DISSESTI ANNUNCIATI
Intervista al Prof. Eugenio Turri
Geografo

di Nadia Scardeoni

 

L’ecologia non è solo la scienza della tutela e della salvaguardia della natura

L’ecologia, secondo una definizione di Haeckel è "la scienza delle relazioni di un organismo con il suo habitat" .

E’ dunque necessario partire dal concetto corretto di ecologia per affrontare il tema del dissesto idrogeologico che interessa vaste porzioni di questo nostro martoriato paese.

Una colpevole tacitazione dei principi fondamentali di tutela e di salvaguardia dell’ambiente, nelle procedure amministrative e politiche, ha prodotto, con l’abbandono del territorio alle pratiche di dissesto , una "matrice sempre attiva" di fenomeni quali le alluvioni e gli straripamenti delle acque fluviali di cui le precipitazioni meteorologiche sono solo l’occasione straordinaria.


 

Prof.Turri …Il dissesto idrogeologico del nostro Paese è purtroppo nella cronaca quotidiana per gli eventi di devastazione che ne conseguono ad ogni pioggia . A Suo parere , nelle scuole, possiamo ancora parlare di prevenzione?

Non solo. Soprattutto di cause. Una politica dissennata dell’edificazione ha prodotto vaste aree di impermeabilizzazione del territorio che insieme al disboscamento delle aree montane sono responsabili del fenomeno della velocità’ e della simultaneità’ della precipitazione a valle delle acque fluviali determinando , agli sbocchi , intasamenti che non possono che evolvere in straripamenti con gli effetti devastanti che sono sotto i nostri occhi.

L’evento alluvioni e tutto ciò che accade in questi giorni per l’intensità delle precipitazioni non e’ straordinario : l’uomo, attraverso l’utilizzazione irresponsabile del territorio è il primo responsabile di questo disastro.

Una legge del 1989, la 183 , determina le "Unità di bacino". Cosa stabilisce? Dopo 11 anni ci sono applicazioni??

Con il costituirsi della Unità di bacino , tutto il territorio che alimenta un fiume deve essere monitorato.

Questo si sta facendo, ad esempio, per il fiume Adige. E’ dunque fondamentale che le eventuali amministrazioni dei territori relativi ad uno stesso bacino idrografico entrino in solidarietà nell’applicare le pratiche di monitoraggio.

Ogni bacino ha le sue caratteristiche ed ha una sua "potenza del rilievo".

Quanto più un paese è montuoso e quanto più’ sono elevate le sue montagne più sono potenti e veloci le acque dei fiumi che hanno , qui, le loro sorgenti .

In Germania , ad esempio, i rilievi sono più tondeggianti e meno significativi , quindi le acque scorrono con minore violenza.

Prof.Turri…se il Ministro della Pubblica Istruzione si consultasse con Lei per avere qualche dritta sull’educazione ambientale che cosa si sentirebbe di proporre?

Intanto non abolire la geografia che per male che sia impostata e’ ancora un aiuto per trattenere l’attenzione sulle problematiche complesse del territorio. Certo gli insegnanti dovrebbero essere documentati e formati all’analisi dei problemi ambientali e dei fenomeni morfologici legati alla stabilita’ del suolo.

Manca soprattutto una cultura ed una consapevolezza della struttura del territorio.

Occorre anche diffondere una cultura del " tempo dei fenomeni geologici". Noi troppo spesso dimentichiamo. Se un evento non si ripete da cinque, dieci anni …questo evento non ci riguarda più.

Ecco allora la necessita’ di fare prevenzione attraverso la memoria e lo studio delle cause del dissesto del Paese.

Ritengo infine fondamentale che i destinatari dell’educazione ambientale siano portati fuori delle aule.

I docenti dovrebbero organizzare escursioni mirate a tutte queste osservazioni fondamentali e adoperarsi per inculcare , attraverso l’esperienza diretta , un amore più responsabile verso la casa comune.

Eugenio Turri , in "Il paesaggio come teatro" paragona il paesaggio ad un teatro in cui gli uomini concertano via via l’evento teatrale di cui sono i protagonisti ma , infine, li richiama ad essere anche spettatori e osservatori di tutto ciò che hanno prodotto.


 

Parole sporgenti:

politica dissennata – cause - simultaneità – utilizzazione irresponsabile – monitoraggio dei bacini – potenza del rilievo –

stabilità del suolo – tempo dei fenomeni geologici – escursioni - casa comune - paesaggio come teatro

 

Eugenio Turri

Docente di Geografia del Paesaggio alla Facoltà di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Milano
Consulente per la pianificazione territoriale Regione Lombardia,
Membro dell’ACCADEMIA DI AGRICOLTURA SCIENZE E LETTERE DI VERONA

Note internet

http://www.polimi.it/

http://digilander.iol.it/kiwimilano/bergamo.htm

http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/primale.html

http://enea.provincia.parma.it/cidiep_notiziario/opinioni/opinioni10.htm

 

stralcio

Il Prof. Giuseppe Papagno (Università di Parma) inizia il suo intervento ricordando che sono state date diverse definizioni di tutto ciò che è intorno a noi, territorio,ambiente, e che, fugacemente, è emerso anche il termine paesaggio. Ricorda una metafora del geografo Eugenio Turri che, in occasione della presentazione di un suo libro, ha adoperato la metafora "il paesaggio come teatro", e continua: "Il problema è che noi continuiamo a considerare ciò che è esterno a noi e noi stessi come due entità che in qualche modo devono combaciare, congiungersi, coniugarsi, e ai limiti collaborare; ebbene, Turri dice un'altra cosa, secondo me molto importante. Noi recitiamo, insieme alla natura, in un teatro che è il paesaggio. E lo formiamo, e continuiamo a recitare, se abbiamo non solo la consapevolezza di leggere, ma anche la consapevolezza di recitare, di essere attori in questo paesaggio. Allora il rapporto diventa diverso."

La questione importante, continua il prof. Papagno, è considerare il tutto come un teatro nel quale occorre saper recitare e gli attori sono almeno due, e l'insieme forma un teatro che è una recita nella quale noi viviamo e con la quale viviamo.

In conclusione il prof. Papagno osserva che la scuola non può fare altro che esercitare e amplificare le capacità di osservazione, quindi l'oggetto. Ma questo deve essere un compito della società intera, che "deve saper imparare a recitare, perché, senza questo, rimangono soltanto degli oggetti di fronte a noi, che noi utilizziamo ai nostri fini".

 

bibliografia

Premio Letterario Gambrinus - Giuseppe Mazzotti 1984

Eugenio Turri, La via della seta, De Agostini

Continenti e paesi / di Eugenio Turri. - Novara : Istituto Geografico De Agostini, 76

Week-end nel Mesozoico. Autore, Turri Eugenio. Editore, Cierre Edizioni.

Semiologia del Paesaggio Italiano

Le città della Svizzera Italiana «Edizioni Il Polifilo»

Introduzione e note alle vedute di Eugenio Turri.

Vittime del progresso / John H. Bodley ; a cura di Paola Pagnini e Tullia Ascari ; testimonianze fotografiche di Eugenio Turri. - Milano : UNICOPLI, 1991.

Antropologia del paesaggio / Eugenio Turri. - Milano : Edizioni di comunità, 1974. - 296 p. ; 21 cm

Geografia della percezione

GIOVANNI CANIATO - EUGENIO TURRI - MICHELE ZANETTI

La laguna di Venezia Cierre Edizioni

Viaggi all'isola Maurizio BERNARDIN DE SAINT PIERRE/EUGENIO TURRI IST. GEOG. DE AGOSTINI

Eugenio Turri IL MONTE BALDO Cierre edizioni

Eugenio TURRI Lo spazio europeo: i luoghi e i paesaggi simbolici

Storia Urbana1990, Fascicolo 53: Eugenio Turri, Il Sahel: urbanesimo e desertificazione