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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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UNA DICHIARAZIONE DI SOLIDARIETA' CON GIUSEPPE CASARRUBEA

"La verite' est en marche et rien ne l'arretera"
(Emile Zola, Lettre au President de la Republique, apparsa ne "L'aurore", 13 gennaio 1898)

Vi e' un filo, nero di lutto, rosso di sangue, che lega in continuita' il regime terrorista fascista e le stragi di stato nell'Italia repubblicana. E uno dei nodi essenziali di questa trama e' Portella della Ginestra. Tutti coloro che in Italia dal dopoguerra ad oggi si sono occupati di lotta contro i poteri criminali, il regime della corruzione, le stragi di stato, l'economia inquinata e illegale, i poteri occulti e deviati; tutti coloro che hanno provato almeno una volta nella vita il sentimento mirabilmente espresso nell'indimenticabile "romanzo delle stragi" di Pier Paolo Pasolini (quell'articolo del novembre '74 che comincia con: "Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe..."); tutti coloro che hanno avuto una o piu' persone care assassinate dalle organizzazioni criminali; tutti coloro che hanno pianto ed hanno gridato di strazio vedendo straziate le carni e le anime dei buoni e degli infelici molti; tutti sappiamo che Portella della Ginestra e' una delle radici e delle chiavi dell'orrore che tuttora perdura. Il professor Giuseppe Casarrubea conosce il dolore, di quello strazio e' un testimone. E Giuseppe Casarrubea e' uno storico: sa che solo con la verita' si rende postuma giustizia alle vittime per quanto ad esse giustizia sia possibile rendere, poiche' le vittime restano vittime e spento ad esse il lume dei giorni nulla piu' e' riparabile, redimibile, risarcibile. Ma possiamo onorarle, le vittime, rivendicarle come nostri maggiori e nostri compagni; possiamo porci alla loro scuola; e per far questo uno strumento ed uno solo abbiamo: la forza della verita', che e' luce incivilitrice, che e' riscatto degli oppressi, che e' suscitamento dei vivi alle opere buone, all'agire che inveri l'eredita' feconda delle lotte e delle speranze delle vittime, riconoscimento di umanita'. Giuseppe Casarrubea, testimone e storico, mette a disposizione la sua competenza scientifica e la sua motivazione morale e psicagogica, fa opera di impegno civile. Con i suoi libri e le sue ricerche ha contribuito a tener viva la memoria delle vittime ed a portare avanti l'escavo dei fatti al fine di far emergere dalla roccia del piu' doloroso passato la rosa risplendente della verita'.
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Che per questa sua attivita' scientifica e civica di promozione della verita' e della giustizia Giuseppe Casarrubea subisca oggi un processo gli fa onore. Su quel banco degli imputati sono idealmente con lui Danilo Dolci, che gli fu maestro ed amico, e quanti non hanno giammai piegato la testa al barbaro dominio mafioso, al terrorismo, ed al regime della corruzione e delle stragi di stato.
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Io che scrivo queste righe ignoro perche' un altro cittadino italiano si sia sentito offeso da queste ricerche storiografiche che certo riaprono antiche ferite (ma quelle ferite e' necessario riaprire proprio per contrastare la cancrena che ancora affetta e corrode necrotica il nostro paese e la nostra storia); e non esito a dire che se una persona si sente offesa individualmente o nella sua appartenenza ad un soggetto collettivo, ad essa va espresso il nostro sincero sentimento di dispiacere, e la conferma del convincimento che la dignita' di ogni persona vada sempre rispettata. Ma non vi e' dubbio che il lavoro di Giuseppe Casarrubea non e' inteso ad offendere, bensi' a far luce affinche' cessi un troppo a lungo protrattosi oltraggio alla storia civile ed alla memoria delle vittime tutte; non vi e' dubbio che il lavoro di Giuseppe Casarrubea e' inteso proprio all'affermazione della dignita' di ogni essere umano: in questo consiste la ricerca storica rettamente intesa e praticata. Cosicche' al querelante, persona che non conosco, vorrei rivolgere fraterno e rispettoso un invito a recedere dall'azione giudiziaria intentata, come scelta autonoma e generosa, in nome dell'impegno - che deve essere comune e sentito come tale massime da persone che hanno svolto o svolgono tuttora importanti funzioni pubbliche - alla ricerca e promozione della verita' storica, alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani, alla promozione del civile convivere e condursi, della legalita' cardine del nostro ordinamento giuridico democratico, dello stato di diritto.
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Ed a Giuseppe Casarrubea vorrei attestare qui la solidarieta' mia personale e del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Piena, profonda, persuasa. Ed ai lettori di questa dichiarazione vorrei rivolgere un invito ad informarsi ed una volta informatisi a fare altrettanto, inviando una dichiarazione di solidarieta' con il professor Giuseppe Casarrubea. Sia per richiedere informazioni che per attestare solidarieta' si puo' far riferimento all'indirizzo di posta elettronica seguente: icasar@tin.it
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Come ebbe a scrivere Zola, una volta per sempre e parlando a nome dell'umanita' intera: "la verita' e' in marcia, e niente potra' fermarla".

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 23 dicembre 2002

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it


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