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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 
child's MEMORY
27 gennaio 2004
 
When a child dies, the 'conspiracy of silence' begins
 
CHILD'S OLOCAUST
 
Erano in 15.000: non ne sono sopravvissuti nemmeno 100. Avevano tutti un’età compresa tra i 12 ed i 16 anni.
Terezìn fu il maggiore campo di concentramento nazista sul territorio della Cecoslovacchia. Costruito come transito per gli ebrei che dal Protettorato di Boemia e Moravia venivano deportati verso i campi di sterminio dei territori orientali, dalla sua nascita vi furono deportati 150.000 persone, fra le quali 15.000 bambini. La maggior parte trovò la morte nel ghetto stesso o negli altri campi nazisti.
Non ci sono immagini forti, non ci sono cumuli di scheletri. Ma i quattromila disegni, come le sessantasei poesie di quelle giovani anime strappate alla vita, hanno senza dubbio lo stesso effetto. Il campo di Terezìn proprio perché di transito, è stato uno dei pochi che prevedeva uno spazio per i bambini. Stesse condizioni igieniche, stessa fame, stesse malattie. Proprio come gli adulti. Stessa Identica sofferenza.
Sotto la guida degli ebrei adulti, i bambini frequentarono lezioni e parteciparono a molte iniziative culturali. Tra gli animatori anche Dicker Brandejsovà, artista e progressista morta, proprio come la maggior parte dei bambini, nel campo di Auschwitz nell'autunno del '44.

 
 

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..Quando all’alba il raggio del sole

illumina la terra

e l’erba scintilla di perle dorate,

quando l’aurora scompare

e i merli fischiano tra le siepi,

allora capisco come è bello vivere.

 

Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza

quando cammini tra la natura

per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:

anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,

vedrai che è bello vivere.

 

 
 
 

 

Angeli si è quando si muore (se si è disgraziati si va in inferno), l'angelo è benedetto da Dio oppure da Gesù (l'importante è che ti benedisce [sic] qualcuno) da L'umaniverso dei bambini, ovvero: dizionario enciclopedico fatto dai bambini

 

............."Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse sommerso nel fondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! Poiché, ben è necessario che avvengan degli scandali; ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene! Ora, se la tua mano od il tuo piede t'è occasion di peccato, mozzali e gettali via da te; meglio è per te l'entrar nella vita monco o zoppo che l'aver due mani o due piedi ed esser gettato nel fuoco eterno. E se l'occhio tuo t'è occasion di peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te l'entrar nella vita con un occhio solo, che l'aver due occhi ed esser gettato nella geenna del fuoco. Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccoli; perché io vi dico che gli angeli loro, ne' cieli, vedono del continuo la faccia del Padre mio che è ne' cieli. Che vi par egli? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà egli le novantanove sui monti per andare in cerca della smarrita? E se gli riesce di ritrovarla, in verità vi dico ch'ei si rallegra più di questa che delle novantanove che non si erano smarrite. Così è voler del Padre vostro che è nei cieli, che neppure un solo di questi piccoli perisca" (Matt. 18:6-14).

 

 

 
 
Alzare la voce per i sogni dei bambini è un dovere di tutti.
Senza i loro sogni il nostro mondo scivolerà verso nuovi incubi.
I loro sogni sono l'orizzonte verso cui camminiamo.
I sogni dei bambini ci indicano la strada da percorrere.
Ogni sogno infranto rende più incerta la direzione, più faticoso il nostro cammino.
 
 
 
 
 
 

 
 

"Existen niños músicos y pintores, niños danzantes y cantarines que no conocerán jamás los lápices de colores, una flauta dulce, el antifaz y el escenario que reclama su fantasía. El mundo entero tiene una deuda infinita con los niños, con el cumplimiento de sus derechos."

MERCEDES SOSA, ARGENTINA: L' infanzia non protetta genera solo uomini disperati...donne disperate... Abbiamo la tremenda responsabilità di parlare di questo e di pretendere che non ci siano più bambini per la strada oggetto di abuso, maltrattamenti e violenza.
THIAGO DE MELLO, BRASIL: Il nuovo secolo si preannuncia, pieno di ombre con milioni di bambini straccioni, affamati e malati, in cammino per la festa del suo arrivo, condotti per mano dall'America Latina. E' la nostra più profonda vergogna e la più dolorosa piaga. Peggiore della violenza , della corruzione e della imperdonabile diseguaglianza sociale, è l'abbandono dell'infanzia, che ferisce il nostro futuro e macchia la stessa grandezza della condizione umana
ARTURO CORCUERA, PERÚ: Esistono bambini musicisti e pittori , bimbi danzanti e canterini che non conosceranno mai le matite colorate, o un flauto dolce, la maschera e il palcoscenico che reclama la loro fantasia.Il mondo intero ha un debito infinito con i bambini, nel rispetto dei loro diritti.
 
 
 
-------Ma Lauryn Hill ha rovinato tutto.
Questo il testo che ha letto: “Voglio parlarvi non come rappresentante di un movimento religioso ma a titolo personale. Non ho accettato di partecipare per celebrare come voi la nascita di Cristo, ma per chiedervi perché non siete in lutto a causa della sua morte dentro questo luogo. Il santo Dio è stato testimone della corruzione della sua leadership, dello sfruttamento e degli abusi – e questo è il minimo che si può dire del clero. La malattia non è la benedizione di Dio ma il suo giudizio. Non esiste alcuna spiegazione accettabile con cui difendere la chiesa. Chiedete le vostre benedizioni a Dio e non agli uomini, invocate Dio e non gli uomini, pregate Dio e non gli uomini. Pentitevi. Qualcuno di voi potrebbe essere offeso da quel che sto dicendo – me ne rendo conto. Ma che dire di quelle famiglie che sono state tradite dalle persone in cui credevano. E che dire a quei bambini violentati nel corpo e nella mente? L’errore che facciamo è adulare degli uomini mentre bisognerebbe pregare Dio. Non credo ai rappresentanti di Dio in terra, credo solo in Dio. Gli uomini peccano, e sono loro i responsabili della corruzione. Perciò pentitevi, pentitevi”.
 
 
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Ascolto
È la capacità di aprire almeno una porticina della nostra mente per farvi entrare il problema e la comunicazione dell’altro. È la capacità di andare in esplorazione dell’alterità per condividere e per comprendere prima di giudicare. Presuppone il silenzio e l’ignoranza di cosa l’altro ha da dire ed anche la frustrazione, perché l’altro, essendo altro da noi, raramente comunica ciò che ci aspetteremmo. È fatto di disponibilità mentale, di tempo e di vicinanza emotiva.
Bambino
È una persona che oggi più di ieri che tende ad essere valorizzata dalla pubblicità, dalle case produttrici di giocattoli e dalle dichiarazioni di principio, ma che rischia ancora sempre di essere oggetto di violenza e strumentalizzazione e di pagare così la propria bisognosità e dipendenza, la propria impotenza e la propria inferiorità di parola e di potere rispetto all’adulto.
Prevenzione
È la scelta di investire per tempo nella formazione dei genitori, degli educatori e dei professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza, piuttosto che investire in ritardo, con costi aumentati e scarsi risultati, in interventi per reprimere gravi violenze, per curare devianze e tossicodipendenze, per riempire carceri e reparti psichiatrici, per tentare di impedire che i bambini non protetti di ieri, se la prendano, diventati adulti, con i bambini di domani.
Trauma Psichico
Il termine “trauma” proviene dal greco e vuol dire ferita. Il trauma designa in medicina una ferita con lacerazione derivante da una violenza esterna. Il trauma psichico è un’esperienza radicale di impotenza nell’impatto con la violenza della natura o dell’uomo. L’esistenza umana è normalmente costituita di micro-traumi. Ma il trauma psichico è guardare la morte negli occhi. È un’improvvisa perdita del controllo e della capacità di previsione sulla realtà. Viene lacerata l’immagine di sé e lacerati i legami di fiducia e di sicurezza con gli altri. È una ferita dell’anima, che può diventare una morte dell’anima se non interviene una cura e una capacità dell’ambiente di dare ascolto, vicinanza, solidarietà alla vittima. La violenza ai danni di un bambino può diventare un assassinio dell’anima se la verità viene uccisa e se il bambino viene lasciato solo con i suoi sentimenti di dolore, rabbia, colpa, vergogna, confusione senza ascolto e senza condivisione.
Debriefing
È il Pronto Soccorso dell’anima, dell’anima ferita e sconvolta di chi ha subito o di chi ha assistito, in qualche maniera, a un incidente, una disgrazia, una catastrofe. È una tecnica d’intervento che può essere appresa, non solo da psicologi e medici, ma anche da infermieri, operatori sociali, forze di polizia e vigili del fuoco, per l’aiuto a coloro che hanno subito o in qualche modo hanno avuto un impatto con l’incidente o con la violenza. Si tratta di aiutarli a riportare/scaricare ciò che hanno visto, ciò che hanno pensato, ciò che hanno sentito per evitare loro gli effetti del trauma psicologico (ipereccitazione, incubi, ricordi intrusivi, fenomeni di dissociazione, apatia emozionale…). Debriefing in inglese è un termine militare. È il rapporto successivo ad un’operazione. Debriefing è riportare, scaricare informazioni. Il debriefing può essere offerto alle vittime, ai parenti, ai testimoni degli incidenti o delle violenze, per prevenire disturbi post-traumatici, ma anche ai soccorritori per prevenire la sindrome di burn-out.
Abuso sessuale
È ogni situazione in cui il bambino è spinto ad espressioni sessuali alle quali non può liberamente consentire con piena consapevolezza e padronanza in ragione della sua età e che pertanto produce nella vittima effetti confusivi e destrutturanti. È un fenomeno vecchio come il mondo rilanciato dalla società contemporanea. Ha dimensioni epidemiche, ma non si vuole riconoscerlo. Continua a risultare per molti aspetti sommerso, impensabile ed indicibile. Rischia di diventare un delitto perfetto: anche se viene rivelato e denunciato, l’abuso resta spesso impunito, soprattutto se l’imputato dispone di un potere sociale ed economico.
Giustizia
È un’aspirazione fondamentale dell’essere umano, la cui realizzazione è affidata dalla comunità sociale ad un’istituzione di grande importanza e che è fatta di regole, procedure, prassi ed uomini. Istituzione giudiziaria che è importante conoscere e con cui dobbiamo imparare ad interagire dall’interno e collaborare dall’esterno per diminuire la sua inevitabile tendenza a non garantire ciò per cui è costituita, con una conseguente penalizzazione dei soggetti politicamente, socialmente ed economicamente meno garantiti, tra cui i bambini.
Pedofilia e perversione
La pedofilia nasce dall’impotenza e tende a strumentalizzare l’impotenza. I pedofili usano i bambini perché si sentono impotenti con partner adulti. I pedofili sono più di quanto pensiamo. Ma c’è un’area ancora più vasta di persone perbene che diventano parenti incestuosi o che non esitano ad avere rapporti con minorenni prostitute o che diventano turisti sessuali. Si parla talvolta del Pedofilo come individuo lontano ed abnorme, per non parlare della normalità della perversione che ci circonda, di una tendenza sociale, ad usare il bambino per il proprio piacere, di un bisogno perverso che appartiene alla comunità adulta di appropriarsi a fini erotici del corpo più attraente degli individui più giovani. Il Pedofilo diventa l’incarnazione di un Male che è più vicino e più presente di quanto vorremmo, di un problema che ci passa accanto e dentro la mente di tutti gli adulti, di una tendenza alla perversione che esiste nella mente umana. La perversione è una posizione mentale e relazionale, in base a cui il soggetto umano nega la propria debolezza e la propria bisognosità, usando a questo scopo il dominio su un’altra persona. La sessualizzazione perversa ai danni del bambino è una tendenza a trasformare la persona in cosa, inseguendo l’eccitazione e il godimento sessuale per riempire la solitudine e la sofferenza mentale, senza tener assolutamente in considerazione la persona che abita il corpo del bambino.
Formazione
È un processo che deve puntare a far crescere globalmente il suo destinatario come persona e come professionista. Deve svilupparne sia le competenze cognitive che quelle emotive e relazionali. Deve aumentare la capacità di tenere in mente e di rappresentare i bisogni del bambino in relazione al ruolo professionale ed istituzionale specifico che si svolge. Se così non è, ci si allontana dall’obiettivo costitutivo della crescita e della formazione: si produce allora una de-formazione. Spesso si tende a far diventare la formazione un’operazione burocratica riducendola a punteggio, un’operazione intellettualistica riducendola a nozionismo, un’operazione di potere, passivizzando l’interlocutore.
Gruppo
Il gruppo viene prima dell’individuo, che senza il gruppo non si sviluppa, né sopravvive. Il Sé individuale ha il suo valore insopprimibile, ma la sua dipendenza dagli altri esseri umani, dalle matrici che l’hanno costituito e lo costituiscono è tale che, in un certo senso, possiamo dire che l’individuo non esiste. Non esiste sicuramente l’individuo come entità astratta ed isolata dal gruppo che lo ha formato e lo sostiene materialmente e mentalmente. La mente dell’individuo ha una dimensione gruppale, porta in sé tante voci e tante istanze. La crescita dell’individuo transita, si comprime o si alimenta attraverso i gruppi: la famiglia, il gruppo scolastico, il gruppo dei pari. L’organizzazione del lavoro è fatta di gruppi. Occorre imparare a comprendere il gruppo, a vivere nel gruppo, a condurre il gruppo. Per esprimere la propria creatività individuale al servizio del gruppo e per arricchirsi attraverso la creatività del gruppo. Solo in un gruppo si può imparare a condurre un gruppo: per meglio insegnare (contesto didattico), per meglio imparare (contesto formativo), per meglio curare (contesto d’aiuto), per meglio operare (contesto organizzativo).
Intelligenza emotiva
È la strategia vincente per elaborare i problemi nella famiglia, nella coppia, nell’educazione, nella formazione, nell’organizzazione del lavoro. È l’intelligenza che si unisce al cuore, il linguaggio adulto che si avvicina a quello infantile. È la capacità di distinguere, mettere in parola, valorizzare i sentimenti che scorrono fluidi, veloci, spesso accantonati o svalutati. È la capacità di dialogare con le emozioni per controllarle senza reprimerle e senza far finta che non esistano. È la capacità di utilizzare le emozioni per motivarsi alla realizzazione degli obiettivi personali e lavorativi e per meglio affrontare le difficoltà relazionali. È la capacità di imparare a riconoscere e rispettare le proprie emozioni per aumentare l’empatia, cioè la capacità di riconoscere e rispettare le emozioni dell’altro.
Consapevolezza
La verità è dolore, diceva Socrate. Ma la mente, dice Bion, ha bisogno di verità, come il corpo ha bisogno di nutrimento. La consapevolezza è la capacità della mente di sopportare, di comprendere, di elaborare, di metabolizzare la verità: la verità del mondo interno, che è costituita da limiti e da potenzialità, da sentimenti piacevoli e spiacevoli, da sentimenti positivi e sentimenti nocivi; la verità del mondo esterno che è fatta di amore e di violenza, di vita e di morte, di sanità e di follia. La consapevolezza consente di accettare la realtà riducendo la depressione e incrementando la gioia. Consente di elaborare la memoria e il lutto della propria infanzia rimossa. Consente al soggetto traumatizzato di riattraversare l’esperienza del trauma liberandosi dai costi delle scissioni. Consente al genitore di farsi rispettare e di mettersi in discussione, al soggetto impegnato nella relazione di aiuto di comprendere le proprie risorse e le proprie debolezze. La consapevolezza dà lucidità ed energia psichica. Esistono diverse tecniche per lo sviluppo della consapevolezza, tecniche che appartengono a diverse tradizioni della psicologia occidentale e di quella orientale e che vale la pena studiare, sperimentare e far dialogare tra loro.
Oggigiorno, trattando di medicina preventiva, psichiatria preventiva, o di qualunque altro tipo di prevenzione, occorre riservare un posticino alla filosofia preventiva. Quale tipo di filosofia? Il mio interesse in questa sede concerne quel tipo di filosofia messa a punto per avere un qualche ruolo nell'educazione dei bambini. E cosa previene precisamente la filosofia preventiva? Si potrebbe dire, suppongo, che essa tende al bene attraverso la prevenzione di sofferenze non necessarie ed ingiustificabili. E come funziona praticamente? Allo stesso modo in cui funziona la philosophy for children: lasciando che i bambini facciano filosofia nel contesto di una comunità di ricerca filosofica............
 
 
Quello che la filosofia può fornire è un tipo speciale di illuminazione che è importante criticamente per coloro che sono rimasti sconvolti e sono alla deriva dopo aver subito violenza sessuale, e per la prevenzione di una tale violenza nei confronti di altri. Questi sono bambini la cui capacità di recupero [resiliency] deve essere ripristinata, per usare l'ottima terminologia adoperata da Stefan Vanistendael, uno dei leader dell'International Catholic Child Bureau. Una tale capacità di recupero dipende essenzialmente da fattori emotivi, ed è qui che il coinvolgimento degli psicologi è maggiormente necessario. Ma dipende anche da fattori cognitivi, come formare concetti, operare distinzioni e sollevare obiezioni. Dopo tutto, la capacità dei bambini di riprendersi dopo essere stati vittime di brutalità risiede in larga parte nella comprensione di ciò che è loro accaduto e di come è accaduto.
Quando i bambini cominciano a fare filosofia nel contesto di una comunità di ricerca diviene più facile discutere delle disavventure in cui essi sono stati coinvolti, in maniera de-centrata, a differenza di quanto avviene invece negli interventi di tipo psicologico, centrati direttamente sul bambino. Sollevare obiezioni e dialogare in maniera riflessiva contribuiscono a formare gradualmente difese concettuali che possono prevenire la ricomparsa di ciò che è accaduto. Per le vittime quanto è loro successo risulta inenarrabile, inconcepibile. La filosofia può giovare nel portare alla luce del giorno alcuni dei concetti necessari per superare l'avvenimento che ha avuto luogo. I bambini non dovrebbero senza ragione biasimare se stessi per ciò che è stato fatto loro. Ma a meno che le esperienze non vengano sviscerate, essi non possono comprenderle. E senza una tale comprensione, queste esperienze continueranno ad essere fonte di sofferenze. Facendo filosofia (ma non filosofia e nient'altro), i bambini hanno la possibilità di raggiungere e far propri i significati di cui hanno bisogno per la loro convalescenza e guarigione...........

Per ridurre la crescente ondata di violenza diretta contro bambini indifesi occorre equipaggiarli di capacità di recupero, così come c'è bisogno di dar loro quello che J.Anthony Blair e Ralph Johnson nel titolo del loro libro chiamano Logical Self-defence [2]. Ciò che questo testo può fare per gli adulti, la filosofia per la scuola elementare può farlo per i bambini. Innanzitutto, essa può aiutarli a pensare in maniera autonoma. Questa non è un'impresa di poco conto. Kant osservò giustamente che è sempre possibile far svolgere ad altri il nostro lavoro, ma è una pessima idea chiedere ad altri di pensare per noi. Egli raccomandò esplicitamente che i bambini fossero coinvolti nella ricerca filosofica. Essi non dovrebbero imparare la filosofia, ma proprio farla. Dovrebbero "imparare a filosofare".
A La Traversee i bambini violentati adoperano il dialogo filosofico per scoprire strade alternative e accettabili per fronteggiare la violenza. Attraverso questa deliberata forma di ricerca, in cui si confrontano su questioni filosofiche altrimenti senza risposta, essi riescono a mettere a punto e a migliorare il proprio giudizio. Nelle loro comunità di ricerca filosofiche i bambini capiscono quanto possano essere importanti l'uno per l'altro, e questa rilevante considerazione evidenzia le limitazioni legate a standard come l'auto-sufficienza e l'autonomia. A La Traversee donne picchiate o bambini possono interrogarsi da soli o tra di loro su quanto sono disposti a fare di ciò che resta della loro vita. Una tale ricerca può, di certo, essere pericolosa, come le coraggiose donne di Glasgow hanno chiarito. È bene sapere tuttavia che la filosofia per la scuola elementare può aiutare queste vittime a farsi un'idea di come possano venir fuori dalla propria situazione, per ricominciare.
 

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