Bozza di programma 
Corso aggiuntivo per Insegnanti di Sostegno
Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

a cura di Nicola Cuomo

 

400 ore così ripartite: 
180 ore lezioni, 
120 ore laboratori, 
100 ore tirocini.

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PRIMO ANNO

Lezioni - 120 ore.

Laboratori n.2 15 ore ciascuno.

Tirocinio circa 50 ore.

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LEZIONI 120 ORE COSI' RIPARTITE:

 

 

- Pedagogia Speciale:

La riduzione dell'handicap - Prof. Nicola Cuomo;

30 ore.

Queste ore di lezione saranno in stretta sinergia con il tirocinio in quanto si forniranno gli strumenti per l'osservazione e la valutazione dei processi, delle strategie e delle piste di lavoro finalizzate ai progetti di integrazione.

La valutazione dell'esame risulterà abbinata al tirocinio ed ai laboratori.

 

- Psicologia:

Le paure ed il cambiamento: I disturbi della comunicazione nei gruppi di lavoro - Prof.ssa Pier Carla Cicogna - Prof.ssa Miranda Occhionero;

30 ore.

 

- Pedagogia Speciale:

Il gioco, una occasione per gli apprendimenti e per l'integrazione - Prof. José Chade;

30 ore.

 

- Pedagogia Speciale:

Il progetto vita - Prof. Angelo Errani ;

30 ore.

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LABORATORI 2 15 ORE CIASCUNO:

 

1 - Handicap e sport: dott. M. Calamai 15 ore.

 

2 - La stimolazione basale: dot.ssa G. Giura 15 ore.

 

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SECONDO ANNO

 

Lezioni 60 ore.

Laboratori 90 ORE, n.6/7.

Tirocinio circa 50 ore.

 

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Premessa

In questo secondo anno di corso le 60 ore di lezione unitamente alle 90 ore di laboratorio e 50 di tirocinio vogliono costituire il "fuoco" di una formazione di carattere sistemico iniziata nel primo anno, pertanto i responsabili delle tre aree formative (lezioni, laboratori e tirocinio) rafforzeranno ancora di più il concetto di "Contesto Formativo Sinergico" con la finalità di preparare i futuri insegnanti di sostegno ad utilizzare le loro specifiche competenze nella complessità in cui sono chiamati ad agire, ad esercitare il loro ruolo professionale.

Le problematiche dell'integrazione ed inclusione di alunni definiti "handicappati" vanno affrontate con modalità integrata

e sistemica tra teorie, metodologie e prassi in quanto solo le teorie e le lezioni non sarebbero sufficienti per fornire le capacità e le competenze attive per affrontarle.

La figura dell'insegnante di sostegno, per rispondere sia a quanto richiede la legislatura sull'integrazione, sia per rispondere alle reali esigenze che richiedono la presenza di un bambino definito "handicappato" in classe, dovrà avere una mentalità, competenze e professionalità tali da integrare in una rete multidisciplinare esperienze, competenze, ambiti di ricerca, diverse figure professionali, strutture istituzionali.

La figura dell'insegnante di sostegno penso rientri nella necessità che oggi sia indispensabile formare, in professionisti che operano in ambiti scientifici e istituzionali differenti, una mentalità e competenza che li faccia agire in una dimensione sistemica e sinergica.

La scuola oggi si trova ad operare in una complessità di problematiche che possono confondere se non si sanno utilizzare la ricchezza dei dati e degli strumenti che sono a disposizione degli insegnanti; se non si è capaci, contemporaneamente allo stesso fluire dei dati, di determinare un permanente "gioco" di primi piani e sfondo in cui gestire selettivamente una grande quantità di informazioni, di impressioni, di intuizioni, di risorse (spesso non esplicite), di ipotesi, di strumenti, di esperienze altre, ..., senza perdere di vista il contesto, senza dimenticare che l'operazione di analisi che si sta compiendo va permanentemente ricollocata nelle situazioni, nelle storie di chi si sta osservando, educando, nelle storie di quelle persone definite "handicappati", "disabili", con "difficoltà di apprendimento", con "necessità speciali", ...

Pertanto si propone un percorso formativo per saper operare in una forma integrata di epistemologie, metodologie, prassi e professioni (gli educatori, i maestri: l'insegnare, gli stili, gli strumenti della didattica; i medici, i riabilitatori: la terapia, i modelli riabilitativi) o tra ambiti di riferimento istituzionali (la Scuola, la Famiglia, la AUSL, l'Ospedale, le Associazioni, l'Università).

 

Le ricerche sull'integrazione hanno fatto emergere che la presenza del bambino definito "hhandicappato" è stata l'occasione per sollecitare quel bisogno permanente di innovazione di cui la scuola necessità; tale presenza è stata produttrice, rivelatrice, rilevatrice, analizzatrice e verificatrice di qualità oltre che di valori.

 

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LEZIONI 60 ORE COSI' RIPARTITE:

 

- Pedagogia Speciale:

La supervisione di casi - Prof. Nicola Cuomo;

30 ore.

Queste ore di lezione saranno in stretta sinergia con il tirocinio in quanto si forniranno gli strumenti per l'osservazione e la valutazione dei processi, delle strategie e delle piste di lavoro finalizzate ai progetti di integrazione.

La valutazione dell'esame risulterà abbinata al tirocinio ed ai laboratori.

 

- ..."MODULO INTEGRATO":

Le definizioni degli handicap e le disabilità nella progettualità medico-psico-pedagogica - Prof. Giorgio Albertini (Neurologo)

I genitori, i fratelli, gli insegnanti nei progetti medico-psico-pedagogici - Prof. Gianni Biondi (Psicoterapeuta)

Le competenze pedagogiche nei progetti medico-psico-pedagogici - Prof. Nicola Cuomo.

 

Le 30 ore di questo "modulo" sono da considerarsi integrate (10 ore per ciascun docente) per fornire agli studenti esperienza di lavoro multidisciplinare e interdisciplinare. Le 30 ore andrebbero compattate in due/tre giorni consecutivi con compresenza.

 

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Le lezioni possono trovare collegamenti trasversali anche "concertando" gli interventi di colleghi esercitatori con esperienze specifiche nel campo delle disabilità.

 

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LABORATORI 90 ore, 6/7 COSI' RIPARTITI:

 

Premessa

del primo facendo specificamente riferimento alle competenze che l'insegnante di sostegno deve avere in possesso per affrontare operativamente le problematiche nel procedere dei percorsi di inserimento e di inclusione.

I laboratori saranno in stretta cooperazione con le lezioni ed i tirocini rinforzando il concetto di "Contesto Formativo Sinergico" con la finalità di preparare i futuri insegnanti di sostegno ad utilizzare le loro specifiche competenze nella complessità in cui sono chiamati ad agire, ad esercitare il loro ruolo professionale.

 

- 12 ore di laboratorio integrato per un lavoro congiunto realizzato dalla Prof.ssa Giovanna Cantoni e dal Dott. Giancarlo Marostica.

 

Prof.ssa Giovanna Cantoni (Ispettrice esperta delle problematiche legislative dell'integrazione) - Dott. Giancarlo Marostica Neuro psichiatra esperto e responsabile sul territorio di progetti per l'integrazione) che attraverso l'intervenire insieme opererebbero con gli studenti tra le leggi della scuola e i servizi del territorio fornendo le informazioni, le esperienze e le competenze per realizzare il PEI (Piano Educativo Individualizzato), il POF (Piano di Offerta Formativa) ed il PDF (Profilo Dinamico Funzionale). Le autonomie, la legislazione attuale per l'integrazione necessitano di un insegnante con elevata competenza nel saper agire con gli strumenti messi a disposizione dalle leggi.

Strumenti come il PEI, il POF, il PDF necessitano di competenze operative e relazionali per costruire un procedere di percorsi sinergici, cooperativi e paralleli tra progetto educativo e attività riabilitative.

 

- 15 ore di laboratorio sul tema: "I suoni, i rumori: altre possibilità per comunicare" condotto dal Dott. Alberto Rojas, Pedagogista Musicale.

 

- 15 ore di laboratorio sul tema: "Il corpo, la voce, le posture, le situazioni: altre possibilità per comunicare" condotto dal Prof. Emanuele Montagna, direttore della Scuola di Teatro "Colli" di Bologna.

 

- 12 ore di laboratorio sul tema: "Il progetto ROTOCALCO": una didattica integrata con l'utilizzo dell'informatica" condotto dal Dott. Maurizio Degli Esposti, insegnante scuole elementari.

 

- 10 ore di laboratorio per conoscere gli strumenti e gli ausili per i bambini con problemi della vista (Istituto per ciechi "Francesco Cavazza", Bologna)

 

- 10 ore di laboratorio per le problematiche didattiche ed educative della sordità, condotto dal Dott. Berardo D'Ascenzo, insegnante scuole elementari.

 

Le rimanenti ore potremmo definirle di "Laboratorio Progettuale" dove attraverso il far acquisire competenze per l'uso della telecamera e della macchina fotografica per documentare gli itinerari, i progetti, le piste di lavoro, gli studenti vanno a verificare e valutare le loro capacità e competenze di saper progettare.

A tale proposito il "Laboratorio Progettuale" dovrà essere il luogo della trasversalità e dei transfer, il luogo in cui gli studenti dovrebbero apprendere, valutare e verificare (in un training rivolto a riflettere sui processi e le strategie per realizzare piste di lavoro) la loro capacità di saper trasferire le competenze che si acquisiscono in diversi settori dell'itinerario formativo. In questo laboratorio si andrebbe ad riflettere su la mentalità che dovrebbe caratterizzare il futuro insegnante di sostegno quale progettista delle occasioni e dei percorsi di integrazione.

Le competenze che s'intendono offrire agli studenti nel "Laboratorio Progettuale", per averle quale riferimento nel loro atteggiamento didattico, si rifanno agli studi di Vygotskij ed in specifico alle ipotesi che individuano due livelli di maturità (o competenza): quello relativo alle possibilità di apprendimento spontaneo e quello relativo alle possibilità di apprendimento con aiuto pedagogico. Lo scarto fra i due livelli è la "zona di sviluppo potenziale".

Analizzare ed intervenire negli ambiti della "zona di sviluppo potenziale" significa poter valutare l'efficacia delle strategie di intervento pedagogico-didattiche intenzionalmente messe in atto.

 

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TIROCINIO

 

100 ore

 

Le ore di tirocinio, nei due anni del corso, per la loro specificità, devono essere caratterizzate dalle finalità di integrazione ed inclusione di bambini definiti "handicappati" e/o con "bisogni speciali".

Il tirocinio dovrebbe mostrare, in un contesto pratico, nella quotidianità scolastica, le modalità migliori per realizzare l'integrazione, l'inclusione dei bambini con disabilità.

Nel tirocinio lo studente dovrebbe:

- poter osservare e notare come nella quotidianità didattica i saperi, le conoscenze, le metodologie, le prassi, le strategie, le piste di lavoro che il percorso formativo gli ha fornito e gli sta fornendo nelle lezioni e nei laboratori, si vanno realizzando.

- poter notare gli sforzi, le strategie, le attese, i cambiamenti che gli incidenti e le occasioni del quotidiano propongono.

- poter notare che per raggiungere stessi obiettivi sono possibili strade diverse e che stesse strade possono portare ad obiettivi differenti.

- poter notare che spesso è anche importante abbandonare obiettivi quando questi risultino impossibili e che ostinarsi a raggiungerli a volte non è segno di professionalità ma di mera ostinatezza.

 

Lo studente deve poter praticare e vivere il tirocinio in contesti didattici di alta qualità per poter apprendere il suo saper fare professionale. Pertanto risulta importante la scelta delle sezioni e delle classi dove questo si attuerà. Le sezioni e le classi scelte dovranno offrire l'esperienza di svolgimento e realizzazione di itinerari di integrazione di qualità.

Non sempre è possibile trovare l'alta qualità ed in questo caso gli interventi di tutoraggio e di supervisione devono essere di forte compensazione aiutando lo studente a capire cosa non va, perchè e come si sarebbe potuto agire in modo adeguato.

In tale dimensione l'avere sempre presente i collegamenti con le competenze, esperienze, strumenti offerti dai laboratori e dalle lezioni significa determinare riflessioni sul "come si sarebbe potuto e dovuto fare". A tale proposito andranno previsti incontri a mo' di tavole rotonde multidisciplinari con quei docenti chiamati in causa per le problematiche emergenti dalle osservazioni del tirocinio potrebbero essere oltremodo utili sia per verifiche trasversali sia per fornire agli studenti chiavi di lettura e strumenti culturali multidisciplinari per comprendere i problemi evidenziati (si potrebbero realizzare simulazioni).

Per il monitoraggio degli snodi problematici emergenti l'ausilio attivo dei colleghi insegnanti distaccati all'Università è fondamentale sia per la loro professionalità, formatasi nella quotidianità scolastica, sia perchè sono un referente importante per gli studenti. Le relazioni di tirocinio ed i colloqui con gli studenti (oltre che gli esami) potrebbero essere le fonti di individuazione degli snodi problematici e il progettare con i colleghi insegnanti le tavole rotonde nell'ambito del concetto di "Contesto Formativo Sinergico" che guida il Corso Aggiuntivo, significa utilizzare l'enorme risorsa esperenziale e culturale che tali professionisti stanno apportando al Corso di Laurea di Scienze della Formazione Primaria.

Tra le finalità principali del tirocinio vi sono quelle di esaminare le correlazioni che vi possono essere tra modi dell'educare e dell'insegnare e influenze di questi negli esiti dell'integrazione e del successo o insuccesso scolastico.

Risulterà fondamentale riferirsi ad alcuni principi (cfr. principi www.unibo.it/emozione ) circa il come indirizzare i progetti di integrazione e fornire agli studenti alcuni orientamenti, modelli didattici (cfr. tre orientamenti della didattica) su cui fondare le osservazioni e le rilevazioni dei dati che l'esperienza di tirocinio fornisce.

Una osservazione nel tirocinio, prudente e "diplomatica" nelle relazioni, ma intellettualmente critica, attiva e consapevole sul piano culturale ed intellettuale.

Per le ragioni precedenti i momenti di supervisione nell'ambito del concetto di "Contesto Formativo Sinergico" assumono una importanza fondamentale anche per sistemare le competenze acquisite in modo da orientare le future tesi.

 

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IL DIARIO DELLE COMPETENZE

 

Ciascun studente dovrà avere una sorta di "diario" in cui annotare le competenze acquisite, i "pieni" ed i "vuoti", la sua forza e la sua debolezza, questo sia per poter richiedere in corso di formazione risposte alle sue eventuali carenze, sia per avere chiaro il suo futuro ruolo, responsabilità e profilo professionale. Il "diario professionale" raccoglierà (con documentazione scritta, fotografica, video, mezzi informatici, materiali vari) competenze sia sul piano dei saperi e delle conoscenze, sia su quello delle bibliografie, delle tecnologie e degli strumenti, sia sul piano dei contatti e delle conoscenze utili da consultare, sia sul piano del fare. Il "Diario" dovrebbe divenire un "luogo", una occasione, uno strumento per l'autoverifica e valutazione. Un raccoglitore-memoria delle proprie competenze ed abilità che documenta la "mia" identità professionale.

Anche competenze ritenute marginali o annoverate nell'ambito dell'hobbistica, quali suonare la chitarra, saper disegnare, fotografare, sviluppare e stampare foto, ballare, saper lavorare a traforo, cucire, saper lavorare a maglia, ... dovrebbero essere annotate sul "diario" all'inizio quali "punti di forza delle risorse personali".

 

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ALCUNI CRITERI

 

Il "Corso Aggiuntivo" per Insegnanti di Sostegno è stato ipotizzato secondo un modello sistemico in modo che ciascun nucleo o unità formativa si interconnetta nell'insieme del Corso in una dinamica di influenza permanente tra le parti e l'intero ambito corsuale, una sorta di ipertesto che propone collegamenti tra informazioni, saperi, conoscenze, attività pratiche ed esperienze da molteplici punti, fornendo allo studente una sorta di metaformazione già nel suo percorrere, agire nell'itinerario del Corso. Un contesto professionalizzante già nella sua organizzazione.

Il "laboratorio progettuale" dovrebbe risultare il centro, la "sala di regia" in cui si fornisce leggibilità al "Sistema", il luogo in cui si chiarificano e si riflette sui significati ed i molteplici concatenamenti di senso che il sistema formativo produce e provoca attraverso le lezioni, le conferenze (in presenza ed a distanza) le esercitazioni, i laboratori, i tirocini, le tavole rotonde, la produzione di documentazioni audiovisive.

 

L'articolazione di questo "Corso Aggiuntivo" ha avuto quale riferimento di fondo le problematiche e le conoscenze che da ormai più di venti anni di integrazione hanno fornito una molteplicità di dati e riflessioni utili per poter pensare ad un itinerario formativo per un professionista che si fonda sugli esiti positivi delle passate esperienze.

 

Il "Corso Aggiuntivo per Insegnanti di Sostegno", data la sua particolarità, è stato pensato per poter intervenire principalmente su due "registri" paralleli avendo un'attenzione formativa accademica ed una formativa attiva rivolte a far "penetrare" gli studenti nelle strutture delle esperienze attraverso esercitazioni, stage, conferenze in presenza e a distanza, laboratori e tirocini. La finalità di base è quella di mettere in atto un processo di empowerment fornendo strumenti culturali e chiavi di lettura per l'analisi e conoscenza dei processi che concorrono alla realizzazione degli stili della didattica e come questi possono influenzare le architetture cognitive, le identità ed le originalità degli scolari.

Questo secondo "registro" formativo-attivo darebbe agli studenti il training, fornendo, oltre che gli strumenti culturali, metodologie ed abilità, agilità mentale per un'attenzione ai particolari, ai contesti, alle situazioni, agli ambienti, alle relazioni, tenendo conto che vi è il rischio di giudicare fenomeni o dati quali secondari o di nessun valore mentre possono rivelarsi fondamentali.

 

Fornire strumenti culturali in un "Piano Formativo" significa:

 

- acquisire capacità e competenze tali da percepire, agire, osservare, interpretare, conoscere in modo sistemico e in dimensioni complesse;

 

- assimilare abilità per saper osservare i problemi da più punti di vista, per individuarne i molteplici aspetti ed ipotesi e tentare possibili risoluzioni;

 

- acquisire capacità di gestire selezioni di dati in ipotesi che li strutturano rapidamente in molteplici possibilità interpretative: queste sequenze di intuizioni e deduzioni devono essere gestite con una competenza capace di diversi modi di osservare le cose, i fenomeni simultaneamente, mantenendo l'attenzione al flusso di informazione che sta pervenendo.

 

 

Attraverso l'organizzare, documentare, riportare le esperienze e l'interrogarle, si potranno far acquisire informazioni e competenze riflettendo insieme agli studenti, valutando con loro le implicazioni che propongono un uso corretto del percepire, dell'osservare, del notare, dell'esplorare, dell'esaminare, cercando di recuperare quelle strutture generali in cui ritrovare le linee principali che possono essere di riferimento per orientare il futuro lavoro nel ruolo specifico di insegnante di sostegno.

 

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LE GRIGLIE RILEVATRICI

I tirocini avranno una previa organizzazione in cui gli studenti saranno formati ad utilizzare griglie rilevatrici che avranno come riferimento "Indicatori Educativi" i cui analizzatori sono:

 

A - "Orientamenti della Didattica": in tali orientamenti si dovrebbero rilevare e valutare le possibili influenze di una non corretta sollecitazione dell'"area di sviluppo potenziale" causata da specifici stili didattici e da modalità di insegnamento che potrebbero ripercuotersi negativamente sullo stile cognitivo, sui processi di conoscenza, di apprendimento e di successo scolastico;

 

B - "vissuto-attivo" e "subito-passivo", per valutare se la bambina, il bambino con disabilità (ma non solo loro) sono agenti attivi e si sono impadroniti non solo dei contenuti ma anche dei processi e se sono quindi capaci di effettuare dei transfer (Wertheimer) delle esperienze e delle conoscenze in settori anche diversi da quelli originali o se invece subiscono passivamente quanto pensato, organizzato dagli altri per poi dimostrare di aver capito ripetendo più o meno "tale e quale" passivamente quanto loro detto, "insegnato", "appreso".

 

I punti A e B risultano gli ambiti per i riferimenti teorici e metodologici per poter valutare nella prassi situazioni, modalità che rischiano di determinare stili percettivi passivi, dipendenti, che fanno permanere il bambino tendenzialmente all'interno di un paradigma il quale diviene l'unico riferimento per valutare le esperienze, con la conseguenza di essere legato rigidamente all'informazione percepita "piattamente" ed in modo indifferenziato.

Lo stile cognitivo che tale dimensione produce rischia di caratterizzare una persona che accumula passivamente dati, dimostra scarsa efficienza e desiderio nell'apprendere nuove competenze ed abilità, con difficoltà nell'adattare le strategie e le competenze in possesso alle nuove situazioni, non in grado di inventare, creare, produrre nuove strategie, timorosa del cambiamento, con scarsa attenzione, curiosità ed interesse, apatica, che ha poca memoria e limitata iniziativa nelle decisioni, che esegue i compiti alla lettera (cfr. Bertoldino: "Vedere senza osservare", "sentire senza ascoltare").

Al contrario, contesti educativi che propongono sollecitazioni cognitive attive, vissute e non subite, favoriranno lo sviluppo di stili percettivi flessibili. Il bambino (il futuro adulto) sarà in grado di utilizzare al massimo le informazioni, non solo quelle presenti nel campo percettivo, ma metterà in atto permanentemente la ricerca sia per adattare le informazioni e le competenze in possesso per il raggiungimento delle finalità proposte o per risolvere problemi, sia per ricercare, scoprire nuove e diverse strategie e strumenti anche al di fuori del campo percettivo, grazie al suo alto grado di plasticità cognitiva e psicologica, con il desiderio e l'emozione di conoscere. .

Gli anni di ricerca sull'integrazione svolti sul campo hanno evidenziato che non la didattica finalizzata alla quantità delle conoscenze ha prodotto successo, ma quella che, puntando sulla qualità, ha formato un bambino che, anche con significativi problemi sul piano delle disabilità mentali e/o fisiche, ricerca soluzioni anche nell'ambito del saper chiedere, a chi chiedere, quando chiedere, cosa chiedere, in che modo chiedere, un bambino capace di imparare ad imparare.

 

DOCUMENTAZIONE

 

Il "Corso Aggiuntivo", data la sua particolarità (sono le prime esperienze per insegnanti della primaria laureati), potrebbe essere strutturato in modo da essere un riferimento per orientare i percorsi formativi di quegli insegnanti che intendono operare nell'area di sostegno.

A tale proposito si potrebbe pensare a documentare il "Corso" per la sua divulgazione che potrebbe essere effettuata con gli strumenti che vanno da quelli più tradizionali (libri e riviste) a quelli più attuali che l'informatica e l'elettronica ci possono offrire. Indubbiamente la produzione di CD multimediali ed ipertestuali propone una diffusione di una informazione con possibilità interattive e multidisciplinari. A tale proposito si potrebbero studiare con i colleghi interessati prodotti pedagogicamente validi per l'informazione e la formazione anche a distanza.

Bologna, 6 Febbraio 2001