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Scuola verso un autunno caldo?

Non è difficile prevederlo, dopo le varie proteste e prese di posizione di questo mese di agosto, di fronte ai ventilati tagli agli organici per il sostegno. E anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) è pronta a tornare alla carica, rilevando ancora una volta la preoccupante uscita dell'integrazione scolastica dall'agenda politica del Ministero

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«La FISH Nazionale ringrazia quanti hanno aderito e stanno tuttora sostenendo l'appello circa il taglio agli organici di fatto per il sostegno e per l'aggiornamento generalizzato degli insegnanti curricolari».
Lo si legge in una nota ufficiale della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, riferita a quanto da noi ripreso alla fine di luglio, con il testo Integrazione scolastica: così proprio non va!, a firma dello stesso presidente nazionale FISH Pietro V. Barbieri.
E in efftti le proteste e le prese di posizione non sono certo mancate. Particolarmente forti - come prevedibile - quelle provenienti dal fronte dei docenti precari. «Ancora una volta - hanno scritto ad esempio alcuni componenti del Forum Precariscuola - prevale un'idea della scuola come costo e non come investimento sul futuro: come si pensa di migliorare la qualità della scuola tagliando così radicalmente il numero di docenti? Inutile a questo punto nascondersi che anche se si farà di tutto per fare bene il proprio lavoro, il docente sarà fortemente penalizzato da classi numerose che nelle zone a rischio saranno santa barbara pronte ad esplodere. La scuola pubblica, dunque, si sta trasformando solamente in un grande calderone massificante e privo di quegli ideali che l'avevano sostenuto. E oltretutto gli studenti disabili si troveranno privi di un'assistenza adeguata».
Il riferimento successivo è ad una recente intervista rilasciata dal viceministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico, nella quale quest'ultima aveva dichiarato: «Puntiamo a 9.800 cattedre in meno. Saremmo sotto di 1.800 rispetto all'obiettivo. Ma di più non si può fare».
Puntuale la risposta dei docenti precari: «Eppure noi vorremmo che si facesse di più: vorremmo che invece di pensare a tagliare dei posti il viceministro si preoccupasse di migliorare la qualità della scuola, vorremmo un'assistenza adeguata per tutti gli studenti disabili, vorremmo laboratori efficienti e aggiornati, vorremmo classi con un numero massimo di venti alunni per rendere più proficue le nostre lezioni, vorremmo scuole con organici e finanziamenti adatti ad affrontare la sfida di un mondo che cambia sempre più in fretta. Vorremmo tutto questo e soprattutto vorremmo una scuola attenta alle esigenze degli studenti e delle loro famiglie e non una scuola attenta solo alle esigenze contabili di Padoa Schioppa».

Altri docenti precari (Loriana Gattafoni, Donata Bracci e Roberta Morgoni) hanno rincarato la dose, dichiarando: «Il Ministro non può tagliare in maniera generalizzata. Non è possibile sostenere gli insegnanti curricolari, la classe plurietnica e l'alunno disabile adolescente che deve realizzare la propria integrazione scolastica, sociale e lavorativa senza le risorse necessarie e senza un adeguato riconoscimento del nostro intervento professionale»

Ma una significativa presa di posizione è sorprendentemente arrivata dalla stessa area politica che sostiene il Governo Prodi, ovvero da Anna Sanchi, responsabile nazionale Scuola dei Verdi: «Ancora una volta motivi di ordine meramente economico vanno a penalizzare il mondo della scuola e della disabilità: a seguito di quanto ha dichiarato il ministro Padoa Schioppa in merito al previsto sforamento del budget assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione, infatti, saranno ulteriormente tagliate le cattedre degli insegnanti di sostegno. Riteniamo dunque ingiusto colpire sempre i cittadini più deboli e le loro famiglie».


«La scuola - aggiunge Sanchi - deve garantire a tutti le stesse opportunità, ma se si andrà nella direzione di ridurre l'organico dei docenti di sostegno, per altro già sottodimensionato, questo diritto sarà negato. Tali scelte non rispettano quanto è scritto nel programma dell'Unione. I tagli alle risorse destinate alle scuole, agli organici e alle cattedre annulleranno la qualità della scuola pubblica. Auspichiamo quindi un'inversione di rotta su questo terreno, con la riaffermazione del fondamentale concetto secondo cui le risorse destinate alla scuola non costituiscono una spesa bensì un investimento per il futuro del Paese».

Insieme ai docenti - soprattutto in Sicilia e in Campania - particolarmente attivo, in questo mese di agosto, è stato nche il mondo dell'associazionismo. Per tutti basterà citare la nota di Salvatore Crispi, responsabile del Coordinamento per i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana, che ha dichiarato: «Le leggi specifiche assicurano il diritto allo studio e la frequenza scolastica mediante, anche, l'utilizzo degli insegnanti di sostegno. Parlare quindi di tagli e riduzioni, in questo caso, è una lesione dei diritti sanciti dalla vigente legislazione e significa anche creare ulteriori disagi sia ai ragazzi disabili e ai loro familiari, sia all'organizzazione della scuola e dei singoli istituti».

In realtà una prima risposta a tutto ciò è arrivata dal Ministero, sotto forma di uno scarno comunicato stampa diffuso il 1° agosto, che recita testualmente: «In relazione a notizie riguardanti presunti ulteriori tagli agli organici della scuola il Ministero dela Pubblica Istruzione precisa che la notizia è totalmente priva di fondamento.

Non esiste nessuna nuova azione di contenimento rispetto a quella già definita a suo tempo nella scorsa Finanziaria e tradottasi nelle indicazioni già fornite ai direttori regionali con i decreti sugli organici. Le riunioni collegiali svoltesi in questi giorni sono servite a monitorare con le Direzioni scolastiche regionali le operazioni in corso confermando la priorità del tempo pieno e della scuola dell'infanzia e verificando nel contempo eventuali abusi nello sdoppiamento delle classi. Per quanto riguarda l'interlocuzione con il ministero dell'Economia essa non riguarda affatto la problematica egli organici dell'anno scolastico 2007-2008».

Ma si tratta di una risposta di fronte alla quale la FISH ritiene doverosa almeno una precisazione, ricordando che, «contrariamente a quanto affermato, i tagli in organico di diritto verranno in realtà realizzati semplicemente non superando i posti già assegnati lo scorso anno scolastico, indipendentemente dall'aumento del numero degli alunni con disabilità».
E c'è anche un altro punto importante rilevato dalla Federazione - forse quello principale - che merita di essere segnalato: «Spiace che in prossimità delle ferie estive il livello politico del Ministero della Pubblica Istruzione, che ha determinato i tagli, abbia delegato al livello dirigenziale la trattazione della materia, come se questa, assieme all'annoso problema della formazione degli insegnanti curricolari, non rivestisse un livello politico, ma meramente burocratico».

Anche questo, dunque, fa dire alla FISH che «purtroppo il Ministero della Pubblica Istruzione non ha fatto pervenire a questa Federazione alcuna comunicazione rispetto alla denuncia da noi sollevata. Attendiamo a questo punto la fine delle vacanze estive per ritornare alla carica e chiedere una chiarificazione generale su tutta la problematica dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità che è ormai, per tutto quanto appare, uscita dall'agenda politica del Ministero stesso, in contrasto con una sua ininterrotta storia di seria attenzione a questi problemi».

Il fronte resta aperto e crediamo quindi di non sbagliare, preannunciando anche qui momenti piuttosto caldi nel prossimo autunno.


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