Pedagogia dei genitori
Famiglia e scuola: le ragioni del collaborare

Mario Tortello

 

Esiste più di una buona ragione perché scuola e famiglia diventino alleati, anche e soprattutto a garanzia del diritto all'educazione e all'istruzione di allieve e allievi in situazione di handicap e alla loro effettiva integrazione nelle sezioni e classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado.

1. Anzitutto, c'è la necessità che i due ambienti educativi (quello familiare e quello scolastico) si mettano in correlazione fra loro. Lo sviluppo e la crescita di una creatura debbono essere messe in relazione alle condizioni dell'ambiente in cui vive, a partire da quello familiare.

2. Inoltre, genitori e insegnanti debbono poter condividere sia le informazioni, sia molti obiettivi fondamentali, relativi alla cura, all'alimentazione, all'igiene, ma anche alle prospettive di autonomia personale e di indipendenza sociale.

3. Anche i risultati debbono essere oggetto di condivisione: tra genitori e insegnanti; ma pure con le altre famiglie. Le conquiste non possono rimanere circoscritte in ambiti riservati o addirittura individuali.

4. Infine, vi è una necessità "forte" di cooperazione: l'educazione e l'istruzione di allieve e allievi in situazione di handicap si pongono l'obiettivo di sostenere tutte le creature nella ricerca della massima autonomia possibile per ciascuna; ma diventano occasione di "maturazione" per la famiglia stessa e di sviluppo professionale di tutti gli operatori
che la inverano.

Ma scuola e famiglia ne sono consapevoli?