Così ti insegno la creatività
"Voglio che i bambini disegnino le proprie emozioni"

Le sorprendenti lezioni di educazione all'immagine di Nadia Scardeoni Palumbo
"Fin dalle elementari è la televisione che modella la fantasia dei ragazzi tutto questo va ripulito per far riemergere il loro desiderio di libertà…"

"Immaginate di essere colmi di gioia: La gioia è dentro di voi in tutto il corpo, inonda il capo, il collo, le spalle, le braccia, scende nel petto, nella schiena, nelle gambe e nei piedi. Ogni parte del vostro corpo è permeata di gioia che si diffonde intorno a voi e voi la partecipate a tutti nella vostra aula e fuori di essa, nel mondo intero. L'universo è colmo di gioia"

Qualcuno ha indovinato? No, non si tratta di training autogeno. Questa e' una lezione di educazione all'immagine secondo Nadia Scardeoni. E' una lezione che dà risultati sorprendenti. Lo scopo di questa tecnica, o meglio, come la chiama Nadia, di queste "esperienze" è far rinascere nei bambini la creatività. E' falso - spiega - credere che i bambini siano tabula rasa. In realtà , fin dalle elementari, arrivano con un magazzino iconico assunto in modo istintivo, assimilato dalla tv e dai giochi. Per rimettere in moto la loro creatività bisogna fare pulizia". Da qui nasce la tecnica, trovata per caso in un libretto di una pedagogista americana, Stephanie Herzog, delle "esperienze".

"Per prima cosa - dice ancora la Palumbo - la classe va coinvolta: si deve spiegare che cosa si vuole fare. Il secondo passo è l'educazione al silenzio. Al bambino si insegna a rilassarsi, a guardarsi dentro, a riscoprire, cioè, la propria interiorità.

A questo punto c'e' la lettura dell' "Immagina che".

Testi che scatenano le energie interiori, il desiderio di libertà E, infine, al bambino si chiede di disegnare, o anche scrivere, quello che ha provato".

Naturalmente alle parole si possono sostituire suoni o musiche. "E' successo di tutto - ricorda - ragazzi che scrivono poesie, bambini che fanno composizioni splendide".

Ex insegnante delle medie, Nadia Palumbo, che ora organizza corsi di aggiornamento per l'Mce, ha affermato di essere stata spinta a questa ricerca dal desiderio di mettere quelle basi che lei avrebbe sempre voluto trovare.

"Non è solo una questione di creatività - afferma - ma anche di differenze". Il bambino "saturo", che ripete immagini standardizzate non sviluppa il senso artistico, il valore intrinseco dell'arte. E anche le tecniche, che si possono insegnare, hanno poco senso se il bambino non sa "cosa dire" con gli strumenti acquisiti".

"Uno dei miei maggiori problemi - continua - è convincere le insegnanti a non valutare con il metro del voto, del più bello o più brutto, il risultato E le "esperienze" hanno valore anche perché‚ fanno sentire il bambino libero dal piacere o meno alla maestra. Lo fanno sentire valutato per quello che tira fuori da dentro. Il risultato è, oltre tutto, anche un rafforzamento della sua sicurezza, la creazione di un ambiente favorevole e positivo che si proietta sull'intera esperienza scolastica".

L'unica cosa su cui può intervenire l'insegnante è la liberazione dalle immagini ripetitive che bloccano la creatività….

"Capisco che così sarebbe difficile insegnare la grammatica - conclude Nadia Scardeoni - anche se non sono certa che non si potrebbe trovare un modo. Ma visto che nell'arte ognuno può usare la propria "grammatica" è un'occasione da non lasciarsi sfuggire".

Quest'anno è appena terminato il secondo corso di aggiornamento. E le valutazioni delle insegnanti, che per capire hanno provato su loro stesse l'effetto delle "esperienze", sono state entusiastiche: "Per molte è una vera rivoluzione. Una rivelazione, quasi, una scoperta. Per me è un cammino da proseguire, ed estendere, chissà…. ad altri settori".

Simonetta Taccuso

Da: " la Cronaca", dicembre 1993



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