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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

A DIFESA DELLA DIGNITA’ PERSONALE

Droga sostenibile e droga che uccide, mi pare necessaria una ulteriore precisazione, quanto meno per  il largo consumo…di onestà intellettuali, in condanne e conseguenti assoluzioni a poco prezzo.

Quanto meno per  rendere giustizia alle parole, quando esse assumono il peso di una sentenza e influenzano le persone, in particolar modo quelle che ancora non hanno una personalità formata, coloro che ancora non hanno pieno il carico della coscienza, cioè l’essere  presenti a se stessi; e un bambino sebbene grande, non è cosciente, per diventare coscienti di noi stessi, il primo avvertimento è l’avvertimento  dell’esistenza dell’altro.

Noi adulti sappiamo bene che crescita vuol dire differenziazione, affermazione di sé come entità autonoma, attraverso le varie fasi di sviluppo dell’individuo, attraverso le occasioni e le opportunità della vita, ma ciò non autorizza nessuno a rilasciare patenti di maledetto per forza, perché questa è una vocazione destinata al macero, e cosa assai più grave, destina al macero i più deboli.

Avere personalità non significa essere qualcosa per mezzo di una canna, di una pasticca, chi possiede una personalità matura  dimostra unità nel comportamento tra ciò che pensa e ciò che fa, valuta in maniera obiettiva la realtà e se stesso, e perciò si rapporta al contesto coerentemente alla propria situazione.

In uno spinello “quotidiano” vi è  l’impegno e la fatica per raggiungere una crescita personale accettabile? Oppure in questo atteggiamento vi è una considerevole instabilità emotiva  che maschera un disagio con l’avvicinamento  ai rischi estremi.

Fallimento degli educatori, di una società che sta a guardare ? Forse questo è il risultato che scaturisce da una sorta di nichilismo congenito a qualche generazione… fortunatamente passata,  perché educare non sta più solo per  trasmissione di nozioni-conoscenze, ma come formazione alla complessità, come insieme di comportamenti,  quanto meno per colmare con il tempo certe carenze, e bisogna riuscirci  in tempo affinché non diventino MALEDETTE LUCIDE FOLLIE.

L’uso di roba è prevalentemente una via di fuga senza progettualità, è la rappresentazione dell’impossibilità di trovare una uscita di emergenza, per cui non si può parlare di “prevenzione del danno“, ciò che si deve e si può prevenire è il coinvolgimento nell’uso, soprattutto quello PRECOCE, fornendo ai giovani l’opportunità di trovare risposte più valide ai loro problemi- compiti di sviluppo.

Certe argomentazioni sulla droga che girano e inciampano sulle bocche di tanti adulti, meritano sicuramente attenzione, ma io ho imparato a sfuggire le visioni ed i percorsi  unidimensionali,  e proprio accogliendo e accompagnando i giovani in difficoltà, sono diventato estremamente attento al disagio che circonda le persone affaticate, al loro bisogno di essere aiutati a entrare un po’ in se stessi, per comprendere che ci si deve impegnare strenuamente  per difendere la propria dignità personale.

Vincenzo Andraous
Responsabile Centro Servizi Interni Comunità Casa del Giovane Pavia


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