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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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I FAMILIARI CHE ASSISTONO PERSONE CON GRAVI DISABILITA’ NON MERITANO LA NOMINA A “CAVALIERI DEL LAVORO”?

di SALVATORE NOCERA

            Il Messaggero di Roma ha pubblicato una lettera aperta al Presidente della repubblica da parte delle mamme di persone con disabilità grave e gravissima, con la quale, in modo pacato ma provocatorio si propone il conferimento del cavalierato del lavoro a queste mamme che svolgono un lavoro di cura totale continuativo e permanente.

            La lettera tende chiaramente a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e quindi dei politici sul problema dell’assistenza alle persone con gravissima disabilità e totalmente non autosufficienti, che possono avvalersi  solo dell’assistenza dei familiari e dell’indennità di accompagnamento di circa 450 euro mensili.

            Questa lettera acquista un valore ancor maggiore e più generale, alla luce dell’emendamento governativo alla manovra finanziaria che toglie l’indennità di accompagnamento alle persone con grave disabilità che però necessitano di un accompagnatore non per tutte le ore del giorno o che sono in grado di compiere qualche atto della vita quotidiana, ad es. mangiare da soli, mentre per tutti gli altri debbono dipendere da chi li assiste.

            Infatti se questo emendamento non verrà ritirato o non verrà cancellato dal Parlamento, molte altre centinaia di migliaia di mamme verranno ad aggiungersi alle scriventi, dal momento che quei servizi che le persone con grave disabilità riuscivano a pagarsi con l’indennità di accompagnamento verranno a gravare esclusivamente sulle spalle dei parenti prossimi.

            A meno che il Governo non pensi che queste persone vadano ricoverate in istituti di lunga degenza con costi, a carico dell’Erario, ben maggiori dei risparmi di qualche milione di euro che si otterrebbero con l’abolizione dell’indennità di accompagnamento.

            Si riporta di seguito la Lettera, degna di ancor maggiore attenzione alla luce di quanto appena detto:

 

Caro presidente, un cavalierato del lavoro anche alle mamme di disabili gravi

Lettera aperta al Presidente della Repubblica

 

Gentilissimo Presidente Napolitano, scrivo per farle una richiesta inusuale forse, ma con fondamentali motivazioni che vado a illustrarle: il mio datore di lavoro, una donna, da ben 37 anni avanza richieste sempre più pressanti e impegnative a cui io non riesco a rispondere negativamente.

 

Vuole essere imboccata 4 volte al giorno per mangiare e altre 4 per bere per un totale di 4 ore al giorno.

Vuole essere sorretta per fare qualche passo in casa con il girello

Vuole, pretende 'sta impunita di essere svegliata con il sorriso sulle labbra e con una carezza affettuosa.

Vuole essere portata a spasso con la sua sedia a rotelle.

Vuole essere cambiata sovente essendo incontinente

Vuole più volte nella notte essere girata nel letto per cambiare posizione

Vuole guardarmi negli occhi e trovare comprensione e sostegno

Vuole che io capisca se ha male o se ha bisogno di qualcosa senza dover profferire parola

Vuole essere accompagnata dal medico quando sta male

Vuole la mia presenza continua per l'assistenza ospedaliera quando necessita di un ricovero

Vuole che io sia la sua ombra per 365 giorni all'anno e questo da 37 anni

 

Non crede Presidente che questa MIA DATRICE DI LAVORO sia pretenziosa e impegnativa al massimo e che superi di molto tutte le possibili previsioni di impegno umano e affettivo?

Mi presento: sono la mamma di una persona disabile gravissima di 37 anni e il mio impegno costante è l'assistenza e la cura di questa mia creatura 'speciale' a cui mai ho fatto mancare la mia presenza, ho dimenticato cosa voglia dire dormire una notte in modo continuativo, ho dimenticato cosa voglia dire poter uscire con tutta la famiglia, non ricordo più cosa voglia dire allontanarsi di casa per più di 1 giorno massimo 2 e ogni volta con l'apprensione che chi rimane con lei riesca a cogliere il minimo accenno di malessere.

Ho sostituito lo Stato per l'assistenza, ho fatto risparmiare un sacco di denaro ai contribuenti facendomi carico di molte delle funzioni spettanti ai Servizi, siano essi sanitari che educativi o assistenziali, non crede che io meriti un riconoscimento?

Viene dato il titolo di Cavaliere ai giocatori perché  portano in Alto il nome dell’Italia in campo sportivo, (senza troppa fatica, mi permetta , in fondo sono pagati per questo), quest’anno purtroppo non sono stati brillanti, viene dato il titolo di Cavaliere a molte persone che pur facendo onore al nostro Paese non vivono lo stesso impegno per un numero di anni così  cospicuo, viene dato il titolo di Cavaliere a imprenditori al solo scopo di evidenziare il loro impegno e ingegno industriale .

Non crede sig. Presidente che potrei essere insignita di titolo di Cavaliere del Lavoro per essere stata fedele per 37anni allo stesso  “datore di lavoro”, perché di questo si tratta, oltre a essere madre sono infermiera, insegnante, assistente, badante, con una sola differenza con gli altri lavoratori, non sono stata mai stipendiata anzi, ho dovuto scegliere se lasciare il lavoro e assistere mia figlia personalmente oppure ricoverarla in un istituto, ho scelto la via più impegnativa e non me ne pento, ma vorrei che il mio impegno fosse riconosciuto pubblicamente non fosse altro per far conoscere agli italiani le profonde, sentite, silenziose vite di tante donne che purtroppo ancora oggi sono ignorate: LE MAMME DI PERSONE CON DISABILITA' GRAVE E GRAVISSIMA

 


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