessi e su piaceri a corto raggio, anzi, dimostrano una forte proiezione verso la vita attiva e la formazione professionale – ha proseguito Fara -. Tuttavia un mondo senza garanzie, in cui regna la flessibilità dettata da leggi economiche, ha forti ripercussioni sulle scelte di formare una famiglia e sul tasso di natalità: le regole del mercato pesano sui singoli individui e sulla loro capacità di proiettarsi verso il futuro”. E l’Italia investe appena lo 0,9% del Pil in politiche familiari, “mentre gli altri paesi dell’Unione europea spendono molto di più in questo settore”.

Il presidente dell’Eurispes, analizzando alcuni dei dati raccolti nel Rapporto, ha evidenziato tra i giovani “uno slittamento dell’essere verso l’apparire, in una società della comunicazione e dell’informazione in cui esiste colui che ha la forza di apparire, altrimenti diventa residuale”. Attenzione, quindi, perché “la vita attiva non sia una ricerca affannosa della visibilità a tutti i costi”. Per quanto concerne la formazione e la spesa per l’istruzione, l’Italia presenta ancora forti ritardi, così come nell’edilizia scolastica. Ancora poco rilevante il contrasto alla dispersione scolastica e in crescita il lavoro minorile, anche al nord. A riguardo Fara ha dichiarato: “Bisogna avere il coraggio di sviluppare il fare dei ragazzi in chiave protetta, promuovendo esperienza lavorative tutelate e non rischiose in ambito familiare o esterno, purché garantito: non tutto il lavoro minorile è sinonimo di sfruttamento”. Intervenendo alla presentazione del IV Rapporto, Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, ha notato che sono in aumento a macchia di leopardo le denunce di abuso sessuale subito da ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Caffo ha invitato le istituzioni a una maggiore attenzione nei confronti della salute mentale dei minori e a una maggiore prevenzione del disagio e della devianza, soprattutto nei confronti dei minori stranieri


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